N.8 2022 - Biblioteche oggi | Novembre 2022

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La catalogazione in era digitale

Denise Biagiotti

Laura Manzoni

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Il 28 settembre nell’Aula magna dell’Università di Firenze in via Laura si è tenuto un convegno sul tema della metadatazione, la dimensione assunta dalla catalogazione in era digitale. La discussione si è basata principalmente sull’analisi di due volumi di Mauro Guerrini: la seconda edizione di Dalla catalogazione alla metadatazione: tracce di un percorso e Metadatazione: la catalogazione in era digitale, entrambi recentemente pubblicati. Il concetto di metadatazione è oggi centrale in ambito biblioteconomico e si riferisce al processo di registrazione dei metadati, ovvero i dati funzionali all’identificazione e al reperimento di una risorsa. Essi sono adottati in ogni campo della conoscenza e delle attività umane in quanto consentono di descrivere i real world objects, ossia gli oggetti del mondo reale che possono far parte di o si riferiscono a una collezione analogica o digitale, come un’opera, una persona, un concetto ecc. Il contesto digitale consente il riutilizzo e lo scambio di metadati prodotti da agenti differenti e la cooperazione tra diverse istituzioni quali le biblioteche, gli archivi e i musei, ma anche ambiti amministrativi ecc. Il passaggio alla metadatazione consente quindi alle biblioteche di superare il concetto tradizionale di catalogo in quanto elenco ordinato secondo un preciso principio e sulla base di una struttura predeterminata per arrivare a una modalità più aperta e flessibile di presentazione e accesso alle informazioni. L’importanza di questo cambiamento è stata sottolineata da Diego Maltese, che ha partecipato in collegamento telefonico alla discussione, e ha affermato l’importanza di questa giornata di studi nell’ambito della biblioteconomia e, in generale, della cultura italiana. Si tratta di un grandissimo riconoscimento da parte di uno studioso che promosse e favorì la realizzazione di una prima importante rivoluzione catalografica in Italia introducendo l’automazione del catalogo nella prassi operativa della Biblioteca nazionale centrale di Firenze (BNCF) attraverso l’uso del formato ANNAMARC e ponendo le premesse per la futura condivisione e il riuso dei dati. Maltese, inoltre, ha ribadito la necessità di allinearsi a un contesto tecnologico in rapido mutamento anche attraverso l’utilizzo di un nuovo linguaggio e nuovi strumenti di mediazione capaci di inserire pienamente il catalogo nel mondo digitale.
Dopo l’apertura dei lavori introdotti da Paolo Liverani, Direttore del Dipartimento SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo) dell’Università di Firenze, e Carlo Ghilli in veste di Presidente AIB Toscana, i relatori si sono soffermati su particolari aspetti affrontati nei volumi di Mauro Guerrini. Paola Castellucci (Sapienza Università di Roma, Presidente SISBB) si è concentrata sulla parola metadato e, soprattutto, sul prefisso greco meta che veicola l’idea di trascendere, andare oltre. L’origine del termine metadato è riconducibile all’ambiente informatico, in particolare al contesto delle basi di dati, ma assume molteplici significati in relazione ai diversi domini di appartenenza. In un approccio “meta” il dato da interpretare non viene percepito come neutro, oggettivo, quanto piuttosto come un processo all’interno di una relazione spazio-temporale tra oggetto osservato e osservatore, nei reciproci spostamenti e trasformazioni nello scorrere ininterrotto del flusso della conoscenza. Le tecniche di information retrieval sfruttano le relazioni che si creano tra dati e metadati al fine di favorire l’identificazione e il reperimento di una risorsa conosciuta o la scoperta serendipica di una risorsa non conosciuta in precedenza. L’arte di catalogare è il lavoro metadisciplinare per eccellenza; essa coinvolge la dimensione sterminata del web, non gestibile con le sole capacità umane, e la possibilità di mettere a disposizione le risorse per favorire il flusso vitale della conoscenza, valore principalmente e profondamente umano.
Gino Roncaglia (Università Roma Tre) ha sottolineato l’attualità del tema della metadatazione affrontato, nei due volumi di Guerrini, da una molteplicità di punti di vista e con il coinvolgimento di una pluralità di voci. Dietro l’evoluzione del concetto di metadati e la centralità che il lavoro su di essi ha assunto nei vari contesti disciplinari, non solo in ambito biblioteconomico, è sottesa una rete di cambiamenti teorici rilevanti. I metadati sono dati che, a loro volta, possono essere soggetti a molteplici usi. La distinzione tra dati e metadati è sempre relativa e funzionale: ciò che in un dato contesto può essere considerato metadato, in un contesto diverso può diventare dato, esso stesso soggetto a metadatazione, e viceversa; pertanto, la grande massa di dati (big data) può diventare, a sua volta, contenuto da ricercare, analizzare e gestire grazie all’utilizzo di nuovi software e all’intelligenza artificiale (AI). Il concetto di metadati abbraccia una prospettiva più ampia di quella bibliotecaria; esso si lega all’ambito di metainformazione descrittiva, che può comprendere molteplici tipologie di informazioni quali, per esempio, oggetti o enti naturali, informazioni su comportamenti e preferenze degli utenti, anche in riferimento ad attività quotidiane. La metadatazione assume un ruolo chiave in tutti i processi di mediazione informativa e chi ha competenze in tal senso diventa, spesso a pieno titolo, un produttore di contenuti, non solo un loro custode, e un facilitatore o un garante dell’accesso (funzioni che conservano tutta la loro importanza).
Federico Valacchi (Università di Macerata, Presidente AIDUSA) ha sottolineato il valore fortemente collaborativo del volume Metadatazione, che raccoglie le risposte di ventisei bibliotecari e professori di biblioteconomia italiani a dieci domande poste da Mauro Guerrini sulla catalogazione e sulla metadatazione, oltre a quattro saggi introduttivi dell’autore, di Carlo Bianchini, Denise Biagiotti e Laura Manzoni. Valacchi ritiene che il testo si ponga così come fonte di conoscenza e di dibattito sul tema; entrare nel merito di queste riflessioni significa promuovere l’integrazione disciplinare e una politica di collaborazione che, sorretta da ragionevoli premesse metodologiche, rispetti le peculiarità di ambiti specifici, ma consenta la condivisione e la diffusione delle conoscenze. “Metacatalogare” (metadatare) significa metabolizzare tecniche descrittive di dominio per sintetizzarle entro nuovi paradigmi. Le risorse descrittive di prima generazione possono svilupparsi in direzione integrata, ovvero interculturale. Strategia, competenze e professionalità sono i tre termini sui quali si è concentrata Chiara Storti (Biblioteca nazionale centrale di Firenze) la quale, riprendendo il titolo del volume Dalla catalogazione alla metadatazione, ha tentato di definire una strategia nazionale di transizione che dovrebbe incentivare la partecipazione dei professionisti a gruppi di lavoro internazionali per lo scambio di idee e lo sviluppo di competenze. Le trasformazioni andrebbero vissute come un cambio di paradigma e di opportunità, non come un aggravio di lavoro, come invece talvolta si percepisce. Grazie alle ontologie già in nostro possesso (BIBFRAME, RiC, ArCo Ontology ecc.), entro le potenzialità offerte dal web semantico, si potrebbe fare molto di più sia sul fronte della condivisione dei dati prodotti sia su quello del riutilizzo dei dati creati da altre agenzie. In ambito internazionale la Library of Congress ha recentemente deciso di adottare FOLIO (The Future Of Libraries Is Open), un progetto che mira a facilitare la collaborazione sostenibile, guidata dalla comunità professionale, per la creazione di un ecosistema tecnologico moderno al fine di garantire la disponibilità, l’accessibilità e la sostenibilità dei progetti open source e open access per e da parte delle biblioteche.
Maurizio Vivarelli (Università di Torino) ha offerto un contributo dal titolo Dentro e fuori l’universo bibliografico. Nell’infosfera, definita da Luciano Floridi come “lo spazio semantico costituito dalla totalità dei documenti, degli agenti e delle loro operazioni”, e grazie all’intelligenza artificiale (AI), convivono l’Universo bibliografico, archivistico e museale che producono una quantità incommensurabile di dati (175 zettabyte all’anno). Le tradizionali funzioni utente, ovvero trovare, identificare, selezionare e ottenere si pongono ancora l’obiettivo di rispondere ai molteplici bisogni informativi; numerosissime sono le teorie sul comportamento dell’utente, sui modelli di ricerca e sull’uso di informazioni. Vivarelli, inoltre, ha presentato il progetto Reading(&)Machine, orientato allo sviluppo e alla prototipazione di un sistema di raccomandazione, che si basa sia su metadati interni all’universo bibliografico, sia su dati esterni a esso, provenienti, nella fase attuale, dalla piattaforma di social reading aNobii. Nello spazio bibliografico della biblioteca vengono praticate diverse tipologie di lettura; quella che ha per oggetto i metadati può essere definita lettura documentaria che si situa, perciò, dentro l’universo bibliografico. Le altre forme di lettura (paratestuale, sincretica, letteraria ecc.) fuoriescono dall’universo bibliografico propriamente detto avventurandosi su terreni nuovi che la comunità bibliotecaria dovrebbe affrontare.
Al termine delle presentazioni è intervenuta Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze, che ha ribadito l’importanza e la trasversalità della metadatazione, elogiando l’impegno costante del prof. Guerrini che da anni è impegnato su questo fronte e che molto prima che in Italia venisse avviata una reale discussione su questi temi aveva sottolineato in più occasioni la centralità dei metadati nell’ambito della gestione delle risorse informative digitali.
Mauro Guerrini ha chiuso i lavori riprendendo le parole della prefazione di Diego Maltese al volume Metadatazione

La metadatazione è la catalogazione nell’era in cui tutto è connesso. La tradizione catalografica viene confermata nella sua essenza proprio nel momento in cui aggiorna e rafforza le sue tecniche per permettere che il catalogo non sia solo nel web, ma che diventi del web, ovvero impieghi il linguaggio della contemporaneità, come ha sempre fatto nella storia. Al bibliotecario, quale persona di cultura, viene ora chiesto di acquisire competenze tecniche che lo rendano in grado di rispondere efficacemente alle nuove sfide.

Guerrini ha ricordato infine, l’invito formulato da Maltese al rientro dall’International Conference on Cataloguing Principles di Parigi del 1961 e che, dalla lettura di questo testo, sembra ancora quanto mai attuale: “Qualcosa di nuovo si muove a livello internazionale nel campo della catalogazione nella ricerca di tecniche efficaci per una più spedita cooperazione. Non restiamone fuori, non isoliamoci”.