N.8 2022 - Biblioteche oggi | Novembre 2022

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Biblioteche e associazioni professionali

Anna Bilotta

Sapienza Università di Roma, anna.bilotta@uniroma1.it

Questo articolo, quarta tappa dei “Percorsi della sostenibilità”, segue le riflessioni sugli edifici, le raccolte e le attività di formazione ed educazione, la comunicazione nel percorso delle biblioteche verso la sostenibilità; cfr. Anna Bilotta, Biblioteche e edifici sulle tracce della sostenibilità: il ruolo delle biblioteche per lo sviluppo sostenibile, “Biblioteche oggi”, 40 (2022), 4, p. 9-14, DOI: 10.3302/0392- 8586-202204-009-1; Ead., Raccolte, accesso all’informazione, educazione: tappe cruciali delle biblioteche verso la sostenibilità, “Biblioteche oggi”, 40 (2022), 5, p. 13-19, DOI: 10.3302/0392-8586-202205-013-1; Ead., Comunicare la sostenibilità in biblioteca: comportamenti, stili di servizio, strategie di comunicazione, “Biblioteche oggi”, 40 (2022), 7, p. 19-23, DOI: 10.3302/0392-8586-202207-019-1. In questa serie di contributi sono affrontati diversi temi, tutti riconducibili alla sostenibilità delle biblioteche. I siti web qui citati sono stati consultati per l’ultima volta il 20 ottobre 2022.

Abstract

Il contributo rappresenta la quarta tappa delle “Vie della sostenibilità”, dopo riflessioni su edifici, collezioni specializzate, iniziative di formazione, educazione e comunicazione. In questa serie di articoli vengono affrontati diversi temi, tutti riconducibili alla sostenibilità delle biblioteche. Il contributo analizza il ruolo fondamentale e strategico delle associazioni professionali delle biblioteche per la sostenibilità nel panorama italiano e contesto internazionale, e l’importanza di diffondere una cultura della sostenibilità che veda le biblioteche come protagonisti.

English abstract

The paper represents the fourth stage of the “Ways of sustainability”, after reflections on buildings, specialized collections, training and educational initiatives and communication. In this series of papers different themes are faced, all referable to libraries sustainability. This paper analyses the fundamental and strategic role of libraries professional associations for sustainability in the Italian and international context, and the importance of spreading a culture of sustainability that sees libraries as protagonists.

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L'impegno delle associazioni nel contesto internazionale

Un ruolo di primo piano nel percorso delle biblioteche verso la sostenibilità è quello svolto dalle associazioni professionali. In ambito internazionale è ben noto come l’IFLA abbia contribuito attivamente alla creazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, in qualità di partner dell’ONU, per garantire il riconoscimento della funzione delle biblioteche nel perseguimento di tutti i 17 obiettivi (SDGs). Ricordiamo che proprio il costante impegno dell’IFLA ha fatto sì che nel testo definitivo dell’Agenda 2030 venisse inclusa la visione di un “mondo con un’alfabetizzazione universale” e “con un accesso equo e universale all’istruzione di qualità a tutti i livelli”, elementi, questi, riconosciuti come essenziali per lo sviluppo sostenibile.

All’interno dell’associazione è stata costituita una sezione dedicata alla sostenibilità, nota con l’acronimo ENSULIB (Environment, Sustainability and Libraries Section), il cui obiettivo dichiarato è incoraggiare i bibliotecari affinché diventino ispiratori delle comunità verso un modo di agire più sostenibile, fornendo materiali dedicati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, dando voce ai progetti delle biblioteche in tutto il mondo, offrendo un forum di discussione, facendosi guidare dal motto “Sustainability is libraries’ business”. Il nostro paese può vantare la presenza nello standing committee della sezione dell’italiana Rossana Morriello, research support librarian presso il Politecnico di Torino. Tra i numerosi progetti portati avanti da ENSULIB vi sono pubblicazioni e bibliografie dedicate, allestimento di checklist per le biblioteche “verdi”, webinar, l’IFLA Green Library Award e, dal dicembre 2021, la newsletter ufficiale (che esce due volte all’anno) nella quale sono esaminati attività e risultati di ENSULIB e vengono presentati eventi, progetti e storie interessanti delle biblioteche che seguono un chiaro impegno verde e sostenibile. Finora sono stati pubblicati due fascicoli (dicembre 2021 e giugno 2022); nel numero di dicembre, tra i progetti presentati, trova spazio anche il nostro paese con un resoconto delle attività svolte in Lazio durante il Bibliopride 2021, la settimana nazionale delle biblioteche promossa dall’AIB e svoltasi dal 27 settembre al 3 ottobre sul tema “Le biblioteche per l’Agenda 2030”.
L’IFLA è anche tra gli ideatori dell’iniziativa #Culture2030Goal, il cui obiettivo è difendere il ruolo della cultura per lo sviluppo sostenibile, per far sì che venga riconosciuta come il quarto pilastro (insieme a quello ambientale, economico e sociale) e che venga inserito nell’Agenda 2030 un obiettivo espressamente dedicato alla cultura. A questo proposito, il 31 maggio 2022 è stata lanciata un’indagine per provare a definire le caratteristiche di questo esplicito SDG per la cultura:

When culture and actors are not included in broader policy planning, they cannot so easily bring their insights and experiences to the table in order to ensure that policies are adapted to the way that citizens think and act.
Their potential to inform, to mobilise and to catalyse change is overlooked, depriving governments of a key means of achieving change on the ground. Their contribution to building social cohesion, creativity and wellbeing, as well as their economic and employment potential, is not fully realised. This is why IFLA, alongside its partners in the Culture 2030 Goal campaign, are engaged in efforts not only to build the profile and place of culture in efforts to deliver on the Sustainable Development Goals today, but to make the case for an explicit culture goal post-2030.

L’indagine ha previsto la somministrazione di un questionario, compilabile in inglese, francese e spagnolo e disponibile fino al 21 giugno 2022, nel quale i rispondenti (non soltanto i bibliotecari ma anche gli altri professionisti della cultura, i decisori, gli influencer) sono stati invitati a riflettere sul ruolo attuale della cultura all’interno dell’Agenda 2030 e su quali caratteristiche dovrebbe avere un obiettivo dedicato ad essa. I dati raccolti sono stati utilizzati per la realizzazione di un documento definito come “a zero-draft of a potential development goal focused on culture”, una “bozza” pubblicata il 27 settembre scorso che pone le basi per strutturare un SDG specifico per la cultura all’interno dell’Agenda 2030. Come si legge nel documento, il culture goal potrebbe avere come obiettivo generale “ensure cultural sustainability for the wellbeing of all” e si potrebbe sviluppare in diversi target come, ad esempio:

  • realizzare i diritti culturali per tutti, favorendo l’accesso e la partecipazione alla vita culturale, la creatività e la diversità delle espressioni culturali;
  • promuovere una cultura di pace e non violenza, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale;
  • proteggere e salvaguardare tutte le forme di patrimonio e utilizzarle come risorse per lo sviluppo sostenibile;
  • proteggere e promuovere le diverse espressioni culturali per rafforzare la creatività e la capacità di sviluppo degli individui e delle comunità; 
  • promuovere la cultura e i prodotti locali, l’economia e i diritti sociali di artisti e professionisti della cultura; 
  • migliorare le condizioni lavorative e le opportunità per la mobilità dei professionisti della cultura favorendo la collaborazione internazionale; 
  • sviluppare un approccio culturale alla protezione dell’ambiente e all’urbanizzazione sostenibile attraverso il patrimonio, le culture e le conoscenze locali, la creatività e le arti.

Lo stretto rapporto tra cultura e sviluppo sostenibile è evidenziato anche dall’Unesco che ha prodotto un documento, Culture 2030 indicators, proprio per misurare, monitorare e valorizzare il modo in cui la cultura può contribuire allo sviluppo sostenibile, sia come guida (driver) al cambiamento nella costruzione di nuovi immaginari e nuovi paradigmi di crescita, sia come abilitatore (enabler) agendo sulle abilità cognitive e il comportamento delle persone tramite la creazione di nuovi saperi, competenze e conoscenze ma anche attraverso processi di inclusione sociale. Naturalmente, in questo contesto le biblioteche sono annoverate tra i protagonisti della sostenibilità culturale (insieme a musei, gallerie, teatri).
A livello europeo un ruolo fondamentale per le biblioteche e la sostenibilità è svolto dall’European Bureau of Library Information and Documentation Associations (EBLIDA), che su questo tema ha pubblicato il documento Think the unthinkable. Per far sì che nelle biblioteche europee l’impensabile possa diventare realtà, il rapporto si propone, contemporaneamente, come una panoramica di buone pratiche, un’agenda per le biblioteche europee e una guida per la messa a punto di strategie e per l’utilizzo dei fondi europei. All’interno di EBLIDA è stato istituito un gruppo di lavoro, dapprima denominato ELSA (European Libraries and Sustainable Assessment) e oggi noto come ELSIA (European Libraries and Sustainable Development Implementation and Assessment), che ha tra i suoi obiettivi quello di stabilire metodologie adeguate alla valutazione delle performance delle biblioteche in campo sociale ed economico e del loro impatto sulla società nel suo insieme. Anche in questo caso il nostro paese vanta la presenza di due membri: la già citata Rossana Morriello e Chiara Faggiolani, docente presso La Sapienza Università di Roma. A questo proposito EBLIDA ha sviluppato un utile strumento, l’EBLIDA Matrix, che si definisce come una “bussola”, per inquadrare le politiche bibliotecarie nazionali e/o regionali nel quadro più ampio delle politiche europee per lo sviluppo sostenibile, per individuare partner locali e uscire dall’isolamento; come una “calcolatrice”, per valutare in che misura i risultati delle biblioteche si allineano con gli indicatori prodotti a livello europeo dall’Eurostat; come una “bandiera”, per aumentare la visibilità delle biblioteche e dimostrare come possano contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone. La matrice descrive per ciascuno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 i programmi UE rilevanti per le biblioteche, le politiche bibliotecarie e le best practices in corso in Europa, le opportunità di finanziamento per le biblioteche nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei, i principali indicatori Eurostat correlati e una sezione (ancora in fase di costruzione) dedicata a veri e propri library indicators per la valutazione delle performance delle biblioteche da abbinare agli indicatori SDGs.

Il contesto italiano

Nel nostro paese, in termini più generali, l’importanza della cultura per la sostenibilità è sottolineata dall’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile nata nel 2016 (su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma Tor Vergata) per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e per mobilitarli allo scopo di realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile. In particolare, la cultura è intesa come fattore abilitante dello sviluppo umano e sostenibile attraverso due ambiti di azione: educazione e formazione, informazione e comunicazione. La sfida (che investe da vicino anche le biblioteche) è innovare il sistema dell’educazione e promuovere il processo di trasformazione delle conoscenze in competenze:

Occorre ricomporre la frammentazione educativa e promuovere la formazione per lo sviluppo sostenibile lungo tutto l’arco della vita (lifelong learning) e in tutti i suoi ambiti (lifewide learning), attraverso l’apprendimento diffuso come pratica sociale e processo attivo e, aggiungo, misurabile. Questo si può realizzare attraverso un ripensamento dei luoghi e delle metodologie deputati all’apprendimento formale (scuola e università), includendo anche le modalità di apprendimento non formali (in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi) e informali (nelle situazioni di vita quotidiana, nel contesto di lavoro, familiare e del tempo libero), con le quali ci si relaziona quotidianamente. E qui troviamo la prima stretta connessione con gli ambiti di informazione e comunicazione.

Pur senza riferimenti espliciti alle biblioteche non facciamo fatica a riconoscere in questa riflessione il ruolo strategico che esse possono avere in termini di alfabetizzazione e apprendimento permanente, come luoghi di formazione e di informazione. Non è un caso che all’interno dell’ASviS vi siano due gruppi trasversali, il gruppo sugli Indicatori e il gruppo Cultura per lo sviluppo sostenibile, ai quali partecipa anche l’Associazione italiana biblioteche. L’impegno dell’AIB per la sostenibilità, come vedremo tra poco, si dispiega su diversi livelli, teorico, metodologico, applicativo. A questo proposito va certamente ricordato che la Commissione nazionale AIB per le biblioteche pubbliche ha inserito i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile all’interno delle linee guida per la redazione dei piani strategici, uno strumento per progettare il futuro delle biblioteche individuando i fattori di cambiamento insieme ai cittadini e ai decisori politici, per raccogliere dati ed elaborare analisi, per studiare nuove strategie di comunicazione e per migliorare e rendere misurabili i benefici e gli impatti avendo come scenario di riferimento proprio l’Agenda 2030.
All’interno dell’AIB si è costituito anche l’Osservatorio biblioteche e sviluppo sostenibile (OBISS, che dal giugno 2020 ha sostituito il Gruppo per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU), a cui si devono anche le traduzioni dei principali documenti IFLA sul tema, l’allestimento di una bibliografia italiana dedicata e la promozione della rubrica Agenda 2030 sulla rivista “AIB notizie”.
Tra le altre cose l’OBISS, con la collaborazione della sezione AIB Emilia-Romagna e del dottorato in Culture letterarie e filologiche dell’Università di Bologna, ha elaborato un questionario, distribuito tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 a tutte le biblioteche italiane (mediante gli indirizzi e-mail estratti dall’Anagrafe ICCU), sulle iniziative e i progetti organizzati in relazione all’Agenda 2030. Nel questionario si è chiesto alle biblioteche di descrivere ciascun progetto indicando gli SDGs perseguiti, il pubblico di destinazione, l’ambiente di svolgimento, la documentazione dell’iniziativa, di narrare l’esperienza, precisare eventuali strategie di valutazione dell’impatto dell’iniziativa sugli utenti, segnalare se si tratta di un nuovo servizio istituito, di un’iniziativa conclusa o della quale si prevedono altre edizioni.
I primi risultati del questionario sono stati presentati da Rossana Morriello in due convegni. La prima occasione è stata il convegno “Convenzione di Faro e obiettivi di sviluppo sostenibile: destini incrociati” organizzato dal Centro universitario europeo per i beni culturali e dall’AIB a Ravello, in provincia di Salerno, il 10 e 11 giugno 2022; un secondo contributo, dal titolo Le biblioteche italiane per lo sviluppo sostenibile: i risultati di un’indagine AIB, è stato presentato al convegno nazionale NILDE “Un’esplosione di conoscenza: dalla teoria alla pratica per ridurre le disuguaglianze”, tenutosi presso l’Università di Messina dal 27 al 30 settembre 2022.
In particolare, nell’intervento di Ravello, dal titolo L’azione delle biblioteche per lo sviluppo sostenibile: fare rete per un uso saggio dell’eredità culturale, Morriello ha evidenziato come al questionario abbiano risposto in tutto 856 biblioteche, prevalentemente di pubblica lettura; di queste soltanto il 30% ha dichiarato di avere in corso, di aver già organizzato o progettato attività legate all’Agenda 2030. Se da una parte è sconfortante che tra le tante biblioteche che non hanno organizzato attività molte hanno risposto di non conoscere affatto i temi oggetto dell’indagine, dall’altra, un elemento di incoraggiamento è invece l’aumento del numero delle biblioteche che hanno avviato iniziative che, negli ultimi due anni, si è più che triplicato. Nella maggior parte dei casi le iniziative sono state realizzate in presenza e la biblioteca ha avuto un ruolo di organizzazione, spesso in collaborazione con partner di diverso tipo (in prevalenza scuole ma anche associazioni, enti locali, altre biblioteche, organizzazioni private di vario genere). Ai bibliotecari è stato chiesto anche se pensano di aver raggiunto risultati importanti in termini di impatto ovvero di aver prodotto dei cambiamenti nei comportamenti delle persone grazie a queste iniziative; a questa domanda il 42% ha risposto in maniera affermativa (ma va detto che il 54,6% delle iniziative è ancora in corso o è stato soltanto progettato e quindi non sempre è stato possibile misurare l’impatto). Quello della valutazione di impatto è uno degli aspetti più interessanti ma anche problematici del questionario, all’interno del quale ci sono sia criteri quantitativi di misurazione, come il numero degli utenti che hanno partecipato agli incontri e alle iniziative, l’aumento degli iscritti in biblioteca, l’aumento dei prestiti e delle consultazioni del materiale bibliografico legato ai temi dell’Agenda 2030, sia criteri qualitativi, come i questionari di gradimento che alcune biblioteche hanno somministrato agli utenti, le interviste, l’osservazione diretta dei cambiamenti nei comportamenti delle persone (ad esempio rispetto al riciclo dei rifiuti in biblioteca), ma anche la rilevazione di diverse biblioteche circa la maggiore attenzione e il maggior coinvolgimento delle istituzioni di appartenenza in seguito alle iniziative organizzate sull’Agenda 2030 e il rafforzamento dei rapporti con i partner. Alla fine del suo intervento Morriello ha individuato alcuni punti per tradurre concretamente l’Agenda 2030 e la Convenzione di Faro in azioni delle biblioteche: innanzitutto la necessità di formare gli utenti su queste tematiche ma prima ancora di “formare i formatori” cioè i bibliotecari stessi; creare una maggiore sinergia di competenze tra attori pubblici e privati; ripensare la cooperazione tra biblioteche in maniera più strategica; esplorare le potenzialità del digitale; aumentare gli investimenti delle istituzioni sulle biblioteche.

In conclusione

Le attività e i progetti che vedono impegnate le associazioni bibliotecarie in ambito nazionale e internazionale per la sostenibilità, da una parte, confermano il ruolo strategico delle biblioteche come luoghi di informazione, di formazione, di partecipazione delle comunità, dall’altra, collocano le biblioteche in un contesto più ampio che è quello della cultura della sostenibilità, come si evince anche dagli esempi di collaborazione e cooperazione con gli altri attori culturali. Le biblioteche, a partire dal concepimento degli spazi e attraverso le raccolte, i servizi, le attività, la comunicazione, possono contribuire a diffondere idee e comportamenti sostenibili nelle comunità di riferimento, a informare e formare cittadini consapevoli, ma il loro intervento è tanto più efficace se le strategie per la sostenibilità sono condivise con le altre biblioteche (e da qui il ruolo fondamentale di collante svolto dalle associazioni di categoria) e con i partner pubblici e privati che a diversi livelli si occupano di cultura.