N.8 2022 - Biblioteche oggi | Novembre 2022

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Le associazioni MAB e il Piano nazionale di digitalizzazione - Open Access

Anna Maria Marras

Dipartimento di Studi Storici, Università degli studi di Torino, annamaria.marras@unito.it

Abstract

Il Piano Nazionale per la Digitalizzazione dei Beni Culturali è uno strumento fondamentale a supporto delle professionalità e istituzioni GLAM in Italia. Le modalità di partecipazione e di trasparenza del Piano rappresentano una novità che permette di dare voce a istituzioni, professionisti e associazioni. In particolare, le associazioni nazionali GLAM, ICOM, ANAI e AIB con AIUCD riconoscono il Piano come elemento essenziale e documento fondamentale e hanno elaborato documenti di riflessione e di commento sia individualmente che condividendo un unico documento. In questo articolo viene brevemente presentato il Piano e il commento realizzato dalle associazioni GLAM italiane.

English abstract

The National Plan of Digitalization of Cultural Heritage is a fundamental tool to support professional and GLAM institutions in Italy. The participatory and transparency methods of the Plan represent a novelty that allows to give a voice to institutions, professionals, and associations. In particular, the national GLAM associations, ICOM, ANAI and AIB with AIUCD recognize the Plan as an essential and fundamental document and have drawn up reflection and commentary documents both individually and by sharing a single document. In this article are briefly presented the Plan and the comment carried out by Italian GLAM associations.

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Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale

Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 169 del 2 dicembre 2019 (articoli 33 e 33) istituisce l’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale - Digital Library (ICDP), che ha il compito di coordinare e promuovere la digitalizzazione del patrimonio culturale del Ministero della Cultura (MIC). All’Istituto, che è dotato di autonomia speciale, afferiscono l’Istituto centrale per gli archivi (ICAR), l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi (ICBSA), l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (ICCD) e l’Istituto centrale per il catalogo unico delle Biblioteche (ICCU). Tra i compiti dell’ICDP rientrano i seguenti:

  • realizzare censimenti sullo stato della digitalizzazione del patrimonio culturale in Italia; 
  • fornire supporto agli uffici del ministero per i progetti di digitalizzazione;
  • esprimere un parere obbligatorio e vincolante su ogni iniziativa del MIC in ambito di digitalizzazione; 
  • occuparsi della redazione e dell’attuazione del Piano nazionale di digitalizzazione (PND).

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza

All’interno dei finanziamenti per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nella Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, Componente C3: cultura e turismo) rientra l’investimento 1.1 “Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale”. L’investimento, oltre che a finanziare le attività e i progetti di digitalizzazione in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura, prevede la realizzazione di un’infrastruttura digitale nazionale per raccogliere, integrare e conservare le risorse digitali. Queste risorse dovranno poi essere fruibili attraverso ulteriori piattaforme dedicate (come quelle per il crowdsourcing e i servizi digitali). Tutte queste attività e processi saranno gestiti e avranno come riferimento l’ICDP e dovranno seguire le linee guida del PND.

Il Piano nazionale di digitalizzazione

Tra i compiti della DL rientra quello di elaborare il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale:

La DL elabora il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale e ne cura l’attuazione; coordina appositi tavoli tecnici con rappresentanti degli istituti e degli uffici centrali e periferici del Ministero, ai fini dell’elaborazione e dell’attuazione del Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale.

Il PND costituisce un riferimento metodologico e operativo sia per le istituzioni che per gli operatori culturali e le industrie culturali e creative. Inoltre, fonda le basi della strategia del Ministero della Cultura nel processo di trasformazione digitale del quinquennio 2022-2026. L’importanza del Piano non è solo strategica: oltre a essere la prima volta in cui vengono redatte delle linee guida ministeriali per la digitalizzazione di tutto il patrimonio nazionale, il Piano rappresenta un nuovo modo, olistico e inclusivo, di concepire la documentazione, la conservazione e la fruizione degli oggetti culturali focalizzando l’attenzione sugli aspetti tecnologici e metodologici della documentazione digitale. Tale scelta è anche frutto, come dichiarato esplicitamente nel documento, delle esperienze delle campagne di digitalizzazione pregresse e di alcune criticità emerse, come quelle legate all’interoperabilità dell’ingente mole di dati digitali acquisita e la scarsa condivisione di questi. Il Piano costituisce inoltre il principale documento di indirizzo metodologico per i bandi di digitalizzazione del patrimonio culturale previsti dal PNRR (M1C3 - Sub-investimento 1.1.5 “Digitalizzazione del patrimonio culturale”). Il PND è costituito da un documento programmatico, in cui vengono illustrate principalmente la visione e la strategia, e da delle vere e proprie linee guida. I documenti sono, oltre che consultabili sul sito dell’Istituto, scaricabili da Docs Italia, la piattaforma per la divulgazione e la consultazione dei documenti digitali della Pubblica Amministrazione, e da GitHub. Anche questa scelta costituisce un grande passo avanti nell’ambito dei beni culturali, in un’ottica di un maggiore coinvolgimento e di democratizzazione della conoscenza delle attività di digitalizzazione del patrimonio culturale. Nella versione attuale (Versione n.1.0 - giugno 2022) i documenti da cui è costituito il Piano nazionale di digitalizzazione sono i seguenti:

  1. Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale. Questo documento illustra la visione del Piano, i suoi fondamenti teorici e metodologici e definisce gli scopi e i destinatari. Il documento si articola in Visione, Strategia e Linee guida (a loro volta articolate in cinque documenti) a cui si aggiungono le parole chiave, la bibliografia e i riferimenti normativi essenziali. 
  2. Linee guida per la digitalizzazione del patrimonio culturale. Questo documento illustra le metodologie, le tecniche e i processi di digitalizzazione degli oggetti del patrimonio. Nel documento viene evidenziato come qualsiasi digitalizzazione sia un processo articolato in fasi ben definite che necessita della presenza di un eterogeneo gruppo di lavoro. Vengono inoltre fornite indicazioni su formati e metadati, voci di costo, collaudo e inoltre, alla fine del documento, è presente un glossario terminologico. 
  3. Linee guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale. Questo documento si pone prima di tutto come una guida pratica rivolta ai professionisti dei beni culturali, e si propone di regolamentare in particolare le attività di riuso e circolazione del patrimonio digitale (riproduzioni digitali dei beni culturali). 
  4. Linee guida per la classificazione di prodotti e servizi digitali, processi e modelli di gestione. Questo documento offre una mappatura dei prodotti e dei servizi digitali che possono essere offerti dagli istituti del patrimonio per la creazione di valore culturale, sociale ed economico. 
  5. Linee guida per la redazione del piano di gestione dei dati (Data Management Plan). Questo documento illustra l’importanza della pianificazione e dei protocolli di creazione, raccolta, gestione, conservazione dei dati e la valorizzazione di un progetto/processo di digitalizzazione. 
  6. Introduzione alla metodologia per la valutazione della maturità digitale degli istituti culturali. Questo documento non è propriamente una linea guida, ma un’introduzione al concetto e all’importanza della valutazione della maturità digitale degli istituti. Vengono riportati e comparati alcuni modelli di riferimento adottati in altre nazioni.

La consultazione e il processo partecipativo

Come affermato nel documento programmatico, il PND è un documento aperto, ovvero accessibile a tutti, dinamico, perché viene aggiornato periodicamente, condiviso perché nasce e si mantiene attraverso processi partecipativi. Infatti, fin dalla sua genesi il Piano ha visto il coinvolgimento, attraverso tavoli di lavoro dedicati, del personale di diverse strutture del MIC. Proprio da questi tavoli di lavoro è nata la prima versione del Piano che è stata messa in consultazione pubblica dal 18/05/2022 al 15/06/2022. La consultazione è avvenuta principalmente attraverso la piattaforma ParteciPa, dove, in via anonima, attraverso la compilazione di un questionario, gli utenti hanno potuto esprimere le proprie considerazioni e i propri commenti al Piano. Su impulso della direttrice dell’Istituto Laura Moro, le associazioni e le istituzioni hanno invece inviato dei documenti più articolati di commento. Una modalità innovativa e costruttiva indice della volontà di costruire una nuova modalità di confronto e collaborazione. Un processo altamente trasparente che ha visto, una volta terminate le consultazioni, la restituzione dei riscontri ricevuti, sia sotto forma di report sia attraverso la possibilità di scaricare il dataset delle risposte raccolte e sia attraverso l’integrale pubblicazione dei documenti ricevuti dalle varie istituzioni. La partecipazione, spinta anche da una forte e capillare campagna di comunicazione promossa dall’Istituto, è stata elevata con ben 103 utenti che hanno compilato il questionario, dando un riscontro generalmente positivo del Piano. Per quanto riguarda le associazioni, hanno inviato i propri contributi le associazioni del coordinamento MAB (ICOM, ANAI, AIB) e l’Associazione per l’informatica umanistica e la cultura digitale (AIUCD), sia in maniera singola sia con un documento unico redatto in collaborazione. A questi si aggiungono le osservazioni inviate da Wikimedia Italia, dal Comune di Parabiago - Rete Ecomusei di Lombardia, dal Coordinamento istituti culturali del Piemonte, dall’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, dalla Federazione delle consulte universitarie di archeologia (FCdA), e il parere del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici.

Le osservazioni delle associazioni MAB

Come scritto in precedenza, la consultazione del PND è stata anche un’occasione per le associazioni MAB e l’AIUCD di stabilire un tavolo di lavoro che ha portato, dopo diversi incontri, alla produzione di un documento congiunto. Inoltre, le associazioni hanno organizzato un momento di presentazione con la direttrice della DL per la presentazione del documento in consultazione. Il coordinamento permanente MAB formato da AIB, ANAI e ICOM è attivo dal 2011 e nasce dalla consapevolezza che

le biblioteche, gli archivi e i musei costituiscono un’infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili le opere d’arte, le testimonianze, i prodotti della creatività e dell’ingegno, i documenti; fornendo accesso a una pluralità di saperi e di informazioni, essa agevola l’attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l’acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa; nel caso degli archivi, inoltre, a questi compiti si affianca la tutela di diritti garantita attraverso la conservazione della documentazione prodotta dalla pubblica amministrazione.

Questa porzione di testo estratta dalla lettera di intenti delle tre associazioni aderisce perfettamente alla concezione olistica del patrimonio su cui si basa il PND, e in questa ottica si inserisce in maniera ancora più trasversale e ampia il coinvolgimento di AIUCD che si occupa di

promuovere e diffondere la riflessione metodologica e teorica, la collaborazione scientifica e lo sviluppo di pratiche, risorse e strumenti condivisi nel campo dell’informatica umanistica e nell’uso delle applicazioni digitali in tutte le aree delle scienze umane, nonché favorire inoltre la riflessione sui fondamenti umanistici delle metodologie informatiche e nel campo delle culture di rete.

Di seguito verranno illustrate alcuni dei punti che le associazioni hanno messo in evidenza sia nel documento congiunto sia nei singoli documenti inviati in risposta alla consultazione del PND.

Il PND e il ruolo delle associazioni

Le associazioni concordano nel definire il Piano come un documento necessario e fondamentale per guidare le attività e i processi di digitalizzazione finanziati con i fondi del PNRR. Viene inoltre apprezzata la messa in campo di attività e modalità partecipative, con l’auspicio che questo modus operandi non solo continui nei prossimi anni, ma che preveda un sempre più maggiore coinvolgimento delle associazioni stesse. Un coinvolgimento non solo nelle fasi consultive ma anche in quelle di elaborazione degli aggiornamenti futuri al Piano, in modo tale da ampliarne la prospettiva e dare maggiore voce a tutti gli istituti e ai luoghi della cultura nazionali e ai singoli professionisti che sono rappresentati, in parte, anche dalle associazioni.

I Professionisti e la formazione

Un altro elemento messo in evidenza riguarda la formazione delle figure professionali che a vario titolo e ruolo concorrono nelle attività di digitalizzazione, sebbene il Piano, in modo particolare nelle linee guida per la digitalizzazione del patrimonio culturale, indichi chiaramente la necessità della presenza di un gruppo di lavoro apposito che si occupi del progetto e dei processi di digitalizzazione. Le associazioni osservano che

in un contesto in cui i confini professionali si aprono sempre più alla cooperazione, alla trasversalità e a una progettualità che mette insieme competenze tecnico professionali differenti, di particolare rilievo sarà lo sviluppo di percorsi formativi di aggiornamento e approfondimento che si innestino su una formazione di base che individui profili già sufficientemente adeguati rispetto ai singoli domini, e che abiliti gli specialisti di dominio a lavorare in team.

Inoltre, le associazioni rivendicano il loro ruolo fondamentale di supporto nello sviluppo delle nuove competenze per i professionisti dei beni culturali che è maturato in modo particolare con l’erogazione di percorsi di aggiornamento seguiti da modelli di valutazione delle competenze. In questo senso a livello di singola associazione si pensi alla piattaforma di e-learning AIB Formazione, ai corsi ANAI, ai webinar di ICOM liberamente consultabili sul canale YouTube e ai documenti scaricabili sulla piattaforma open access Zenodo. A questi si aggiunge l’offerta formativa dei coordinamenti MAB regionali, come il recente corso Web strategy per Musei, Biblioteche, Archivi - Corso di formazione e aggiornamento professionale

Strategie e modalità di monitoraggio e trasparenza

Le associazioni hanno suggerito che in futuro nel Piano ci si soffermi maggiormente sugli aspetti che riguardano la trasparenza dei progetti di digitalizzazione e le strategie di monitoraggio. Il monitoraggio dei progetti e dei processi è cruciale perché può consentire di individuare eventuali aspetti magari non tenuti in considerazione precedentemente e che potrebbero rendere necessaria l’elaborazione di nuove linee guida.

Leggibilità e target

Viene suggerito per le prossime versioni delle linee guida del Piano di indicare meglio gli specifici target di riferimento: si sottolinea infatti come

le descrizioni e le indicazioni risultano talvolta lacunose o poco approfondite per chi è più esperto, e di difficile comprensione per chi ha una minore conoscenza degli argomenti trattati.

Il ruolo degli istituti non statali ed esterni al MiC

Il policentrismo e la varietà del panorama dei luoghi e degli istituti della cultura dovrebbero essere maggiormente messi in rilievo nel Piano interrogandosi su

quale sarà il ruolo e le forme del coinvolgimento di questi istituti al divenire del Piano, si auspica che si possa aprire il PND alle progettualità di istituzioni ed enti esterni al MiC, riconoscendo il ruolo di comunità e territori secondo le logiche espresse nella Convenzione di Faro, a cui anche il Piano fa riferimento.

Come già scritto in precedenza, le associazioni rappresentano in modo inclusivo le istituzioni e i professionisti che operano nel panorama nazionale e hanno una approfondita conoscenza anche delle dinamiche amministrative, territoriali e comunitarie di riferimento.

Stato dell’arte, pregresso e corrente

Sebbene i fondi sulla digitalizzazione del PNRR rappresentino con ogni probabilità uno dei più importanti investimenti per la digitalizzazione del patrimonio, in passato sono state molte le campagne e i progetti di digitalizzazione e sarebbe utile che, laddove possibile, questi contenuti digitali siano riusati. Per questo motivo le associazioni suggeriscono che vengano date maggiori informazioni nel Piano su eventuali attività, processi e protocolli di recupero dei dati.

Infrastruttura/e, cloud e interoperabilità

Il PND guiderà la strategia per la realizzazione delle piattaforme digitali per il patrimonio culturale, tra le quali la principale sarà la Digital Library nazionale. Tuttavia, nei punti dedicati alla presentazione dell’infrastruttura, la descrizione risulta generica. Questo aspetto è sicuramente legato alla progettazione in corso, ma sarà fondamentale descriverlo dettagliatamente nelle versioni successive. Si sottolinea che

l’infrastruttura tecnologica che dovrà accogliere le risultanze dei progetti di digitalizzazione dovrebbe essere descritta almeno nell’impianto generale, sia hardware che software, tenendo conto che il modello logico-funzionale di riferimento non può non essere OAIS (ISO 14721:2003, aggiornato in ISO 14721:2012).

Un maggiore spazio dovrebbe essere dedicato alla descrizione del cloud. È infatti di 110 milioni di euro l’importo destinato dalla Commissione europea per il finanziamento di progetti atti a realizzare un’infrastruttura cloud collaborativa per il patrimonio culturale, e la strategia Cloud Italia, applicando il principio cloud first, “favorisce l’adozione prioritaria da parte delle Pubblica amministrazione di strumenti e tecnologie di tipo cloud nello sviluppo di nuovi servizi e nell’acquisizione di software”.

Conservazione digitale e accessibilità a lungo termine

In questo caso viene sottolineato come “la descrizione di questa infrastruttura risulta priva di riferimenti a modelli e framework ampiamente consolidati quali OAIS, e troppo generica”. Si sottolinea come sia utile descrivere e definire le relazioni con il Polo di conservazione digitale per garantire la sostenibilità e l’accessibilità a lungo termine dei contenuti digitali utilizzando anche l’esperienza dell’infrastruttura di “Magazzini digitali”.

Accessibilità

Le associazioni sottolineano come l’accessibilità di infrastrutture, contenuti e modalità di interazione debbano rivestire un ruolo fondamentale per il Piano e viene inoltre rilevato come non venga utilizzato il termine “inclusione”.

Licenze e termini d’uso

Quello delle licenze e dei termini d’uso è stato uno dei temi più commentati; anche Wikimedia Italia si è espressa in merito anche con un comunicato congiunto il Capitolo italiano di Creative Commons. Anche su questo punto le associazioni hanno la stessa posizione, e ribadiscono come l’uso di licenze aperte sia la strada da perseguire tenendo conto delle direttive EU e confrontandosi con l’Osservatorio CRUI sulla scienza aperta. Inoltre, si evidenzia come l’adozione della licenza d’uso “MIC standard”, nonostante la chiara descrizione, possa non risultare sempre chiara in ambito internazionale.

Sistema di certificazione dell’identità digitale dei beni culturali

Questo forse è uno dei punti che necessitano di maggiori chiarimenti. Il cosiddetto SPID per i beni culturali costituisce senza dubbio un aspetto importante, anche in un’ottica di ottimizzazione delle informazioni e di identificazioni univoche. Viene ribadita come necessaria la produzione di

un documento, da associare a una delle Linee guida, che specifichi la struttura del “certificato di identità digitale” indicando il formato/lo standard dell’ID, la modalità di generazione e i metadati che lo accompagnano.

Scansione

Nella descrizione delle tecniche di scansione si tratta principalmente di documentazione fotografica. Il suggerimento è quello di approfondire anche le tecniche e le metodologie per le altre tipologie di materiali (ad es. …) rifacendosi alle linee guida FADGI e ai parametri di OPEN Dice.

Standard e formati

In questo caso viene sottolineato come la spinta verso formati open consentirebbe una maggiore interoperabilità tra i dati e i contenuti.

Metadati

In questo caso il commento riguarda ancora una volta la scelta di utilizzare formati open al fine

di elaborare modelli di tracciati che rappresentino la base per inferire le informazioni relative sia alle diverse tipologie di oggetti digitali in output dalla digitalizzazione (digitalizzati o born digital), sia degli eventuali originali rappresentati nei layout.

AIB e il PND

Il documento di commento AIB è organizzato nelle parti seguenti:

  1. Osservazioni puntuali sul Piano e su alcune Linee guida. 
  2. Il tema della accessibilità.
  3. Osservazioni e proposte di modifica alle Linee guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni di beni culturali in ambiente digitale. 

AIB segnala l’importanza che nel documento debba essere affrontata la questione di “come gestire l’enorme patrimonio nativo digitale di interesse culturale nazionale”, in modo particolare viene evidenziata come in Italia non sia ancora regolamentato il deposito legale delle risorse native digitali e il web archiving.
Inoltre, si augura che l’esperienza e le infrastrutture di “Magazzini Digitali” vengano inserite nel PND. Nel documento si evidenzia l’assenza degli obiettivi dell’Agenda 2030. Un altro aspetto su cui poi si concentra il documento è quello che riguarda la tematica dell’accessibilità, sottolineando come nel testo non sia presente la parola “inclusione” perché

i due termini non sono sinonimi: l’accessibilità comprende la predisposizione dei dispositivi occorrenti alla fruizione dei materiali (dati, indici, software, reti, ecc.); l’inclusione è l’aspetto culturale, umano dell’accessibilità.

La terza parte del documento è dedicata alla presentazione di una proposta che riguarda le “linee guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale”.

AIUDC e PND

Il documento di AIUCD esamina dapprima in maniera puntuale tutti i documenti, poi evidenzia in generale tre temi principali:

  1. la necessità di una semplificazione del testo, con l’aggiunta di esempi concreti utili per il personale degli istituti; viene inoltre suggerito un ampliamento delle voci del glossario; 
  2. l’assenza nel documento di alcuni temi ritenuti rilevanti, tra i quali rientra la definizione dello storage dei dati, l’inserimento del protocollo IIIF che a livello internazionale è diventato un riferimento fondamentale. Si suggerisce inoltre di ampliare la parte dedicata all’OCR e ai FAIR data. 
  3. la presenza di alcune imprecisioni all’interno del testo.

ANAI e PND

Il documento di ANAI mette in rilievo, tra le altre cose, come sia importante, in un’ottica anche di sostenibilità, sia recuperare tutti i lavori già realizzati – ad esempio per quanto riguarda i sistemi di descrizione del patrimonio documentario degli archivi di Stato –, sia coinvolgere maggiormente anche gli istituti non statali. Il documento è articolato in dieci punti principali, a cui seguono i relativi approfondimenti:

  1. Valutazioni di carattere generale 
  2. Il patrimonio 
  3. Infrastruttura tecnologica e interoperabilità 
  4. Descrizione e standard 
  5. Accessibilità e usabilità 
  6. Conservazione e sostenibilità 
  7. Circolazione e riuso 
  8. Il ruolo dei professionisti dei beni culturali 
  9. Il ruolo delle associazioni professionali 
  10. Appunti sui singoli documenti di llgg

ICOM e PND

Il documento è articolato in due parti: una prima di carattere generale, dove sono indicati gli aspetti di maggior rilievo su cui intervenire nei futuri aggiornamenti del PND; una seconda parte dove sono presenti osservazioni, spunti e suggerimenti sui singoli documenti oggetto della consultazione.
I temi che ICOM ha deciso di mettere in evidenza sono quelli legati all’accessibilità digitale, all’open access, al ruolo dei professionisti e alle loro competenze. Per quanto riguarda le competenze digitali, ICOM, come proposto dal Quaderno per la riforma n. 2 del novembre 2017 - “Professionalità e funzioni del museo alla luce della riforma dei musei statali”, indica la figura di un responsabile dei progetti digitali o digital strategy manager, che si occupa di mediare tra le competenze umanistiche e quelle informatiche.

Conclusioni

Si può concludere questa breve e sintetica rassegna dei commenti delle associazioni MAB al PND affermando come questo venga considerato essenziale e fondamentale non solo per le istituzioni, ma anche per i professionisti che operano nel settore della digitalizzazione dei beni e del patrimonio culturale. Uno strumento unico che, in vista anche della creazione della prima Digital Library nazionale, metta insieme processi e protocolli che consentano da un lato di mantenere la peculiarità dei domini, anche a garanzia degli aspetti più meramente descrittivi, e dall’altra di creare dei contenuti digitali secondo standard e formati che ne garantiscano la conservazione, la fruizione e il riuso.
Gli aspetti partecipativi che hanno portato a una prima versione del documento sono innovativi e indicano la consapevolezza da parte dell’Istituto che per rendere realmente sostenibile un’infrastruttura ambiziosa come quella della Digital Library nazionale non sia sufficiente digitalizzare massivamente, come è accaduto in passato, ma sia necessario definire standard qualitativi e sviluppare nuove competenze digitali. In questo senso è evidente come il ruolo delle associazioni MAB risulti cruciale sia per le conoscenze e le competenze, sia come interlocutori ideali con le istituzioni e i professionisti, vista la loro presenza capillare sul territorio.
L’augurio è che questa modalità partecipativa e inclusiva continui, e che il PND rimanga (come dichiarato) un documento “aperto”, “dinamico” e “condiviso”. A questo si aggiunge la necessità di strategie di monitoraggio trasparenti, anche in vista dell’attribuzione dei fondi del PNRR agli istituti anche per il popolamento dei contenuti digitali della Digital Library.

Bibliografia e sitografia

I siti sono stati consultati per l’ultima volta il 20 ottobre 2022.

AIB, 2022, Osservazioni ai documenti del Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale, https://www.aib.it/ attivita/comunicati/2022/99747-osservazioni-pnd-0622.

AIB Formazione, https://www.aibformazione.it.

AIUCD, http://www.aiucd.it/associazione.

ANAI, 2022, Osservazioni al Piano Nazionale di Digitalizzazione del patrimonio culturale http://www.anai.org/anai-cms/cms.view?munu_str=0&numDoc=1801.

ANAI Formazione, http://www.anai.org/anai-cms/cms.view?-munu_str=0_1_1&numDoc=133.

Canale YouTube di ICOM Italia, https://www.youtube.com/c/ICOMItaliaCanaleYouTube.

Commissione biblioteche della CRUI, open access, https://www.crui.it/open-access.html.

Creative Commons e il Capitolo italiano di CC esprimono la propria posizione sul Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND), 2022, https://creativecommons.it/chapterIT/index.php/1430.

Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 169 del 2 dicembre 2019 (articoli 33 e 33), https://www.normattiva. it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-01-21&atto.codiceRedazionale=20G00006&atto.articolo.numero=0&atto.articolo.sottoArticolo=1&atto.articolo. sottoArticolo1=10&qId=e15ef3d1-c50e-49d4-8ba7-23c61a97c 357&tabID=0.9435665738207506&title=lbl.dettaglioAtto.

Esiti della consultazione del PND, https://partecipa.gov.it/processes/piano-nazionale-digitalizzazione-patrimonio-culturale/f/144..

Pere Brunet, Livio De Luca, Eero Hyvönen et al., 2022, Report on a European collaborative cloud for cultural heritage, European Commission, Directorate-General for Research and Innovation, Publications office of the European Union, https://data.europa.eu/doi/10.2777/64014.

FADGI Guidelines, https://www.digitizationguidelines.gov.

ICOM Italia, 2017, Professionalità e funzioni del museo alla luce della riforma dei musei statali, https://www.icom-italia.org/ wp-content/uploads/2018/07/ICOMItalia.Professionalit%C3%A0FunzioniEssenzialiMuseo.2017.pdf

Istituto centrale per gli archivi - ICAR, https://www.icar.beniculturali.it/home.

Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi, http://www.icbsa.it.

Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche - ICCU, https://www. iccu.sbn.it/it.

Istituto centrale per il catalogo e la documentazione - ICCD, http://www.iccd.beniculturali.it/.

Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale - Digital library, https://digitallibrary.cultura.gov.it.

MAB Italia, http://www.mab-italia.org/images/pdf/MAB_Lettera-intenti_2011-05-13.pdf.

Magazzini digitali, https://www.bncf.firenze.sbn.it/biblioteca/ magazzini-digitali.

Anna Maria Marras, Ilenia Atzori, Nicola Barbuti et al., 2020, Glossario Digitale e Tecnologie, ICOM Italia, https://zenodo. org/record/4319030#.Y1apIexBzAM.

OpenDice and Autosfr, https://www.digitizationguidelines. gov/guidelines/digitize-OpenDice.html.

Piano nazionale di ripresa e resilienza - PNRR, https://www. governo.it/sites/governo.it/files/PNRR.pdf

Piattaforma Partecipa, https://partecipa.gov.it/processes/piano-nazionale-digitalizzazione-patrimonio-culturale.

Sarah Dominique Orlandi, Anna Maria Marras, Deborah De Angelis et al., 2021, FAQ Diritto d’autore, copyright e licenze aperte per la cultura nel web, ICOM Italia, https://zenodo.org/record/4544322#.Y1aqsuxBzAM.

Sarah Dominique Orlandi, Gianfranco Calandra, Vincenza Ferrara et al., 2019, Web Strategy museale, ICOM Italia, https://zenodo.org/record/3547149#.Y1arEexBzAM.

Strategia Cloud Italia, https://cloud.italia.it/strategia-cloud-pa.

Web strategy per musei, biblioteche, archivi - Corso di formazione e aggiornamento professionale, 2022, http://www.mab-italia.org/index.php/comitatati/mab-marche/item/290-web-strategy-per-musei-biblioteche-archivi-corso-di-formazione-e-aggiornamento-professionale.