Raccolte, accesso all’informazione, educazione
Sapienza Università di Roma anna.bilotta@uniroma1.it
Abstract
L'articolo rappresenta la seconda tappa delle "Vie della sostenibilità", dopo una prima riflessione sugli edifici delle biblioteche. In questa serie di articoli vengono affrontati diversi temi, tutti riconducibili alla sostenibilità delle biblioteche. Il documento analizza l'offerta di collezioni specializzate, bibliografie e iniziative formative ed educative sullo sviluppo sostenibile, nel più ampio contesto dell'accesso alla conoscenza e all'informazione e dell'alfabetizzazione universale, con alcuni esempi italiani relativi a biblioteche pubbliche e accademiche.
English abstract
The paper represents the second stage of the “Ways of sustainability”, after a first reflection on library buildings. In this series of papers different themes are faced, all referable to libraries sustainability. This paper analyses the offer of specialized collections, bibliographies and training and educational initiatives on sustainable development, in the broader context of access to knowledge and information and universal literacy, with some Italian examples relating to public and academic libraries.
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Tappe cruciali delle biblioteche verso la sostenibilità
Biblioteche e Agenda 2030
Nel rapporto tra biblioteche e sostenibilità uno degli aspetti più significativi riguarda senz’altro l’allestimento e l’offerta di raccolte specializzate sull’ambiente e, più in generale, sullo sviluppo sostenibile, offerta che va di pari passo con il ruolo informativo, formativo e educativo che le biblioteche possono assumere su questi stessi temi.
Nella classificazione in tre modalità delle ecobiblioteche o biblioteche ambientali, che dobbiamo a Waldemaro Morgese, oltre alla prima modalità relativa alle soluzioni infrastrutturali e tecnologiche, troviamo proprio la specializzazione tematica delle collezioni sui temi ambientali e le attività di interesse ambientale svolte nelle comunità.
È noto come l’IFLA abbia contribuito attivamente alla creazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvata dalle Nazioni Unite e divenuta operativa il primo gennaio 2016 per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e assicurare prosperità a tutti entro il 2030. Se le biblioteche, di ogni tipologia, possono rivestire un ruolo chiave nel raggiungimento di tutti i 17 obiettivi (Sustainable Development Goals o SDGs) individuati dall’Agenda, le biblioteche pubbliche, in particolare, possono contribuire soprattutto a
fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti (obiettivo 4); incentivare una crescita economica, duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti (obiettivo 8); costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile (obiettivo 9); sconfiggere la povertà, anche educativa (obiettivo 1).
L’obiettivo 4 (relativo all’istruzione e all’educazione di qualità) è senz’altro tra quelli più frequentemente associati alle biblioteche ma in realtà il ruolo delle biblioteche per la sostenibilità ha a che fare con questioni che riguardano complessivamente la loro identità e la loro missione, questioni trasversali a tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030.
In questo contributo ci interessa, in particolare, sottolineare due aspetti. Da una parte, il ruolo fondamentale e strategico delle biblioteche per l’accesso all’informazione e alla conoscenza e per l’alfabetizzazione universale (intesa come universal literacy e nelle sue molteplici accezioni, inclusa quella informativa, digitale, multimediale, scientifica), questioni che riguardano da sempre la natura stessa delle biblioteche, a prescindere dal tema specifico della sostenibilità. Dall’altra parte, il ruolo delle biblioteche per l’educazione ambientale e sostenibile (le cosiddette environmental education, environmental literacy, eco-literacy, green literacy, sustainability literacy ecc.), che si esplica attraverso l’allestimento di bibliografie e di raccolte dedicate (gli eco-shelves o green corners), l’accesso a dati e contenuti pertinenti (anche in ottica open access), l’organizzazione di incontri, dibattiti, approfondimenti, momenti e programmi formativi per sensibilizzare i cittadini, diffondere la cultura della sostenibilità e l’adozione di comportamenti sostenibili, sviluppare competenze e abilità specifiche (anche attraverso attività laboratoriali, sia per adulti che per bambini e ragazzi).
Raccolte e sostenibilità
La sostenibilità riguarda le raccolte documentarie delle biblioteche sotto diversi punti di vista. Un primo aspetto ha a che fare con la scelta di allestire scaffali dedicati ai temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, sia scaffali fisici che virtuali, questi ultimi anche nella forma di bibliografie tematiche. Come osserva Rossana Morriello,
Le collezioni sono il punto di partenza per garantire l’accesso, possibilmente aperto, all’informazione e alla conoscenza sulla sostenibilità, per cui è importante avere collezioni aggiornate su queste materie e sezioni dedicate, da costruire e incrementare sistematicamente. L’aggiornamento delle collezioni è fondamentale per la rapidità con la quale viene pubblicata l’informazione su questi argomenti, poiché il ciclo di vita di tale informazione si abbrevia sempre di più.
Ma quando si parla di raccolte e sostenibilità bisogna pensare anche allo sforzo delle biblioteche, in particolare accademiche, per conservare e proteggere la conoscenza e i risultati della ricerca per le generazioni future e per rendere la comunicazione e la produzione accademica sempre più open e indipendente dagli editori commerciali, anche riducendone i costi. Entra in gioco il concetto di “pubblicazione sostenibile”, con il quale si intendono forme alternative o complementari a quelle editoriali tradizionali come i pre-print, i post- print, i depositi negli archivi istituzionali, le risorse didattiche aperte (le cosiddette OER, Open Educational Resources), le riviste open access.
Se, per definizione, lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri, tutte le biblioteche sono chiamate a conservare e a mettere a disposizione delle generazioni di oggi e di domani il loro patrimonio documentario, ragion per cui anche le politiche di conservazione delle raccolte hanno un ruolo importante in termini, ad esempio, di idonee condizioni ambientali degli spazi che ospitano i documenti, di ordinamento e catalogazione e di predisposizione di strumenti per la consultazione e la valorizzazione delle raccolte. Se parliamo di raccolte antiche e di pregio subentrano, poi, anche aspetti relativi alla consultazione, alla prevenzione e al restauro e ciò si collega alle potenzialità della digitalizzazione in quanto digitalizzare materiali fragili e deperibili o già danneggiati può contribuire a preservare le collezioni da un’eccessiva manipolazione e può rappresentare un investimento sostenibile che, insieme a piani mirati di conservazione, può far risparmiare in successivi e più impegnativi interventi di restauro.
Educazione e sostenibilità
L’accesso all’informazione e alla conoscenza e l’alfabetizzazione universale sono pilastri essenziali dello sviluppo sostenibile e il ruolo strategico delle biblioteche è ulteriormente confermato, se ce ne fosse bisogno, dal fatto che si deve proprio al costante impegno dell’IFLA l’aver incluso nel testo definitivo dell’Agenda 2030 la visione di un “mondo con un’alfabetizzazione universale” e “con un accesso equo e universale all’istruzione di qualità a tutti i livelli”:
A key outcome for IFLA was the inclusion of the text, ‘a world with universal literacy’ in the final vision of the Agenda. IFLA consistently asked for the inclusion of universal literacy from the Lyon Declaration onwards, and it was an ask in IFLA’s responses to consultations on UN drafts and an intervention on the floor of the UN by IFLA President-Elect Donna Scheeder on 19 February 2015. IFLA was the only organisation that advocated for universal literacy, and warmly welcomed its inclusion in the final UN 2030 Agenda.
Entrando nello specifico della funzione educativa e formativa sulle tematiche della sostenibilità, per Petra Hauke le biblioteche hanno l’obbligo legale e morale di contribuire alla sustainability literacy, intesa come “the ability of: thinking, problem solving, decision making, and taking action”, sia con un approccio più teorico, che passa, ad esempio, attraverso i corsi di formazione che possono essere organizzati dalle biblioteche accademiche, che mediante iniziative dal carattere pratico (il cosiddetto learning by doing) come quelle offerte dalle biblioteche pubbliche. In questa definizione, quindi, formazione e educazione alla sostenibilità non riguardano soltanto un obiettivo specifico (il 4 per l’appunto) ma attraversano tutta l’Agenda 2030: “Moving forward from teaching information literacy to educating sustainability literacy that touches any and every circumstances of life seems to be the libraries’ meaningful contribution to help achieve the Agenda 2030 goals”.
È dello stesso avviso Giovanni Di Domenico che sottolinea il ruolo di “facilitatrici” delle biblioteche (non è un caso se lo stesso aggettivo lo troviamo anche nei già citati documenti IFLA sull’argomento):
Se gli investimenti sull’educazione sono tra le leve più potenti dello sviluppo sostenibile, il riconoscimento del ruolo delle biblioteche (di tutte le biblioteche) nelle politiche e nei sistemi educativi è un tornante impervio ma ineludibile, che non porta soltanto a una giusta redistribuzione delle opportunità di accesso alla conoscenza e non soltanto a un rafforzamento dei livelli di istruzione e formazione di giovani e adulti. Il ruolo (che possiamo definire “facilitante”) delle biblioteche è decisivo per la diffusione di consapevolezza civile e sociale, perché tutti possano sviluppare le proprie competenze di vita, di relazione solidale con gli altri, di protagonismo responsabile nella sfera digitale, perché siano patrimonio condiviso sia il rispetto della dignità umana e dei diritti delle generazioni che verranno sia la sensibilità culturale per i destini inscindibili del mondo umano e del mondo naturale.
Biblioteche pubbliche e accademiche per l’accesso all’informazione e l’educazione alla sostenibilità
Non mancano nel nostro paese esempi di biblioteche che hanno allestito raccolte e bibliografie dedicate ai temi della sostenibilità e che si fanno promotrici di attività e programmi di educazione su questi stessi temi. La Mediateca Montanari di Fano, ad esempio, organizza già da diversi anni attività ed eventi dedicati all’ambiente. In occasione del suo nono compleanno, il 10 luglio 2019, si è “tinta di verde” organizzando laboratori di riciclo, incontri, letture a tema, mostre, mercatini di scambio e vendita, visite guidate, premiazioni, spettacoli sui temi ambientali e sostenibili. Durante l’evento è stato anche allestito un angolo social in cui le persne potevano scattare una foto e condividerla sui social network della biblioteca usando gli hashtag #MemoforFuture e #9annidiMemo; inoltre è stato possibile acquistare la nuova borraccia personalizzata per scoraggiare l’uso della plastica e diventare una biblioteca plastic free. I social network, tra le altre cose, sono utilizzati dalla Mediateca Montanari anche per proporre suggerimenti di libri e film legati ai 17 obiettivi tramite l’hashtag #Agenda2030.
La Biblioteca Salaborsa di Bologna organizza una rassegna di aperitivi scientifici, AperiScienza, incentrati proprio sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile, e propone una selezione di titoli, cartacei e digitali, per approfondire gli argomenti trattati durante gli incontri. Recentissima, poi, l’iniziativa della biblioteca degli oggetti, in collaborazione con l’associazione Leila Bologna, grazie alla quale dal marzo 2022 per gli utenti in possesso della tessera della biblioteca è possibile prendere in prestito presso Salaborsa oggetti quali attrezzi da lavoro, piccoli elettrodomestici, utensili da cucina, attrezzature sportive, accessori e articoli per bambini. L’obiettivo è promuovere la cultura della condivisione e l’economia circolare in un’ottica di riduzione degli sprechi e di risparmio economico ma anche di diffusione di un modello sociale basato sulla cultura della fiducia (Figura 1).
Figura 1 – Home page di Leila, la biblioteca degli oggetti che è possibile prendere in prestito in Salaborsa
Numerose le iniziative della Biblioteca San Giorgio di Pistoia anche nella forma di giochi e attività creative per i più piccoli per approfondire i temi dello sviluppo sostenibile e di percorsi di lettura in cui ogni obiettivo dell’Agenda 2030 è associato a un testo per affrontare in modo consapevole i problemi della società, dell’ambiente e dell’umanità.
Un altro esempio particolarmente interessante è quello della Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni di Perugia, che sorge all’interno di un complesso monumentale costituito da una chiesa e un monastero circondato da un parco di circa 5.000 m2. Il parco nel 2015 è stato oggetto di un progetto di riqualificazione del verde che ha permesso di creare una serie di orti urbani a fini didattici:
il progetto è orientato a condividere pratiche colturali, cultura alimentare, rispetto ambientale, conoscenza dei ritmi biologici e stagionali. L’obiettivo da raggiungere è l’ottenimento di alimenti sani autoprodotti, di uno stile di vita salutare, per esercizio fisico e per solidarietà, l’autoproduzione di sementi, valorizzando varietà ed ecotipi locali e introducendo colture legate a specifiche culture di residenti, la diffusione di conoscenza di tecniche agronomiche di minimo impatto ambientale, l’inserimento di uno spazio vitale e vissuto adeguato al contesto.
La biblioteca nel marzo 2016 ha inaugurato anche il Giardino dei Giusti del mondo, dedicando sei cipressi a sei personaggi che hanno speso la loro vita per il bene (giornalisti politici, attivisti dei diritti umani, leader di movimenti ambientalisti e pacifisti), un’iniziativa coerente con l’Agenda 2030 e in particolare con l’obiettivo 16 relativo a pace, giustizia e istituzioni forti. Tra le altre iniziative le camminate del “Ben Essere”: durante il cammino, che ha come tappa finale la biblioteca, i partecipanti condividono saperi e valori, attivano relazioni, rafforzano la coesione sociale e il senso di comunità e una volta arrivati in biblioteca condividono letture e riflessioni anche sulle tematiche ambientali. In occasione del Green Drop Award tenutosi a Perugia nel 2018, che ha visto la proiezione di film sui temi dello sviluppo sostenibile, la biblioteca ha ospitato tavole rotonde per discutere di biodiversità, politiche energetiche, clima, inquinamento, migrazioni. Nel 2019 la biblioteca ha partecipato alla Scuola di ecologia, un progetto realizzato anche in collaborazione con Arpa Umbria, Comune di Perugia e Università di Perugia, per condividere la conoscenza sulle tematiche ambientali, stimolare la ricerca intorno alle metodologie educative, fornire strumenti di moltiplicazione e diffusione dell’esperienza, con l’obiettivo di produrre risorse in forma collaborativa per l’educazione alla sostenibilità, risorse rivolte alle scuole primarie e secondarie, alle diverse agenzie educative, alla cittadinanza responsabile.
Anche la Biblioteca Marco Motolese di Taranto svolge un ruolo importante per la sua comunità di riferimento (quella del quartiere Tamburi, tristemente famoso perché sede dello stabilimento siderurgico ILVA) nello sviluppare anche iniziative di contrasto alla diffusione delle polveri velenose:
In tale difficile contesto ambientale e sociale la biblioteca svolge la sua attività di promozione della lettura lavorando con le scuole, le famiglie e gli adulti, raccogliendo “libri di base” e svolgendo un importante ruolo di alfabetizzazione o di approfondimento rispetto alle tematiche scientifiche, dell’ambiente e della salute.
Non a caso la biblioteca fu scelta come sede di un convegno promosso nell’ottobre 2014 dall’AIB sul tema “Le ecobiblioteche: l’apporto delle biblioteche alla tutela attiva e al risanamento dell’ambiente. Buone pratiche e problematiche”.
Per quanto riguarda l’ambito accademico, va detto che non soltanto le biblioteche ma gli atenei nel loro complesso sono chiamati a rispondere alle sfide della sostenibilità. Non a caso la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) ha promosso dal luglio 2015 la RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile) che rappresenta la prima esperienza di coordinamento e condivisione tra le università italiane impegnate sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. La finalità principale della RUS è la diffusione della cultura e delle buone pratiche della sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei, per contribuire al raggiungimento degli SDGs. In realtà, solo in pochissimi dei circa 80 atenei aderenti alla rete “la biblioteca partecipa in modo chiaro e preciso ai programmi formativi attivati e raramente nelle pagine o nei portali dedicati alla sostenibilità è menzionata direttamente la biblioteca e raramente sono stati attivati progetti in questa direzione.” Ciò nonostante, gli esempi interessanti non mancano.
L’Università di Modena e Reggio Emilia, ad esempio, ha allestito un portale dedicato, Unimore Sostenibile, che riunisce tutte le iniziative per la sostenibilità messe in campo dall’Ateneo. Tra queste iniziative rientra il progetto Eco-biblioteche che ha previsto la realizzazione di una eco-biblioteca a carattere interdisciplinare dedicata alla sostenibilità ambientale e all’analisi delle relazioni fra economia, società, ambiente e salute, con particolare riguardo agli aspetti che interessano le scienze dell’uomo e della società. L’obiettivo del progetto, realizzato con la collaborazione di tutti i dipartimenti che insistono sul territorio di Reggio Emilia, è promuovere attività di studio, ricerca e didattica avanzata in materia di sostenibilità, anche mediante l’organizzazione di incontri scientifici, presentazioni di libri, attività seminariali.
Un altro esempio è rappresentato dalla Biblioteca di Economia e Management dell’Università di Torino che dal maggio 2019 ha avviato un percorso di sensibilizzazione degli utenti sui temi dell’Agenda 2030, nella consapevolezza che questi temi rientrano a pieno diritto nella missione di una biblioteca accademica:
Da sempre, infatti, le biblioteche accademiche hanno un ruolo importante nel contribuire allo sviluppo delle loro comunità e nel favorire un accesso equo e paritario a un’informazione di qualità, sia attraverso le loro collezioni sia attraverso le conversazioni che intorno a esse sanno proporre in un’ottica di inclusione e crescita. È un ruolo che svolgono selezionando le fonti informative da acquistare e mediare nei diversi formati, ma anche mettendole a disposizione di un’utenza vasta e variegata che sempre di più – nell’ottica della terza missione – si apre al territorio, ai cittadini e agli adulti, cogliendo i bisogni informativi delle diverse categorie di utenza, in una società a crescente complessità. Una politica delle collezioni atta a selezionare, raccogliere, organizzare e diffondere in maniera aperta, democratica e inclusiva l’informazione che la società può usare per informarsi sulle diverse problematiche riferite agli SDGs, è dunque una delle funzioni principali delle biblioteche accademiche [...]. Il concetto di accesso all’informazione va però inteso in una dimensione ampia, che tiene al centro e valorizza la capacità – da parte dei singoli – di selezionarla, comprenderla e riutilizzarla per produrre conoscenza [...].
Importanti risultano pertanto i programmi di information literacy che le biblioteche accademiche sanno attuare e proporre, utili a diffondere competenze informative e saperi digitali.
Tra le diverse iniziative della Biblioteca di Economia e Management di Torino, ad esempio, le campagne su Facebook con consigli di approfondimento e lettura in relazione ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, ma anche l’iniziativa Libri in (ri)circolo, organizzata nel novembre 2019 mediante l’allestimento di un espositore contenente i volantini esplicativi della campagna e la realizzazione di un’installazione di libri sistemati in modo da costituire idealmente i doni di un albero di Natale. I libri, provenienti dagli scaffali del bookcrossing della biblioteca, sono stati confezionati con carta riciclata così da nascondere il contenuto (suggerito, però, da indizi posti sul biglietto a corredo di ognuno) e offerti agli utenti come strenna natalizia. A questa iniziativa ha fatto seguito l’allestimento di uno scaffale fisico permanente, lo scaffale sostenibile (Figura 2), per ospitare materiali informativi e suggerimenti di lettura e approfondimento rispetto agli SDGs.
Il Centro bibliotecario di Ateneo dell’Università di Salerno ha lanciato il progetto #biblioUNISA4dev con l’obiettivo di fare advocacy nei confronti delle tematiche della sostenibilità. Dal punto di vista del patrimonio il progetto ha previsto la realizzazione di un fondo a scaffale aperto completamente dedicato alla documentazione riguardante l’Agenda 2030, con una stringa di collocazione dedicata. In più, anche le risorse relative a queste tematiche frutto di acquisti precedenti e già inserite nelle collezioni della biblioteca sono state segnalate con nuove etichette di colore verde, per creare un ideale percorso di lettura che guidi l’utente tra gli scaffali permettendogli di individuare immediatamente le risorse che trattano di uno o più temi inerenti gli SDGs. Anche le collezioni di risorse elettroniche (che la biblioteca mette a disposizione tramite Media Library online) hanno visto un maggior numero di acquisti su questi temi. Uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile su cui il Centro bibliotecario salernitano sta lavorando in modo particolare è quello relativo alla parità di genere (obiettivo 5) attraverso attività con le scuole, organizzazione di eventi sulle pari opportunità e soprattutto mediante progetti Wikimedia volti a restituire il giusto risalto alle figure femminili della storia arricchendo Wikipedia con biografie di artiste, letterate, bibliotecarie, scrittrici, e contribuendo così a colmare il divario di genere nell’enciclopedia libera con maratone di scrittura collaborativa.
Figura 2 – Lo scaffale sostenibile della Biblioteca di Economia e Management dell’Università di Torino
© Biblioteca di Economia e Management
Conclusioni
L’offerta di raccolte specializzate e di iniziative formative e educative sullo sviluppo sostenibile è senz’altro una questione importante e sentita dalle biblioteche, indipendentemente dalla loro specifica missione e identità. Detto questo, ciascuna tipologia (abbiamo visto alcuni esempi di biblioteche pubbliche e accademiche) potrà individuare le modalità più consone per costruire un ambiente informativo affidabile e sensibilizzare gli utenti su queste tematiche. Naturalmente, lo sviluppo e la gestione di collezioni dedicate, di bibliografie e di percorsi di lettura fisici e virtuali ad hoc così come l’organizzazione di attività di formazione, corsi, laboratori, dibattiti pubblici, vanno intesi come parte integrante di una più generale progettazione sostenibile delle biblioteche, insieme all’organizzazione degli spazi, allo stile di servizio e alla comunicazione. Proposte di questo tipo, infatti, non dovrebbero essere improvvisate o saltuarie ma piuttosto, per essere veramente efficaci, dovrebbero essere il frutto di una strategia programmatica della sostenibilità.
Si tratta di progettare, parafrasando il titolo di un bel volume di recente pubblicazione su musei e sostenibilità, “biblioteche per una sostenibilità integrata”: laddove questi istituti non possono sempre fornire risposte immediate ai problemi, possono però “mettere in moto processi di consapevolezza e diffusione delle tematiche, svolgendo un ruolo di facilitatori e mediatori tra le persone e gli enti decisionali”. Ecco che torna, ancora una volta, l’aggettivo “facilitatore/facilitatrice”. Le biblioteche (insieme ad altri luoghi della cultura e della conoscenza, come i musei per l’appunto) sono in grado di favorire il dialogo, l’ascolto e l’apprendimento, l’accessibilità universale, “di coltivare il giusto contesto, affidabile e permanente, affinché i valori sociali possano prosperare, e svolgono un ruolo importante nel contribuire a sostenere e sviluppare una società culturalmente diversificata, promuovendo ampie e aggiornate competenze e l’apprendimento permanente”.