N.5 2022 - Biblioteche oggi | Luglio-Agosto 2022

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Come organizzare le raccolte nelle biblioteche per ragazzi

Ilaria Mozzi

Bibliotecaria Sala Ragazzi Biblioteca Paolo Borsellino di Como mozzi.ilaria@comune.como.it

Abstract

Recensione di Ilaria Mozzi al libro di Giuseppe Bartorilla, Come organizzare le raccolte nelle biblioteche per ragazzi, Milano, Editrice Bibliografica, 2022, 72 p.

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La biblioteca è un organismo che cresce”, così recita l’ultima delle cinque leggi alla base della biblioteconomia che Ranganathan, bibliotecario e matematico indiano, ha codificato nei primi anni Trenta del secolo scorso e che ogni bibliotecario conosce ormai a memoria.

La biblioteca pensata come qualcosa di vivo, che si relaziona con altri esseri viventi in un contesto specifico e caratterizzato da una storia e da una geografia precise, oltre che da molti altri elementi. E come ogni essere dotato di vita, anche la biblioteca cresce, si trasforma e si muove. 

Chi si occupa di biblioteconomia sa bene quanto le riflessioni sulla crescita e il naturale adattarsi delle biblioteche, nella forma, nei contenuti, nel modo di comunicare e relazionarsi, alle necessità del tempo e del luogo in cui sono inserite siano di vitale importanza. 

E all’interno di questo immenso mare di dibattiti, pensieri e confronti sui più disparati aspetti che connotano il “mondo biblioteca”, da qualche tempo sta reclamando sempre più attenzione, e attirando sempre più interesse, quella che possiamo chiamare la Biblioteca dei Ragazzi, contenitore di tutta quella produzione editoriale (e non) dedicata agli “under 18”. Potremmo dire che ogni biblioteca è come una storia: è fatta di luoghi caratteristici, tempi più o meno vicini o lontani, è popolata di personaggi e creature diversi che intessono relazioni tra loro. E come nei migliori romanzi, anche in una biblioteca, soprattutto in quelle dedicate ai più giovani, prendono forma trame complesse, storie parallele e secondarie e innumerevoli mondi e avventure tutti diversi tra loro. 

Si rende sempre più evidente e necessario pensare la letteratura per ragazzi come un mondo a sé, distinto da quello per gli adulti, per molteplici aspetti a partire dalla complessità ed eterogeneità dei target anagrafici a cui si rivolge. Ogni età ha le sue esigenze e peculiarità, soprattutto quando l’organismo è nella fase di piena formazione e crescita; evoluzione che continuerà per il resto della vita ma che, indubbiamente, ha i suoi maggiori stravolgimenti e cambiamenti (biologici, cognitivi ed emozionali) nei primi decenni, fino a che non raggiunge la cosiddetta “maturità”. 

Ecco perché anche nel mondo dell’editoria dedicata ai più giovani, negli ultimi decenni si è manifestata una sempre maggior attenzione a differenziare e creare prodotti e contenuti quanto più possibili aderenti alle diverse fasce d’età, sia per argomenti, che per linguaggi, formati e dispositivi per la lettura. Costituire e organizzare in modo efficace e fruibile le raccolte dedicate ai più giovani è un argomento trattato forse da poco tempo e che necessita della giusta attenzione. Tra le riflessioni più strutturate sul tema, ad esempio, possiamo ricordare quelle di Caterina Ramonda e Antonella Agnoli. 

La biblioteca per ragazzi, per le sue peculiarità, comincia a essere definita sempre più frequentemente un “contenitore di storie”. Una storia, dunque, che contiene altre storie. E come in ogni racconto degno di questo nome, all’improvviso succede qualcosa! Succede, ad esempio, che arriva una pandemia e gli equilibri si stravolgono. C’è la biblioteca e il bibliotecario, ci sono intere raccolte immobili ma... mancano gli utenti. Tutto il meccanismo di relazione pare incepparsi. 

Succede però che se la biblioteca è un organismo e continua a muoversi per natura, lo fanno anche i suoi attori interni: i bibliotecari. Succede che c’è tempo, tantissimo tempo. E c’è uno spazio svuotato ma anche pieno di libri. 

C’è spazio e tempo per dare forma e vita a quelle riflessioni che scorrono, di solito, di sottofondo alle mille attività che si intrecciano in una biblioteca pubblica. 

Succede che Giuseppe Bartorilla, responsabile della Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano, decida di sfruttare al meglio quella pausa imposta e trasformarla da “problema” a “campo per possibili soluzioni e miglioramenti” affrontando l’impresa delle imprese: riorganizzare le raccolte della sua biblioteca per ragazzi. 

Impresa delle imprese, come sa bene ogni bibliotecario, perché ci si deve scontrare e confrontare con numerosi aspetti, problematiche e necessità, specifiche e uniche per ogni biblioteca; e nessun elemento può essere tralasciato, riesaminarne uno significa riesaminare anche tutti gli altri, a catena, in un gioco di incastri e movimenti degni di un equilibrista. 

Dall’esperienza di Rozzano nasce il volumetto Come organizzare le raccolte nelle biblioteche per ragazzi, pubblicato da Editrice Bibliografica e inserito nella collana “Library Toolbox”, definita “una cassetta degli attrezzi per soddisfare la diffusa esigenza di agili guide pratiche”. Un piccolo libro, super tascabile e leggero, in cui Bartorilla condensa con ordine i punti fondamentali di cui tenere conto nel caso si volessero risistemare le proprie raccolte bibliotecarie. Ognuno dei brevi capitoli si apre, in modo ironico ed evocativo, con un titolo volutamente tratto dal mondo cinematografico e ci invita e sprona ad andare avanti per scoprire, uno dietro l’altro, gli elementi indispensabili di quest’avventura. 

Con un C’eravamo tanto amati come premessa, l’autore ci descrive la situazione di improvvisa assenza umana in cui le biblioteche (e non solo) si sono ritrovate nel non lontano marzo 2020. “L’angosciante silenzio di quegli spazi che si presentavano nel contempo pieni (di documenti) e vuoti (di umanità)” diviene il terreno fertile per una proficua riflessione sul valore e la riorganizzazione del patrimonio librario destinato ai più giovani. 

A questo punto, da bravo bibliotecario per ragazzi quale è, Bartorilla ci fa partire per questo breve ma intenso viaggio con un Verso l’infinito e oltre (indimenticabile battuta tratta da Toy Story, uno dei film d’animazione più amati e premiati degli anni Novanta) e con la citazione di alcuni romanzi per bambini in cui le biblioteche stesse, con i loro libri, sono protagoniste e si fanno metafora perfetta dei temi che si sta per affrontare. 

Si arriva così a sottolineare la necessità di riprendere in considerazione, e tenere come base salda per i nostri ragionamenti, la famosa “triade” su cui la biblioteconomia (a partire dalle già citate leggi di Ranganathan) fa leva: i bibliotecari, gli utenti e le raccolte. 

È indispensabile, nel processo di riorganizzazione del patrimonio librario, tenere conto di quelle che sono l’identità e la natura della biblioteca in cui ci si trova, il suo contesto e la sua storia e, di conseguenza, la sua “mission” e gli obiettivi che vuole raggiungere. In stretta relazione a questi primi elementi, si osserverà il “target” cui ci si rivolge, il pubblico con cui ci si confronta e a cui si offrono i servizi.
Tenendo conto di questi attori fondamentali, nonché di tutti quegli aspetti logistici intrinseci a qualsiasi progetto di ristrutturazione (spazi, tempi, disponibilità economiche, contesto esterno ecc.), l’attenzione andrà ora rivolta al tassello fondante del nostro percorso: le raccolte librarie. 

Ecco, quindi, che l’autore ci invita ad affrontare quella che sarà una profonda lettura (e rilettura) di questi tre punti essenziali: studiando (o creando) la Carta delle Collezioni, stella polare per un bibliotecario, revisionando lo stato delle raccolte al fine di orientarne la possibile modifica con scarti e acquisizioni, imparando a leggere l’eterogenea comunità con cui si interagisce e, perché no, a interpellarla direttamente! 

Esiste un quarto aspetto da tenere presente, imprescindibile per qualsiasi organismo vivente: il macrocosmo in cui è inserito. Un universo (o forse un multiverso?) fatto di altri innumerevoli attori che, a seconda del luogo e del tempo, si trasformano a loro volta e, spesso, alla velocità della luce. 

Quando tutto cambia è il titolo-capitolo in cui l’autore ben ci mostra la complessità in cui siamo tutti ormai immersi. Il mercato editoriale per ragazzi che, a partire dagli anni Ottanta e in particolar modo in questo nuovo secolo, si è espanso e caratterizzato in molteplici sfumature per accontentare i gusti di un pubblico ogni giorno più complesso ed esigente, è uno dei principali co-protagonisti. 

Si definiscono in esso, con sempre maggior precisione ma talvolta anche con margini elastici di contatto e fusione, i target anagrafici, i generi e i temi letterari, i linguaggi testuali e visuali, i supporti con cui vengono offerti. 

La tecnologia diviene altra protagonista influente in questa crescita esponenziale di materiali e contenuti e, parallelamente, anche le trasformazioni sociali contribuiscono ad arricchire ulteriormente questo amalgama multicolore e multiforme. Gli sguardi si moltiplicano, così come i bisogni di informazione e le capacità e possibilità di fruizione. 

E se il secondo principio di Ranganathan ci invita a dare “a ogni lettore il suo libro”, ecco che la biblioteca si deve allenare sempre più intensamente per affrontare e gestire la portata delle trasformazioni di un universo in continuo movimento. Se questo è di fondamentale importanza per qualsiasi organismo si rivolga a un pubblico, in una biblioteca per ragazzi l’impegno si moltiplica grazie a tutti quegli aspetti di eterogeneità di cui si è già accennato. 

Le riflessioni e l’esperienza attuata nella Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano fa da esempio anche per un altro motivo: l’idea di coinvolgere, in questo processo di ridefinizione delle raccolte, il pubblico stesso cui sono dedicate. Nello specifico, dopo aver segmentato per target e categorie tematiche le collezioni presenti, Bartorilla e colleghi hanno scelto di soggettare e rinominare le rinnovate raccolte grazie all’aiuto degli utenti, attraverso questionari e interviste e la collaborazione di alcune scuole. 

La finalità, oltre a ritrovare un contatto diretto e partecipe con una comunità che per motivi pandemici era stata allontanata, è stata quella di rivolgersi al pubblico con un linguaggio a lui più vicino e fa- miliare, più comprensibile e immediatamente fruibile. Il punto di vista dell’utenza, il suo linguaggio e modo di esprimersi e domandare, diviene la chiave magica per riavvicinare la Biblioteca alla comunità, per ritrovarsi e relazionarsi in modo più armonioso in un contesto intrinsecamente complicato. Semplificare, chiarire, facilitare. Un obiettivo che richiede molto lavoro e molta fatica per essere raggiunto, ma che porta tutti i protagonisti di questa incredibile storia a cooperare per co-creare un universo (o multiverso) agile e in continua trasformazione. 

Come organizzare le raccolte nelle biblioteche per ragazzi è un piccolo libro in cui, nel poco spazio a disposizione, Bartorilla ci offre uno spunto prezioso per cominciare a pensare a un rinnovamento che porti leggerezza e allo stesso tempo contenga molta sostanza (entrambe cose di cui tutti, credo, abbiamo bisogno più che mai di questi tempi). Leggendolo si riaccende in noi il bisogno di ulteriori riflessioni e approfondimenti sul tema della letteratura e della biblioteconomia per ragazzi e, con simpatia e professionalità, l’autore ci dà una spintarella a riflettere su come poter migliorare gli spazi, le raccolte e la comunicazione della propria biblioteca per ragazzi. 

Io un paio di idee già le avrei...