N.5 2022 - Biblioteche oggi | Luglio-Agosto 2022

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Prospettiva Pasolini

Samuele di Saverio

samueledisaverio@hotmail.it

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Le biblioteche, dopo due anni estremamente faticosi, hanno ripreso a svolgere alcune iniziative che rientrano nella loro missione. Tra queste, promuovere e favorire l’approccio alla lettura anche attraverso mostre non collegate unicamente al proprio posseduto, ma anche inserite in un progetto di ricerca. Le biblioteche (e l’AIB, l’associazione che le rappresenta) hanno saputo tenere desto l’interesse nei confronti dei loro servizi e delle loro proposte con importanti iniziative online. Ora, allentata la presa, le biblioteche agiscono aprendo finalmente le porte, e sfruttando ogni possibile occasione. 

Nell’anno delle celebrazioni per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini si sono susseguite e ancora vengono programmate numerose iniziative volte a celebrare e mantenere viva la memoria di uno degli intellettuali più rappresentativi del Novecento, scomparso troppo presto senza lasciare il tempo di metabolizzare la sua eterogenea produzione. La figura di un autore così poliedrico è ancora oggetto di approfondimento tante sono le sfumature della sua poetica: risulta perciò complicato racchiudere in un unico evento le sue sfaccettature. Gli ambiti nei quali Pasolini ha dato un proprio contributo sono vari, alcuni dei quali si intrecciano: romanziere, poeta, regista, giornalista, critico, pittore, icona, motore di molti rapporti tra i maggiori intellettuali del periodo – come testimonia l’ultima raccolta di lettere, edita da Garzanti nel 2021, e la sua amicizia soprattutto con Moravia ed Elsa Morante – e nondimeno pensatore autonomo, scevro da ogni condizionamento. 

Tra le molte iniziative sparse in ogni città d’Italia, con sottolineature e sfumature differenti, citiamo la mostra Prospettiva Pasolini, inaugurata il 5 marzo alla Biblioteca Augusta di Perugia, ideata da Carlo Pulsoni, Francesca Tuscano e Simone Casini, con il coordinamento di Roberto Rettori, dell’Università di Perugia. La mostra si è rivelata come una delle più felici da un punto di vista intellettuale e del coinvolgimento del pubblico. Quello che ancora oggi sorprende di Pasolini, e che in quella mostra era palpabile, è la sua estrema lungimiranza e l’attualità dei suoi modi di rapportarsi a un mondo in forte cambiamento, oltre alla sua raffinata critica, mai fine a se stessa, nei confronti della società. A tale proposito, così come emerge dalla sua intensa attività giornalistica e di inchiesta, colpisce la sua attenzione per la società e le sue tante trasformazioni, ancor più meritoria considerato il periodo di stravolgimenti in cui Pasolini ha potuto operare sotto ogni aspetto. La sua personalità e la ricchezza del suo pensiero, sia sotto l’aspetto cronologico che tematico, sono stati molto bene rappresentati nel percorso all’interno della Biblioteca Augusta di Perugia. 

La mostra era organizzata in tre sale, nella prima delle quali sono stati esposti i testi che riguardavano un altro importante intellettuale con cui Pasolini ha stretto un rapporto rivelatosi particolarmente intenso: Sandro Penna (1906-1977), poeta umbro nato a Perugia. Non a caso, in sintonia con la città che ha organizzato e ospitato la mostra, la prima parte è stata dedicata proprio all’amicizia e ai rapporti culturali dei due intellettuali. In esposizione, tra molti articoli e scritti, della raccolta poetica, Appunti, del Penna, che suscitò l’intervento di Pasolini, apparso sul “Popolo di Roma”, il 28 settembre del 1950. 

Nella seconda sala il focus ha riguardato soprattutto l’attività giornalistica di Pasolini, ma anche ciò che i giornali scrivevano di lui. Spiccano, tra le tante pagine e copertine, quella della rivista “Gente”, che, riportando la notizia della morte, titola tuonante: “Pasolini: tragedia di un corruttore”. Nell’ultima sala erano esposti testi e pagine di giornale sapientemente disposti nelle teche, da cui emergevano cimeli sul tema dello sport, con particolare riguardo al calcio. La passione per questo sport di Pasolini è risaputa al punto che, seguendo il motto di Jean-Paul Sartre (“Il calcio è una metafora della vita”), lo si trova spesso “impegnato” a giocarci. Il calcio avrebbe costituito, a suo dire, una “professione” per lui, se non ci fossero stati il cinema e la scrittura. Nell’ultima parte della mostra erano ospitate pagine del “Corriere dell’Umbria” in cui si racconta di una sua partita giocata (con gol) a Foligno il 28 giugno 1972 fra la nazionale artisti e quella dei giornalisti. 

Prospettiva Pasolini ha regalato anche una carrellata dei momenti salienti della vita di Pasolini, raccontata attraverso la scrittura, senza indugiare eccessivamente sulle fotografie, sui video o le insegne luminose, appannaggio di altri eventi fra i tanti realizzati per ricordare l’importante anniversario. Ciò che Perugia ha privilegiato è il fior da fiore umbro, essenza che, grazie alla sua potenza comunicativa, è riuscita a coinvolgere tutti gli spettatori-visitatori. 

La locandina della mostra e, a destra, alcuni giornali nella sala dedicata al calcio.

Unicità della mostra è stata soprattutto il suo seguito, che l’ha resa esaustiva e coinvolgente. Così come il pensiero e l’arte di Pasolini sono esondati dalle pagine per sconfinare nel cinema, nel giornalismo d’inchiesta e nei suoi modi d’essere, la mostra è uscita dalle teche e si è completata con una serie di conferenze con studiosi, docenti ed esperti, rendendo ancora una volta la sua parola viva e il suo discorso tangibile. 

Nel vasto programma delle manifestazioni previste a corollario del centenario vanno segnalati, infatti, tra gli altri numerosi appuntamenti, le lezioni-conferenza di Francesca Tuscano Pasolini e Penna e di Carlo Pulsoni Pasolini, Pound e Vanni Scheiwiller, in cui si è parlato degli effetti esercitati da tale incrocio di conoscenze. Altri sono ancora gli importanti eventi organizzati a latere della mostra, che hanno messo a fuoco i molteplici interessi e le vaste conoscenze di Pasolini, come emerso dalla relazione di Giulio Pantalei Le canzoni di Pasolini e la musica e quella di Giovanni Bogani Il cinema di Pasolini, come pure l’intervento di Simone Casini Pasolini e Moravia

Il miglior modo di ricordare un intellettuale così difficile da imbrigliare e chiudere in un unico spazio o in una o più bacheche, è proprio quello di farlo emergere nel dibattito, nel continuare il dialogo oltre le pagine, tra la gente, come Pasolini stesso ha spesso preferito. Travolto dalla sua passione perenne per la condizione umana e da tutto quanto alimentava ai suoi occhi una certa umanità, Pasolini, nonostante le contraddizioni e gli innumerevoli conflitti che ne potevano discendere, ha sempre ceduto alla carica vitale umana. La tensione che esprimono i corpi e la loro pregnante espressione è ben visibile nel suo cinema, così pure nella sua militanza giornalistica per la meticolosa attenzione a ogni comportamento sia del singolo che della società. 

Anche per queste ragioni, ricordare Pasolini attraverso il dibattito e il confronto, è stata la maniera che più si avvicina alla sua complessa Weltanschauung. In questo modo lo “spettatore” si è potuto mettere in gioco in prima persona, partecipando attivamente e assumendosi l’onere e il rischio della scelta, con un impegno civile che, in qualche occasione, Pasolini ha definito doloroso ma quanto mai necessario. Dalla Biblioteca Augusta, la mostra di Perugia si è articolata in altre sedi con una seconda sezione che ha aperto i battenti nella Biblioteca San Matteo degli Armeni, l’11 marzo 2022, mentre le conferenze si sono tenute per lo più nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori e sono state calendarizzate tra marzo e giugno, gli estremi cronologici della mostra. Inoltre, a dimostrare la sapiente organizzazione, si rileva ancora che due spettacoli hanno costituito un’ulteriore dilatazione del progetto complessivo perugino: la proiezione del corto diretto da Vittoria Corallo e il concerto musicale delle canzoni scritte da Pasolini, eseguite dai “Panta”, con il conforto del Comune di Perugia a conferma di una sinergia e unione di intenti con la giunta e l’assessore alla cultura Leonardo Varasano. 

La rassegna Prospettiva Pasolini si è proposta non solo di conoscere ma anche di indagare la produzione e la poetica di un intellettuale, il cui pensiero costituisce un magma espresso da una personalità multiforme che ha assunto varie autorialità, impastando eros e società. Da osservatore acuto del mondo, Pasolini è stato in grado di scorgere temi che nessun altro intellettuale è riuscito a catturare e il modo migliore per celebrarne la grandezza è proprio restituirlo alla società, alle moltitudini che oggi, anche grazie a questo tipo di percorsi, iniziano a capirne la Prospettiva