Come possono le biblioteche italiane agganciarsi all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile?
Senior Advisor Europe; Rete delle Reti; g.vitiello@retedellereti.org
Le Linee direttrici ENSULIB dell’IFLA al vaglio critico
Abstract
Il Comitato IFLA per l'ambiente, la sostenibilità e le biblioteche (ENSULIB) ha sviluppato una serie di linee guida per le biblioteche verdi e sostenibili. Il documento delinea i principi che regolano vari aspetti, dagli edifici eco-compatibili e le attrezzature a basse emissioni di carbonio all'ufficio eco-sostenibile e all'economia circolare nei consumi e nei servizi.
Queste linee guida ENSULIB possono essere elogiate per la loro praticità e per la loro attenzione alla biblioteca come spazio fisico e ai suoi processi interni. Offrono indicazioni dettagliate sulla progettazione di edifici sostenibili, sulla conservazione delle collezioni, sull'efficienza energetica, sulla riduzione dei rifiuti e sull'attuazione di pratiche “verdi” nell'ufficio e nella gestione del personale. Possono essere considerati un utile vademecum per gli interventi strutturali e la riprogettazione degli spazi, e potenzialmente servire da guida per la ricostruzione o la creazione di nuove biblioteche con un'impronta ecologica ridotta.
Nonostante i loro meriti, le Linee guida ENSULIB presentano notevoli carenze, in particolare a causa del loro debole e generico collegamento con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ignorando i suoi obiettivi, target e indicatori specifici. L'attenzione rimane prevalentemente sulla dimensione ambientale interna della biblioteca, trascurando il potenziale di integrazione con l'ecosistema locale e il contributo a politiche istituzionali più ampie (Green Deal, Pilastro europeo dei diritti sociali).
Vengono invece proposti approcci alternativi come EBLIDA E-PANEMA e ICCROM “Our Collections Matter”, che dimostrano come le biblioteche possano allinearsi esplicitamente agli SDG, collegando le loro azioni a indicatori riconosciuti e opportunità di finanziamento, spostando l'attenzione dall'impatto della società sulla biblioteca all'impatto della biblioteca sulla società.
English abstract
The IFLA Environment, Sustainability and Libraries Committee (ENSULIB) has developed a set of Guidelines for Green and Sustainable Libraries. The document outlines principles to govern various aspects, from eco-friendly buildings and low-carbon equipment to the eco-sustainable office and the circular economy in consumption and services.
These ENSULIB Guidelines may be praised for their practicality and focus on the library as a physical space and its internal processes. They offer detailed guidance on sustainable building design, collection preservation, energy efficiency, waste reduction, and the implementation of “green” practices in the office and personnel management. They can be seen as a useful vademecum for structural interventions and space redesign, potentially serving as a guide for reconstructing or creating new libraries with a reduced ecological footprint.
Despite their merits, the ENSULIB Guidelines present significant shortcomings, particularly due to their weak and generic connection with the United Nations 2030 Agenda, ignoring its specific objectives, targets, and indicators. The focus remains predominantly on the library’s internal environmental dimension, neglecting the potential for integration with the local ecosystem and contributions to broader institutional policies (Green Deal, European Pillar of Social Rights). Instead, alternative approaches like EBLIDA E-PANEMA and ICCROM “Our Collections Matter” are proposed, which demonstrate how libraries can explicitly align with the SDGs, linking their actions to recognized indicators and funding opportunities, shifting the focus from society’s impact on the library to the library’s impact on society.
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1. Presentazione delle Linee direttrici ENSULIB
La Sezione Ambiente, Sostenibilità e Biblioteche dell’IFLA (ENSULIB, Environment, Sustainability and Libraries) ha appena pubblicato una bozza di Linee direttrici per le biblioteche verdi e sostenibili con l’obiettivo di:
fornire uno strumento per la pianificazione, la realizzazione e la valutazione di biblioteche verdi e sostenibili.
Il documento è anche destinato a servire come quadro di riferimento per lo sviluppo di Linee direttrici nazionali per le biblioteche verdi e sostenibili (Hauke et al., 2025, p. 7).
Dopo avere definito “verde e sostenibile” la biblioteca che “tiene conto della sostenibilità ambientale, economica e sociale”, il documento enuncia un’agenda di sostenibilità, che include i seguenti principi volti a regolare:
- gli edifici e le attrezzature ecologiche, con emissioni e impronta di carbonio fortemente ridotte;
- l’ufficio ecologico, le cui procedure operative sono sostenibili dal punto di vista ambientale;
- l’economia circolare nei consumi e nelle pratiche bibliotecarie, da condividere con le comunità servite dalla biblioteca;
- i servizi, con l’offerta di informazioni pertinenti, aggiornate e di facile accesso per gli utenti, con spazi condivisi, dispositivi e operazioni efficienti, ad impronta di carbonio positiva;
- la sostenibilità sociale, indirizzata all’educazione, l’alfabetizzazione, l’impegno nella comunità, la diversità culturale, l’inclusione sociale e la partecipazione, in cui la biblioteca lavora attivamente alla riduzione delle disuguaglianze;
- la gestione ambientale, con obiettivi SMART (Specifici, Misurabili, Raggiungibili, Realistici e Tempestivi), in cui la politica ambientale della biblioteca e la sua attuazione sono comunicate a un pubblico più ampio;
- l’impegno verso obiettivi e programmi ambientali generali, guidato dagli “obiettivi di sviluppo sostenibile” (Sustainable Development Goals – d’ora in poi anche SDG) delle Nazioni Unite, dall’Accordo sul Clima di Parigi e dai relativi certificati e programmi ambientali.
2. Linee direttrici ENSULIB al vaglio: una lettura critica
2.1 I pregi delle Linee direttrici
Il programma ENSULIB, su cui dovrebbero essere fondate le Linee direttrici nazionali per le biblioteche verdi e sostenibili, ha il principale pregio di essere concreto. Esso mette al centro della sua azione la biblioteca come spazio fisico proiettato verso la sua comunità di riferimento e ne analizza i servizi, i processi, il personale e la sostenibilità nel lungo termine.
Il focus delle Linee è descritto nella Figura 1 (“Principi di una biblioteca verde e sostenibile”), da adattare a specifici contesti nazionali, quale che sia il loro prodotto interno lordo.
I capitoli sugli edifici bibliotecari e le loro attrezzature sono molto dettagliati e coprono, passo dopo passo, la progettazione edilizia, le operazioni e la gestione. Sono ad esempio messe in evidenza le pratiche di costruzione sostenibili – lo spazio utile generale, l’ingresso della biblioteca, le operazioni di uscita, lo stoccaggio dei materiali durante la costruzione – nonché il principio di riqualificazione, piuttosto che di demolizione dei vecchi edifici. Si raccomanda la riduzione degli imballaggi e l’utilizzo di componenti prefabbricati quando possibile.
Spiegazioni dettagliate riguardano inoltre la progettazione edilizia a supporto della conservazione e della preservazione delle collezioni, cruciale per la loro manutenzione.
Il clima interno, ad esempio, va mantenuto stabile, con temperature tra i 18 e i 22 gradi e un’umidità relativa (RH) ottimale tra il 40% e il 55% del vapore nell’aria, mentre i depositi vanno bene isolati per prevenire l’ingresso di acqua o umidità. Seguono una lista di raccomandazioni sugli impianti: controllo climatico sui sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata), priorità alle fonti di energia rinnovabile, sistemi di schermatura e vetri speciali, filtrazione e circolazione dell’aria, utilizzo di materiali a basse emissioni e non tossici, sistemi antincendio con agenti a basso impatto, sistemi di stoccaggio specializzati. Vengono consigliati standard nazionali o internazionali di sostenibilità – si ricorda che per l’Italia lo standard è UNI 11973 (UNI 11973:2025).
Di particolare importanza è il Piano di attuazione della strategia di sostenibilità, con la pubblicazione di una dichiarazione di intenti allineata agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la presentazione di traguardi chiari di risparmio energetico, incentivando le pratiche sostenibili e il controllo sui partner commerciali.
Le Linee guida raccomandano, inoltre, che la strategia di sostenibilità sia attuata coinvolgendo utenti e stakeholder, organizzando campagne di mobilità sostenibile, allestendo una segnaletica educativa, esercitando trasparenza nella comunicazione dei costi energetici e, infine, stimolando un piano di riduzione dei consumi (minimo uso di carta, promozione di articoli riutilizzabili, rimozione di plastiche dalle copertine dei libri e prolungamento della vita di mobili e computer).
L’Ufficio della Biblioteca verde dovrebbe comportare la minimizzazione dell’ingombro fisico attraverso spazi condivisi e flessibili, dando inoltre la priorità a fornitori verdi, locali e certificati, e tenendo in considerazione le emissioni di CO2 e gli imballaggi. I sacchetti di plastica vanno sostituiti con contenitori alternativi. Per le routine di approvvigionamento si raccomanda l’utilizzo di fornitori aderenti alle associazioni di commercio equo e solidale.
Più in particolare, dovrebbe essere incoraggiata l’estensione della durata dell’hardware tramite riparazione, riutilizzo e riciclo secondo i principi della Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione Verde (Green IT). Le soluzioni software suggerite dovrebbero ottimizzare l’uso di energia (standby automatico, rimozione di app inutilizzate), con aggiornamenti regolari cruciali per la cybersecurity. Le biblioteche dovrebbero, infine, dare priorità ai formati digitali per la documentazione e implementare la stampa predefinita fronte/retro in bianco e nero, evitando la carta termica, incoraggiando la scansione e offrendo ricevute via email.
Riguardo alla gestione della biblioteca, la lista di indicazioni riguarda la gestione del personale – cui dovrebbe essere raccomandato l’utilizzo dei trasporti pubblici, la bicicletta e il carpooling per la partecipazione alle conferenze – ma anche quella della cucina, del caffè e delle occasioni di catering, con l’efficientamento della produzione di acqua calda, l’uso di vetreria e posate riutilizzabili, dando priorità ai prodotti certificati fair trade e a opzioni alimentari vegane.
Infine, nella gestione delle strutture si raccomanda di evitare l’uso di sostanze chimiche nocive, optando per l’utilizzo di prodotti per la pulizia naturali e biodegradabili, illuminando le sale con elementi LED a controllo intelligente, installando rubinetti a risparmio idrico e allestendo stazioni complete per il riciclo e il compostaggio.
Infine, l’uso di energia va monitorato, così come l’impronta di carbonio, con l’obiettivo finale di un futuro a zero emissioni.
Il documento si conclude con un elenco di risorse utili per le operazioni e la manutenzione, di cui una prima lista non esaustiva è inclusa nella Bibliografia finale.
In ultima analisi, le Linee direttrici ENSULIB rappresentano un vademecum utile e di facile consultazione per un intervento di tipo strutturale sull’edificio e le superfici interne. Esse possono essere utilizzate per la riprogettazione degli spazi esistenti o la progettazione di nuovi spazi. La loro utilità dovrebbe, ad esempio, risultare evidente nella ricostruzione delle biblioteche ucraine distrutte dai bombardamenti russi, anche se i processi di diplomazia culturale si sottraggono spesso al controllo professionale, come sa chi è addentro ai meccanismi di cooperazione internazionale.
2.2 I difetti delle Linee direttrici
IFLA è l’organizzazione che, insieme alle altre organizzazioni di carattere culturale, mantiene i contatti con l’ONU e promuove l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile attraverso la sua rete professionale. Eppure le Linee direttrici ENSULIB non fanno praticamente menzione dell’Agenda 2030 se non in termini assai generici, come se, oltre i 17 Obiettivi, non esistessero 169 traguardi (o Targets) e, meno che meno, 244 indicatori ufficiali. Esse non specificano i Target cui intendono aderire, né identificano gli indicatori tenuti in conto.
Per quanto paradossale possa sembrare, dalla lettura delle Linee direttrici si evincerebbe l’esistenza di una biblioteca verde e sostenibile, che però si muove al di fuori della logica propulsiva dell’Agenda 2030.
Attenta alla percezione della propria sostenibilità ambientale, la biblioteca ENSULIB sembra – ed è questo il secondo difetto – incapace di valutare i benefici dei suoi servizi. Le Linee direttrici non tengono conto delle opportunità offerte dall’integrazione della biblioteca con l’ecosistema locale – associazioni, comunità, raggruppamenti civici (SDG 17) – né del loro contributo alle politiche istituzionali nazionali o locali, volte ad assicurare il rispetto dei cinque principi che informano l’Agenda 2030 : Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership.
Il focus di ENSULIB, insomma, è sulla dimensione ambientale dell’Agenda 2030 limitata allo spazio interno bibliotecario e alla sua immediata prossimità.
Lo dimostra anche la natura del Premio IFLA “Green Library”, istituito nel 2016 e sponsorizzato da De Gruyter Brill Publishing, che promuove la sostenibilità ambientale in tutte le sue forme, sia nella tangibilità di edifici, servizi, attività, programmazione, risorse informative, collezioni e progetti, sia nell’intangibilità dell’educazione e della consapevolezza ambientale.
Dal 2021 è stato introdotto un riconoscimento speciale per i progetti il cui impatto ambientale è raggiunto grazie a risorse finanziarie minime, incoraggiando così la partecipazione di biblioteche situate in regioni meno favorite. Dal 2016 al 2024 la maggior parte dei premi è stata assegnata a best practices riguardanti l’educazione e la consapevolezza ambientale (31.37%), seguita da progetti riguardanti l’efficienza energetica (15.69%) e gli spazi verdi (13.73%) (Zakaria & Hendi, 2024).
Un’altra considerazione da fare in merito alle Linee direttrici ENSULIB è che l’Agenda 2030 è minimizzata e ridotta a pratiche elementari ecologiche da soddisfare in biblioteca. Ricordiamo che, al contrario, il pilastro ambientale dell’Agenda è indivisibile dai pilastri sociale ed economico (con l’UNESCO che sostiene anche un pilastro culturale trasversale). Sebbene la biblioteca verde e sostenibile debba tenere in conto, come è enunciato nelle Linee direttrici, “una metrica di sostenibilità ambientale, sociale, ed economica allineata con gli obiettivi della biblioteca (ad esempio, uso d’energia, riduzione dello spreco, impegno a favore della comunità” (Hauke et al 2025, p. 43), le ragioni della sostenibilità sociale dell’azione culturale e educativa della biblioteca sono condensate in uno smilzo paragrafo (4.6), che non copre neppure una pagina del documento.
Eppure, è proprio la dimensione sociale dell’Agenda 2030 che le biblioteche di tutti i paesi europei stanno oggi attivamente perseguendo, come dimostra un’indagine EBLIDA (del 2022, aggiornata nel 2023) che indicava infatti soprattutto nell’SDG 4, ma anche negli SDG 11, 10, 16, 17, e 3 gli obiettivi prioritari per l’azione della biblioteca sostenibile (ricordiamo che l’indagine è stata eseguita in tempi post-Covid).
Oltre alla scarsa, o nulla, considerazione dei pilastri sociale ed economico, alle Linee direttrici si può rimproverare anche il mancato collegamento con fondamentali azioni internazionali, come quelle realizzate dall’UNESCO o dalla Commissione europea. In Europa, infatti, la dimensione ambientale degli SDGs si colloca all’interno di un programma politico denominato “Green Deal”, i cui obiettivi vanno strenuamente perseguiti, malgrado – o forse proprio perché – essi sono stati molto annacquati rispetto alle promesse originarie. Gli obiettivi sociali dell’Agenda 2030 sono invece collegati a un’importante iniziativa europea: il “Pilastro europeo dei diritti sociali” (EPSR).
Proclamato nel 2017 dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione europea, EPSR funge da bussola per un’Europa sociale forte, delineando 20 principi e diritti chiave volti a costruire mercati del lavoro e sistemi di welfare più equi e inclusivi in tutta l’Unione europea (European Commission, 2025). Tale bussola è organizzata intorno a tre aree principali: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, protezione sociale e inclusione. Quel che più conta, il Piano d’azione per l’EPSR è corredato da un Social Scoreboard, i cui indicatori sono allineati a quelli dell’Agenda 2030 (European Commission, 2021).
Va ricordato che lo stesso Piano d’azione invita tutti gli Stati membri a presentare relazioni nazionali entro il 2025; le biblioteche, nel loro ruolo vitale di fornitori di inclusione sociale e di educazione comunitaria, si trovano in una posizione unica per contribuire agli obiettivi EPSR.
L’EPSR non è la sola “bussola” europea di pertinenza per le biblioteche. Essa sarà accompagnata da una “Bussola culturale”, attualmente in fase di stesura e annunciata per la fine del 2025. Fondata su documenti come la “Nuova Agenda europea per la cultura” (2018)
e il “Piano di lavoro per la cultura” 2024-2026 (nella quale rientra anche il Gruppo OMC Biblioteca), la Bussola culturale mira a migliorare le condizioni di lavoro per artisti e professionisti della cultura, sbloccare il potenziale di competitività dei settori culturali e creativi e
garantire la promozione delle opportunità di finanziamento (European Commission, 2024).
Tali “Bussole” non sono solo documenti strategici; ad essi sono collegati indicatori e, naturalmente, fonti di finanziamento. Se tutte le biblioteche in ogni parte del mondo, in esecuzione delle Linee direttrici ENSULIB, fossero totalmente verdi e sostenibili, il loro contributo a indicatori come quello fissato dall’Agenda 2030 “Aumento della quota di energia rinnovabile nel mix energetico globale” (SDG Indicatore 7.2.1) sarebbe comprensibilmente molto marginale. La trasformazione radicale dei sistemi di mobilità, ad esempio, è una misura comparativamente molto più determinante.
Come si è detto, il Pilastro europeo dei Diritti Sociali è basato sugli indicatori fissati dall’European Social Scoreborad agganciati all’Agenda 2030, alcuni dei quali – come la partecipazione alla formazione professionale continua, il tasso di rischio di povertà o esclusione sociale, il livello di accesso ai servizi digitali e all’inclusione digitale – sono di assoluta rilevanza per le biblioteche (European Commission, 2021a).
Gli istituti nazionali di statistica in molti paesi del mondo, e a maggior ragione l’ISTAT, hanno misurazioni efficaci e dettagliate, regione per regione, del progresso, ad esempio, degli SDGs 4, 5, 10 e 11: si tratta, tra gli altri, degli Indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile), sui quali tanto ha discusso la letteratura professionale italiana (Faggiolani, 2021). Ricorrere a questi indicatori renderebbe la lettura dell’azione bibliotecaria molto più leggibile e più chiaro anche il ruolo della biblioteca nella lotta all’esclusione sociale (Kosciejew, 2020).
È difficile che la Biblioteca ENSULIB – concentrata sulla revisione dei suoi spazi, dei processi interni e delle collezioni, ma scarsamente attenta a partnership territoriali, alla valutazione dei risultati secondo indicatori riconosciuti e alle politiche di attori consimili o istituzionali
– troverà accesso alle fonti di finanziamento riguardanti il progresso dell’Agenda 2030. Eppure, è proprio il perseguimento degli SDG rientranti nel Pilastro dei diritti sociali che è il fattore determinante per l’accesso ai Fondi strutturali e di investimento europei, come dimostrano gli Accordi di partenariato tra la Commissione europea e ogni Stato membro. Tali Accordi, infatti, utilizzano l’European Social Scoreboard in modo intenso e produttivo (European Commission, 2021b).
Oltre trenta anni fa Zweizig lamentava il fatto che la biblioteconomia si occupasse dell’impatto dell’utenza sulla vita della biblioteca, invece di focalizzarsi sull’impatto della biblioteca sulla vita dell’utenza (cit. da Buschman, 2017). Parafrasando Zweizig, potremmo dire che le Linee direttrici ENSULIB mostrano come la società possa modificare la biblioteca, ma non spiegano, al contrario, come la biblioteca possa a sua volta modificare la società.
3. Perché ENSULIB, un programma che ha tanto successo in IFLA, produce Linee direttrici senza alcun esplicito collegamento con l’Agenda 2030?
Il programma ENSULIB è tra quelli che hanno maggiore successo in IFLA. ENSULIB parte da lontano, dall’IFLA Statement on Libraries and Sustainable Development (IFLA, 2002), che raccomandava alle biblioteche di difendere i principi dello sviluppo sostenibile per rispondere ai bisogni del presente senza compromettere i bisogni delle generazioni future.
Fin dall’inizio gli obiettivi di ENSULIB si sono quindi concentrati sulla promozione delle biblioteche “verdi” (green libraries) e sull’adozione di pratiche sostenibili all’interno delle istituzioni bibliotecarie. Nel 2009 fu creato uno Special Interest Group on Environment, Sustainability and Libraries. Nel 2016, un anno dopo l’approvazione dell’Agenda 2030, ENSULIB istituisce il Green Library Award, sponsorizzato da De Gruyter Publishing.
Con l’adozione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nel settembre 2015, l’IFLA ha riconosciuto il ruolo cruciale delle biblioteche nel raggiungimento degli SDGs. Il focus di ENSULIB rimane però ancorato a temi tradizionali come l’efficienza energetica degli edifici bibliotecari, la gestione dei rifiuti, l’uso di materiali ecocompatibili e la promozione di collezioni e servizi che sensibilizzino il pubblico sulle questioni ambientali. Per quale ragione?
Il successo di ENSULIB in seno ad IFLA è dovuto alla visione, la dottrina e la leadership in particolare di due dei suoi membri: Harri Sahavirta (Chair) e Petra Hauke (Mentor), destinatari, rispettivamente nel 2023 e nel 2021, della Pergamena di Ringraziamento IFLA (Scroll of Appreciation), che è il più alto riconoscimento IFLA agli individui distintisi per il loro eccezionale contributo alle attività dell’organizzazione. Sahavirta ha portato in ENSULIB l’esperienza maturata nella costruzione della Biblioteca Oodi di Helsinki, un esempio senza facili paragoni di biblioteca sostenibile. La seconda ha fatto da anni della biblioteca sostenibile il suo terreno di ricerca nelle università tedesche dove ha lavorato, l’ultima delle quali è la Humboldt-Universität di Berlino.
Sahavirta e Hauke sono, rispettivamente, finlandese e tedesca. Nella tavola che segue, sono comparati gli indicatori di emissione CO2 in Finlandia e in Germania con gli indicatori Eurostat utilizzati per misurare il Pilastro europeo dei Diritti sociali.
L’Agenda 2023 non è monolitica; ogni paese se ne appropria in funzione dei suoi bisogni e degli obiettivi cui riserva le priorità. È evidente che Finlandia e Germania, e i cittadini di quei paesi, hanno la necessità di privilegiare gli obiettivi climatici nell’Agenda 2023, dati i pessimi risultati nazionali, mentre l’inerenza degli indicatori legati a prestazioni di carattere sociale e educativo è sottovalutata perché in genere è al di sopra della media europea. A titolo esemplificativo nella Figura 2: competenze digitali, numero di NEET (Not in Education, Employment or Training) e gender gap.
Dal momento che ogni Paese ha un proprio approccio alla sostenibilità, è plausibile che questi dati abbiano portato i leader di ENSULIB a privilegiare un’angolatura specifica dell’Agenda 2030, fondata sul terreno ambientale.
4. L’Agenda 2030 nel mondo delle istituzioni culturali: gli esempi di E-PANEMA e “Our Collections Matter” di ICCROM
Esistono approcci alternativi a quelli scelti da IFLA-ENSULIB? Le iniziative che seguono mostrano due best practices direttamente agganciate all’Agenda 2030, della quale seguono la logica e i processi.
E-PANEMA (EBLIDA PArtNErship MAtching tool) di EBLIDA (European Bureau of Library, Information and Documentation Associations) è un portale online innovativo, volto a facilitare la collaborazione tra le biblioteche europee, in particolare su progetti finanziati dall’Unione europea (EBLIDA, 2025). L’idea è quella di fornire una piattaforma centralizzata che aiuti i membri EBLIDA, e più in generale le biblioteche di tutta Europa, a trovare partner in modo autonomo e immediato. Rispetto al portale IFLA Library Map of the World, E-PANEMA non solo presenta stories collegandole agli SDGs, ma lega queste storie a specifici finanziamenti europei, mostrando quindi la necessità di modulare i progetti bibliotecari in funzione di prospettive più generali legate all’ottenimento di risorse.
Attraverso il portale, le biblioteche possono esplorare un’ampia gamma di progetti già realizzati, ottenendo ispirazione e idee per le proprie proposte. Il portale è valido sia per i fondi direttamente gestiti dalla Commissione europea (Erasmus+, CERV, Creative Europe), sia per i Fondi indirettamente gestiti, come i fondi strutturali e di investimento dell’Unione europea. Uno dei filtri di ricerca della base E-PANEMA riguarda appunto gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La piattaforma cataloga iniziative e attività orientate agli SDGs, dimostrando come le biblioteche siano attori cruciali nel raggiungimento di questi obiettivi globali.
Ancora più incisiva nell’approfondimento dell’Agenda 2030 è l’iniziativa “Our Collections Matter” (OCM) dell’ICCROM. Lanciata nel 2021, essa evidenzia e massimizza il potenziale delle collezioni del patrimonio culturale nel contesto dello sviluppo sostenibile. Riconoscendo che il patrimonio è un importante motore di progresso sociale, economico e ambientale, OCM supporta musei, biblioteche e archivi nel tradurre le loro aspirazioni e impegni in azioni concrete che contribuiscano agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (ICCROM 2025).
Per raggiungere i suoi obiettivi, OCM ha sviluppato un “Toolkit” completo, in più lingue, che assiste le istituzioni a stabilire obiettivi, pianificare e attuare azioni, monitorare e valutare le attività, e collegare il loro lavoro agli sforzi internazionali per un futuro più sostenibile. In effetti, l’area museale ha sviluppato un intero programma di attività in cui le aree di intervento sono sistematicamente collegate a uno dei targets dell’Agenda 2030. Non solo. Dall’analisi del sito ICCROM si nota la ricerca di indicatori specifici, come quelli ad esempio proposti per il perseguimento di SDG 1.1 (cfr. Fig. 3).
5. Due studi di caso: la Biblioteca pubblica di Bergen e la Biblioteca “Annalisa Durante” di Napoli
Il giovanotto in giacca e boxer intento a utilizzare una macchina da cucire nella Foto 1 è il testimonial di The Sustainability Lab, un progetto di notevole successo che ha origine nella Biblioteca pubblica di Bergen e ha l’obiettivo di recuperare e riciclare i panni usati.
La Norvegia ha un alto tasso di emissioni in CO2 (7,7 Tonn per abitante, persino superiore a quello della Finlandia). Uno degli intenti di Sustainability Lab è quello di contribuire ad invertire la tendenza, spingendo i cittadini a dare una seconda vita agli abiti da loro indossati attraverso l’insegnamento della rammendatura e della cucitura. Queste competenze, un tempo comuni, sono oggi quasi dimenticate in molti paesi occidentali, dove la pratica quotidiana suggerisce la sostituzione dei capi usati piuttosto che il loro recupero.
L’esperienza della Biblioteca di Bergen è un eccellente esempio di come si possano insegnare i principi fondamentali dell’economia circolare a una popolazione ormai adusa ai meccanismi della produzione sfrenata di beni di consumo. Non a caso, The Sustainability Lab è un’esperienza pilota che sta facendo scuola, riconosciuta come modello esemplare nel Nordic Libraries for Sustainability e in numerosi altri contesti internazionali. Si tratta quindi di un progetto perfettamente allineato con le politiche governative di livello nazionale e locale della Norvegia e agli SDG 12.5 e 4.7 dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.
La Strategia norvegese per lo sviluppo sostenibile (2020-2023) statuisce infatti che le biblioteche devono attuare misure di riduzione delle emissioni, distinguendosi nell’ecosistema culturale come organizzazioni che sviluppano soluzioni specifiche per la gestione dei rifiuti, dei materiali monouso e del loro riuso.
Il progetto ha ottenuto la certificazione Eco-Lighthouse per le biblioteche attribuito dal Piano nazionale norvegese (Bærekraftslaben, 2022-2024).
Immaginiamo ora di applicare tale best practice a un’area italiana, ad esempio quella napoletana di cui ho, per ragioni biografiche, una conoscenza piuttosto approfondita. Esistono le condizioni di replicabilità per The Sustainability Lab? Ci sembra opportuno introdurre qui la distinzione tra ciò che è desiderabile, probabile e possibile.
Immaginiamo che una biblioteca di area napoletana abbia la fortuna di sostituire il volto del ragazzo scandinavo con quello di un attore fortemente popolare: Marco D’Amore, ad esempio. Non c’è dubbio che un Marco D’Amore in giacca e boxer intento a pedalare su una macchina da cucire farebbe notizia. Ecco un obiettivo fortemente desiderabile in un’area che ha un bisogno disperato di interventi sociali (anche se, va detto, un uomo che pedala su una macchina da cucire è più facilmente interpretabile in Italia come un manifesto a favore della parità tra i sessi e della lotta al patriarcato, che si tratti di una biblioteca di Casoria o di – mettiamo – Busto Arsizio).
È improbabile, però, che le politiche locali in area napoletana convoglino le loro risorse verso obiettivi di economia circolare (peraltro relativamente prospera nell’area napoletana, soprattutto in materia di abbigliamento). È più probabile, invece, che esse diano priorità alla lotta a fenomeni sociali dirompenti, come la proliferazione di NEET o la crescita degli abbandoni scolastici, o ad altre misure legate alla sostenibilità sociale. Come si legge nell’Accordo di partneriato tra Italia e Commissione europea, nelle regioni meridionali, infatti, i NEET e gli abbandoni scolastici hanno percentuali, rispettivamente, del 33% e del 18,2% in rapporto a specifici campioni di popolazione giovanile (contro una media NEET del 12,6% a livello europeo e del 22,2% in Italia e una media di abbandoni scolastici europea del 10,2% e del 13,5% a livello nazionale) (European Commission, 2021b, p. 9-10).
Ci si può attendere, quindi, che i bibliotecari attivi nella regione napoletana facciano advocacy piuttosto per la Biblioteca “Annalisa Durante” (cfr. Foto 2), come spazio di inclusione di educazione dei bambini e di cittadinanza attiva, in piena adesione al Target 4.7 “Educazione allo sviluppo sostenibile e alla cittadinanza globale”. I Patti educativi in Italia sono molto diversi a seconda dei territori e consentono di co-progettare l’offerta formativa oltre il perimetro dello spazio scolastico costruendo una continuità tra edifici e spazi esterni della città (ASviS 2022). Sono questi, dunque, gli obiettivi di sostenibilità sociale che le biblioteche italiane dovrebbero perseguire nel portare avanti l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
6. Per una roadmap bibliotecaria italiana all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
Le proposte EBLIDA e ICCROM mostrano che al di fuori dell’ambito IFLA sono esperibili diversi strumenti e “cassette degli attrezzi” con cui le biblioteche possono costruire la loro Agenda 2030. Su queste iniziative sarà redatta la Guida TELL alla Raccomandazione del Consiglio d’Europa sulla legislazione e la politica bibliotecaria in Europa nella Sezione II, che riguarda appunto le biblioteche nel quadro dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile (Rete delle Reti, 2025). Tale Agenda, infatti, non è un insieme di direttive calate dall’alto, ma una cornice flessibile che ogni nazione e, per estensione, ogni istituzione, è chiamata a interpretare e a fare propria.
La roadmap seguente delinea un percorso strategico per le biblioteche che intendano allinearsi e contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
1. Appropriarsi dell’Agenda 2030. Oltre la superficie
Il primo passo è comprendere che l’Agenda 2030 non è un “compito” assegnato da autorità esterne, ma una specifica opportunità, con cui la biblioteca ridefinisce il suo ruolo e impatto sulla comunità di riferimento. È certamente l’ONU che ha dato vita all’Agenda, ma la sua forza risiede nella capacità di ciascun paese, e di ogni attore locale, di adattarla alle proprie specificità e priorità. Gli indicatori originali (244) sono una base a partire dalla quale occorre procedere alla “traduzione” contestuale.
Come farlo in pratica.
- Contestualizzare gli SDG. Non tutti gli SDG o i loro target hanno la stessa rilevanza per ogni biblioteca o comunità. È cruciale identificare quali SDG siano più pertinenti al contesto locale e alle missioni della biblioteca. Ad esempio, se l’SDG 2 “Lotta alla fame” viene interpretato in Europa come “lotta all’obesità”, una biblioteca può concentrarsi sulla promozione di stili di vita sani attraverso laboratori di cucina consapevole o l’offerta di informazioni su una sana alimentazione. Analogamente, l’SDG 5 “Parità di genere”, che in alcuni paesi africani si traduce in lotta contro l’infibulazione, in Europa può significare promozione dell’uguaglianza di genere, inclusione della comunità LGBTQ+ e contrasto alla violenza di genere, temi che una biblioteca può affrontare tramite collezioni dedicate, eventi e campagne di sensibilizzazione.
- Formazione interna. Organizzare sessioni di formazione per il personale della biblioteca sugli SDG e le loro implicazioni locali. Questo aiuterà a creare una consapevolezza diffusa e a identificare nuove opportunità di servizio.
- Analisi delle risorse e dei servizi esistenti. Valutare come le attività e le risorse attuali della biblioteca (collezioni, programmi, spazi) già contribuiscono agli SDG, anche involontariamente. Questo può fornire un punto di partenza per espandere e rendere più intenzionali tali contributi.
2. Uscire dalla biblioteca. Imparare da altri attori
L’esempio ICCROM mostra che altri attori – musei, comuni, regioni, scuole, università e associazioni – stanno procedendo sulla stessa strada, con uguali missioni, avviando percorsi di integrazione dell’Agenda 2030. Per non rimanere un’entità isolata, è vitale quindi che la biblioteca guardi all’esperienza di altri attori locali e nazionali, imparando dalle loro esperienze, dai successi e insuccessi, e dalle loro sfide.
Come farlo in pratica:
- Benchmarking e studio di casi. Ricercare e analizzare come altre istituzioni culturali o enti locali (comuni, regioni) stanno implementando l’Agenda 2030. Molte di queste organizzazioni hanno già pubblicato le loro “agende 2030” in report di sostenibilità.
- Partecipazione a reti e forum. Unirsi a reti o forum locali, regionali o nazionali che si occupano di sostenibilità e Agenda 2030. Questo offre l’opportunità di scambiare esperienze, buone pratiche e identificare potenziali partner.
- Visite e incontri. Organizzare incontri o visite con rappresentanti di altre istituzioni che stanno già lavorando sull’Agenda 2030 per comprendere le loro strategie e sfide.
3. Lavorare con l’SDG 17. Creare Partenariati e Alleanze
L’obiettivo di sviluppo sostenibile 17, “Partenariati per gli obiettivi”, è forse il più cruciale per le biblioteche. Nessuna istituzione può raggiungere gli obiettivi da sola. Costruire relazioni solide e significative con una vasta gamma di attori è fondamentale per massimizzare l’impatto.
Come farlo in pratica.
- Mappatura degli stakeholder. Identificare tutti gli attori rilevanti nella comunità locale che potrebbero essere interessati o coinvolti nell’Agenda 2030: scuole, università, associazioni di volontariato, enti pubblici, aziende locali, gruppi civici, centri di ricerca, altri istituti culturali (musei, teatri).
- Incontri esplorativi. Organizzare incontri iniziali con potenziali partner per presentare l’interesse della biblioteca nell’Agenda 2030 e esplorare possibili aree di collaborazione.
- Accordi di partenariato. Formalizzare le collaborazioni attraverso protocolli d’intesa o accordi specifici che delineino ruoli, responsabilità e obiettivi comuni. Questo può includere la co-organizzazione di eventi, la condivisione di risorse o lo sviluppo congiunto di progetti.
- Rafforzare i partenariati esistenti. Non sottovalutare l’importanza di rafforzare le relazioni con i partner già esistenti, esplorando come le collaborazioni attuali possano essere orientate verso gli SDG.
4. Fissare un piano pluriennale di applicazione di alcuni target SDG
Una volta che la biblioteca si è appropriata dell’Agenda 2030 e ha identificato i potenziali partner, è essenziale tradurre questa consapevolezza in un piano d’azione concreto. Un piano pluriennale consente di definire obiettivi realistici e di monitorare i progressi nel tempo.
Come farlo in pratica.
- Selezione dei target specifici. Invece di tentare di affrontare tutti gli SDG contemporaneamente, concentrarsi su un numero limitato di target specifici che sono particolarmente rilevanti per la missione della biblioteca e per le esigenze della comunità locale. Ad esempio, se si sceglie l’SDG 4 “Istruzione di qualità”, un target potrebbe essere “garantire che tutti i giovani e una parte sostanziale degli adulti, uomini e donne, raggiungano l’alfabetizzazione e la capacità di calcolo” (Target 4.6) e iniziare programmi in tal senso, monitorando accuratamente i processi e i risultati.
- Definizione di obiettivi e attività. Per ciascun target selezionato, definire obiettivi chiari, misurabili, raggiungibili, rilevanti, con scadenze definite. Per l’esempio precedente, un obiettivo potrebbe essere “Aumentare del 15% il numero di partecipanti ai corsi di alfabetizzazione digitale offerti dalla biblioteca entro tre anni”. Delineare così le attività specifiche necessarie per raggiungere questi obiettivi.
- Coinvolgimento delle istituzioni locali e settoriali. Collaborare strettamente con le istituzioni locali (comuni, scuole, servizi sociali) e settoriali (organizzazioni non profit, associazioni di categoria) nella definizione e attuazione del piano. La co-creazione garantisce che il piano sia allineato alle priorità locali e abbia il supporto necessario.
- Assegnazione di responsabilità e risorse. Assegnare chiaramente le responsabilità per ciascuna attività e allocare le risorse necessarie (personale, budget, spazi), facendo ricorso, quando disponibili, a risorse di carattere locale, nazionale, europee o di fondazioni e altri enti filantropici.
5. Dati, dati, dati… Allinearsi agli indicatori correnti
La misurazione è cruciale per il successo. La comprensione del punto di partenza, il monitoraggio dei progressi e la prova dell’impatto delle attività della biblioteca sull’Agenda 2030 devono essere fondati sulla base di dati affidabili. Senza dati, ogni sforzo rischia di rimanere aneddotico e non verificabile.
Come farlo in pratica.
- Identificare gli indicatori rilevanti: Per ciascun target selezionato nel piano, identificare gli indicatori ufficiali dell’Agenda 2030 che sono più adatti a misurare il contributo della biblioteca. Ad esempio, per il Target 4.6, un indicatore potrebbe essere “Percentuale di adulti (di età 15-24, 25-64 e 65 anni e oltre) che possiedono almeno le competenze di base in lettura e scrittura” (Indicatore 4.6.1). Le biblioteche potrebbero adattare questi indicatori per raccogliere dati sul numero di partecipanti ai corsi di alfabetizzazione, il livello di competenze acquisite, o l’utilizzo di risorse educative.
- Raccogliere dati in modo sistematico. Implementare sistemi per la raccolta regolare e sistematica dei dati. Questo può includere sondaggi, statistiche sull’utilizzo dei servizi, registri di partecipazione agli eventi, feedback degli utenti, o l’integrazione con sistemi di raccolta dati di partner locali.
- Analizzare e interpretare i dati. Essenziale analizzarli, al fine di identificare tendenze, valutare l’efficacia delle attività e apportare eventuali aggiustamenti al piano.
- Interagire con altre istituzioni produttrici di dati. Molti dati rilevanti per gli SDG sono raccolti da enti pubblici (ISTAT a livello nazionale, uffici statistici regionali e comunali). Collaborare con queste istituzioni può facilitare l’accesso a dati aggregati e fornire un contesto più ampio per i dati della biblioteca.
6. Costruire una Tavola degli indicatori, mostrando così il contributo della biblioteca
L’ultimo passo, non meno importante, è comunicare in modo trasparente, dimostrando il valore aggiunto della biblioteca nell’implementazione dell’Agenda 2030. Costruendo una “tavola degli indicatori” si dimostra che il contributo della biblioteca non consiste solo nella promozione, ma anche nella realizzazione concreta degli SDG.
Come farlo in pratica.
- Sviluppo di una Tavola degli indicatori. In collaborazione con organizzazioni locali e settoriali, sviluppare una tavola degli indicatori chiara e concisa che presenti i dati raccolti dalla biblioteca e il loro contributo specifico ai target SDG selezionati. Questa tavola può essere adattata a partire dagli indicatori ufficiali dell’ONU per riflettere la realtà locale e le attività della biblioteca.
- Reportistica regolare. Preparare report periodici (annuali o biennali) che illustrino i progressi della biblioteca rispetto agli obiettivi del piano pluriennale e l’impatto delle sue attività sugli indicatori SDG. Questi report dovrebbero essere accessibili e comprensibili per un pubblico ampio, inclusi i decisori politici, i partner e la comunità.
- Comunicazione efficace. Utilizzare diversi canali di comunicazione (sito web della biblioteca, social media, newsletter, eventi pubblici, pubblicazioni) per diffondere i risultati e le storie di successo. La comunicazione dovrebbe enfatizzare non solo la promozione degli SDG attraverso eventi o risorse, ma anche il modo in cui la biblioteca contribuisce attivamente alla loro realizzazione, ad esempio migliorando l’alfabetizzazione, promuovendo l’inclusione sociale, o sostenendo la ricerca su temi di sostenibilità.
- Eventi di sensibilizzazione e di condivisione. Organizzare eventi aperti al pubblico per presentare la tavola degli indicatori e discutere il ruolo della biblioteca nell’Agenda 2030. Questi eventi possono includere testimonianze di utenti o partner, presentazioni di progetti e dibattiti.
Il programma qui esplicitato è già lo scheletro di una proposta di progetto che aderisca all’Agenda 2030 e sia finanziabile attraverso fondi locali, nazionali o europei.
Buona fortuna!