N.5 2022 - Biblioteche oggi | Luglio-Agosto 2022

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I Seminario Hispano-Italiano en Biblioteconomía y Documentación: estado actual y perspectivas se futuro - actas

Alessia Bergamini

alessia.bergamini@studio.unibo.it

Abstract

Recensione di Alessia Bergamini a I Seminario Hispano-Italiano en Biblioteconomía y Documentación: estado actual y perspectivas se futuro - actas, Madrid, Universidad Complutense de Madrid, 2021, 288 p.

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Il Seminario ispanico-italiano, tenutosi online nell’ottobre del 2020, è stato il primo risultato all’interno di un più ampio progetto che ha come obiettivo quello di creare ponti sovranazionali tra le discipline del libro e della documentazione, al fine di creare delle reti di confronto e scambio tra i due Paesi coinvolti. Disponibili full text e in open access, gli atti del seminario costituiscono le basi per future e proficue collaborazioni tra il mondo accademico spagnolo, in particolare l’Universidad Complutense di Madrid, a cui si sono aggiunte quelle di Barcellona ed Estremadura, e le Università italiane di Perugia, Salerno, Roma-La Sapienza, Torino, Firenze e Udine. Lungi dall’essere un lavoro preparatorio, in realtà l’opera ha già contenuti così densi e ben strutturati da far ben sperare per il secondo seminario che si terrà a novembre 2022. Come José Luis Gonzalo Sànchez-Molero e Mercedes Caridad Sebastián dichiarano nell’introduzione, in questo lavoro si è dato spazio a tre aree d’indagine: stato della disciplina; offerta disciplinare; promozione dell’internalizzazione. Guardando nel dettaglio i 17 contributi che costituiscono questi atti, i tre temi principali sono poi stati declinati attraverso cinque soggetti, che potremmo così riassumere: le discipline biblioteconomiche nell’università, nei contributi 1, 2 e 13; editoria accademica e professionale, nei contributi da 3 a 7; associazioni professionali e società internazionali, nei contributi da 8 a 12; la pratica biblioteconomica nel suo confronto con la società, dal contributo 14 al 17. 

Tornando all’introduzione, questa ci informa che il seminario ispano-italiano è stato preceduto da altri, quali il Seminario Hispano-Mexicano, arrivato alla XXVII edizione, e il Seminario Hispano-Brasileño, alla VI edizione. Sicuramente a monte di queste collaborazioni c’è una forte e dichiarata volontà dell’Università Complutense di potenziare l’internazionalizzazione, ma proseguendo nella lettura di De la Bibliografía a las Ciencias de la Documentación: la evolución de sus estudios en la Universidad Complutense de Madrid (1856-1990) di Sánchez-Molero, che presenta l’evoluzione storica delle discipline del libro e della documentazione in Spagna, appare chiaro come negli anni della guerra civile e del franchismo molti accademici e studiosi di rango furono costretti a riparare nel centro e nel sud dell’America, proseguendo poi la loro attività professionale in Messico, Venezuela e Cuba, dove apportarono sviluppi positivi nelle discipline bibliografiche e documentarie grazie al loro lavoro. In questo senso, si può dire che le collaborazioni tra la Spagna e le Università del Centro-Sud America non solo vogliano orientarsi al futuro, ma probabilmente cerchino anche di ricostruire un passato, piuttosto recente, che ha già avuto numerose convergenze e cross-over. I risvolti che la situazione sociale e le scelte politiche hanno sull’accademia sono evidenti anche nel secondo contributo di Guerrini e Ponzani, L’insegnamento della biblioteconomia in Italia, dove è presente una fotografia della didattica delle discipline afferenti al settore scientifico M-STO/08, ossia il trittico bibliografia, biblioteconomia e archivistica. Anche se l’educazione formale veicolata dalle università attraverso le lauree triennali, magistrali e master si intreccia con la formazione professionale promossa dalle associazioni di settore, questi due ambiti si scontrano con il mondo del lavoro, sia per quanto riguarda l’accademia, ossia la possibilità di far carriera all’interno delle università, sia per la possibilità di trovare occupazione nell’ambito di studio: nonostante i risultati statistici sembrino essere positivi, un elemento pervasivo e onnipresente sembra essere dato dal precariato. All’interno della prima area di senso, possiamo collocare anche Interpretare il cambiamento: due progetti del Dipartimento di Studi storici dell’Università di Torino, realizzato da Vivarelli, che in primis illustra il nuovo corso di laurea in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale, nel quale è stata data rilevanza agli insegnamenti inerenti alle competenze digitali, e successivamente tratta del progetto Reading(&)Machine, teso a utilizzare le nuove tecnologie per ottimizzare l’uso dei dati delle biblioteche, così da trasformarli in servizi su misura per l’utente. Sebbene il contributo si ponga come trait d’union tra accademia e società, e quindi possa essere affiancato ai contributi finali degli atti che affrontano il tema della pratica biblioteconomica nel suo confronto con le comunità, in realtà il testo è esemplificativo di come i cambiamenti di ordine semantico siano il riflesso di un’evoluzione epistemologica della disciplina biblioteconomica stessa, inducendo la pratica e le attività professionali a seguire questo rinnovamento. Infatti, sia in Spagna sia in Italia abbiamo assistito a un lento e progressivo slittamento, che ha portato dalle scienze biblioteconomiche ad un orizzonte più ampio costituito dalla scienza dell’informazione: questo cambiamento si riflette nell’offerta formativa, nella ricerca e nella sperimentazione di nuove e migliorative tecnologie e nell’apertura verso le comunità. 

Come detto inizialmente, possiamo far rientrare nella sezione dedicata all’editoria e alle riviste cinque interventi, ossia: La presencia de las revistas científicas de Documentación en los criterios de evaluación de investigadores españoles, di Mercedes Caridad Sebastián e Daniel Martínez Ávila; Le riviste di biblioteconomia in Italia: una panoramica, di Giovanni Solimine e Alberto Salarelli; El avance sigiloso de las revistas de comunicación frente a las de documentación: causas y consecuencias, di Juan Carlos Marcos Recio; La produzione editoriale e la distribuzione di monografie di biblioteconomia in Italia (2015- 2019), di Andrea Capaccioni, Paola Castellucci e Elena Ranfa; Ledizioni-LediPublishing: una casa editrice al servizio dell’università di Nicola Cavalli. I contributi mettono in luce le specificità del mercato editoriale scientifico nei settori della bibliografia e della biblioteconomia, permettendo al lettore di farsi un’idea del panorama spagnolo e di quello italiano, così da poter comparare i due scenari riuscendo a individuare aderenze e discrepanze. Uno dei temi affrontati è quello relativo all’analisi del circolo vizioso innestato dai meccanismi di valutazione delle riviste proposti dalle agenzie nazionali e internazionali: la comunità di studiosi è orientata a pubblicare su quelle realtà editoriali che possiedono un alto grado di riconoscimento nei sistemi di valutazione, perché maggiormente considerati ai fini dell’avanzamento di carriera, mentre le riviste che non incontrano questi criteri rimangono ai margini, attirando meno proposte, rischiando così il collasso e, più in generale, si tende a una polarizzazione della ricerca verso quei pochi periodici-vettori che rispondono ai requisiti stabiliti dalle agenzie. Sebbene le pubblicazioni periodiche rimangano un importante strumento di propagazione della conoscenza, anzi, proprio perché apportano un contributo fondamentale alla ricerca e all’innovazione, dovrebbero poter contare su meccanismi di valutazione più equi così da garantire e conservare una pluralità di vedute al fine di ampliare il dibattito accademico. 

Con Reflexiones sobre al asociacionismo en Biblioteconomía y Documentación en España di Carpallo Bautista e Martínez Cardama si apre il tema delle società e delle associazioni bibliografiche, sia di stampo nazionale sia internazionale. Gli autori propongono una carrellata delle diverse realtà presenti in Spagna, contando nove associazioni di tipo generale, undici dedicate ai bibliotecari, tredici pensate per gli archivisti, quattro per la documentazione; al di sopra si pongono le federazioni, per un totale di quattro. La molteplicità di associazioni si deve, non tanto alla suddivisione per disciplina, quanto alla rappresentazione geografica-territoriale che risulta essere estremamente capillare. È qui doveroso citare l’AEB, a cui è dedicato il contributo di Yolanda Clemente San Román, La Asociación Española de Bibliografía: pasado, presente y futuro de la bibliografía en España, che dal 1988 ha come obiettivo quello della promozione dello studio della bibliografia, del libro antico e del patrimonio bibliografico. Borraccini e Di Domenico presentano invece la SISBB, La Società italiana di scienze bibliografiche e biblioteconomiche: in particolare vengono illustrate le collaborazioni e la tensione verso la terza missione, attività che la SISBB promuove. In questa parte non manca il richiamo a realtà internazionali, quali sono ISKO, International Society for Knowledge Organisation e SHARP, The Society for the History of Authorship, Reading and Publishing. Nata nel 1989 a Francoforte, ISKO ha come obiettivo lo “studio della rappresentazione e dell’organizzazione dei contenuti e delle conoscenze registrate nei documenti, a stampa e digitali, seguendo diverse metodologie e utilizzando anche le tecnologie informatiche”, come Biagetti esemplifica nelle prime righe del contributo. L’autrice non solo riassume lo sviluppo dell’information science e i principali temi di cui si occupa ISKO, ma offre anche uno spaccato degli argomenti salienti che oggi si configurano come le nuove frontiere della digital library e, più in generale, della struttura dei dati nel web, quali i linked open data e il web semantico. De Franceschi tratta di SHARP, fondata nel 1992, che si configura come una 

non-profit organization serving as a global network for the promotion of teaching and research in book history. “Book History” is defined as the interdisciplinary study of the composition, mediation, reception, survival, and transformation of written communication in material forms, from the ancient world to the present day

come indicato nell’articolo 1 dell’atto costitutivo. Appare quindi chiaro che associazioni, società e federazioni hanno certo lo scopo di riunire professionisti e studiosi, oltre ad aprire un confronto tra di essi, ma ancora di più c’è l’esigenza di rendersi visibili come comunità professionali, con l’auspicio che sia di supporto nel dialogo con altre discipline e con la società tutta. 

Non a caso, dopo la parte dedicata alle associazioni, si apre la sezione rivolta al rapporto tra biblioteche e società. 

I contributi Biblioteche e biblioteconomia: la pericolosa polisemia della parola “sociale” di Chiara Faggiolani, La Biblioteconomía Social: teoría y práctica de una nueva concepción de la biblioteconomía contemporánea di Margarita Pérez Pulido e La biblioteca en el espacio ciudadano. Reflexiones a partir de la investigación española sobre el usuario de la información, 2005-2019 di Aurora González-Teruel cercano di riorientare e calare nel mondo contemporaneo il rapporto tra biblioteconomia, prassi e utenza attraverso differenti teorie e metodi di analisi: nonostante le penne dei contributi afferiscano a differenti autrici, i messaggi veicolati si armonizzano restituendoci un discorso unitario e compatto sul concetto di sociale in relazione alla biblioteca. La sezione si conclude con un’analisi di Dinotola riguardo al contesto bibliotecario italiano durante la pandemia, nel quale il rafforzamento delle biblioteche digitali e l’offerta di servizi e proposte online da parte dei bibliotecari sono interpretati come una pronta risposta ai nuovi bisogni dell’utenza sorti in seguito a un periodo di forte criticità socioculturale. 

Per concludere, possiamo dire che gli atti forniscono un quadro piuttosto dettagliato della traiettoria storica della disciplina in ambito spagnolo, analizzando processi accademici, associazioni e abitudini d’uso dei servizi da parte dei lettori, mentre i contributi italiani si sono focalizzati maggiormente sull’attualità, con l’obiettivo, riuscito, di restituire una fotografia della biblioteconomia attraverso l’approfondimento di differenti aspetti.