Come scrivere il regolamento della biblioteca
silvia.boldrini@yahoo.it
Abstract
Recensione di Silvia Boldrini al libro di Marco Locatelli, Come scrivere il regolamento della biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2022, 78 p.
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Il volume Come scrivere il regolamento della biblioteca fa parte della collana “Library Toolbox”. L’autore è Marco Locatelli, direttore della Biblioteca comunale di Ponte San Pietro e coordinatore del Sistema Bibliotecario Nord Ovest della Provincia di Bergamo, che da anni si occupa di volontariato in biblioteca e degli aspetti amministrativi legati alla gestione delle biblioteche di pubblica lettura. Questi campi di interesse di Marco Locatelli sono stati oggetto della pubblicazione di altri quattro testi nella stessa collana: Come gestire i volontari in biblioteca, Come fare outsourcing in biblioteca, Come promuovere il benessere di chi lavora in biblioteca , Come garantire la privacy in biblioteca.
La collana “Library Toolbox” nasce con lo scopo di fornire una serie di strumenti del mestiere e di proposte operative per i bibliotecari e le professioni connesse al mondo delle biblioteche. Il presente scritto, come tutti quelli della collana, si caratterizza per la sua brevità (si tratta infatti di un testo di 78 pagine) e per la sua agilità, non solo per il piccolo formato ma anche per la facilità di lettura e l’intento di fornire strumenti operativi, con la bibliografia e le note ridotte al minimo indispensabile per precisa scelta editoriale.
L’autore articola le sue riflessioni in nove capitoli partendo dalle premesse che devono essere alla base di un regolamento, per finire su come trasmettere e far rispettare le regole. I titoli stessi esplicitano il metodo deduttivo utilizzato da Locatelli per raccontare come deve essere scritto il regolamento della biblioteca: Le premesse di un regolamento; Regole e caso; Perché abbiamo bisogno di regole; Le regole informali; Tra Antico Regime e Contemporaneità; Come giocate a Lego?; Regolamento? Sì, di principi; Cosa regolamentare (e cosa non regolamentare); Come trasmettere le regole e farle rispettare. Il libro di Locatelli comincia con una riflessione sulle precondizioni alla base del regolamento della biblioteca, un documento di fondamentale importanza in quanto definisce l’organizzazione, l’identità, le peculiarità e le differenze rispetto ad altre biblioteche.
Prima di addentrarsi nel vivo della trattazione, Locatelli propone alcune riflessioni preliminari sulle regole, cominciando da alcune considerazioni sul tema dell’approccio alle regole di tipo “creativo” versus quelle di tipo “repressivo”.
Le regole, prosegue l’autore nella sua esposizione, sono importanti perché danno stabilità e saldezza, ma si deve tenere presente che il patrimonio bibliotecario non è completamente predeterminabile. Le regole, quindi, sono necessarie perché danno fiducia, sicurezza e rispondono ai nostri bisogni di affidabilità. Proprio per le caratteristiche peculiari della biblioteca, però, è necessario che le regole formali siano affiancate da regole informali, di carattere discrezionale che permettano alle biblioteche, soprattutto quelle di pubblica lettura, di ascoltare gli utenti nelle loro caratteristiche e nei loro personali bisogni e desideri.
Il regolamento deve caratterizzare la biblioteca e svolgere un ruolo di mediazione tra le regole formali e quelle informali. La biblioteca è un organismo in evoluzione continua e, quindi, il suo regolamento deve fissare il perimetro entro cui le persone si muovono caratterizzando la biblioteca e il suo spazio ricco di documenti, arredi, attrezzature, servizi e relazioni.
Alla luce di quanto esposto, prosegue Locatelli, è necessario che il regolamento per funzionare bene debba contenere i principi madre e che si debba puntare sulla responsabilizzazione di chi lo deve applicare. Le biblioteche, soprattutto quelle di pubblica lettura, devono essere luoghi di educazione, di orientamento e di pluralismo culturale. Devono fornire un servizio pubblico e gratuito che assicuri pari opportunità di accesso alle conoscenze e al benessere che ne deriva, che si rivolga all’utenza giovanile, alla popolazione adulta e che fornisca a tutti, come afferma Giovanni Solimine, “competenze da impiegare nella vita quotidiana, necessarie in primo luogo per diventare cittadini consapevoli”.
A consapevolezze sembrano essere improntati il Regolamento delle biblioteche e la Carta dei Servizi del Sistema bibliotecario di Milano, di cui si prendono in considerazione gli elementi costitutivi, prosegue Marco Locatelli, indicati come ottimi esempi “per semplicità, completezza e sguardo moderno”.
Dopo questi elementi introduttivi (p. 49 e seguenti), Locatelli si sofferma su Cosa regolamentare e (cosa non regolamentare), seguendo lo schema che già nel lontano 2000 l’Associazione italiana biblioteche indicava nelle Linee guida per la redazione delle carte dei servizi delle biblioteche pubbliche, ipotizzando i contenuti concreti dei capitoli tematici che il regolamento della biblioteca deve contenere: istituzione e finalità; patrimonio e bilancio; organizzazione funzionale; personale, organizzazione del lavoro, direzione; servizi al pubblico; rapporti istituzionali con l’utenza.
Questi sei aspetti sono fondamentali per la costruzione di un buon regolamento e vanno ben dichiarati in sede di stesura del documento che verrà presentato in consiglio comunale per la sua approvazione. L’ultima parte di questa piccola guida riguarda le modalità di trasmissione delle regole e di come farle rispettare (p. 66 e seguenti). Come sottolinea l’autore, “le regole sono esse stesse uno strumento di comunicazione, nel nostro caso, tra la biblioteca e i suoi utenti”. Una buona comunicazione delle norme contenute nel regolamento della biblioteca deve formulare le regole in modo chiaro e specifico, deve impostarle in positivo e, dove è possibile, qualora vengano osservate deve esserci un rinforzo positivo. Le regole per essere meglio comprese e rispettate vanno rese il più concrete possibile. Marco Locatelli conclude questa guida, breve e piccola nel formato ma ricca di tanti spunti, ricordando che è necessario “responsabilizzare le persone, perché essere responsabili non significa solo seguire le regole perché si è costretti, si tratta di fare ciò che è giusto, rendere la comunità in cui viviamo e il mondo [e la biblioteca] un posto migliore”.