N.4 2021 - Biblioteche oggi | Maggio 2021

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Del bibliotecario in vacanza

Claudia Bocciardi

A cura di Claudia Bocciardi

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Oggi parliamo di vacanze.
Che bizzarria! – penserete. Che temerarietà!
Mi rendo conto che parlare di vacanze in piena era Covid è blasfemo, sfrontato e di una protervia senza pari. Ma la vita, cari ragazzi, è fatta anche di sogni e, soprattutto, di ricordi. Allora? Vogliamo parlarne ugualmente? Delle vacanze fatte e di quelle che faremo, se avremo la ventura di tirarci fuori da questo negativo karma mondiale, e se il prossimo spillover sarà dall’uomo all’animale, tanto per prenderci una bella rivincita (Eh! Eh! Eh!). E perché parlarne? Perché in biblioteca succede che il bibliotecario, talvolta, si prenda una pausa dalla sua immensa e stacanovistica vocazione (non troppo spesso, s’intende). Ma, concorderete con me: il bibliotecario si porterà dietro “il mestiere” anche in vacanza, quasi sempre.
Provate a negare.
La “bibliotecaritudine” è uno stile di vita che pervade ogni aspetto della vita del bibliotecario, anche quello più personale. È un po’ come il motto degli scout: Semel scout, semper scout. Devo tradurvelo? Sì insomma, si capisce: bibliotecario lo si è anche fuori dalle pareti della biblioteca. A maggior ragione in vacanza.
E cosa fa il bibliotecario quando è in vacanza? Ha una maniera tutta sua di viaggiare. Intanto cercherà in ogni modo di “pilotare”, in maniera sotterranea (e neppure troppo) le scelte vacanziere. Avete mai incontrato un bibliotecario a Sharm el-Sheikh? No, ovviamente, se siete bibliotecari. Le mete troppo banali, affollate ed esotiche non fanno per lui. Ecco che allora manovrerà le cose in modo tale da virare verso soggiorni considerati più “culturali”. Che so: la visita alle dimore di grandi scrittori, musei e città d’arte, mostre. Girerà a naso in su, guida alla mano, potete scommetterci, e si porterà dietro amici e famigliari che, quasi sempre, subiranno rassegnati. Il bibliotecario trasformerà dunque la vacanza in una serie di visite didattiche, snocciolando tutte le informazioni possibili sul luogo visitato.
Lo vedrete, sudato, in giro per parchi archeologici in piena estate, vagare tra rovine millenarie, intento a interpretare epigrafi e antiche scritture, con l’intento, velleitario, di stupire i malcapitati compagni di viaggio o gli occasionali turisti. Potreste anzi scambiarlo per la guida del luogo.
Sempre facendo finta di nulla, il bibliotecario vi guiderà, per caso, dinanzi alle porte di qualche biblioteca “forèsta” e, se ne avrà il coraggio, entrerà pure a dare una sbirciatina, sperando di trovare qualcuno che gli chieda conto della visita. Lo sguardo ammiccante di chi la sa lunga. Confronterà il front-office con il suo e spierà, curioso, l’organizzazione interna, sperando di carpirne qualche segreto. Più spesso uscirà da lì senza avere il coraggio di manifestarsi. Ma comunque orgoglioso di fare idealmente parte della squadra. Al suo ritorno renderà edotti tutti i colleghi, dal primo all’ultimo, trascurando il loro sguardo scettico e sornione.
Insomma, penso in definitiva che i più si riconosceranno in questo ritratto vacanziero. Attendo smentite e concludo dicendo che il bibliotecario, al fondo, in un mondo di John e di Paul, è sempre Ringo Starr. Anche in vacanza.