N.4 2021 - Biblioteche oggi | Maggio 2021

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Lectores in fabula. Teoria e pratica dei Gruppi di lettura condivisa

Simona Cives

Istituzione Biblioteche di Roma Capitale, Servizio Promozione della lettura e Casa delle Letterature, s.cives@bibliotechediroma.it

Abstract

Recensione di Simona Chives al libro curato da Paolo Domenico Malvinni, Lectores in fabula. Teoria e pratica dei Gruppi di lettura condivisa, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2020, 128 p.

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Il volume raccoglie i risultati di un lungo dialogo avviato a partire dal convegno Conversazioni ravvicinate del terzo tipo. I Gruppi di lettura si incontrano, organizzato dall’Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino e dalla sezione regionale di AIB Trentino Alto Adige nel maggio 2018. Il convegno è proseguito poi fino al 2020, anche a distanza, sulla teoria e la pratica dei gruppi di lettura.
Quando si parla dei gruppi di lettura ci si riferisce generalmente alla lettura condivisa, espressione che indurrebbe a pensare a una sorta di lettura corale, collettiva. In realtà, nei gruppi di lettura ognuno vive la sua esperienza individuale, cooperando, nell’atto del leggere, all’interpretazione di un testo. Solo a lettura avvenuta i lectores in fabula di echiana memoria si inseriscono in una dinamica di gruppo, condividendo le proprie personali impressioni e interpretazioni. Essi aggiungono, così, un plusvalore di responsabilità nei confronti del testo e del suo autore e contribui - scono, attraverso la socializzazione della lettura e il riconoscimento di altri punti di vista, non solo ad ampliare la conoscenza del testo stesso, ma anche a creare una maggiore conoscenza di sé e degli altri, generando dunque una particolare esperienza di crescita individuale ma anche di comunità.
A partire da tale assunto si sviluppano le riflessioni di una serie di esperti che da anni si confrontano con la realtà dei gruppi di lettura. Luca Ferrieri, fondatore e curatore di numerosi gruppi, ragiona sulla loro natura e sul loro funzionamento. Ferrieri propone spunti per un bilancio e un rilancio dei gruppi di lettura italiani evidenziandone elementi di maturità ma anche di criticità, portando così l’attenzione sui principali punti aperti come anche sul cambiamento di scenario connesso all’era digitale. La lettura digitale è sempre più presente nella vita dei lettori forti che, in quanto tali, sono oggi anche lettori ibridi. I componenti dei gruppi di lettura usano gli ebook e dialogano attra - verso i social media, gestiscono blog e spesso chattano con gli autori. Avrebbero una minore propensione, invece, a detta di Ferrieri che si riferisce forse a un periodo precedente alla pandemia in corso, per le riunioni virtuali, preferendo a queste gli incontri in presenza e l’elemento della fisicità – tema su cui si sofferma, nel corso della discussione, anche il semiologo Mauro Ferraresi. 
Simonetta Bitasi, “lettore ambulante”, coordinatrice di circa ottanta gruppi di lettura a Mantova e dintorni, in relazione alla propria esperienza ribadisce il legame dei gruppi con le biblioteche di pubblica lettura. I gruppi di lettura dimostrano infatti una grande esuberanza e vitalità quando sono collegati alla presenza delle biblioteche, presìdi culturali organizzati che non solo li accolgono, ma li sostengono fattivamente con l’organizzazione di attività, con una buona politica degli acquisti e con un servizio di prestito efficiente: ciò accade proprio nella rete bibliotecaria mantovana, che alimenta il lavoro dei gruppi anche attraverso un buon servizio di prestito interbibliotecario. È un fatto che al nord i gruppi di lettura siano numerosi e forti perché fortemente radicati all’interno delle biblioteche, e che invece siano molto deboli al sud, dove manca una politica di investimento pubblico sulle biblioteche e, più in generale, sulla promozione della lettura. Fa eccezione, al centro, la città di Roma, dove invece i gruppi di lettura sono numerosi e vivaci in quanto fortemente connessi con la biblioteca di quartiere. Tutti gli operatori di biblioteca che lavorano con i gruppi, o circoli, di lettura, sanno di doversi confrontare con un panorama molto vario, che sfugge a qualsiasi sforzo definitorio. Ci sono gruppi assai diversi tra loro, che si distinguono per numero dei componenti, fasce di età coinvolte, nella specializzazione delle scelte di lettura (es. classici, novità editoriali), degli argomenti di discussione (si pensi ad esempio ai circoli filosofici), della lingua di riferimento ecc. Tale varietà e ricchezza è presente anche all’interno dei gruppi di lettura collegati al sistema bibliotecario trentino, che sono ampiamente descritti a conclusione del volume.
Le riflessioni riportate in Lectores in fabula dimostrano quanto sia utile e necessario un confronto sullo stato di salute dei gruppi di lettura, che in Italia costituiscono ormai parte integrante, se non addirittura strutturale, del servizio bibliotecario. Il merito del libro, curato da Paolo Domenico Malvinni, è quello di suggerire spunti per ulteriori riflessioni sia sul loro funzionamento sia sul loro rapporto con le biblioteche. Un rapporto che oggi è diventato ambivalente: se infatti, da una parte, le biblioteche alimentano la vita dei gruppi di lettura, dall’altra gli stessi gruppi sono divenuti ormai lo zoccolo duro, l’elemento trainante di moltissime attività di promozione della lettura, rendendosi spesso capaci di attrarre un pubblico di non lettori o comunque di persone che diversamente non frequenterebbero le biblioteche.
Il desiderio crescente di socialità e di condivisione delle esperienze di lettura è ben testimoniato anche dalla nascita di gruppi più spontanei e meno organizzati che si riuniscono in casa, nei condomìni, come anche nei ristoranti e in altri luoghi di ritrovo. La tendenza a condividere il piacere della lettura all’interno di una comunità è dimostrata anche dalla comparsa di gruppi online, più che mai importanti nel contesto attuale, in cui l’emergenza sanitaria da Covid-19 sta mettendo a dura prova relazioni e legami. In un mondo che è cambiato, e che molto probabilmente non tornerà ad essere quello che era, la difficoltà di riunirsi in presenza può certamente trasformarsi in una grande opportunità. La creazione o il trasferimento di un circolo sul web moltiplica infatti in maniera esponenziale le possibilità di aggregare partecipanti e di creare occasioni di confronto. Sebbene l’aspetto della fisicità e dell’incontro siano infatti fondamentali, a mio parere non si potrà escludere, per il futuro e una volta tornati alla normalità, di continuare a operare su piattaforme digitali, ipotizzando la realizzazione di incontri ibridi. Una sfida, questa, con cui la biblioteca che verrà – pubblica, aperta, sociale –, per citare ancora una volta Ferrieri, dovrà certamente confrontarsi.