N.4 2021 - Biblioteche oggi | Maggio 2021

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Manuale di catalogazione. Principi, casi, problemi

Danilo Deana

Abstract

Recensione di Danilo Deana al libro di Alberto Petrucciani, Simona Turbanti, Manuale di catalogazione. Principi, casi, problemi, Milano, Editrice Bibliografica; Roma, Associazione italiana biblioteche, 2021, 287 p.

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Alberto Petrucciani e Simona Turbanti sono sicuramente tra le persone più adatte a scrivere un manuale di catalogazione. Il primo è professore ordinario di Biblioteconomia e bibliografia alla Sapienza Università di Roma e ha presieduto la Commissione incaricata della redazione delle Regole italiane di catalogazione (REICAT). La seconda è in servizio presso il Sistema bibliotecario dell’Università di Pisa ed è docente a contratto presso diverse altre università.
Il manuale è diviso in tre parti: una prima storica e teorica, una seconda composta da 21 esempi e infine un’appendice che contiene tre contributi dedicati al formato UNIMARC, alla catalogazione all’interno del Servizio bibliotecario nazionale (SBN) e al controllo di autorità.
La catalogazione, secondo gli autori, è un’attività che consiste nel redigere delle registrazioni secondo determinate norme per produrre un determinato catalogo, che svolga un determinato servizio. La compilazione di una registrazione è solo la metà della catalogazione. Le finalità che la catalogazione si propone possono infatti essere raggiunte solo dal catalogo considerato nel suo complesso come un insieme organizzato di informazioni di generi diversi (registrazioni bibliografiche, registrazioni di autorità e registrazioni del posseduto o di copia).
Gli autori insistono molto sul fatto che, più della correttezza nella formulazione delle singole registrazioni, conta la coerenza complessiva del catalogo e soprattutto il controllo degli elementi di accesso. Solo così esso sarà in grado di svolgere le funzioni elencate nell’ultima versione della Dichiarazione dei principi internazionali di catalogazione. Secondo la Dichiarazione, infatti, un catalogo deve essere uno strumento efficiente ed efficace attraverso cui l’utente possa trovare risorse bibliografiche in una raccolta come risultato di un’interrogazione; identificare una risorsa bibliografica o un agente; selezionare una risorsa bibliografica appropriata alle sue necessità; acquisire o ottenere l’accesso all’esemplare descritto; navigare tra le risorse.
Per fare in modo che il catalogo possa svolgere tutte queste funzioni, i catalogatori dovrebbero possedere un’ottima cultura, conoscenze linguistiche e una buona formazione biblioteconomica. In particolare, dovrebbero conoscere la storia dell’editoria, della stampa e del commercio del libro dalle sue origini alle tendenze più recenti. In assenza di ciò, una corretta applicazione delle norme è pressoché impossibile.
Secondo gli autori, la mancanza di queste conoscenze ha anche viziato l’elaborazione dei modelli concettuali dell’universo bibliografico (i Requisiti funzionali per le registrazioni bibliografiche prima e l’IFLA Library Reference Model poi), che non si sono dimostrati in grado di riflettere adeguatamente i fenomeni reali. Gli esempi della seconda parte sono stati scelti in modo che offrissero l’occasione per presentare e discutere problemi tipici di uno o più ambiti della catalogazione. Ogni esempio è diviso in sei sezioni: Descrizione bibliografica, Titolo uniforme, Intestazioni, Forma dei nomi, Soggettazione, Classificazione Dewey.
Gli esempi riguardano solo libri moderni, dato che altri tipi di materiali avrebbero comportato parecchie problematiche specifiche relative sia a varie aree della descrizione, sia agli elementi di accesso e le modalità di indicizzazione e classificazione.
Le normative e gli standard di riferimento utilizzati sono quelli più diffusi nelle biblioteche italiane: le REICAT, il Nuovo soggettario e la WebDewey Italiana.
Nel corso del volume non mancano critiche alle pratiche in uso attualmente e ai cataloghi. Questi ultimi, nella quasi totalità dei casi, mancano infatti delle caratteristiche fondamentali che dovrebbero possedere strumenti di questo tipo. L’unica critica che può essere mossa al volume – che si raccomanda non solo a chi affronta per la prima volta lo studio della materia, ma anche ai bibliotecari e ai catalogatori già esperti – è la mancanza, nell’appendice dedicata a SBN, di un’analisi di cosa sarebbe necessario fare per porre rimedio alla situazione in cui si trova attualmente il catalogo del Servizio, il più importante e consultato d’Italia, alimentato da bibliotecari che lavorano in oltre 6.000 biblioteche. Petrucciani e Turbanti rimproverano a molta della letteratura attuale sul tema della catalogazione di “girare a vuoto” perché si nutre di parole o si gingilla con schemi astratti senza un confronto con la casistica reale. Dopo aver definito gli scopi della catalogazione e del catalogo e aver illustrato con esemplare chiarezza come dovrebbero essere applicate le norme attualmente in vigore, sarebbe stato opportuno mostrare come migliorare ciò che esiste. Occuparsi solo delle pratiche future non risolverà i problemi evidenziati nel testo, tenuto anche conto che ogni anno alle registrazioni già presenti nell’Indice SBN se ne aggiungono altre centinaia di migliaia che ne peggiorano ulteriormente la qualità, allontanandolo sempre di più dagli scopi definiti nella Dichiarazione dei principi internazionali di catalogazione.