La trasmissione della conoscenza registrata
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Nota di lettura per Mauro Guerrini
Un libro esemplare è stato appena pubblicato dall’Editrice Bibliografica di Milano (cioè da un editore di eccellenza che di solito però propone, accanto a saggi, testi di stampo manualistico). La trasmissione della conoscenza registrata ha avuto l’illuminata curatela di Carlo Bianchini e di Lucia Sardo: due studiosi che furono, ormai in anni lontani, miei allievi presso quella provincialissima Università degli studi di Udine la quale, però, ebbe il merito, per una mia convinta iniziativa, di allestire il primo Dottorato di ricerca italiano nelle Scienze bibliografiche e archivistiche, in un tempo in cui l’allora Ministero dell’Università faceva fatica a capire l’importanza di queste discipline. (Questo dottorato ebbe comunque un ottimo successo sul piano della ricerca e della didattica scientifica anche, e soprattutto, per l’aiuto e la collaborazione di molte università italiane che lì si erano consorziate). I due ricordati curatori, se ben ricordo, hanno frequentato quel dottorato ricevendo, come è ovvio, il titolo accademico corrispondente. Ora Carlo Bianchini (che ebbi la possibilità di approvare in una commissione di concorso per ricercatore) è un eccellente professore di Biblioteconomia e bibliografia presso l’Università di Pavia, sede di Cremona, mentre Lucia Sardo, allieva tra le migliori del mai dimenticato professor Mario Piantoni, dopo aver svolto un importante incarico professionale per la ristrutturazione della Biblioteca presso la Fondazione Cini di Venezia, è ora una stimata docente presso l’Alma Mater Studiorum, sede di Ravenna. Questi due intelligenti studiosi, come ho poc’anzi accennato, non hanno dato vita, e proposto per i lettori, la usuale Miscellanea in onore di …, di solito allestita a fine carriera di una docenza universitaria, ma hanno messo in atto un omaggio, coinvolgendo i molti allievi del professor Mauro Guerrini, il quale – come del resto si sa – è oggi (e lo dicono in molti) uno dei più importanti studiosi (sulla scia della grande scuola di Diego Maltese) per gli studi biblioteconomici e di catalografia, in ambito nazionale e internazionale, così da divenirne un punto di riferimento imprescindibile per l’intera comunità scientifica pertinente. (Tra l’altro ne è un esempio, fra i tanti, la sua forte amicizia e identità d’intenti con Barbara Tillett… ma non solo con lei). Questo libro, allora, contiene saggi e interventi che segnano una traiettoria non eludibile sulle questioni trattate per successive e future ricerche. Ma prima di entrare nel cuore di questo testo desidero ricordare che la cosiddetta scuola professionale e scientifica formata da Mauro Guerrini si deve interpretare come un lavoro perennemente mobile e, ancora, non finibile di cui La trasmissione della conoscenza registrata rappresenta (ancora) un’immagine della sua operosità, e rispecchia una strada di ricerca possibile, a rigore affascinante, e non necessariamente l’ultima.
Allora caro Mauro (usando una tonalità confidenziale) ho letto con tanta solidarietà e ammirazione il libro che ti viene dedicato dai tuoi molti allievi. Questo libro è un dono – ma forse mi ripeto – davvero tanto prezioso, non unicamente per festeggiarti e, per gli allievi, esprimerti la loro dedizione, ma in questi bellissimi saggi si rispecchia la tua anima, la tua mente e l’impegno profondo che nella maieutica universitaria hai sempre esercitato. Ora proverò ad addentrarmi all’interno di quest’opera a te dedicata, che, come scrivono Carlo Bianchini e Lucia Sardo, “è una miscellanea creata dagli allievi al fine di dare un senso al termine omaggio, cioè qualcosa che diventa nei tuoi confronti non soltanto il dono e un atto di riconoscenza e di rispetto, quali sono quelli che un discente può, a buon diritto, avere nei confronti del proprio docente […] il quale è riuscito a comunicare anche l’entusiasmo e lo sprone a lavorare, a scrivere, a studiare, a pubblicare, ma soprattutto lo ha sempre fatto sul pieno rispetto della singolarità, della peculiarità di ciascuno di noi”. Adesso, nel tentare di addentrarmi nella Secretas galerías del alma (come ci ricorda il grande Machado) di questo libro, il lettore mi scuserà (e tu Mauro mi scuserai) se dei molti testi ivi presenti io ne darò (forzatamente) una sintetica notazione.
La trasmissione della conoscenza registrata si apre, nella prima sezione che ha come cartellino Bibliografia, con un colto saggio di Rossano De Laurentiis, il quale ci propone, con una forte vivacità d’ingegno, uno studio paleografico sulla Commedia di Dante epigrafista. Di seguito, Giuliano Genetasio, con la sua usuale bravura, scrive un importante saggio sul tema del deposito legale in Italia, ove mette giustamente in evidenza, per esempio, le criticità della normativa vigente, e riflette – tra l’altro – sulle molte elusioni in proposito, in particolare per la mancata consegna nelle biblioteche deputate di quanto si scrive in digitale.
Nella sezione Biblioteche e bibliotecari questi sono i contributi inclusi: Domenico Ciccarello s’intrattiene sulla figura di Andrea Carnegie e le biblioteche pubbliche, evidenziandone, con forte competenza, molte tematiche come, per dirne un aspetto, il library grant, e la figura di James Bestram, il quale ebbe la funzione di gestire il meccanismo degli incentivi per l’istituzione di nuove biblioteche di pubblica lettura. Elisabetta Francioni ci intrattiene, con uno splendido contributo, sulla figura di Torello Sacconi ideatore di un catalogo (personale) e relativo a un cospicuo numero di opere possedute nella BNCF. Qui si parla anche del Catalogo Gulì simile al precedente, ma riguardante l’Istituto parallelo romano, e conservato lo stesso nei depositi. Il testo di Stefano Gambari su Antonio Panizzi è un gioiello d’intelligenza e di grande perizia bibliografica. Ma, come si sa, Gambari ne è maestro. Nel prosieguo della mia lettura di quest’opera segnalo il contributo di Daniela Giglio, che brilla per chiarezza e descrizione di notizie nel segnalare quella vasta ricognizione, non solo terminologica, sulle “biblioteca digitale, biblioteca elettronica, biblioteca virtuale”. Subito dopo questo articolo segue l’intervista curata da Maria Chiara Iorio a Barbara Tillett. Maria Chiara Iorio propone domande utilissime che servono per delineare un percorso toccante dell’intera attività professionale della Tillett, arricchita da una valutazione mondiale (come scrive Iorio) dell’intera problematica biblioteconomica affrontata da questa grandissima studiosa. Questo complesso libro prosegue, ancora, il suo cammino con alcune altre visioni argomentative. Per sintesi, ma senza togliere nessun merito agli scritti dei quali dò qui notizia ricordo, per esempio, il documentato testo di Laura Manzoni relativo alla Biblioteca antica dell’Osservatorio Ximeniano dal tempo di Leonardo Ximenes sino ai nostri giorni (a questa studiosa va anche il pregio di avere allestito la ricca, davvero ricca, Bibliografia degli scritti di Mauro Guerrini). E, poi, non posso non ricordare con quanto interesse ho letto quel che ci dicono Marcello Sardelli e Susanna Graziosi intorno alle “Biblioteche ecclesiastiche. Origini e nuove sfide”. Elisabetta Viti, invece, propone una lucida ricognizione su alcuni progetti GLAM (Galleries, Libraries, Archives and Museums) trattando, tra l’altro, la figura che va sotto l’etichetta di biblioteca ibrida.
Nella Sezione Didattica spicca il gran bel saggio di Carlo Bianchini. Qui ancora una volta Bianchini dimostra la sua scientifica competenza, e con la sua ben nota intelligenza critica introduce il lettore su un tema importante per la nuova società e che riguarda la cosiddetta Information Literacy degli e per gli studenti. Lucia Cappelli dà qui voce (con passione) a descrivere il Master Universitario di II livello in Archivistica, Biblioteconomia e Codicologia tuttora attivo presso l’Ateneo fiorentino; Master fortemente voluto da Mauro Guerrini e Stefano Zamponi per disegnare un’esperienza di alti studi.
Questo libro si chiude con la copiosa sezione Meditazioni. Qui si spazia dall’illustrazione puntuale del Fondo musicale Mario Castelnuovo - Tedesco di Eleonora Belpassi per poi analizzare, con perizia, da parte di Silvia Delfitto, le tematiche di ambito classificatorio. Parimenti Giovanna Lambroni ci intrattiene nel contesto bibliografico e di catalografia per il dibattito che si è tenuto nella dottrina, e che va dalla Conferenza di Parigi sino a FRBRoo. Alessandro Moi, inoltre, pone la sua attenzione nell’alveo del controllo bibliografico del web semantico, con una esposizione davvero lucente. In parallelo, o in vicinanza, Lucia Sardo, che sempre offre a noi lettori testi esemplari, qui si confronta con l’evoluzione dell’Authority Control. Per concludere questa mia sintetica rassegna desidero menzionare ora il contributo importante di Erica Vecchio dal titolo: Questo capitolo non s’ha da fare: la semantica in RDA. E poi, da ultimo, ma primariamente, la mia attenzione si è a lungo soffermata su quanto Agnese Galeffi ha voluto riportare alla luce, vale a dire alcuni appunti inediti di Lubetzky su Eva Verona durante l’ICCP. Un documento sul quale varrebbe la pena, credo, di costruirne un libro. Allora caro Mauro, nel tirare le fila di questa mia piccola nota di lettura, non posso non riaffermare tutta la mia stima innanzitutto a te, ma anche ai molti studiosi che in questo libro sono presenti. Studiosi che lasceranno una traccia profonda in quel parterre affascinante che sono gli studi bibliografici. Posso ancora dire che il testo in parola si palesa come una silloge di stampo avanguardistico che darà molti frutti negli anni a venire, perché ogni libro, come ci ricorda Marcel Proust, è sempre Un angelo con le ali aperte. Così, allora, mi sia permesso infine ricordare, caro Mauro, che con La trasmissione della conoscenza registrata Carlo Bianchini, insieme a Lucia Sardo, e a tutti i contributori, nel volerti offrire (e mi scuso per la ripetizione) una testimonianza di vero plauso e di sentita ammirazione, essi, tutti essi, hanno fatto di quest’opera un testo dove forse finisce qualcosa per sempre, e qualcosa ha inizio, perché anche ciò che comincia, comincia soltanto in ciò che non finisce mai.