N.1 2021 - Biblioteche oggi | Gennaio-febbraio 2021

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Le biblioteche dell'Alta formazione musicale. Prove di monitoraggio e valutazione

Simona Inserra

Università di Catania, simona.inserra@unict.it

Abstract

Recensione di Simona Inserra al libro curato da Giovanni Di Domenico con Anna Bilotta e Maria Senatore Polisetti, Le biblioteche dell'Alta formazione musicale. Prove di monitoraggio e valutazione, Milano, Ledizioni, 2020, 413 p

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La biblioteconomia valutativa italiana sino a oggi non si era mai occupata delle biblioteche dei conservatori e degli istituti superiori di studi musicali, soffermandosi invece molto sulle biblioteche universitarie e sulle biblioteche di ente locale. Come spiega chiaramente Giovanni Di Domenico, un serio programma di valutazione rappresenta un momento molto importante nella vita di una biblioteca perché “incoraggia la riflessione intorno a ciò che si è, a ciò che si fa e a come si fa; permette di raccogliere e interpretare giudizi e percezioni degli utenti e delle comunità di riferimento; è strumento di confronto e negoziazione con gli interlocutori istituzionali; crea i presupposti per migliorare strategie, politiche e servizi; soprattutto richiama attenzione sulle biblioteche, dà loro visibilità, le mette in valore”. È in queste parole, a mio avviso e in sintesi, il significato del prezioso lavoro condotto dagli autori, che ha portato alla pubblicazione del corposo volume che qui si presenta. Il volume, curato da Giovanni Di Domenico con la collaborazione di Anna Bilotta e Maria Senatore Polisetti, raccoglie e presenta dunque documenti e risultati del progetto “Le biblioteche musicali italiane: stato dell’arte e prospettive (2017- 2020)”, riguardante le biblioteche dei conservatori statali e degli istituti superiori di studi musicali. Il progetto è stato condotto da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze del patrimonio culturale dell’Università di Salerno (Anna Bilotta, Giuliana Capriolo, Giovanni Di Domenico, Maria Senatore Polisetti, Vincenzo Trombetta) con la collaborazione di IAML Italia (Tiziana Grande).
Il progetto, nato mettendo a frutto le sollecitazioni raccolte a partire dalla giornata di studio “I mille volti della qualità in biblioteca” (Salerno, 20 aprile 2017), si incentra interamente su una categoria di biblioteche speciali, quelle musicali, sorte per soddisfare i compiti degli istituti di appartenenza, dotate di speciali fonti e materiali, che utilizzano specifici trattamenti catalografici ed erogano appositi servizi e i cui bibliotecari, i cosiddetti “bibliotecari musicali”, sono dotati di competenze specifiche. I compiti di queste biblioteche sono rivolti da un lato alla conservazione e alla valorizzazione delle fonti e dei materiali, assolutamente caratteristici, dall’altro al sostegno alle attività di studio, professionali e artistiche.

Giovanni Di Domenico apre il volume con una riflessione sulla genesi del progetto, articolatosi in sei fasi, e sul lavoro svolto, precisando che le biblioteche esaminate rappresentano solo una piccola parte del più ampio complesso delle biblioteche italiane di ambito musicale. Seguono tre capitoli nei quali sono raccolti i materiali di progetto, i commenti e il resoconto della ricerca storica condotta da Vincenzo Trombetta sulla prestigiosa biblioteca del Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, basata sull’analisi di documenti d’archivio inediti che coprono un arco cronologico che va dalla fine del Settecento agli ultimi anni della monarchia borbonica. Chiuse infine il volume un’appendice con due saggi di Anna Bilotta e di Tiziana Grande.
La ricerca ha inteso monitorare la presenza, la funzione e le caratteristiche di una specifica tipologia bibliotecaria, mediante la raccolta di dati statistici, l’elaborazione di appositi indicatori, la somministrazione di questionari e di interviste; come scrive il curatore in apertura, si tratta di un passo iniziale che gli autori sperano possa portare a un monitoraggio più esteso che giunga a coinvolgere altre biblioteche musicali italiane. 
Alle sei fasi del progetto (qui riassunte in: analisi di casistica e letteratura nazionale e internazionale; somministrazione di questionari; elaborazione e commento di indicatori; effettuazione di interviste; redazione di un resoconto finale e della documentazione del progetto; presentazione del volume) corrispondono molti documenti che rendono conto del puntuale e meticoloso lavoro svolto da tutti i componenti del gruppo di ricerca. Questionari, interviste, grafici e tabelle, analisi delle performance, restituiscono al lettore la complessità dell’indagine e il livello di approfondimento portato avanti. Poiché, come molte altre biblioteche italiane, anche queste soffrono a causa della dimensione di servizio frammentaria, di finanziamenti inadeguati, di un deficit di programmazione e di politiche di crescita, di un organico ridotto e di scarsa visibilità, risulta chiaro che grazie a progetti come questo portato a compimento dal gruppo dell’Università di Salerno sarà possibile valorizzare queste biblioteche; e lo si potrà fare analizzandole e valutandole, cioè costruendo con cura, attingendo all’armamentario della professione, tutti quegli strumenti utili per mettere in evidenza gli elementi di forza e quelli di debolezza e poter intervenire con serie riflessioni.
Quanto qui proposto, per l’alto livello di studio e meticolosità raggiunto dal gruppo salernitano, potrà senz’altro diventare un modello per altri progetti relativi anche a differenti tipologie di biblioteche.