N.6 2021 - Biblioteche oggi | Settembre 2021

Navigazione dei contenuti del fascicolo

Alta fedeltà, un ABC

Paola Ciandrini

Università di Macerata p.ciandrini@unimc.it

Abstract

L'articolo commenta il ruolo dei finding aids - "bussole" per gli archivi - e la rilevanza dei piani di comunicazione per la comunità professionale degli archivisti. Partendo dal caso di studio dell'Archivio Albert Einstein, l'articolo riflette su potenzialità e rischi delle campagne di digitalizzazione e analizza le strategie di comunicazione attraverso i social media adottate dai progetti archivistici, commentando i dati di Facebook e YouTube e i feedback del pubblico durante il periodo della pandemia (2020-2021).

English abstract

The article comments on the role of finding aids – “compasses” for archives – and the relevance of communication plans for the professional community of archivists. Starting from the Albert Einstein Archives case study, the article reflects on potential and risks of digitization campaigns and analyzes the communication strategies through social media adopted by archivist projects, commenting on the Facebook and YouTube data and feedback from the public during the pandemic period (2020-2021).

Per scaricare l'articolo in pdf visita la sezione "Risorse" o clicca qui.

Archivisti, bussole e comunicazione

Per una premessa: le vicende dell’archivio di Albert Einstein

“Ciò che ho da dire su questo libro si può trovare al suo interno”: nel 1938 Albert Einstein rispondeva con sagacia a un giornalista del “New York Times”, colpevole di aver formulato allo scienziato la richiesta di un commento su The Evolution of Physics.

Ciò che possiamo dire su un archivio, si può trovare al suo interno? Se possediamo capacità di accesso e codifica degli strumenti di navigazione predisposti per quel complesso organizzato di documenti e relazioni, la risposta è affermativa. Possiamo interrogare ogni archivio, ma non da tutti otterremo risposta: la qualità e l’accessibilità delle bussole per archivi, prima ancora degli archivi medesimi, sono i basilari requisiti per qualsiasi interrogazione.

Nel 2012 è una giornalista de “Il Sole 24 Ore” che interroga Einstein attraverso il suo archivio:

Le lettere alle amanti, i quaderni di appunti con gli studi rivoluzionari che porteranno alla teoria della relatività, una messe di materiali che ricostruiscono l’uomo dietro al genio che fu Albert Einstein. Tutto online, per la prima volta. Lo ha deciso la Hebrew University di Gerusalemme, proprietaria dell’archivio del fisico tedesco di famiglia ebrea che ha deciso di fotografare in alta risoluzione i documenti e li ha postati online.

Un passo indietro nel tempo. Einstein muore a Princeton nel 1955: le sue ultime volontà, risalenti al 1950, indicano Helen Dukas e Otto Nathan come esecutori testamentari dell’intero corpus di manoscritti e dell’annessa filiera dei diritti d’autore e di pubblicazione. Insieme a Gerald Holton, fisico e storico della scienza di Harvard, Dukas e Nathan si cimentano nell’impresa di “fare ordine” fra le carte dello scapigliato premio Nobel: realizzano una tassonomia embrionale e redigono una prima descrizione, immaginando una complessa edizione di fonti. Negli anni Novanta è realizzato un primo database ispirato alla struttura dati di quella primigenia operazione di schedatura e ordinamento: il progetto accelera quando nel 2003 è coinvolta Diana L. Kormos Buchwald, storica della fisica moderna del dipartimento di Humanities and Social Sciences del California Institute of Technology di Pasadena (Calthec). Il database, se pur incompleto, è pubblicato online e contestualmente nasce l’Einstein Papers Project, curato dalla Hebrew University – di cui Einstein era membro del Consiglio dal 1925, anno della fondazione – e dalla Caltech: gli atenei collaborano per il mantenimento della base dati unificata e per le operazioni di digitalizzazione. La Princeton University è il terzo attore, coinvolto nel progetto editoriale The Collected Papers of Albert Einstein, declinato in forma cartacea e digitale, in modalità open access. 

Elsa e Albert Einstein con studenti, University of Commerce, Tokyo, novembre 1922.

Un altro passo indietro. Sino al 1919 Albert Einstein non si preoccupa di organizzare sistematicamente le testimonianze della sua attività: in quell’anno un’eclissi solare e la pervicacia di un astrofisico inglese, Arthur Stanley Eddington, cambiano le regole del gioco. 

La Germania e la Gran Bretagna sono in guerra quando Einstein, tra la fine del 1915 e l’inizio del 1916, pubblica la teoria della relatività generale: lo scritto, stampato oltre Manica, non raggiunge per vie legali l’Inghilterra, ma Eddington intercetta e studia la teoria di Einstein grazie all’amicizia con l’astronomo e fisico olandese Willem De Sitter,  che rende l’opera galeotta. Nonostante le difficoltà logistiche ed economiche post belliche, Eddington organizza due spedizioni per osservare l’eclissi solare del 29 maggio 1919, evento che potrebbe confutare o approvare la teoria rivoluzionaria: le destinazioni sono Sobral, nella giungla amazzonica brasiliana, e l’isola di Principe, al largo delle coste occidentali africane, nel golfo di Guinea. Il meteo non gioca a favore degli scienziati: alcune nubi disturbano le osservazioni e complicano gli scatti fotografici. Seguono lunghe e pervicaci analisi sulle immagini, la suspence cresce di mese in mese e il 6 novembre 1919, nella sede della Royal Society di Londra, il team di ricerca fornisce pubblicamente il responso: Eddington annuncia al mondo che l’esperimento ha confermato la teoria della relatività generale, il risultato è esclamato a pochi passi dal ritratto di Isaac Newton, testimone muto della dichiarazione che cambia il paradigma della percezione dell’universo. Sir Arthur Stanley Eddington catalizza l’attenzione di tutto il mondo su Albert Einstein, improvvisamente sotto i riflettori e con un carico di corrispondenza tale da coinvolgere Ilse, figlia della seconda moglie Elsa, nella gestione di lettere e documenti: dalla fine del 1919 Ilse imprime alle scombinate carte del genio un primo ordine di sedimentazione e nel 1928 interviene Helen Dukas, che individua alcune regole per l’archivio in formazione. Qualcosa sfugge: le lettere del fisico indirizzate a colleghi, familiari e amici non sono sistematicamente conservate in minuta o trascrizione. Ma non è tutto: quando nel 1933 Elsa e Albert fuggono dalla Germania e raggiungono Princeton per non essere perseguitati dai nazisti, è il marito di Ilse, Rudolph Kaiser, a salvare la documentazione rimasta a Berlino, supportato dall’ambasciata francese. Il materiale raggiunge Princeton e rimane custodito nella casa di Mercer Street dal 1935: è in quei locali che, dopo la morte di Einstein, operano Helen Dukas e Otto Nathan ed è lì che la documentazione triplica di consistenza per l’impegno dei due collaboratori e amici fidati concentrato nel ricostruire la rete di corrispondenza. Negli anni Sessanta inizia una nuova fase di interventi, Helen Dukas e Gerald Holton riorganizzano il materiale con l’obiettivo di renderlo accessibile agli studiosi attraverso l’edizione di fonti The Collected Papers of Albert Einstein: per facilitare il lavoro editoriale, i documenti sono trasferiti da casa Einstein all’Institute for Advanced Study di Prince- ton, dove rimangono per ventisei anni. Nel dicembre 1981, nei giorni prossimi al Natale e con lo sfondo di una Princenton quasi deserta, un cambio repentino di scena: 

Era una notte buia e piovosa. Fermo davanti all’Institute, un grosso camion era sorvegliato da una pattuglia di soldati israeliani ben armati. Passavo di lì per caso e mi sono fermato per osservare cosa stesse succedendo. Non si vedeva nessun altro, ma ero certo che ci fosse anche Helen; è probabile che controllasse le operazioni dalla finestra del suo ufficio all’ultimo piano. In rapida successione, innumerevoli casse di legno vennero trasportate fuori dall’ascensore, oltre la porta d’ingresso e caricate sul camion. I soldati saltarono a bordo e il camion si allontanò nell’oscurità. L’indomani, il fondo era giunto alla sua destinazione ultima, a Gerusalemme. Helen continuò a lavorare nell’Institute; rispondeva alle lettere e sistemava gli scaffali un tempo ricolmi di documenti. Sei settimane dopo quella notte, morì all’improvviso. Non abbiamo mai saputo se avesse avuto una premonizione; aveva comunque fatto in modo che il suo amato archivio fosse in mani fidate prima della sua dipartita.

Le carte personali raggiungono Gerusalemme: grazie al supporto della Hebrew University e dell’associazione American Friends of The Hebrew University, il corpus è trasferito nella Jewish National & University Library. Negli anni seguenti anche altra documentazione lascia la residenza di Princeton: collezioni personali di ristampe, fotografie, medaglie e diplomi, nonché la biblioteca privata di Albert Einstein. Albert Einstein Archives, soggetto plurale. Nel 1988 gli aspetti gestionali coinvolgono la Dibner Fund e nel 2008 la Hebrew University’s Library Authority assume la responsabilità del patrimonio, ospitandolo in una nuova sede nell’edificio Levi del campus Edmon J. Safra.

Alcuni anni fa mi imbattei nelle note di Pensieri di un uomourioso: ccolpita dalle distinzioni fra Collected Papers, Love Letters e Archivio Einstein tout court, indagai le vicende delle carte Einstein. Con sorpresa, non trovai una bussola per archivi, ma un intricato mosaico di strumenti. Ciò che possiamo dire sugli archivi Einstein, si può trovare al loro interno, ma senza una bussola archivistica la ricerca diventa ostile e le risposte balbuzienti; la digitalizzazione delle carte non è sufficiente per restituire a quel complesso archivistico piena voce, plasmato dagli interventi di Ilse, Helen Dukas, Otto Nathan e Gerald Holton, operazioni che non si percepiscono dalle foto in alta risoluzione pubblicate online, eppure parti integranti della storia degli Albert Einstein Archives.

Albert Einstein Archives, Hebrew University, Gerusalemme.

Sulla relatività archivistica

In un recente contributo, Federico Valacchi ha riflettuto sul concetto di relatività archivistica e sui metodi costitutivi delle bussole: “L’archivistica, come la fisica, riesce a interpretare il tempo, perché si nutre di tutti i presenti che hanno costruito gli archivi e li costruiranno”.  Le vicende raccontate nel precedente paragrafo non illustrano la struttura del complesso archivistico, ma descrivono circostanze e fatti che nel corso del tempo lo hanno forgiato: forniscono, se pur con rapide pennellate, un inquadramento sui soggetti produttori – uso il plurale perché, oltre al premio Nobel, la forza aggregativa di alcuni nuclei deriva dall’intervento degli esecutori testamentari e dalle loro operazioni di recupero della corrispondenza – e sulla storia archivistica. Ogni bussola per archivi inizia con questo tipo di indagini, studia il produttore, fa emergere il contesto, le relazioni fra entità da descrivere: un documento non è una monade, ma un atomo di una molecola che deve essere descritta inquadrandola nei presenti che ha vissuto. Certo, chi effettua operazioni descrittive di impianto archivistico e ancor più chi compie azioni di ordinamento – o riordinamento – dovrebbe ricordarsi questa responsabilità: Helen Dukas fu fedele e attenta amica, ineccepibile segretaria, premurosa custode, ma fu affiancata, consigliata, indirizzata da archivisti? La letteratura consultata sul progetto non risponde al quesito, ma attesta un gruppo di lavoro di composto da persone con un elevatissimo grado di competenza sulla materia e di profondissima conoscenza dell’uomo Albert Einstein, scienziato, collega, amico, marito, amante: le esigue informazioni dedicate alle logiche di sedimentazione, ai criteri di ordinamento, allo stato di conservazione e alla struttura degli Albert Einstein Archives indirizzano la risposta verso un “no”. La Hebrew University, per penna di RoniGrosz, attuale curatore degli Albert Einstein Archives, avvisa gli studiosi e gli internauti: 

Dear visitor,
(...) The Albert Einstein Archives’ website which you are looking at right now will be replaced by the end of 2021 by the website. I will inform you on the upcoming change when we get closer to it. After the switch the renewed website will serve as an entry portal to everything Einstein. www.alberteinstein. info whose main function is hosting our catalog for the public is currently not available. It should be back by the end of 2021. I will update you about the development on this space. (...) We are continuously investing huge efforts in improving our database content. We finished adding First Lines, Title and Language to every record (where relevant). We are currently completing the names of all persons relevant to the documents, whether author, receiver or any person mentioned, as well as geographical information (where a document was penned and/or where a letter was sent to). Additionally, we have added digital images to all of our records. Please note that due to contractual constraints not all images can be viewed by clicking on the record but all images can be requested by email. (...) As always, if you have suggestions or want to voice your criticism, please feel free to contact me.

Egregia disponibilità, ma traballante vetrina. Colpisce imbattersi nel sito satellite dell’università dedicato agli Albert Einstein Archives: lo stupore deriva dal suo impianto che, per impostazione grafica, struttura e menù fisso, ricorda gli anni Novanta, quasi fosse un viaggio nello spazio tempo. Relatività e percezioni: tanto coinvolgente è la vetrina dell’Einstein Papers Project e della connessa edizione di fonti The Collected Papers of Albert Einstein, quanto respingente è la porta di ingresso che sul web apre l’accesso alle fonti archivistiche. Un merito, però, deve essere riconosciuto al sito: la Folder list è l’unica testimonianza che rappresenta l’attuale struttura logica di organizzazione del complesso archivistico, se pur distante dagli standard internazionali di descrizione archivistica e dalla restituzione di uno strumento inventariale. Dopo un merito, una giustificazione: il sito è dichiaratamente provvisorio, per quanto abbia questa forma da lungo tempo, e l’Archives’ Holdings Database, primigenia bussola disponibile al pubblico ancora prima che l’Einstein Papers Project balzasse agli onori della cronaca una decina di anni fa, tornerà accessibile entro il 2022. 

L’articolo de “Il Sole 24 Ore” prima richiamato è un esempio dell’enfasi comunemente dedicata alla fruibilità degli archivi: schiaccia l’acceleratore su due aspetti, internet e digitalizzazione. Eppure è nel metodo descrittivo, nella resa dei contesti, delle strutture, delle relazioni che si espleta la tutela, l’accessibilità e la promozione delle risorse archivistiche. Estremizzando, la digitalizzazione è un di cui, pregevole e utile ma non sostanziale per gli archivi storici: se digitalizzo una lettera di Albert Einstein e non la inserisco in un reticolo strutturato di informazioni, non amplifico il suo potenziale, lo depaupero. Il rischio aumenta esponenzialmente in un contesto di transizione digitale, lo scenario in cui oggi viviamo: se pensiamo a chi oggi sarà premio Nobel della fisica di domani, dobbiamo considerare che gli alias di Ilse, Helen e Otto gestiranno testimonianze sempre meno tangibili e sempre più evanescenti, con ulteriori rischi di dispersione e obsolescenza. Qui entrano in gioco gli archivisti, ma alcuni interrogativi sorgono spontanei: chi lo sa? E ancora, noi archivisti siamo realmente preparati a interagire con promotori, committenti, eredi, conservatori e pubblici differenti nel rispetto di azioni scientifiche sul “bene culturale archivio”? Sappiamo comunicare la caleidoscopica utilità del nostro mestiere alla collettività e ai privati e alle istituzioni che hanno necessità di un agire archivistico? Si tratta, fra il resto, anche di manutenzione della nostra professione e dei suoi strumenti.

Azzardo un’osservazione: gli standard di descrizione archivistica sono tacciati dai non addetti ai lavori di rigidità, bidimensionalità. Suppongo non sia un caso che anche l’archivio di un premio Nobel italiano, Giulio Natta, abbia subìto un trattamento descrittivo e di ordinamento non condotto da un gruppo interdisciplinare composto da archivisti, oltre che da eccellenti chimici e docenti universitari. Dopo la notifica di interesse storico della Soprintendenza archivistica di competenza territoriale, per qualche anno osservai da vicino le vicende dell’archivio Natta: con rammarico, constatai la preferenza verso un’operazione di digitalizzazione e la realizzazione di un sito – nota di colore: oggi il sito Giulio Natta Archive ha un sapore vintage simile a quello degli Albert Einstein Archives – rispetto alla produzione di un strumento di ricerca, conforme agli standard di descrizione archivistica e derivato da una banca dati realizzabile con un software open source. Quella bussola inventariale avrebbe consentito l’associazione di immagini, la descrizione del soggetto produttore e delle strutture del complesso, l’illustrazione della storia archivistica, sino a raggiungere la schedatura delle unità archivistiche e, con tempi e investimenti adeguati, avrebbe potuto spingersi sino al dettaglio delle singole unità documentarie. Si scelsero gli atomi, non la molecola: quella scelta oggi consente di navigare in gruppi tematici di immagini che rappresentano una selezione di documenti prodotti e raccolti dall’inventore del polipropilene, ma non forniscono segnature e contesto, sono privi dei riferimenti al ramo a cui quelle foglie appartengono, in un albero senza radici. Per i custodi dell’Archivio Natta era urgente offrire immagini, non una mappa di navigazione universale, in grado di soddisfare pubblici diversi. Digitalizzazioni di questo tipo appagano solo apparentemente e parzialmente un bisogno urgente: vedo e decifro la pagina dell’agenda in cui Giulio Natta il 10 marzo 1954 annotò “Fatto il polipropilene”, ma non trovo strumenti per comprendere come il chimico arrivò a quella scoperta, perché l’annotò su una agenda, con chi lavorò e cosa produsse oltre a quell’appunto. Ciò che possiamo dire su un archivio è nell’archivio e nelle sue relazioni, ma senza bussole nessun archivio parla. 

Senza bussole o mappe, qualsiasi individuo è disorientato nell’immergersi in un terreno poco noto o addirittura sconosciuto, eppure l’appeal della pubblicazione degli strumenti di corredo – anche realizzati con modalità digitali, con immagini associate e fruibili online – sembra perlopiù ricadere nella sfera di interesse degli archivisti e degli organismi di vigilanza e tutela, le Soprintendenze e le preposte strutture del Ministero della Cultura. La tutela dei beni culturali, archivi compresi, parte dalla descrizione, Codice dei beni culturali e del paesaggio docet: l’applicazione di regole condivise e sistematiche per la descrizione non solo pone in sicurezza quelle entità complesse che sono gli archivi, ma permette anche di renderle accessibili, promuoverle e valorizzarle come beni della collettività. Consente di conoscerle e farle conoscere. Dalla descrizione derivano tutte le azioni possibili di conservazione e di fruizione, non si scappa: perché, allora, manca l’appeal? In cosa sbagliamo, noi archivisti? Se abbiamo riferimenti disciplinari e metodologici, se abbiamo strumenti e tecnologie, allora è possibile che i quattro assi mancanti al nostro mazzo di carte siano capacità progettuale, fundraising, rete professionale e comunicazione. Questi tasselli non sono frutto di un elenco emotivo: sono rare le eccezioni di percorsi di formazione archivistica che propongono insegnamenti di questo tipo, tanto nel contesto universitario quanto nella sfera delle scuole degli Archivi di Stato. 

“Perché questa stupenda scienza applicata che risparmia lavoro e rende la vita più facile ci porta così poca felicità? La risposta è semplice: perché non abbiamo ancora imparato a farne un uso assennato”: mutatis mutandis, le parole di Einstein richiamano nel mio pensiero la cassetta degli attrezzi di ogni archivista. Mi reputo discretamente felice, ma non percepisco un felice sentire comune professionale fra i colleghi che esercitano la stessa professione, in particolare di chi rappresenta la mia generazione e quelle successive. La ricerca di un adeguato programma formativo – di imprinting, specializzazione o di aggiornamento – fatica ancora oggi a conciliare teoria e pratica, requisito fondamentale per l’inserimento nel mondo del lavoro: a questo scenario si aggiungono il precariato diffuso e la rarefazione concorsuale, due elementi che generano un grave impatto sugli archivisti delle nuove generazioni. E, non ultima, la capacità di comunicazione. 

Comunicare fra archivisti e comunicare ai pubblici

Ho citato quattro assi nella manica: progettualità, ricerca di risorse economiche per sostenere la progettualità, creazione di una rete professionale e capacità di comunicazione. Mi concentro sull’ultimo aspetto: noi archivisti come comunichiamo? Come regola universale il registro comunicativo dovrebbe variare in funzione del pubblico e dell’obiettivo: comunicare a persone con valige formative ed esperienziali simili è cosa altra che comunicare a pubblici diversi con la volontà di intercettarli, di creare curiosità e partecipazione. Anche il mezzo che veicola il messaggio dovrebbe condurre a differenti declinazioni del linguaggio: il tenore di una premessa metodologica di un inventario non può essere lo stesso di un post su un qualsiasi social network, idem viceversa. Se questa differenza di stile risulta comprensibile ed è applicata, dovrebbe essere altrettanto evidente la stretta relazione fra contesto, linguaggio e forma del messaggio: una relazione in un convegno universitario dedicato agli archivi di persona dovrebbe avere forma e registro diversi da quelli usati per un intervento organizzato da una biblioteca comunale che, magari all’ora dell’aperitivo, invita utenti e cittadini ad ascoltare perché la biblioteca ha accolto, descritto e reso accessibile l’archivio della persona X. L’empatia è alleata della comunicazione, non è avversaria di autorevolezza, scientificità e professionalità: osservarci, ascoltarci, leggerci con gli occhi dell’altro aiuta noi, il pubblico e la nostra professione; esistono molti pubblici e ciascuno, con le proprie differenze e peculiarità, va rispettato, interessato, reso partecipe. A costo di ricevere l’appellativo di La Palice, insisto su questo fronte e sottolineo che tutti i pubblici hanno la stessa importanza: ogni individuo di qualsiasi platea ha importanza e ogni contributo da noi proposto – orale, scritto, scientifico o divulgativo che sia – ha la responsabilità e il dovere dell’intermediazione, che tratti di un bene culturale, di un progetto o di una tessera di quel composito mosaico che è l’archivistica. Diffidare dai passepartout: impoveriscono la forza del messaggio e fanno correre il rischio di creare distanza tra pubblico e interlocutore. In queste poche righe si è timidamente affacciata la relatività della comunicazione archivistica: per irrobustire la tesi della necessità di attenzione – e preparazione ed esercizio – in tema di comunicazione, propongo alcuni dati. 

In occasione del suo primo lustro digitale, il notiziario “Il Mondo degli archivi” – progetto nato nel 2006 per iniziativa dell’Associazione nazionale archivistica italiana, in collaborazione con la Direzione generale Archivi,  e ora alla terza serie, realizzata in collaborazione con l’Istituto centrale per gli archivi – ha pubblicato lo speciale #comunicarchivi, dedicato a un bilancio dei suoi cinque anni di vita on line e al commento di alcuni progetti di comunicazione archivistica: 

(...) ci siamo guardati intorno e abbiamo chiesto ai principali protagonisti della comunicazione archivistica in internet di unirsi alle nostre riflessioni, inviandoci una pagina in cui descrivono il loro progetto e, se possibile, ne analizzano l’andamento. (...) Tornando al nostro notiziario, in primo luogo vogliamo registrare alcuni dati numerici: gli articoli pubblicati sono più di 550, con una media di oltre un centinaio all’anno e ne viene promossa la diffusione grazie all’invio con cadenza più o meno mensile di una newsletter a un indirizzario molto ampio, che raggiunge oltre 23mila persone. (...) Si può dire quindi che gli archivi hanno occupato lo spazio che la rivista offre loro per rendere visibili le iniziative in corso o compiute, ma al contrario si deve riconoscere che non hanno accolto, almeno fino a oggi, l’altra opportunità che la rivista si era proposta di offrire, proponendosi come punto di incontro per scambiarsi opinioni e commenti, per fare e sentirsi comunità. Lo spazio destinato ai commenti in fondo agli articoli rimane infatti vuoto nella quasi totalità dei casi. (...) i due articoli più letti (...) superano rispettivamente le 19mila e le 17mila visualizzazioni, mentre il terzo (...) sfiora gli 11mila e il quarto e il quinto (...) si attestano sui 4mila. Anche se ben al di sotto di queste punte di eccellenza, il corpo principale degli articoli pubblicati continua a essere consultato (...) Non potendo affrontare un’indagine sui contenuti che incontrano maggiore successo, perché richiederebbe strumenti più raffinati di quelli che abbiamo disponibili e un impegno di tempo considerevole, ci limitiamo per concludere a sottolineare l’indicazione che emerge da quanto riportato più sopra: i due articoli più letti sono stati pubblicati entrambi nello speciale Antenati e il numero di visualizzazioni che hanno totalizzato fornisce un’ulteriore riprova di quanto sia sentito il tema della ricerca genealogica e di quanto sia quindi corretto l’impegno dell’Amministrazione archivistica per la valorizzazione delle fonti anagrafiche.

Ragionando sui dati relativi alla lettura dei contributi, citati dall’editoriale, sarebbe interessante comprendere le tipologie di visualizzazioni: mille visualizzazioni corrispondenti a mille singoli utenti attestano un bacino di lettori diverso da quello rappresentato da n visualizzazioni multiple di n utenti, platea più ristretta a parità di numero di consultazioni. “Il Mondo degli archivi” è strumento e volano informativo per un pubblico di archivisti, ma dichiara, con onestà intellettuale, di non riuscire a migliorare le interazioni del target di riferimento: gli archivisti appaiono partecipi nel pubblicare e leggere i contributi, ma disinteressati ai commenti. Un sito, qual è oggi “Il Mondo degli archivi”, difficilmente stimola la partecipazione tramite commenti: offre senza ricevere perché il potenziale ping-pong si è spostato sui social. E se il difetto, prima che nella partecipazione, risiedesse nello strumento, ormai superato da altri in cui scambi di idee e ping-pong fra notizie e commenti sono più agevoli e rapidi? Sono due gli aspetti dell’editoriale che hanno assorbito la mia attenzione e stimolato la mia curiosità: l’assenza di una cerniera con la pagina Facebook del notiziario, a proposito di incentivo al ping-pong per il confronto, e l’uso di un soggetto. “Gli archivi (...) non hanno accolto, almeno fino a oggi, l’altra opportunità che la rivista si era proposta di offrire, proponendosi come punto di incontro per scambiarsi opinioni e commenti, per fare e sentirsi comunità”: mi arrovello nell’immaginare se un diverso soggetto come “gli archivisti”, termine caldo che coinvolge tutte le persone che si riconoscono in percorsi formativi o professionali più o meno simili, avrebbe favorito la partecipazione rispetto all’uso del soggetto “archivi”, parola più fredda e che confonde contenuto e contenitore. Mi interrogo perché la scelta, forse, deriva dalla volontà di non urtare le sensibilità dei colleghi lettori e autori del contributo del notiziario. Creare interesse per stimolare partecipazione presuppone uno scambio, non solo di notizie. Nello sfogliare i post della pagina Facebook del notiziario, che vanta 6.225 follower, l’analisi dei numeri lascia intravedere dove sarebbe possibile un margine di miglioramento: il numero dei post da gennaio a luglio 2021 è pari a 5, di cui di 3 segnalazioni di newsletter; il range di like oscilla da 1 a 21 e la forbice delle condivisioni da 0 a 2. Ampliamo l’osservazione al 2020, anno che incarna la fervida attività social in risposta all’emergenza sanitaria che ci ha sorpreso e confinato per mesi: 15 post, di cui 5 segnalazioni di newsletter, 3 commenti totali, un numero di like che oscilla fra 0 e 23 e un range di condivisioni fra 0 e 8; i post che nel 2020 hanno riscosso più partecipazione sono dedicati alla Festa della Liberazione del 25 aprile e a un video in diretta streaming realizzato per la Giornata internazionale degli archivi del 9 giugno. 

Conosco l’energia che un lavoro redazionale e una campagna di comunicazione richiedono, comprendo le difficoltà e apprezzo ogni singolo sforzo, espressione sinceramente solidale e non retorica nei confronti dei colleghi impegnati nella redazione de “Il Mondo degli archivi”: fatta questa doverosa premessa, i dati andrebbero analizzati e dalle riflessioni dovrebbero scaturire modifiche, per il bene associativo di cui il notiziario è uno strumento. Se c’è offerta, c’è risposta e partecipazione: per citare solo due casi, gli esempi di Archivistica Attiva, un gruppo Facebook con 3.265 iscritti, e Arch.I.M. Archivisti in movimento, pagina con 3.772 follower, ce lo insegnano: non sono notiziari, ma sono due realtà che si rivolgono allo stesso target, ottenendo partecipazione. Faccio parlare i numeri: la sola Archivistica Attiva dal 1o gennaio al 30 giugno 2021 ha generato un flusso partecipativo di 454 post, 1.127 commenti, 1.581 reazioni, 106 nuovi iscritti e 162.576 visualizzazioni complessive dei contributi disponibili. Siamo lontani dai numeri di qualsiasi influencer, ma l’obiettivo non è influenzare, è creare un sentire comune partecipativo, stimolare il confronto, fornire e ricevere informazioni su iniziative, progetti e pubblicazioni cercando raggiungere il più vasto pubblico di persone interessate. 

Estendo ulteriormente il punto di vista e offro una ricognizione, condotta a titolo esemplificativo e non esaustivo, dedicata ai social di associazioni di categoria, a una selezione di istituzioni statali conservatrici di archivi e ad alcune iniziative di matrice archivistica. L’osservazione riguarda unicamente pagine Facebook, non gruppi, e canali YouTube: i dati mostrano il numero di follower o di iscritti, le visualizzazioni totali dei video censiti dal social come top ten di popolarità – dall’avvio della pagina o del canale – e, infine, indicano il dettaglio delle visualizzazioni registrate durante il periodo pandemico, da febbraio 2020 a oggi. Qualche considerazione generale: Facebook appare il social maggiormente presidiato, l’emergenza pandemica ha accresciuto la triade “offerta-partecipazione-domanda”, le occasioni che hanno generato più coinvolgimento sono iniziative frutto di contaminazioni e collaborazioni che si sono rivelate capaci di raggiungere nuovi target accanto al pubblico già fidelizzato. Pur rischiando per la seconda volta in queste pagine un commento lapalissiano, insisto su quanto emerge dai dati, per quanto embrionali: occuparsi della programmazione e della forma dei contenuti, usare un linguaggio adeguato al contesto, creare empatia, porre domande e fornire risposte, organizzare streaming con la possibilità di gestire e pubblicare in diretta i commenti sono alcuni degli elementi decisivi per l’esito di un progetto di comunicazione. Gli schemi e le tabelle che seguono sono eloquenti. Questa prima esplorazione si è concentrata sui due social menzionati dallo speciale #comunicarchivi de “Il Mondo degli archivi”, Facebook e YouTube: sarebbe interessante analizzare lo stato dell’arte della comunicazione archivistica italiana su Twitter, Linkedin, Instagram, Spreaker, raffrontandola con quella internazionale. 

Sono passati venticinque anni dalle classifiche dell’inquieto Rob Fleming: con il pretesto di alcune top five dedicate a musica, libri, film e fallimenti sentimentali, il protagonista di Alta fedeltà evolve perché riflette e impara. Stilare una classifica significa misurare, mettere in fila, in qualche modo descrivere. Mentre estraevo i dati per la ricognizione proposta in questo contributo, per qualche strano motivo ho ricordato il romanzo di Nick Horby. Fedeltà, corrispondenza al vero, conformità all’originale, risposta alla fiducia di un impegno assunto e alle aspettative: elementi che fanno eco alle bussole per archivi e anche alle bussole per la comunicazione degli archivisti. Alta fedeltà: l’obiettivo cui tendere, con capace comunicazione. 

Figura 1 - Pagine Facebook ICA, ANAI e ANAI “Il Mondo degli archivi”.

Figura 2 - Canali YouTube ICA e ANAI.

Figura 3 - Pagine Facebook di ANAI nazionale e delle sezioni regionali con almeno 10 contributi video (Lombardia e Marche).

Figura 4 - Pagine Facebook delle sezioni regionali di ANAI con almeno un contributo video.

Figura 5 - Pagine Facebook dell’Archivio Centrale dello Stato e degli Archivi di Stato di Milano e Venezia.

Figura 6 - Canali YouTube dell’Archivio Centrale dello Stato e degli Archivi di Stato di Milano e Venezia.

Figura 7 - Archivissima (Facebook e YouTube), BaSe Bacheca Semiologica (Facebook) e Ibridamente (YouTube).

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 3.400

#IAW2020 Archivando las redes sociales. Una charla sobre datos abiertos y archivos sociales

2020.06

1:04:34

2 3.338

#IAW2020 Climate Change and Cultural Heritage: a call to action!

2020.06

1:15:13

3 2.544

#IAW2020 Webinars Programme

2020.06

23:15

4 2.075

#IAW2020 Datasprint à l’INA thèque: retour sur une expérimentation

2020.06

1:04:47

5 1.850

#IAW2021  #EmpoweringArchivesLaunch

2021.06

38:35

6 1.318

What do archivists do in 2020? And how does ICA support?

2021.06

2:11

7 1.167

#DTAAdelaide2019 Closing Ceremony

2019.10

1:58:07

8 964

#IAW2021 What I Wish I knew about digital preservation: Collaboration and Networking Edition

2021.06

1:42:38

9 947

#IAW2021 #IAD2021

2021.06

0:30

10 921

World Digital Preservation Day 

2019.11

0:46

Totale 18.524

Tabella 1. ICA International  Council on Archives: analisi pagina Facebook, dettaglio della top ten popolare @ICAInternationalCouncilonArchives - www.facebook.com/ICAInternationalCouncilonArchives - Follower: 12.095

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1

6.165

ICA Yaounde Conference 2018

2018.01

4:13

2

2.125

#IAD2017

2017.11

3:23

3

1.910


#IAD2016

2016.10

3:55

4

1.676


Archives pour se positionner, film

2015.11

6:43

5

1.217


Records in Contexts

2017.01

2:34

6

1.024

Records in Contexts

2017.01

14:08

7

978


#ArchivesAreAccessibile

2020.04

1:04

8

942


Welcome to #ICAAbuDhabi

2020.02

4:27

9

878

Records in Contexts

2017.01

25:01

10

873

Records in Contexts

2017.01

26:03

Totale 17.788

Tabella 2. ICA International  Council on Archives: analisi canale YouTube, dettaglio della top ten popolare www.youtube.com/channel/UC-SakaQQ_FV7EFL_4fAp7yw/featured - Iscritti: 717

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 1.703

Professioni dei beni culturali

CoLAP, AIB, Assolirica, CIA, NIP

2020.09

01:59:53

2 1.575

Testimonia. Fonti orali e archive sonori

Ibridamente

2020.06 01:32:17
3 432

ANAI 70 anni associativi

2019.11 01:16:37
4 425

Archivisti di Stato: generazioni a confronto

Archivissima

2021.06 43:40:00
5 422

Ivana Monti per Ispirati dagli Archivi

 

2016.03 00:44
6 330

Archivisti di impresa: colloquio tra generazioni 

Archivissima

2021.06 45:11:00
7 271

Archivisti liberi professionisti: generazioni a confronto

Archivissima

2021.06 46:12:00
8 254

ANAI 70 anni associativi

2019.11 22:38
9 184

ANAI 70 anni associativi

2019.11 34:45:00
10 108

ANAI 70 anni associativi

2019.11 05:23
Totale 5.704

Tabella 3. ANAI Associazione Nazionale Archivistica Italiana: analisi pagina Facebook, dettaglio della top ten popolare @archivisti.italiani - www.facebook.com/archivisti.italiani - Follower: 6423

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 682

Testimonia. Fonti orali e archivi sonori

Ibridamente

2020.06

0:05

2 200

Illustrazione restyling pagina FB

2021.06

1:32:17

Totale 882

Tabella 4. ANAI «Il Mondo degli archivi»: top ten Facebook

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 992 Carte di piombo 2020.11 8:05.48
2 400 Ac-crescere l'integrazione delle competenze ANAI Lombardia, Regione Lombardia 2019.03 2:57:51
3 397 L'archivio costruito. Archivi di persona

ICAR e Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

2018.02 15:21
4 310 Testimoni. Fonti orali e archivi sonori Ibridamente 2020.06 1:32:17
5 284 Tutelare gli archivi oggi. Che fare? 2016.02 24:47
6 262 Diritto di accesso a tutela riservatezza Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali 2016.12 32:44
7 253 Diritto di accesso a tutela riservatezza Direzione Generale Bibblioteche e Istituti Culturali 2016.12 19:31
8 247

Tutelare gli archivi di oggi. Che fare?

2016.02 13:28
9 241 L'archivio costruito. Archivi di persona  ICAR e Biblioteca Nazionale Centrale di Roma  2018.12 29:55
10 128 La crisi degli archivi  AIDUSA 2020.10 2:29:53
Totale 3.514

Tabella 5. ANAI: top ten YouTube, www.youtube.com/c/anai-tv - Iscritti: 369

views Argomento Partnership  Data Durata
Abruzzo (www.facebook.com/Anai-Abruzzo-430764140327527 - Follower: 677)
1 134 Archivi aperti a Ortona 2015.06
Lazio (@AnaiSezionelazio - www.facebook.com/AnaiSezioineLazio - Follower:993
1 98 Frammenti da un seminario Archivio Centrale dello Stato 2017.11
Liguria (AnaiLiguria - www.facebook.com/AnaiLiguria - Follower: 597)
1 1.678 Mi riconosci? ANAI nazionale 2018.10 2.34
2 534 Archivideo - L'archivio diocesano di Albenga 2021.04 3:50
3 201 Archivideo - Fondazione Novaro 2021.06 4:34
4 189 Archivideo - Archivio storico Regione Liguria  2021.05 2:46
Totale 2.602
Lombardia (@anailombardia - www.facebook.com/anailombardia - Follower:1139
1 625 Servizio TGR 2019.06 1:56
2 556 CANVAS Conoscere Agire Narrare valori Archivisti Scenari

Ibridamente, Soprintendenza Lombardia, 

Master FGCAD e SDA - Università di Macerata, Biblioteca Universitaria di Pavia 

2020.05 3:16:02
3 404 Archivistica Attiva. Un bilancio Archivio di Stato di Milano e Soprintenza Lombardia 2019.05 1:53:23
4 318 CANVAS Conoscere Agire Narrare Valori Archivisti Scenari

Ibridamente, Soprintendenza Lombardia, 

Master FGCAD e SDA - Università di Macerata, Biblioteca Universitaria di Pavia 

2020.05 3:20:42
5 247 Hackathon Archimista

Ibridamente, ANAI Toscana, ANAI Marche

2020.06 1:32:56
6 223 CANVAS Conoscere Agire Narrare Valori Archivistici Scenari

Ibridamente, Soprintendenza Lombardia, 

Master FGCAD e SDA - Università di Macerata, Biblioteca Universitaria di Pavia 

2020.05 2:36:59
7 153 Graphic novel "Protocollo" Archivio di Stato di Milano 2019.09 51:21
8 101 Ac-crescere l'integrazione delle competenze Regione Lombardia 2019.03 53:36
9 99 Ac-crescere l'integrazione delle competenze Regione Lombardia 2019.03 2:02:26
10 93 L'archivio di Radio Radicale Archivio di Stato di Milano, Radio Radicale 2019.11 1:28:43
Totale 2.819
Marche (@ANAImarche - www.facebook.com/ANAImarche- Follower:575
1 184 Hackathon Archimista  Ibridamente, ANAI Lombardia, ANAI Toscana 2020.05 1:32:56
2 102 Archiviamente aperti-servizio mediaset 2019.06 0:17
3 83 Video da visita guidata 2019.02 3.59
4 75 Video da visita guidata MAB 2019.02 6:52
5 44 #IAW2019, Corale Bizzarri 2019.06 0:28
6 36 Video da visitaguidata 2019.06 1:07
7 27 Archiviamente aperti, estratto 2019.06 0:53
8 19 IV centenario della nascita di Annibal Caro 2019.06 0:28
9 18 #IAW2019, Corale Bizzarri 2019.06 0:14
10 15 #IAW2019, Corale Bizzarri 2019.06 0:16
Totale 603
Piemonte e Valle d'Aosta (www.facebook.com/Anai-Sezione-Piemonte-e-Valle-dAosta-235529683485255 - Follower: 770)
1 109 Eventi del Salone del libro di Torino 2019.05 0:09
Piemonte (www.youtube.com/user/anaipiemonte - iscritti:770)
1 567 La selezione in archivio 2014.01 48:25
2 463 Il documento elettronico 2012.11 23:18
3 308 Selezione e conservazione 2014.01 41:48
4 287 Conservare in un polo archivistico 2014.01 29:18
5 229 Il documneto elettronico 2012.11 29:51
6 217 Il documento elettronico 2012.11 23:46
7 200 Il documento elettronico  2014.01 31:37
8 187 Il cloud computing in Italia 2014.01 35:47
9 176 il documento elettronico 2012.11 26:44
10 169 il documento elettronico  2012.11 45:11
Totale 2.803
Puglia (@anaipuglia www.facebook.com/anaipuglia - Follower: 716
1 281 Caffè archivistico 2017.09 2:59
2 197

Ispirati dagli archivi, Soci Juniores 

2021.04 5.23
3 81 Caffè archivistico  2017.03 1:51
Totale 559
Sardegna (www. facebook.com/ANAI-Sezione-Sardegna-456299141078150 - Follower: 1246
1 926 Gli eroi della mem, omaggio ai volontari 2017.05 13:25
2 775 La cultura è lavoro 2018.02 4:12
3 693 Ispirati dagli archivi 2016.05 3:32
4 427 La cultura è lavoro 2018.02 3:25
5 235 La cultura è lavoro  2018.02 4:48
6 131 Presentazione libro  2019.11 4:12
7 75 La cultura è lavoro 2018.02 5:01
8 59 La cultura è lavoro 2018.02 0:46
Totale  3.321
Toscana (@aANAIToscana www.facebook.com/ANAIToscana - Follower: 1760)
1 237 Hackathon Archimista Ibridamente, ANAI Lombardia, ANAI MArche 2020.06 1:32:56
2 134 Frammento da Assemblea nazionale ANAI 2017.04 0:16
Totale 371
Umbria (www.facebook.com/ANAI-Umbria-348979728629627 - Follower: 1046
1 39 La Notte del lavoro narrato, festival Socio ANAI Umbria  2020.05 2:53

Tabella 6 - ANAI Sezioni regionali: analisi pagine Facebook, top ten popolare; analisi canale Youtube per la sola ANAI Piemonte 

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 2.448 #artyouready 2020.04 0:54
2 1.662 Una storia centrale 2021.07 3:04
3 1.036 Carte di piombo ANAI nazionale  2020.11 8:00:10
4 949 Mostra, frammento video 2019.10 1:52
5 513 Mostra, frammento video 2019.06 0:09
6 376 Mostra, frammento video 2019.05 2:09
7 354 Domenica di carta 2020 2020.10 6:15
8 346 Cantiamo un'altra storia 2019.06 1:03
9 249 Digitalizzare per innovare Direzione generale archivi 2019.10 25:42
10 204 Incontro su Leone Piccioni  2019.05 1:25
Totatale 8.137

Tabella 7 - ACS Archivio Centrale dello Stato: top ten Facebook; @archiviocentrale - www.facebook.com/archiviocentrale - Follower: 8.066

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 30.647 L'autostrada del Sole Milano-Firenze, 1960 2014.03 29:33
2 29.451 L'autostrada del Sole, 1959 2014.03 9:52
3 15.028 La Naja, 1955 2014.03 11:05
4 7.832 Abramo Lincoln, 1951 2014.03 15:45
5 6.829 Bramante e l'architettura, anni '50 2014.03 8:43
6 6.782 Università dello sport, 1957 2014.03 10:59
7 6.778 La città dei ragazzi, anni '50 2014.03 11:14
8 4.279 Taglio alla fiamma ossiacetilenica, 1944 2014.03 19:45
9 3.490 Il canale di Corinto, 1949 2014.03 10:97
10 3.096 L'importanza di essere qualcuno, 1950 2014.03 25:11
Totale 117.166

Tabella 8 - ACS Archivio Centrale dello Stato: top ten YouTube; www.youtube.com/user/canaleACS - Iscritti: 1090

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 2.078

DigitASMI, presentazione portale

Direzione generale Archivi

2020.09 1:46:13
2 1.610 Presentazione libro

Università di Milano, Osservatorio sul Mezzogiorno d’Europa - Università della Campania Luigi Vanvitelli

2020.07 1:57:24
3 1.523 #IAD 2020 Archivio di Stato di Pavia, Archivistica Attiva, Ibridamente  2020.06 1:55:21
4 1.491 Presentazione libro Archivi di Stato di Pavia e Varese, Ibridamente 2021.01 1:17:16
5 1.476 I martedì della Scuola APD

Archivio di Stato di Pavia, Archivistica Attiva, Ibridamente

2020.05 2:12:17
6 1.228 I martedì della Scuola APD Archivio di Stato di Pavia, Archivistica Attiva, Ibridamente  2020.04 2:07:54
7 1.180 I mercoledì della Scuola APD e presentazione mostra su Fiume  Fondazione Anna Kuliscioff, Fondazione Vittoriale degli Italiani, Archivio di Stato di Pavia 2021.02 3:21:58
8 1.132 Inaugurazione II anno Scuola APD e presentazione libro  2020.11 1:37:08
9 1.098 Nero su bianco. Carte d'archivio raccontano Leonardo, frammento video mostra 2020.04 0:30
10 1.030 I martedì della Scuola APD Archivio di Stato di Pavia, Archivistica Attiva, Ibridamente 2020.05 2:23:04
Totale

 

13.846

Tabella 9 - Archivio di Stato di Milano: top ten Facebook; @archiviodistatodimilano - www.facebook.com/archiviodistatodimilano - Follower: 5.168

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 21.266 La peste manzoniana tra le carte d'archivio  MIc Museo interattivo cinema 2018.01 4:50
2 1.473 Virtual Tour 2020.04 5.58
3 1.460 I mercoledì della Scuola APD Archivio di Stato di Pavia e Varese, Ibridamente 2021.01 1:59:41
4 854 Medioevo in Archivio - La livella sforzesca Con Italia Medievale, Archeion, Università di Milano 2019.05 33:11
5 632 Rete scuole APD Scuole APD degli archivi di Stato 2021.05 2:21:52
6 416 Nuovo percorso di accesso/uscita in sicurezza 2020.06 1:32
7 388 I mercoledì della Scuola APD Archivio di Stato di Pavia e Varese 2020.12 1:37:50
8 294 Medioevo in Archivio - Cartola de acceptyo mundio Italia Medievale, Archeion e Università di Pavia 2018.03 28:25
9 289 L'archivio di Stato di Milano e JAZZMI 2017.11 6:30
10 252 I mercoledì della Scuola APD, presentazione mostra su Fiume Fondazioone Kuliscioff, Fondazione Vittoriale degli Italiani, Archivio di Stato di Pavia 2021.02 3:15:36
Totale 27.324

Tabella 10 - Archivio di Stato di Milano: top ten YouTube; www.youtube.com/channel/UCJhqSPRfDSgiPdabbvCNdnw - Iscritti: 378

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 5.700 Piove e grandina ma siamo aperti 2020.09 0:09
2 1.533 Festa e saluto per un pensionamento 2019.12 0:28
3 826 Morevento, istruzioni per l'uso 2021.06 6:49
4 810 Una piccola ma significativa innovazione in Sala di Studio 2020.01 0:06
5 757 Servizio civile all'Archivio di Stato di Venezia 2018.09 1:06
6 526 Amori di carta, carte d'amore 2020.02 0:24
7 624 Le origini di Venezia, anteprima 2021.03 1:04
8 574 Rete Scuole APD Scuole APD degli Archivi di Stato 2021.05 1:30:37
9 521 le origini di Venezia, seconda anticipazione 2021.03 1:38
10 478 Le origini di Venezia 2021.03 0:49
Totale 12.349

Tabella 11 - Archivio di Stato di Venezia: top ten Facebook; @archiviodistatodivenezia.MIBACT - www.facebook.com/archiviodistatodivenezia. MIBACT - Follower: 4.059

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 2.493 Impariamo l'inno nazionale ufficiale - Il canto degli italiani 2021.03 23:19
2 1.715 Gli ispettori di sala di studio per consulenze on-line 2020.03 4:40
3 1.505 La cultura non si ferma- L'archivio di Stato di Venezia riapre 2020.05 1:56
4 1.492 Viaggio nelle radici: alla scoperta delle fonti della genealogia 2020.06 6:33
5 1.179 Abbiamo scherzato: etica della ricerca storica 2021.04 2.55
6 1.164 Peste e lazzaretti 2020.04 4:38
7 1.019 Pezzi unici n. 15 - Le origini di Venezia il 25 marzo 421 2021.04 5:30
8 1.019 Maru, ancilla Dei 2021.01 3:17
9 804 Pezzi unici n. 10 - Quattro leoni di san Marco 2020.11 5:30
10 779 Gli allievi della Scuola APD descrivono archivi nella DAD  2020.04 39:10
Totale 13.169

Tabella 12 - Archivio di Stato di Venezia: top ten YouTube; www.youtube.com/channel/UCsDlkZxu0a88xJDvzZxab5A - Iscritti:657

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 3.263 Vent'anni di eleganza a Torino Liceo artistico Aldo Passoni 2020.06 12:36
2 2.573 La notte degli Archivi Liberi professionisti, enti pubblici e privati 2021.06 3:56:29
3 2.262 #IAD2020, saluti finali di Archivissima 2020.06 1:03
4 2.142 Festa della Liberazione Istituto per i beni musicali in Piemonte 2020.03 3:28
5 1.766 I video di Archivissima  Liberi professionisti, enti pubblici e privati 2021.06 1:13:52
6 1.633 I saluti di Archivissima soprintendenza Sardegna  2021.06 0:59
7 1.412 I video di Archivissima Liberi professionisti, enti pubblici e privati 2018.04 0:23
8 1.254 La Notte degli Archivi, anteprima 2020.06 0:44
9 1.234 Tra storia e futuro, trailer documentario Archivio Storico Iren  2020.06 1:56
10 1.066 Rodolfo Siviero Story, Spettacolo di Luca Scarlini 2021.06 51:47
Totale 18.605

Tabella 13 - Archivissima: top ten Facebook; @archivissima - www.facebook.com/archivissima - Follower: 10299

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 2.115 Archivissima 2021, Le parole buone Michela Murgia 2021.06 1:24:31
2 1.005 Archivissima 2016, promo Crowfounding 2016.06 2:26
3 952 Archivissima 2021, conferenza stampa 2021.06 1:06:55
4 914 Archivissima 2020, conferenza stampa 2020.06 1:25:15
5 690 La Notte degli Archivi 2020 Liberi professionisti, enti privati e pubblici 2020.06 3:59:12
6 466 Archivissima 2021, presentazione 2020.10 46:38
7 400 Archivissima 2021, Caffè e donna Museo Lavazza, Francesca Manfredi, Scuola Holden 2020.06 14:45
8 353 La Notte degli Archivi 2021 "La Stampa" 2021.06 4:50
9 306 Archivissima 2020, incontro ANAI ANAI 2020.05 12:33
10 195 Epochè - La figura femminile negli archivi

Archivio del ’900 MART di Rovereto, Archivio Storico Città di Lugano, Archivio Storico Gianni Versace, Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Archivio Storico Iren, Archivio Storico Lavazza, Archivio Storico Reale Mutua, Archivio Storico TIM, Aspi - Archivio storico della psicologia italiana, Centro di Ricerca Castello di Rivoli, Centro Storico Fiat, Fondazione Ansaldo, Fondazione Dalmine

2020.06 2:20
Totale 7.396

Tabella 14 - Archivissima: top ten YouTube; www.youtube.com/channel/UC-6xbbzEtPOFsI-vWPGI-rQ - Iscritti: 313

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 520 Il sistema di documentazione digitale

Con Soprintendenze archivistiche e bibliografiche di Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Puglia, Archivistica Attiva e Ibridamente

2021.04 1:24:48
2 459 Records maagement 2021.04 1:26:40
3 450 Intorduzione alla Information Literacy 2021.02 1:20:37
4 423 Archivi d'impresa 2021.03 1:25:01
5 380 L'archivio liberato  2021.03 1:28:12
6 367 Presentazione dei live di BaSe 2021.01 1:09:45
7 359 Dimensioni archivistiche. Per una piramide rovesciata 2021.05 1:31:00
8 358 Archivi tra storia, uso e futuro 2021.02 59:38
9 319 Riviste  2021.04 1:23:12
10 150 Trailer 2021.03 0:20
Totale 3.785

Tabella 15 - BaSe Bacheca Semiologica: top ten Facebook; @bachecasemiologica - www.facebook.com/bachecasemiologica - Follower: 693

Views

Argomento

Partnership

Data

Durata

1 770 Con ingegno e metodo, Giornata della memoria BaSe 2021.01 5.49
2 468 I martedì della Scuola APD 
 Archivi di Stato di Milano, Pavia e Archivistica attiva
2020.04 2:07:53
3 392 I Martedì della Scuola APD 2020.05 2:13:49
4 382 I martedì della Scuola APD 2020.05 2.22:59
5 345 CANVAS Conoscere Agire Narrare Valori Archivistici Scenari

ANAI Lombardia, Soprintendenza Lombardia, Università di Macerata (Master FGCAD
e SDA), Biblioteca Universitaria di Pavia

2020.05 2:36:57
6 333 Università Bocconi: archivi

2018.03Regione Lombardia, CAeB e DAP Digital Archives Perspectives dell’Università
di Macerata

2018.03 7:31
7 322 Archivi di persona 2018.03 7:11
8 290 Regione Lombardia: archivi 2018.03 8:05
9 284 Dalla carta allo schermo

De Paul University (Chigaco), Università di Macerata e Archivistica attiva

2020.05 18:32
10 278 CANVAS Conoscere Agire Narrare Valori Archivistici Scenari ANAI Lombardia, Soprintendenza Lombardia, Università di Macerata (Master FGCAD e SDA), Biblioteca Universitaria di Pavia 2020.05 3:20:34
Totale 3.864

Tabella 16 - Ibridamente: top ten YouTube; www.youtube.com/c/ibridamente - Iscritti: 334