N.6 2021 - Biblioteche oggi | Settembre 2021

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Pratiche digitali & Cultura umanistica

Andrea Capaccioni

Dipartimento di Lettere-Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne Università degli studi di Perugia

 

Abstract

Recensione di Andrea Capaccioni al libro di Roberto Mazzola, Pratiche digitali & Cultura umanistica, Scisciano, Diogene Edizioni, 2020, 124 p. 

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Roberto Mazzola, ricercatore presso l’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno (ISPF) e specialista di storia della cultura e della filosofia, raccoglie in Pratiche digitali & Cultura umanistica sei contributi precedentemente pubblicati tra il 2015 e il 2018 in varie sedi. Il volume è composto da un’introduzione e da due sezioni. La prima parte contiene tre saggi il cui scopo è tratteggiare alcuni aspetti di quello che costituisce lo scenario più generale di cui si occupa il lavoro: i rapporti tra l’informatica e gli studi umanistici. I tre contributi che costituiscono la seconda parte contengono invece la presentazione di altrettante “pratiche digitali”, ovvero iniziative di ambito storico-filosofico basate sull’apporto di tecnologie elettroniche e multimediali che vedono a vario titolo coinvolto l’autore. Buona parte della prima sezione del volume è occupata da una esposizione (sommaria) del rapporto tra le discipline umanistiche e l’informatica, affiancata da brevi cenni storici (il nome del gesuita Roberto Busa ricorre con frequenza). Altri spunti di riflessione sono riservati all’apporto che i big data e l’intelligenza artificiale (IA) sono in grado di offrire agli studi umanistici e all’influenza esercitata da alcune iniziative intraprese da Google negli ultimi anni (Google Books, Google Translate ecc.). L’autore dichiara fin da subito di considerare in modo critico la situazione presente. Oggi, ricordiamo però che il volume si riferisce a fatti e avvenimenti fino al 2018, la cultura umanistica risulterebbe soccombere nei confronti di quello che viene definito il “paradigma computazionale dominante”. Anche il contributo dedicato alle iniziative di Google (in questo caso fino al 2015) presenta toni di disapprovazione nei confronti della “aspirazione” al “controllo monopolistico” di gran parte dei contenuti digitali (per esempio gli ebook) e dei sistemi di ricerca online manifestata dall’azienda multinazionale di Mountain View (California). L’ultimo saggio della sezione sposta decisamente l’attenzione sul rapporto tra la Rete e la democrazia. Dopo aver fornito qualche cenno sulla nascita e sull’evoluzione di internet, l’autore propone alcune considerazioni su come le “tradizionali modalità di elaborazione e mediazione politica” garantite dalle democrazie liberali possono essere preservate nel nuovo ambiente digitale. In questo contesto troviamo una digressione dedicata al caso dell’informatico statunitense Edward Snowden, che nel 2013 passò ai giornali migliaia di documenti segretati dalla National security agency americana. 

Il contributo che inaugura la seconda parte del lavoro è dedicato alla presentazione dei tre CD-ROM che contengono la Biblioteca Vichiana Scelta curata dallo stesso Mazzola e pubblicata a partire dal 2005 (Rubettino). Nel secondo intervento viene illustrato il progetto della Biblioteca Napoletana Digitale (http://www. bibliotecanapoletana.it), a cura di Mazzola e di Ruggero Cerino, nato con lo scopo “di selezionare, indicizzare e conservare nel lungo periodo testi presenti in rete o altrimenti disponibili in formato digitale editi a Napoli nel XVII-XVIII secolo”. L’ultimo contributo dà conto di una installazione multimediale ispirata all’opera di Giambattista Vico La scienza nuova esposta a Napoli, sempre a cura di Mazzola e Cerino, nel 2018.