N.6 2021 - Biblioteche oggi | Settembre 2021

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Biblioteca scolastica, questa (di) sconosciuta

Mario Priore

Docente dell’I.C. di Bella (PZ), Responsabile del servizio bibliotecario mario.priore1@gmail.com

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A proposito delle idee balzane di alcuni rappresentanti delle istituzioni su dove collocare gli insegnanti no-vax

Sei un insegnante che non si è vaccinato? Un docente no-vax, per intenderci? Niente contatto con gli studenti, piccoli e grandi. Vai in biblioteca! Così Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della salute Roberto Speranza, nella puntata di “Agorà Estate” del 15 luglio 2021, in onda su Rai Tre. Perché “il lavoro a contatto con le persone deve essere soltanto per chi protegge se stesso e quindi anche gli altri”. Tradotto, per Ricciardi la biblioteca è un luogo non frequentato, privo di contatti umani, quindi idoneo ai no-vax, che possono tranquillamente rilassarsi lontani dalle incombenze scolastiche. Una singolare idea di biblioteca scolastica, saremmo indotti a pensare. D’altra parte Ricciardi lo si può anche perdonare, in quanto estraneo al mondo della scuola. Una voce fuori campo. Macché, qualche settimana dopo, il 5 agosto 2021, gli fa eco sul “Corriere della Sera” il presidente dell’Associazione nazionale presidi (ANP) Antonello Giannelli. Intervistato dalla giornalista Santarpia, che gli chiede quale ruolo alternativo si potrebbe offrire ai docenti che non hanno il green pass, Giannelli risponde: “La vedo difficile, in una scuola sono pochi i posti che non hanno contatto con il pubblico. Forse le biblioteche, ma quante ne esistono?”. 

Beh, qui la cosa si fa un po’ più seria. Si tratta del presidente dell’ANP, un uomo di scuola. Insomma, ci si aspetterebbe un’idea più evoluta di biblioteca scolastica rispetto a quella di Ricciardi. 

Ma non è finita qui. Sempre sul “Corriere della Sera” del 9 agosto, ci pensa la sottosegretaria al Ministero dell’istruzione, Barbara Floridia, a completare il quadro dei “collocatori” di insegnanti no-vax. Anche lei, alla domanda sugli spazi dove non ci sono contatti con i ragazzi, risponde in tono deciso: “Penso alle biblioteche, ai laboratori, alle segreterie...”. Anche lei pensa male. Ma che idea di scuola ha un sottosegretario convinto che biblioteche e laboratori non siano luoghi di relazioni? La stessa biblioteca è un laboratorio, un ambiente di apprendimento in cui si insegna a gestire l’informazione, si promuove la lettura in una dimensione di socialità, si incontrano autori, si realizzano laboratori di scrittura, si documentano attività didattiche. Ci sono biblioteche scolastiche che hanno spazi dedicati all’editoria, che accolgono al loro interno atelier digitali e che svolgono un’importante funzione a supporto del curricolo della scuola. Ma come si fa a disconoscere ciò che lo stesso Ministero dell’istruzione ha promosso con l’Azione #24 del Piano nazionale per la scuola digitale (PNSD), investendo dieci milioni di euro? Dove è finita l’idea di biblioteca descritta nell’Avviso pubblico per la costituzione di biblioteche scolastiche innovative, concepite come “laboratori per coltivare e implementare conoscenze, saperi, attitudini e abilità trasversali, utilizzando nuove metodologie didattiche, per formare e sviluppare le competenze chiave dell’apprendimento permanente”? Eppure le scuole oggetto di finanziamento hanno lavorato in questa direzione, organizzando spazi e arredi funzionali all’erogazione di servizi all’utenza, interna ed esterna. Hanno inoltre potenziato la loro azione con lo sviluppo di soluzioni digitali e con la costituzione di reti, anche queste destinatarie di specifici finanziamenti. Ma l’idea di biblioteca che circola nell’opinione di certi “esperti” – che si lasciano andare a proposte non ancorate alla realtà – è ancora quella della stanza dei libri e degli scaffali inaccessibili. Una prima presa di posizione è venuta da un documento a firma congiunta dell’Associazione italiana biblioteche (AIB), del Forum del libro e del Coordinamento reti di biblioteche scolastiche (CRBS), in cui si stigmatizza il forte ritardo nel riconoscimento del ruolo delle biblioteche scolastiche, “luoghi vivi e attivi, con operatori competenti e specializzati (e vaccinati!), non una stanza chiusa in cui mandare docenti problematici”

Insomma, le biblioteche non hanno mai avuto vita facile. Disconosciute dalle istituzioni, trasformate in aule scolastiche durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, sottovalutate nella loro funzione formativa, discriminate nell’assegnazione di risorse finanziarie e professionali, rappresentano invece – laddove sono radicate sul territorio e con personale preparato – luoghi di vitalità culturale, frequentati da docenti e studenti, aperti al territorio, in cui sviluppare competenze di cittadinanza, di lettura e di scrittura, di esercizio dell’informazione in tutte le sue forme. Il Ministero dell’istruzione, dunque, farebbe bene a potenziare l’Azione #24 del PNSD, incentivando la presenza delle biblioteche nelle scuole, piuttosto che sminuirne il valore formativo e culturale. Magari investendo anche nella formazione dei dirigenti scolastici, dalle cui sensibilità spesso dipende l’esistenza o meno della biblioteca. Ma se tali sensibilità mancano a partire dai vertici, da chi rappresenta l’istituzione scuola, cosa ci si può aspettare?

Biblioteca dell'I.C. di Bella (PZ) – Letture autonome.

Biblioteca dell’I.C. di Bella (PZ) - Incontro con l’autore.