Un nuovo percorso formativo per archivisti e bibliotecari
Università degli studi di Torino, leonardo.mineo@unito.it
Maria Alessandra Panzanelli Fratoni
Università degli studi di Torino, mariaalessandra.panzanellifratoni@unito.it
Il presente contributo è frutto della comune riflessione dei due autori mentre la redazione del testo è stata così ripartita, in porzioni quantitativamente analoghe: Leonardo Mineo §§ Premessa, Attività formative; Maria Alessandra Panzanelli Fratoni §§ Obiettivi formativi, Requisiti di ammissione e Primi riscontri. Un ringraziamento particolare va a Maurizio Vivarelli, presidente del Corso di laurea magistrale in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale per aver condiviso con noi gli spunti e le suggestioni riportate in questa sede.
Abstract
Libri, documenti, ogni altro oggetto che costituisce il patrimonio culturale servono come memoria collettiva della nostra società, che a sua volta viene preservata, archiviata, organizzata e resa disponibile negli archivi, nelle biblioteche, nei musei. Per gestire queste istituzioni è necessario possedere abilità e competenze raffinate, nonché creatività e capacità di comprendere e interpretare l’innovazione. Fornire questo tipo di competenze è l'oggetto del corso post-laurea dal titolo “Studi sulle biblioteche, archivi e beni culturali”, avviato a settembre 2020 presso il Dipartimento di Studi Storici dell'Università degli Studi di Torino (https://librodocumentopatrimonio.campusnet.unito.it/do/home.pl). Le discipline tradizionalmente legate agli studi archivistici e bibliotecari vengono qui presentate all'interno di un contesto interdisciplinare in cui le scienze giuridiche, gestionali e della comunicazione rivestono un ruolo importante. Sulla base di questo nocciolo duro vengono proposti agli studenti tre profili formativi, rispettivamente dedicati all'Archivistica, alla Biblioteconomia e all'Informazione e un percorso più trasversale incentrato sulla gestione del patrimonio culturale in relazione ai diversi luoghi, al paesaggio e alle istituzioni culturali.
English abstract
Books, documents, any other objects forming the cultural heritage serve as the collective memory of our society, which in turn is preserved, stored, organized, and made available in archives, libraries, museums. To run those institutions, one needs to possess skills and refined competencies, as well as creativity and the ability to understand and interpret the innovation. Providing this kind of expertise is the object of the postgraduate course titled “Library, Archive and Cultural Heritage Studies”, launched in September 2020 in the Department of Historical Studies of the University of Turin (https://librodocumentopatrimonio.campusnet.unito.it/do/home.pl). The disciplines traditionally associated with the archival and library studies are presented here within an interdisciplinary context where juridical, managerial and communication sciences play an important part. Based on this hard core, students are offered three learning profiles, respectively dedicated to Archival science, Library and Information Science and a more transversal pathway focusing on the management of the cultural heritage in relation to the various places, landscape, and the cultural institutions.
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Premessa
Documenti, libri, informazioni digitali, oggetti del patrimonio culturale sono i mezzi attraverso i quali, da presupposti diversi, si sostanzia la memoria della nostra società. Archivi e biblioteche sono i luoghi nei quali quella memoria è sedimentata, selezionata, resa disponibile e comunicata. La loro gestione richiede conoscenze e competenze complesse, creatività e capacità di interpretare le innovazioni che derivano dall’intreccio sempre più complesso tra la sfera della documentalità e quella della medialità, per riprendere alcune recenti considerazioni di Maurizio Ferraris. Tale bagaglio di conoscenze e competenze è al centro del progetto formativo della nuova laurea magistrale in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale, istituita presso il Dipartimento di Studi storici dell’Università degli studi di Torino e attiva a partire dall’autunno 2020. Il nuovo corso di laurea si pone l’obiettivo di formare archivisti e bibliotecari in grado di operare in archivi, biblioteche, istituzioni culturali e soggetti attivi nell’ambito della promozione della lettura e del libro, colmando una lacuna dell’offerta formativa in ambito regionale e candidandosi a completare il quadro odierno, caratterizzato da altre significative esperienze extra universitarie di settore. Le attività formative della laurea magistrale, partendo dalla centralità della tradizione umanistica, storica e delle discipline del libro e del documento, si aprono in un’ottica compiutamente interdisciplinare alle culture informatica, giuridica, organizzativa e della comunicazione. A partire da questo nucleo, sono sviluppati tre percorsi, dedicati all’ambito archivistico, a quello biblioteconomico e a quello, più trasversale, del patrimonio culturale, interpretato nella prospettiva della complessa gestione dei patrimoni documentari nei diversi luoghi e istituti della cultura.
Gli obiettivi formativi
Il nuovo corso di laurea magistrale si inserisce coerentemente nel contesto normativo vigente, con particolare riferimento anche al quadro definito dalle norme UNI e dalle regole per l’iscrizione agli elenchi dei professionisti dei beni culturali, di recente istituiti presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (ora Ministero della cultura). Il percorso formativo della laurea, infatti, è stato studiato per garantire ai laureati, oltre a competenze ampie, il raggiungimento dei requisiti formativi previsti dalla recente normativa per l’iscrizione agli elenchi per le professioni di Archivista e Bibliotecario. Il corso di laurea magistrale è orientato alla formazione di figure professionali in grado di operare negli ambienti esistenti (archivi, biblioteche, istituzioni culturali e documentarie, ambiti della “filiera” del libro e della promozione della lettura), che dispongano altresì di competenze di analisi innovativa e critica di questi stessi contesti, a livello generale e nella concretezza delle specifiche dinamiche territoriali e organizzative. In questo modo verranno garantite le condizioni per un rapporto circolare tra evoluzione dei contesti documentari ed evoluzioni dei profili formativi, in grado di adeguarsi alle trasformazioni in atto.
Il corso di laurea magistrale, a partire da queste premesse, pone come proprio obiettivo quello di formare professionisti degli archivi, delle biblioteche e, in senso lato, delle istituzioni culturali chiamate a gestire dei patrimoni documentari di qualunque tipologia e su qualunque supporto, grazie ai diversi ambiti di competenze e conoscenze acquisiti nel percorso di studi. I laureati in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale – oltre alle competenze teoriche, metodologiche e applicative di natura archivistica, paleografica, diplomatistica, bibliografica e biblioteconomica – si avvarranno di specifiche conoscenze, abilità e competenze di natura interdisciplinare (storica, filologica, letteraria, giuridica, informatica e gestionale), con le quali governare i processi di produzione, conservazione, gestione, comunicazione e valorizzazione degli oggetti documentari di qualsiasi forma, formato e supporto, grazie anche alla conoscenza, consapevole e critica, di principi, standard, regole di rappresentazione e organizzazione documentaria, anche in ambiente digitale. Tale bagaglio formativo è arricchito dalle competenze necessarie per organizzare, gestire e valutare i servizi connessi alla conservazione e alla fruizione dei patrimoni documentari, attraverso strumenti adeguati, ad esempio, di analisi dei pubblici di riferimento e di impiego delle risorse finanziarie, tecnologiche e umane nei diversi contesti.
Il corso di laurea ha l’ambizione di poter concorrere proficuamente anche alla formazione e alla riqualificazione di figure già attive nel mondo del lavoro e, in particolare, impiegate presso soggetti pubblici e privati, grazie anche al forte interesse suscitato nella platea degli stakeholder, rappresentati da numerose istituzioni e imprese attive nel mondo culturale e documentario di area piemontese.
Le attività formative
Il corso si fonda su una solida prospettiva interdisciplinare, radicata nella tradizione umanistica e storica e aperta al campo delle digital humanities, in grado di far dialogare con creatività e innovatività passato, presente, futuro. La durata del corso, ad accesso non programmato, è di 2 anni, con attività formative per 120 cfu complessivi. La tipologia delle attività formative prevede corsi (da 36 o 72 ore), laboratori presso istituzioni documentarie d’area torinese (da 18 ore), attività integrative (seminari, incontri con esperti, visite a musei, archivi, biblioteche, fisici e digitali) e, infine, la tesi di laurea che, auspicabilmente, sarà in stretta connessione con altre attività riconducibili a tirocini o esperienze laboratoriali, rilevanti per l’inserimento nel mondo del lavoro, svolte dalle studentesse e dagli studenti.
Il corso è articolato in 3 percorsi: Archivistico, Biblioteconomico, Patrimonio culturale. Il nucleo comune a tutti i percorsi da 36 cfu complessivi prevede un insegnamento aggregato di Archivistica e Biblioteconomia (12 cfu) che, in forma monografica, introduce alle zone di contatto fra le due discipline; uno di Legislazione dei beni culturali e del paesaggio (6 cfu); uno di Culture e forme del testo letterario (6 cfu); uno di area informatica di base (6 cfu) e uno di lingua e traduzione (6 cfu).
Intorno a questo nucleo si sviluppano poi una serie di possibili “percorsi”, differenziati sulla base delle specificità disciplinari. Il percorso Archivistico prevede ’acquisizione di conoscenze specialistiche approfondite delle caratteristiche del contesto di produzione gestione, trasmissione e conservazione degli archivi da varie angolazioni (storico, storico-istituzionale, culturale e giuridico), nonché dei modelli, metodi e tecniche connesse con lo studio, l’organizzazione, la comunicazione di beni archivistici.
Per il percorso Biblioteconomico il focus si sposta, ampliando l’offerta caratterizzante d’ambito letterario e filologico, sulle caratteristiche dei contesti di produzione del libro, nelle sue diverse forme, dal manoscritto al libro digitale, con particolare attenzione all’ambiente editoriale, come anche sui modelli, principi, standard e tecniche di rappresentazione, anche in ambiente digitale, finalizzate alla gestione, comunicazione, promozione del libro e della lettura.
Il terzo percorso, dedicato al Patrimonio culturale, si apre alla contaminazione con le discipline d’ambito storico-artistico, dedicando particolare attenzione alle competenze interdisciplinari (metodologiche, scientifiche e operative) in grado di analizzare e valorizzare l’articolato patrimonio culturale territoriale in chiave di sviluppo locale e di apertura verso l’esterno. Questo orientamento, nel dibattito scientifico attuale, trova un suo interessante e ormai solido radicamento nelle prospettive di “convergenza” tra istituzioni documentarie, fisiche e digitali, discusse a livello internazionale, negli ambiti LAM - Libraries, Archives, Museums e per l’Italia MAB - Musei Archivi Biblioteche. Esso si collega, in particolare, all’esigenza di rappresentare entità e relazioni intercorrenti tra oggetti documentari eterogenei, insita ad esempio nella tecnologia innovativa dei Linked Open Data e nella prospettiva generale del trasferimento dei contenuti digitali nel Web semantico.
Il quadro degli insegnamenti caratterizzanti di tutti e tre i percorsi è completato dal ricorso a discipline d’ambito tecnico-informatico avanzato e/o d’ambito economico-giuridico, organizzativo, sociologico, demo-etno-antropologico, filosofico e geografico, in maniera tale che lo studente sia in grado di orientare e costruire il proprio percorso formativo dagli ambiti più tradizionali a quelli più innovativi ed avanzati, integrandolo trasversalmente grazie al ricorso agli insegnamenti di tutti e tre i percorsi.
Per ciascun percorso ogni anno è previsto almeno un laboratorio obbligatorio di 18 ore, che si svolgerà presso istituzioni torinesi convenzionate. L’obiettivo dei laboratori è quello di sviluppare abilità e competenze degli studenti, consentendo loro di confrontarsi con ambienti lavorativi di settore e di conoscere un ampio ventaglio di forme e tipologie di complessi documentari. Per il primo anno di corso, ad esempio, i laboratori di archivistica si svolgeranno presso l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” e l’Archivio di Stato di Torino, dedicati rispettivamente alla descrizione degli archivi della Resistenza e al trattamento degli archivi fotografici; i laboratori di Biblioteconomia presso la Biblioteca antica dell’Archivio di Stato di Torino e la Fondazione Polo del ‘900, incentrati il primo sul trattamento del libro antico e il secondo sul modello di integrazione (spaziale e digitale) dei patrimoni archivistici e librari degli enti del Polo del ‘900 e sul sistema di gestione del rapporto con i pubblici mediante l’uso di specifiche strategie di relazione. Per favorire una maggiore integrazione fra i percorsi è stata prevista la possibilità, utilizzando i cfu a scelta, di svolgere nell’arco del biennio fino a un massimo di 4 laboratori tra quelli offerti da tutti e tre i percorsi e di svolgere un tirocinio da 6 cfu, propedeutico, si immagina, allo svolgimento delle tesi di laurea presso gli enti ospitanti.
I requisiti di ammissione
L’iscrizione alla laurea magistrale in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale richiede il possesso della laurea, compresa quella conseguita secondo l’ordinamento previgente al D.M. 509/1999 (la cosiddetta laurea di vecchio ordinamento), o del diploma universitario di durata triennale o di altro titolo conseguito all’estero riconosciuto idoneo.
I laureati della classe di laurea triennale in Beni culturali (Classe L-1) e in Scienze dei beni culturali (Classe 13 ex D.M. 509/1999) sono ammessi direttamente alla laurea magistrale se hanno maturato almeno 12 cfu nei settori M-STO/08 (Archivistica, Biblioteconomia e Bibliografia) e M-STO/09 (Paleografia). Sono inoltre ammessi i laureati provenienti da corsi di laurea triennale di altre classi nonché i titolari di diploma universitario, di laurea quadriennale, di laurea quinquennale o di laurea specialistica o magistrale che abbiano acquisito 60 cfu, 12 dei quali almeno maturati nei settori M-STO/08 e M-STO/09, in un amplissimo ventaglio di ambiti disciplinari.
L’iscrizione al corso di laurea magistrale in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale è subordinata al superamento, con esito positivo, di un colloquio finalizzato alla verifica dell’adeguatezza della preparazione. Per accedere al corso di laurea magistrale è indispensabile, oltre a una formazione di base nelle discipline caratterizzanti, la conoscenza di una lingua straniera di ambito europeo e un’adeguata capacità di utilizzo dei principali strumenti informatici.
Primi riscontri
Al primo colloquio, tenuto il 28 settembre scorso, si sono presentati una quarantina di candidati, rappresentativi di un’ampia rosa di situazioni: da studentesse e studenti laureati di fresco, che già nel preparare l’elaborato per l’esame finale avevano in animo l’iscrizione alla nuova laurea magistrale, a professionisti già impegnati nel mondo lavoro, che vedono nel nuovo percorso un modo per completare una formazione percepita come disomogenea o frammentaria. Non si può negare che il nuovo assetto normativo delle professioni non regolamentate, disegnato prima dalla L. 4/2013 e reso traducibile in concreto con la formazione presso il MiBACT degli elenchi dei professionisti dei beni culturali (con i decreti del 2019 ricordati alla nota 6), facciano meglio percepire l’urgenza di una formazione riconosciuta e riconoscibile, che spinge chi già è presente nel mondo del lavoro a perfezionare il proprio profilo, per completare una formazione talvolta insufficiente ad affrontare le sfide di un futuro che può apparire minaccioso o incombente per la rapidità delle evoluzioni in atto. I più giovani, dal canto loro, trovano in un percorso formativo chiaramente professionalizzante, oltreché formativo sul piano teorico, una possibile risposta alle incertezze della situazione presente, di questo anno in particolare. Non passa infatti inosservato che tra gli elementi di attrazione vi è l’assicurazione che gli insegnamenti saranno erogati e resi fruibili anche a distanza, dato rassicurante nel frangente della pandemia in corso, ma anche per chi, per ragioni professionali o di residenza, non avesse agio a seguire di persona. Il ricorso alle tecnologie, adottato in velocità per rispondere all’emergenza, si rivela ora come un’opportunità, quella di raggiungere un pubblico altrimenti irraggiungibile che apprezza la capacità di imparare a dominare questa nuova modalità di erogazione della didattica, in presenza e a distanza contemporaneamente, forse necessaria evoluzione per discipline il cui specifico è disegnare i modi con cui la conoscenza si immagazzina, si organizza, si prepara per essere trasmessa.