N.6 2021 - Biblioteche oggi | Settembre 2021

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Come lavorare con Wikidata in biblioteca

Nicola Madonna

Università di Napoli “Federico II” nmadonna@unina.it

 

Abstract

Recensione di Nicola Madonna al libro di Alessandra Boccone, Tania Maio, Come lavorare con Wikidata in biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2021, 64 p.

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Basta scorrere gli indici delle principali riviste italiane di ambito LIS degli ultimi anni e contare il numero di articoli dedicati ai vari progetti della galassia Wikimedia per avere una conferma del crescente interesse che le comunità professionali di bibliotecari, archivisti e operatori museali stanno dedicando a questo argomento. Il mondo delle biblioteche, in particolare, ha individuato fin da subito una profonda affinità tra i propri valori fondamentali (basti pensare al primo paragrafo del Manifesto IFLA/UNESCO delle biblioteche pubbliche del 1994) e la Wikimedia vision: “Imagine a world in which every single human being can freely share in the sum of all knowledge. That’s our commitment”. Potremmo sintetizzare tale comune sentire in questo modo: garantire il libero accesso all’informazione e alla conoscenza umana. Questa affinità è stata incisivamente descritta in un recente articolo in cui Andrea Zanni ha associato il tipo di approccio orientato all’impatto, tipico di un progetto come l’enciclopedia libera Wikipedia, alla mission del bibliotecario, definita a partire dalle cinque leggi della biblioteconomia di S.R. Ranganathan. E precoci sono state anche le iniziative che hanno avvicinato i bibliotecari a questo nuovo strumento di lavoro, basti pensare che già nel 2010 nasceva una delle più vivaci mailing list gestite da Wikimedia.it: la Lista di discussione per bibliotecari e wikipediani. Nel 2015, inoltre, usciva per la collana “Library Toolbox” dell’Editrice Bibliografica, sempre pronta a cogliere con rapidità tali nuovi interessi e a proporre agili guide pratiche ai bibliotecari desiderosi di arricchire costantemente la propria “cassetta degli attrezzi”, il tredicesimo volumetto della serie, Come diventare bibliotecari wikipediani, di Susanna Giaccai. 

Poteva bastare? Sì, ma non per una comunità professionale che tende ad ampliare costantemente i propri orizzonti, guardando con famelico interesse a qualsiasi nuovo strumento in grado di consentire con maggiore efficacia la realizzazione pratica della propria mission. Ed è stato fin da subito evidente che uno strumento particolarmente adatto in tal senso fosse Wikidata, uno dei più giovani tra i progetti gestiti dalla Wikimedia Foundation. Nato ufficialmente il 29 ottobre 2012, Wikidata è ben presto diventato uno dei progetti più attivi (a inizio luglio 2021 si contano ben 94 milioni di elementi Wikidata). Grazie al suo database, sono stati definitivamente centralizzati i collegamenti fra i vari progetti Wikimedia, precedentemente gestiti tramite il ben più oneroso sistema dei sitelink (righe di codice che servivano a creare i link tra le voci dei numerosi progetti). 

A distanza di sei anni dal libricino dedicato al lavoro in Wikipedia, la collana “Library Toolbox” pubblica, come quarantottesimo titolo della serie, il volumetto Come lavorare con Wikidata in biblioteca. In poco più di sessanta pagine, le due autrici, Alessandra Boccone e Tania Maio, hanno tenuto ottimamente fede ai principi della collana, approntando una “agile guida pratica” rivolta innanzitutto, ma non esclusivamente, ai bibliotecari interessati ad acquisire le conoscenze indispensabili per iniziare a lavorare con Wikidata. Le due giovani bibliotecarie lavorano entrambe presso il Centro bibliotecario di ateneo dell’Università di Salerno e fanno parte dell’altrettanto giovane, ma attivissimo, Gruppo Wikidata MAB (GW-MAB). 

Il volumetto è diviso in tre capitoli. In quello iniziale le due autrici introducono il lettore alla comprensione del progetto Wikidata in quanto principale “infrastruttura di riferimento per la pubblicazione di dati aperti sul web” (p. 12). 

Fin dalle prime pagine si mette in chiaro l’aspetto di maggiore interesse per il lavoro dei bibliotecari: il fatto che questo database costituisca un naturale alleato nella creazione e diffusione nel web di dati fortemente strutturati, affidabili e verificati, garantendo agli stessi una enorme diffusione nel web ed il loro riuso in contesti diversi. Molto spazio viene dedicato perciò alla descrizione degli elementi di Wikidata: il lettore principiante è invitato a seguire un passo dopo l’altro le istruzioni che gli consentiranno di creare fin da subito un nuovo elemento, partendo dalla scelta dell’etichetta, passando alla descrizione e poi ad eventuali alias, e proseguendo con le numerose dichiarazioni che descrivono l’elemento, per finire con gli identificatori univoci che rinviano alla descrizione della medesima entità all’interno di dataset esterni (per esempio, il VIAF per le voci di autorità). 

Con il secondo capitolo, il lettore viene invece catapultato in una nuova realtà, molto più ricca di potenzialità, per affrontare la quale occorre armarsi di maggiori competenze. Le due autrici, pur nell’angusto spazio di poche pagine, elencano – e provano a spiegarne le diverse finalità d’uso – alcuni tra i più importanti “strumenti e gadget che permettono di automatizzare in parte la creazione degli elementi e l’aggiunta dei relativi dati” (p. 30). Si entra così nel vivo di attività e progetti che possono nascere dal connubio tra biblioteche e Wikidata: strumenti come Mix’n match, OpenRefine, Quick-Statements, ZotKat costituiscono l’indispensabile aiuto tecnico per realizzare nuovi Wikiproject, cioè progetti su cui possono lavorare contemporaneamente i vari contributori animati da interessi simili. Nello stesso capitolo si spiega anche che per poter interagire a fondo con il mondo Wikidata è necessario sapere come si interrogano i suoi dati (occorrerebbe conoscere il linguaggio SPARQL, ma è possibile ricorrere a servizi open come Wikidata Query Service) e come si visualizzano gli stessi dati, per poi eventualmente analizzarli e riusarli (vengono presentati i tool Scholia, Reasonator e Sqid). Il ricco capitolo si conclude con la presentazione di due Wikiproject dedicati al mondo delle risorse bibliografiche: il Wikidata: WikiProject Books (che ha adattato FRBR alle esigenze descrittive di Wikidata, riducendo i livelli presenti nel suo data model ai soli “opera” e “edizione”) e il Wikidata:WikiProject Periodicals. Ma il mondo delle biblioteche ha messo in campo svariati progetti e iniziative, di cui le due autrici danno un breve ma significativo assaggio nel terzo e ultimo capitolo. Oltre ai più noti SHARE Catalogue e The Sum of all Welsh Literature Project (il progetto prevede la pubblicazione in Wikidata dei metadati relativi a qualsiasi opera pubblicata in Galles o di interesse gallese), si riportano le sperimentazioni che hanno riguardato “Bibliothecae.it” e “Jlis.it”. Il lavoro svolto su questi due periodici scientifici italiani di ambito LIS è illuminante per comprendere quanto sia vivace l’interesse a sperimentare le potenzialità dello strumento da parte dei wikibibliotecari italiani. Due distinti gruppi di lavoro, in tempi diversi, si sono proposti lo stesso obiettivo: caricare in Wikidata gli item per tutti gli articoli, gli autori e gli argomenti degli articoli delle due riviste, seguendo un piano di lavoro realizzato in parte manualmente, in parte con l’ausilio di tool. Ma i due gruppi hanno usato “approcci e metodologie differenti” (p. 55) e questo ha consentito di verificare a posteriori la possibilità di ricorrere a metodi alternativi ma convergenti e soprattutto mettere a disposizione di tutta la comunità un nuovo know-how

Il piccolo ma prezioso libricino di Alessandra Boccone e Tania Maio si propone lo stesso scopo: avvicinare i bibliotecari a questo nuovo ma potente strumento che potrà aiutarli a ridefinire la propria mission e il relativo posizionamento all’interno del sempre mutevole scenario della diffusione del sapere e del modo di produrre, gestire e far circolare i dati della conoscenza, sempre più condizionato dalle profonde e continue modifiche operate dal web.