Alcune domande a ChatGPT su biblioteche e libri
Biblioteca di Storia moderna e contemporanea - Roma; fabio.digiammarco@cultura.gov.it
Abstract
Nel dibattito in corso sulle applicazioni delle tecnologie di intelligenza artificiale nelle biblioteche, tra le tante voci, può essere interessante ascoltare anche i “diretti interessati”, l'intelligenza artificiale stessa. Ciò è ora possibile grazie all'applicazione di rete basata sull'apprendimento automatico ChatGPT. Nelle risposte alle domande rivolte a ChatGPT sull'interazione tra intelligenze artificiali e il mondo delle biblioteche e dei libri, le ricorrenze più frequenti sono state: aiuto, comunità e dati. Secondo il modello di intelligenza artificiale messo in discussione, la biblioteca, grazie alle tecnologie AI potrebbe diventare un luogo più amichevole e agevole per chi cerca informazioni. Tuttavia, anche nella visione futuristica di una biblioteca gestita in gran parte da sistemi di intelligenza artificiale, la presenza di bibliotecari, secondo a ChatGPT, resta fondamentale perché le biblioteche non si occupano solo di libri, ma soprattutto di accoglienza e riuniscono le persone delle comunità, e quindi solo loro possono connettere le persone con risorse e servizi. Inoltre, le previsioni a lungo termine di ChatGPT ci informano che i libri continueranno a fornire conoscenza, contesto ricco e approfondimento, mentre gli algoritmi rimarranno nel regno di processi, previsioni e scoperta di nuovi modelli. Quanto al futuro delle biblioteche: è molto probabile che continueranno ad evolversi e ad adattarsi per soddisfare le mutevoli esigenze delle loro comunità, e quindi continuerà ad esistere in qualche forma anche nei secoli futuri.
English abstract
In the ongoing debate on the applications of artificial intelligence technologies in libraries, among the many voices, it may be interesting to also listen to the “directly concerned”, artificial intelligence itself. This is now possible thanks to the machine learning based network application ChatGPT. In the answers to the questions addressed to ChatGPT on the interaction between artificial intelligence and the world of libraries and books, the most frequent recurrences were: help, community and data. According to the artificial intelligence model questioned, the library, thanks to AI technologies, could become a friendlier and easier place for people looking for information. However, even in the futuristic vision of a library managed largely by AI systems, the presence of librarians, according to ChatGPT, remains essential because libraries not only deal with books, but above all welcome and bring together people from the communities, and therefore only they can then connect people with resources and services. Furthermore, ChatGPT’s long-term forecast informs us that books will continue to provide knowledge, rich and in depth context, while algorithms will remain in the realm of processes, predictions and discovering new patterns. As for the future of libraries: it is very likely that they will continue to evolve and adapt to meet the changing needs of their communities, and therefore will continue to exist in some form well into future centuries.
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Nel dibattito in corso sulle applicazioni di tecnologie di intelligenza artificiale nelle biblioteche, tra le tante voci può essere interessante ascoltare anche la “diretta interessata”, ovvero l’intelligenza artificiale stessa. Possibilità ora realizzabile grazie al progetto di Open AI – organizzazione di ricerca senza scopo di lucro sull’intelligenza artificiale – che ha implementato per la consultazione in rete un nuovo modello della serie GPT-3: ChatGPT. Si tratta di una applicazione basata sul machine learnig e su una tecnologia chiamata transformer che utilizza l’architettura di rete neurale (NLP), già impiegata con successo in altre applicazioni NLP come traduzione automatica e comprensione e generazione di un testo. Insomma, una versione di linguaggio generativo disponibile per chiunque voglia interagire – tramite testi – con un modello avanzato di intelligenza artificiale. Un modello che, grazie a un addestramento eseguito su 45 terabyte di dati (consistenti in miliardi di pagine acquisite da Wikipedia, da libri, dal web ecc.) reso possibile da algoritmi che si servono di 175 miliardi di parametri, è in grado di comprendere il linguaggio umano e di conseguenza dialogare a 360 gradi con gli utenti attingendo da un serbatoio di conoscenze davvero enorme.
Nelle risposte alle domande rivolte a ChatGPT sull’interazione tra intelligenza artificiale e mondo delle biblioteche e del libro, le ricorrenze più frequenti sono state: aiutare, comunità e dati. Tre risultanze che già indicano le basi delle argomentazioni fornite dal modello rispetto ai problemi posti dalle domande: l’intelligenza artificiale è sostanzialmente una tecnologia che può fornire aiuto, supporto, potenziamento rispetto alla funzioni già svolte da un’entità operante (la biblioteca); le biblioteche non sono soltanto raccolte di libri, ma sono luoghi di riferimento culturale per le comunità umane; i dati (o meglio i big data) sono – sia dal punto di qualitativo che dal punto di vista quantitativo – il cuore, il motore, la benzina dell’attuale tecnologia IA, insomma è solo processando enormi quantità di dati, sulla base di determinati algoritmi, che (attualmente) il potenziale “dell’intelligenza” artificiale può dispiegarsi.
Secondo ChatGPT la biblioteca, grazie alle tecnologie IA, potrebbe diventare un luogo più amichevole e più facile per le persone in cerca di informazioni. Con interfacce basate sul linguaggio naturale (NLP) e su chatbot, il reperimento di informazioni ne sarebbe avvantaggiato, mentre la valorizzazione e l’accessibilità del patrimonio documentale trarrebbe beneficio dall’automazione della catalogazione, dall’analisi e visualizzazione dei dati per gli aspetti gestionali e da sistemi IA per la conservazione digitale delle raccolte.
Tuttavia, anche nella visione futuristica di una biblioteca gestita in larga parte dai sistemi IA, la presenza umana rimane imprescindibile. Infatti, nel pieno rispetto della prima legge della robotica di Frank Pasquale – che recita: i sistemi robotici e le IA devono essere complementari ai professionisti e non sostituirli – ChatGPT alla domanda: “L’IA potrebbe gestire una biblioteca senza bibliotecari?” risponde decisamente con un “no”, argomentando che i bibliotecari non trattano solo libri, ma soprattutto accolgono e aggregano persone di una comunità, e quindi soltanto loro possono poi connettere le persone con risorse e servizi, e nello stesso tempo promuovere l’amore per la lettura, l’apprendimento permanente ecc. E poi ci sono delicate e complesse questioni che non possono essere certo lasciate alle macchine, a cominciare da quelle etiche e di privacy fino alla più spinosa problematica dell’era digitale: la disinformazione. A questo proposito abbiamo anche interrogato Chat-GPT sull’opportunità per una biblioteca di ospitare libri che propagandino il razzismo. La risposta è iniziata con una precisazione: “Come modello di linguaggio IA, non ho opinioni personali ma posso fornire informazioni sull’argomento”. Vale a dire, la biblioteca deve fornire un accesso alle informazioni che riflettano le diversità della sua comunità, sottolineando tuttavia che solo perché un libro è incluso nella collezione non significa che la biblioteca approvi le opinioni espresse al suo interno. E concludendo poi – in perfetto politically correct – che comunque sono sempre da considerare le linee guida etiche e legali, e che la biblioteca deve sempre fornire un contesto e relative risorse che controbilancino eventuali pregiudizi o disinformazione che potrebbero essere trovati in alcuni suoi libri.
Infine, la terza ricorrenza: i dati (o meglio i big data). Il passaggio che meglio svela il ruolo dei dati nella “visione biblioteconomica di ChatGPT” è nella risposta fornita a seguito della domanda: “L’intelligenza artificiale è in grado di spiegare concetti tratti da un libro?”. Il modello premette subito che il livello di spiegazione di un concetto dipende dalle capacità specifiche del sistema IA interrogato, poi informa che la spiegazione – ovvero la comprensione e/o il riassunto di un libro – è il risultato di un’elaborazione basata sul linguaggio naturale (PNL) e tecniche di apprendimento automatico (machine learning), e infine chiosa che tuttavia l’intelligenza artificiale può aiutare sì a spiegare i concetti ma non è ancora in grado – assenza di un livello semantico nelle attuali facoltà IA – di comprenderne il significato come potrebbe fare un essere umano. E, in ogni caso, il livello di spiegazione fornito dipenderà esclusivamente da un fattore: la qualità e quantità di dati utilizzati nell’addestramento del sistema nell’affrontare le complessità dei concetti.
Infine, non potevano mancare due questioni suggestive, delle quali tanto si è detto e scritto: la capacità o meno degli algoritmi di sostituirsi alla scrittura umana e quindi ai libri e poi il futuro delle biblioteche. Dalle risposte, niente prossima fine del libro e delle biblioteche. Ma andiamo con ordine. Per ChatGPT, i libri continueranno a fornire conoscenze e contesti ricchi e approfonditi, mentre gli algoritmi verranno utilizzati per automatizzare i processi, fare previsioni, fornire approfondimenti, scoprire nuove tendenze e nuovi modelli. I libri scritti dagli umani continueranno a essere i “veri” libri perché basati su fatti ed esperienze personali, perché scritti con stile, creatività e originalità e perché ricchi di emozioni. Mentre i libri generati da algoritmi, malgrado accuratezza e affidabilità, rimarranno la fredda somma di infinite quantità di dati processati. Sorte migliore l’intelligenza artificiale può (e potrà) averla nell’incrementare l’esperienza di lettura – soprattutto per le giovani generazioni – fornendo, attraverso e-book e piattaforme di lettura, attività interattive, personalizzate e coinvolgenti.
E il futuro delle biblioteche? Un logico proseguimento, secondo ChatGPT, della loro lunga storia di adattamento ai cambiamenti della tecnologia e della società: “Sebbene sia impossibile prevedere l’esatta forma che le biblioteche assumeranno in futuro, è probabile che continueranno a evolversi e ad adattarsi per soddisfare le mutevoli esigenze delle loro comunità, e quindi continueranno a esistere in qualche forma anche nei secoli futuri”.