Intelligenza artificiale: il caso ChatGPT
ChatGPT tra sperimentazione, dubbi e burocratici divieti
Cresce l’interesse, anche nel mondo delle biblioteche, per l’intelligenza artificiale (IA). In particolare, nell’ultimo periodo, l’attenzione si è focalizzata su ChatGPT, chatbot che ha suscitato contrastanti giudizi e reazioni sulla sua capacità di garantire informazioni corrette.
Anche i giornali hanno cominciato a occuparsene ed è proprio dalla cronaca che apprendiamo mentre stiamo andando in stampa che il servizio è stato “oscurato” dal Garante della privacy.
Per i bibliotecari, che considerano l’informazione una risorsa strategica su cui esercitare la propria professionalità, è importante affrontare l’argomento.
Per questo la nostra rivista intende avviare da questo numero un percorso che ci accompagnerà attraverso approfondimenti, analisi ed esperienze a maturare un quadro più definito ma pur sempre aperto al confronto. Uno degli scopi principali con cui OpenAI nel dicembre 2022 ha reso pubblicamente accessibile ChatGPT è stata l’esigenza di coinvolgere il maggior numero di persone nel prendere contatto con questa nuova tecnologia, poterla sperimentate, poterne dibattere.
Il risultato è stato ampiamente raggiunto, da allora infatti decine di milioni di persone in tutto il mondo hanno potuto interagire con ChatGPT e ne è scaturito un esteso dibattito pubblico ricco di opinioni, entusiasmi, critiche, necessità di approfondimento con implicazioni sociali, commerciali e industriali.
La tecnologia nel frattempo è migliorata anche in risposta agli esperimenti pubblicamente condotti e ogni giorno si affacciano decine di nuovi strumenti basati sulle nuove capacità delle tecnologie alla base di ChatGPT.
Il dibattito si è esteso ed evoluto portando a diverse posizioni come, ad esempio, a fine marzo 2023, la lettera aperta del Future of Life Institute sottoscritta da migliaia di esponenti della ricerca scientifica e tecnologica dove viene richiesto di sospendere per sei mesi lo sviluppo di sistemi di AI più potenti dell’attuale GPT-4 per consentire alla società di comprendere meglio i rischi e le potenzialità di queste nuove tecnologie e i metodi di controllo e garanzia degli impatti benefici.
Di altro tono e caso più eccezionale, in Italia, il dibattito è giunto a un brusco arresto per cui il servizio ChatGPT, in questo momento, non è disponibile per gli utenti che si collegano dall’Italia. OpenAI per rispondere a una istruttoria mossa del Garante della privacy ha dovuto sospendere il servizio per noi italiani.
Riteniamo che i dubbi sollevati dal Garante non vadano sottovalutati e debbano indurre a valutare meglio anche i temi legati alla privacy e al trattamento dei dati personali. Tuttavia ci sembra che la modalità così brusca, la richiesta eccessiva e probabilmente anche la non piena consapevolezza dello strumento, dello scopo e del suo funzionamento che è stata mossa dal Garante non rappresenti il modo migliore per favorire questo tipo di riflessione. L’accesso a queste tecnologie è di fondamentale importanza per poterle conoscere, studiare, comprendere e quindi contribuire alla loro evoluzione. Vedremo negli articoli che seguono una rassegna di esperienze e riflessioni, a partire dal primo di questi contributi che si propone di delineare un quadro d’insieme circa la rilevanza e l’interesse che hanno i large language model e i recenti progressi dell’intelligenza artificiale in cui si situa ChatGPT e di cui rappresenta una modalità di contatto e di interazione.