N.1 2022 - Biblioteche oggi | Gennaio- febbraio 2022

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L’Atalante

Cesare Biarese

atalante2002@gmail.com

Abstract

Questo articolo presenta il progetto "Atalante", un archivio privato specializzato - cartaceo e digitale - di testi sul cinema e sulla narrazione visiva (fiction e serie TV in primis, ma anche graphic novel e fumetti), che comprende anche sezioni dedicate alla fotografia, all'arte e alla letteratura. È suddiviso in tre aree interdipendenti: libri, periodici, documenti. Frutto di quasi sessant'anni di lavoro sotterraneo di identificazione, selezione e raccolta quotidiana di documenti in formato cartaceo o digitale, Atalante è un archivio dinamico che cresce di giorno in giorno grazie all'acquisizione di nuovi documenti. Tutto il lavoro svolto fino ad oggi, sia l'ideazione e l'allestimento dell'archivio, sia la raccolta e l'elaborazione dei singoli elementi che lo compongono, è stato svolto da una sola persona (raccolta dei testi, digitalizzazione, classificazione, archiviazione, indicizzazione, ideazione e progettazione della struttura), sulla base di una passione e di un'esperienza maturata in tanti anni di ricerca.

English abstract

This article presents the project "Atalante", a private specialized archive – paper and digital – of texts on cinema and visual narrative (fiction and TV series above all, but also graphic novels and comics), also including sections dedicated to photography, art and literature. It is divided into three interde- pendent areas: books, periodicals, documents. The result of almost sixty years of underground work of identification, selection and daily collection of documents in paper or digital format, Atalante is a dynamic archives that grows day by day through the acquisition of new documents. All of the work carried out up to now, both the conception and setting up of the archives, and the collection and processing of the single elements that make up the archives, has been done by a single person (collection of texts, digitalization, classification, archiving, indexing, concept and design of the struc- ture), on the basis of a passion and experience matured over many years of research.

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Viaggio in un piccolo grande archivio di cinema e visual media

L’Atalante è un archivio specialistico privato – cartaceo e digitale – di testi sul cinema e la narrativa visuale (fiction e serie tv soprattutto, ma anche graphic novel e fumetto), comprendente anche sezioni dedicate alla fotografia, all’arte e alla letteratura. 

È suddiviso in tre aree interdipendenti:

  1. libri
  2. periodici
  3. documenti 

Frutto del lavoro sotterraneo di quasi sessant’anni di individuazione, selezione e raccolta quotidiana di documenti in formato cartaceo o digitale, l’Atalante è un archivio dinamico che si accresce di giorno in giorno attraverso l’acquisizione di nuovi testi.

Una premessa

Tutto il lavoro sin qui svolto, sia di ideazione e impostazione, sia di raccolta e lavorazione dei singoli elementi che compongono l’archivio, è stato fatto, artigianalmente, da una sola persona (raccolta testi, digitalizzazione, classificazione, archiviazione, indicizzazione, concept e design della struttura), sulla base di una passione e di un’esperienza maturata in lunghi anni di ricerche. “Artigianalmente” perché elaborato da un profano di biblioteconomia e archivistica e poco più che un dilettante in campo digitale. Sottolineo la caratteristica dell’impegno individuale non per magnificare il mio lavoro, ma semmai per giustificarne eventuali vuoti e manchevolezze. È evidente che la fase successiva di sviluppo presuppone l’intervento di specifiche professionalità in grado di porre le basi giuridiche, economiche, tecniche e organizzative dell’impresa. Con il sostegno di risorse finanziarie adeguate sarà così possibile arrivare alla creazione di un grande biblioarchivio su una piattaforma online. 

Nascita e formazione di un archivio

L’Atalante non è nato come biblioteca o archivio. All’inizio – negli anni Sessanta – era semplicemente una raccolta di testi a uso privato. Da appassionato, e poi studioso, di cinema che ne seguiva avidamente le tracce non solo nei libri e nelle riviste di settore, ho cominciato a selezionare e collezionare gli articoli che trovavo nei quotidiani e nei rotocalchi. Quando i ritagli, frutto di questa attività, sono aumentati in misura considerevole, li ho distribuiti in cartelline, suddivise per nome dei registi più importanti, con un ulteriore grosso faldone comprendente tutti gli altri. In un secondo momento ho creato delle nuove cartelle per far posto ai pezzi riguardanti non solo altre figure professionali (cinematographers, attori, sceneggiatori, costumisti ecc.), ma anche storia, generi e linguaggio del cinema (Nouvelle Vague, western, censura, flashback ecc.). Era comunque una raccolta tutta incentrata sul cinema. Poi, con il passare del tempo, ho preso a selezionare anche i testi riguardanti quelle produzioni televisive nelle quali erano coinvolte sempre più spesso figure provenienti dal cinema. L’allargamento della prospettiva ha portato poco per volta a includere nella raccolta anche i documenti concernenti la fiction televisiva e la serialità. Oggi rimpiango di non aver raccolto tutte le presentazioni, i commenti, le recensioni, che accompagnavano le uscite sul piccolo schermo e, quando possibile, cerco di recuperarli.

Ma non finisce qui. Nella raccolta quotidiana, non essendo io un monomaniaco, ma coltivando forti interessi anche in altri campi, ho cominciato naturaliter a inserire articoli e saggi appartenenti ad aree affini a quelle già frequentate: in primis la fotografia, l’arte e la letteratura. Non ho trascurato nemmeno il teatro, anche in questo caso partendo dalle incursioni in questo settore da parte di alcuni registi di cinema. L’allargamento dello sguardo ha portato con sé una maggior mole di lavoro, ma oggi ritengo che le sezioni riservate a fotografia arte letteratura teatro siano parte essenziale del tutto e costituiscano un plusvalore rispetto ad analoghi archivi dedicati esclusivamente al cinema.

Un paio di esempi. Per entrare nel mondo di Ermanno Olmi, non tornerà forse utile la sezione di letteratura dedicata al mondo contadino, nella quale trovano posto, tra gli altri, libri, saggi e interviste di quel Mario Rigoni Stern che in alcune occasioni è stato compagno di penna del regista? E per affinare lo sguardo su un film come Bright Star di Jane Campion, ricco di echi pittorici (dalle suggestioni preraffaellite ai rimandi a Hogarth e a Friedrich) non ci potranno venire in soccorso i libri presenti nello scaffale dell’arte oltre agli articoli raccolti nei ritagli stampa? Per non parlare dei film tratti da opere letterarie, anch’esse allineate in un altro scomparto dell’archivio.

Torniamo alla cronaca dell’Atalante. Con l’arrivo degli anni Novanta la gestione dei materiali cartacei in progressivo aumento diventa sempre più onerosa e difficile, fino a che il sistema non va in tilt. I documenti allo stato grezzo non vengono più distribuiti nelle relative cartelle, ma cominciano ad accumularsi indiscriminatamente in scatole, faldoni e buste giganti. Ecco, se a questo punto non fosse arrivato il digitale, sarei affondato definitivamente, sommerso dalle carte, impossibili ormai da governare. Invece ho potuto dare avvio – più o meno al tornante del millennio – al progressivo trasferimento dal cartaceo al digitale con un protocollo (se mi si passa il termine un po’ esagerato) che si è andato modificando e migliorando giorno dopo giorno sulla base dell’esperienza. Eccone gli step:

  • raccolta ritagli (cartacei e, a questo punto, anche digitali);
  • elaborazione ritagli in vista della scansione (taglio, eventuale riconfigurazione e incollatura su base cartacea);
  • scansione in file pdf (con eventuale riallineamento);
  • titolazione del file;
  • collocazione del file nella cartella di destinazione;
  • eliminazione ritaglio fisico o sua ricollocazione in cartellina apposita. 

La scansione è effettuata con attrezzature non professionali, in grado di garantire comunque un buon risultato di riproduzione, di leggibilità e di eventuale stampa. Lo scanner usato è l’Epson WF-7510. Il formato scelto è il pdf Adobe Acrobat Reader con scansione, in prevalenza, a 300 dpi. Il file riproduce quasi sempre il cartaceo originale, evitando per quanto possibile il ricorso alla fotocopia.

Il cartaceo viene successivamente eliminato, a meno che non si tratti di un reperto di particolare importanza. La scelta può essere discutibile, ma risponde a due esigenze. Anzitutto liberare spazio nei locali in cui l’archivio è ospitato, appartenenti a una casa privata. In secondo luogo, eliminare intere casse di ritagli non più utilizzabili (un’ulteriore archiviazione di questi materiali richiederebbe tempo, personale e finanziamenti sproporzionati). Quali esempi di documenti originali conservati anche dopo la scansione in quanto particolarmente significativi, citerò due casi disparati: le prime pagine dei giornali in morte di Pasolini e il fascicolo speciale di 20 pagine ampiamente illustrato Buñuel ha fucilato il Papa, dedicato dal rotocalco “ABC” al film La via Lattea (1969). 

Tornando alla cronistoria dell’Atalante, aggiungerò che, a metà circa degli anni Ottanta, quando si faceva strada l’idea di passare dalla raccolta personale all’archivio a disposizione di altri, gli avevo anche dato il nome: “L’Atalante cinemarchivio”. Denominazione che si può trovare in qualche pubblicazione dell’epoca alla quale ho collaborato fornendo materiali attinti appunto dall’archivio. Internet praticamente non esisteva ancora (la prima pagina web del mondo fruibile on line risale al 23 agosto 1991), né tantomeno Google.

Le novità nella gestione dell’Atalante degli anni Duemila consistono in un aumento del numero delle scansioni (per quante possa eseguirne una persona sola… che ha anche altro da fare) e nell’acquisizione di nuovi documenti direttamente in formato digitale. La diffusione dei giornali e delle riviste digitali, le rassegne stampa in digitale spingono in questa direzione (peccato per la scelta di alcune rassegne stampa che convertono l’originale in semplice testo. Per quanto mi riguarda, ove possibile, cerco di ricuperare l’originale, anche se in questo modo i tempi si allungano). 

Questo breve excursus cronologico sulla nascita e lo sviluppo dell’Atalante va completato segnalando altre importanti acquisizioni: parallelamente alla raccolta dei documenti provenienti da giornali, riviste e affini nonché da siti e blog online, è stato infatti incrementato il patrimonio bibliografico dell’archivio con un consistente apporto di libri e di riviste, inizialmente solo cartacei, poi anche in formato digitale (oggi numericamente superiori ai primi). 

Scorcio della biblioteca cartacea dell’Atalante

Buñuel ha fucilato il Papa (Corrado Terzi, “ABC”, 1969),  copertina del fascicolo

Uno sguardo d’insieme

Allo stato attuale, l’Atalante è ripartito in tre grandi sezioni: 

  • 16.000 volumi tra libri e ebook sul cinema e la narrativa visuale (storia, teoria, tecnica, critica, soggetti e sceneggiature, monografie registi-attori-tecnici, analisi film e serie tv, libri fotografici, cataloghi festival e rassegne, dizionari del cinema e della tv, opere di consultazione, repertori, tesi di laurea e altra letteratura grigia), la fotografia, il teatro, l’arte e la letteratura [in corso di catalogazione].
  • 18.000 numeri di periodici specializzati cartacei e/o digitali di cinema, tv, fotografia e visual media relativi a oltre 300 testate [in corso di catalogazione e indicizzazione].
  • oltre 400.000 ritagli stampa e documenti vari: pressbook, rassegne stampa, brochure e depliant, cronache, interviste, recensioni, saggi, dispense, materiali didattici, booklet, locandine, comunicati stampa, filmografie, bibliografie ecc. [in corso di digitalizzazione e indicizzazione: ad oggi, i documenti digitalizzati costituiscono all’incirca 1/6 dell’esistente]. I singoli documenti, acquisiti digitalmente, sono inseriti in cartelle e sottocartelle che ne consentono la ricerca automatica. 

Le dimensioni dell’archivio digitale sono, ad oggi, abbastanza contenute: intorno a 800 GB. L’Atalante si alimenta giornalmente di circa 70 nuovi documenti (pari a circa 25.000 all’anno) e, in prospettiva, andrà a inglobare gli articoli delle riviste di settore (aumentando in tal modo significativamente il totale dei documenti disponibili).

Accanto a questa attività di raccolta e archiviazione di quanto pubblicato a stampa e in digitale, l’Atalante attinge selettivamente dal web altri documenti e contributi significativi attraverso: 

  • ricerche mirate e focalizzate su voci di particolare interesse e passione, pur non escludendo a priori nulla di quanto attiene all’oggetto dell’archivio (cinema e narrativa visuale): persone (es. Tarkovskij, Zurlini, Naruse, Varda, Mastroianni, Rowlands, Storaro), storie (es. Nouvelle Vague, Espressionismo, Noir, Underground), linguaggi (es. scriptwriting, colore, fuori campo), professioni (es. cinematography, montaggio), temi (es. suspense, censura, cinema e spiritualità), bibliografie;
  • ritrovamenti casuali, che si rivelino particolarmente importanti, durante la navigazione. Molti siti, blog e pagine del web hanno a volte vita breve e – nel tempo – scompaiono da internet o finiscono inghiottiti nella remota galassia del web. Non è infrequente imbattersi in link disattivati (“non è stato possibile trovare l’elemento richiesto”, “dominio in vendita”, “richiesta al sito non valida”, tante sono le formule) o non trovare più traccia di quelli cancellati (il famigerato “404 Not Found”, tra gli altri). Proprio perché mi è capitato più volte di pentirmi di non aver salvato determinate pagine o un testo che qualche tempo dopo non era più presente nel web, oggi, imbattermi in un documento ritenuto da me “importante”, significa automaticamente salvarlo, includendolo nell’archivio (ovviamente con indicazione della fonte di provenienza).

Uno sguardo ai numeri (1)

Il patrimonio dell’Archivio è composto da 65.460 documenti in digitale, sezione C, di cui: 

  • 40.633 cinema 
  • 15.720 narrativa tv 
  • 1.174 fotografia
  • 3.515 arte
  • 918 letteratura 
  • 3.500 varia

Restano da scansionare e/o da inserire nell’archivio digitale oltre 330.000 documenti. 

La parte strettamente archivistica, illustrata nel corso dell’articolo con maggior dovizia di dettagli, non deve mettere in ombra il fondo librario cartaceo e digitale, cioè la sezione A, che costituisce a sé una vera e propria biblioteca.

Si tratta infatti di un totale che si aggira intorno ai 16.000 libri, ripartiti in:

1. circa 5.700 volumi a stampa, di cui: 

  • 4.100 di cinema e narrativa visuale, compresi 600 cataloghi di Festival di tutto il mondo 
  • 1.600 di fotografia, arte, letteratura (catalogati solo in minima parte); 

2. 10.300 titoli in digitale, relativi ai medesimi settori sopra indicati (cinema e tv, teatro, arte, letteratura, fotografia, con una quota del 10% circa di miscellanea).

L’Atalante risente inevitabilmente di qualche squilibrio, con scelte a volte dettate più dal caso e dalle circostanze che non da un’impostazione programmatica. Ma, tutto sommato, ritengo non presenti dei buchi colossali, semmai è sbilanciato – ma questo è un difetto di quasi tutte le biblioteche dell’Occidente (come del resto della stessa storia del cinema) – in chiave nordoccidentale. 

La struttura è articolata secondo parametri di pertinenza, di funzionalità e di semplicità d’uso: l’Atalante, come vedremo meglio in seguito, è lontano dall’idea di semplice “magazzino/deposito” di testi. È evidente che una mole di documenti così consistente (e in crescita esponenziale) diventa sempre più difficile da circoscrivere e da organizzare.

Architettura e mappe

Per costruire l’Atalante – nella mia ingenuità di dilettante del digitale, privo di qualsiasi competenza nella programmazione, e in regime di assoluta autarchia (ma con la consulenza preziosa del web master Carlo Levantesi, che qui desidero ringraziare) – mi sono servito di programmi già esistenti: in particolare il pacchetto Office e Adobe Acrobat, ambedue molto ricchi e versatili, nonché relativamente facili all’uso. Per le mie esigenze di consultazione e di studio, compreso l’occasionale utilizzo da parte di qualche amico, questa scelta si è rivelata sino a oggi ampiamente soddisfacente. È chiaro che per un accesso all’archivio da postazioni esterne da parte di più utenti, come è nelle mie intenzioni, sarebbe senza dubbio inadeguata. 

Nella fase attuale, l’Atalante è organizzato secondo una struttura ad albero, usata spesso negli ipertesti. Si tratta di un file system gerarchico (Figura 1).

Si tratta di un’alberatura provvisoria e destinata nel tempo a eventuali modifiche e integrazioni. Se la ramificazione non segue i principi delle classificazioni codificate dalla biblioteconomia, ciò è dovuto in prima istanza alla mia ignoranza in materia, ma allo stesso tempo si tratta di una scelta che va incontro al mio sentire. Un modello inizialmente costruito a misura delle mie necessità di studioso di cinema e delle arti della visione, pensato come uno strumento di lavoro e non come un semplice repertorio, per quanto esteso ed estendibile. Un modello ispirato a una concezione olistica del sapere, che non può prescindere dal fitto reticolo di relazioni che lega le “cose” le une alle altre. Forzando un po’ il concetto saussuriano, vi si può applicare la formula tout se tient, come si potrà verificare nel seguito della nostra piccola esplorazione dell’archivio stesso. Non è questo il luogo per discutere e sviluppare questa impostazione (che del resto segue la direzione degli odierni Film and Media Studies). Mi limiterò a far vedere con qualche esempio come la mappa dell’Atalante nasca comunque sulle basi concrete di un’organizzazione del sapere e non su speculazioni teoriche. Il caso più banale è quello del film tratto da un romanzo. L’Atalante, che contiene al suo interno i due anomali vasi comunicanti, libro e film, consente di esaminarli in parallelo: si veda, ad esempio, come le numerose versioni cinematografiche e televisive dei romanzi di Jane Austen possano non solo essere messe a confronto con i romanzi omologhi, tutti presenti nell’archivio, ma anche nutrirsi della letteratura sull’opera della scrittrice attraverso i repertori, le enciclopedie o i dizionari letterari oltre ai contributi specifici contenuti nell’archivio (si va dai 12 volumi del Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi ai più recenti 5 volumi del Romanzo, a cura di Franco Moretti, ambedue in cartaceo, ai formati digitali del Companion to the British Novel, alle monografie sulla scrittrice e ai vari saggi estratti da studi e riviste). Ma esempi nei quali la letteratura, la fotografia e l’arte possono illuminare il cinema sono all’ordine del giorno. Pensiamo a un film come Andrej Rubliov di Andrej Tarkovskij, a cui non ci si può accostare senza avere almeno qualche nozione sulla “scrittura” delle icone e una conoscenza, sia pure minima, della spiritualità ortodossa. Ecco che allora acquistano un senso le sezioni dell’archivio dedicate alla letteratura e all’arte. In esse, per esempio, troviamo testi fondamentali come Il significato delle icone di Lovskij e Uspenskij, Le porte regali di Pavel Florenskij, Teologia della bellezza di Paul Evdokimov, accanto a cataloghi di musei e mostre come il catalogo Icons della Galleria Tretjakov di Mosca, quello del Museo delle Icone a Novgorod (Figura 2) o ancora una monografia su Teofane il Greco, oltre a saggi e articoli importanti apparsi su riviste, giornali o in pubblicazioni monografiche. Ma i libri e i saggi sull’arte non servono solo – nell’ottica del cinema – a illustrare i film dedicati a figure di artisti. Molti altri film traggono ispirazione e linfa dal repertorio di tante opere d’arte. Certo, ogni film è in sé autosufficiente e non ha bisogno di esibire patenti di nobiltà artistica. Ma come negare che la pittura di Francis Bacon rivesta un’importanza nelle scelte visive di Ultimo tango a Parigi o che certi scorci e toni della Firenze di Ottone Rosai si ritrovino non a caso in alcune immagini della Cronaca familiare di Valerio Zurlini? E che dire di Edward Hopper al quale rimandano insospettabilmente e sottilmente non poche inquadrature dei film di Hitchcock, come è stato rilevato in più di un’occasione? 

Figura 1 - Struttura dell’Atalante

Figura 2 - Catalogo del Museo delle Icone a Novgorod

Il Giro dell’Atalante (Prima tappa)

Così, senza neanche accorgercene, abbiamo già iniziato il nostro giro. Proseguiamo quindi andando direttamente alla stanza occupata dagli scaffali del cinema (Figura 3).

La suddivisione, ispirata a principi d’uso e funzionalità immediata, è ovviamente provvisoria.

Entriamo e seguiamo le strade digitali che portano a una cartella precisa, per esempio quella dei Fidanzati, film di Ermanno Olmi, uscito nel 1963 (Figura 4).

Partendo dalla maxicartella “cinema”, avanzo linearmente ed entro nella cartella registi italiani dove vado a cercare la cartella “Olmi, Ermanno”, contenente a sua volta una serie di altre cartelle che racchiudono ciascuna una diversa attività del regista; scelgo la cartella “film” all’interno della quale sono disposte le cartelle dedicate a ogni singolo film, tra le quali trovo la cartella “Fidanzati (I)”, quella che cercavo.

A sua volta, “Fidanzati (I)” contiene altre cinque cartelle nelle quali sono distribuiti i singoli file (64), suddivisi secondo la loro classe di appartenenza: recensioni, 21; saggi interventi letture, 9; in tv, 12; ex libris, 8; miscellanea, 10.

Schema che si ripete, con eventuali integrazioni e aggiustamenti per ogni cartella-film dell’archivio. A titolo esemplificativo, ecco nel dettaglio quali sono i singoli file contenuti nella cartella in esame (vedi box Fidanzati, Ermanno Olmi (1963) alla pagina seguente). 

Ma la cartella “Fidanzati (I)”, per quanto consistente, non esaurisce il discorso sul film di Olmi. Ci sono infatti altre due sezioni dell’Atalante nelle quali è possibile trovare contributi più o meno estesi e importanti sullo stesso film. In particolare, Olmi può contare su 24 titoli a lui dedicati (21 a stampa e 3 in digitale) sul versante dei libri e su un numero, al momento non quantificabile, di recensioni e saggi pubblicati sulle riviste di cinema. 

Ovviamente non tutte le cartelle-film sono ricche come quella presentata, sia perché nel caso di figure “minori” il materiale di base è meno copioso, sia per via di un minor interesse nella ricerca di testi da parte mia. Prendiamo, per esempio, un altro film italiano: Cronache di poveri amanti (1954) di Carlo Lizzani. La cartella a esso dedicata, strutturata sullo schema base di ogni cartella film con l’aggiunta di una cartella “censura”, ospita 18 file. La cartella “censura” contiene 5 file che costituiscono la documentazione completa delle varie fasi censorie attraversate dal film ed è pari a un fascicolo di 36 pp.

Se diamo uno sguardo anche alla cartella del regista, “Lizzani, Carlo”, che si trova all’interno di registi italiani, troviamo 82 file suddivisi a loro volta in cinque cartelle: “i film e le fiction”, “rassegna stampa”, “interviste e scritti”, “teatro e opera”, “miscellanea”.

Un altro esempio, tratto questa volta dalla cartella registi esteri: entriamo in “Resnais, Alain”, dove troviamo 111 file, distribuiti nelle cartelle disposte secondo lo schema base. Proviamo ad aprirne una, quella dei film. Vi troviamo, tra gli altri, il titolo più famoso del regista: Hiroshima mon amour, che allinea 24 file, suddivisi secondo lo schema già visto nella cartella dei Fidanzati.

Ricordiamo che, sempre su Alain Resnais, come per molti altri registi presenti nell’archivio, esiste anche un’ampia documentazione nella biblioteca (7 libri cartacei e 5 ebook) e ovviamente un nutrito florilegio di articoli e saggi sulle riviste.

Figura 3 - Struttura provvisoria dello scaffale dedicato al cinema

I fidanzati, Ermanno Olmi (1963)

Ho ritenuto utile riproporre integralmente l’indice della cartella per dare un’idea più concreta dell’ampiezza dei contenuti e dell’organizzazione interna delle singole cartelle. Nel seguito verranno proposti solo contenuti parziali delle cartelle. È un bel risultato, ma ancora lontano dal totale delle voci presenti nella bibliografia specifica sul film di Olmi. Si tenga presente, comunque, che mancano ancora in gran parte i contributi provenienti dallo spoglio delle riviste di cinema.

I fidanzati, recensioni

  • (Georges Sadoul, “Les Lettres Françaises”, 29.05.1963)
  • (Morando Morandini, “Le Ore”, 30.05.1963)
  • (Pietro Bianchi, “Il Giorno”, 17.05.1963)
  • (Samuel Lachize, “l’Humanité”, 17.05.1963)
  • Cordiale accoglienza a Cannes per “I fidanzati” di Olmi (Leo Pestelli, “La Stampa”, 17.05.1963)
  • I fidanzati (Giovanni Grazzini, “Bianco e Nero”, magg. 1963)
  • I Fidanzati (Goffredo Fofi, “Il Nuovo Spettatore Cinematografico”, 3, giu. 1963) 
  • I fidanzati (Jean-Louis Comolli, “Cahiers du Cinéma”, 157, juill. 1964)
  • Il mondo del lavoro fa capolino alla Croisette (Ugo Casiraghi, “l’Unità”, 17.05.1963)
  • Due italiani nervosi a passeggio sulla Croisette (Corrado Terzi, “Avanti!”, 17.05.1963)
  • Il posto, I fidanzati (Peter Bondanella, “Cineaste”, winter 2003)
  • Les fiancés (Gilbert Salachas, “Télérama”, 746, 3.05.1964
  • Les Fiancés (Jacques Lamoureux, “Maintenant”, Montréal, 38, févr. 1965)
  • Les Fiancés (Paul. L. TH.[irard], “Positif”, 66, 1965)
  • Les Fiancés (Raymond Borde, “Positif”, 54-55, 1963)
  • Suggesting Feeling and Mood (Bosley Crowther, “The New York Times”, 29.01.1964)
  • Tenue il profumo di questi “Fidanzati” (a.[lberto] bl.[landi], “Stampa Sera”, 18.05.1963)
  • The Fiancés (Colin Young, “Film Quarterly”, spring 1964)
  • Un cinema dei sentimenti (“Il Nuovo Spettatore Cinematografico”, 3, giu. 1963)

 

I fidanzati, in tv

  • [I fidanzati] (“Gazzetta del Popolo”, 12.05.1971)
  • [I fidanzati] (“Stampa Sera”, d. g., 12.05.1971)
  • Dalla Sicilia con tenerezza (“Il Giorno”, 12.05.1971)
  • Debolucci questi fidanzati (C. C., “La Nazione”, 13.05.1971)
  • I ‘’fidanzati’’ (g. b., “Il Messaggero”, 12.05.1971)
  • I fidanzati (Clem, “Corriere Adriatico”, 13,05,1971)
  • I fidanzati (“Paese Sera”, 13.05.1971)
  • “I fidanzati” di Olmi (“Espresso Sera”, 12.05.1971)
  • Lavoro e tristezza negli anni Sessanta (u.[go] bz. [Buzzolan], “La Stampa”, 13.05.1971)
  • Poesia di Olmi (V., “Corriere della Sera”, 13.05.1971)
  • taccuino del critico (“Il Tempo”, M.[ino] Dol[etti], 13.05.1971)
  • Un grande film stasera in tv (Luigi Locatelli, www.nuovocinemalocatelli.com, 22.08.2020)

 

I fidanzati, saggi interventi letture

  • I fidanzati (RAF [Sergio Raffaelli], “Schedario Cinematografico”, Milano, 1964)
  • I fidanzati (Alberto Pesce, “Cineforum”, 24, apr. 1963
  • I fidanzati (Alberto Pesce in Cineproposte, Editrice La Scuola, 1978, pp. 100-102)
  • I fidanzati (Alberto Pezzotta in Ermanno Olmi, Marsilio, 2003, pp. 151-154)
  • I fidanzati (Simone Emiliani, sentieriselvaggi.it, 16.03.2020)
  • Les fiancés (Michel Duvigneau, fiche 434, “Téléciné”, 116, mai-juin 1964)
  • Rhapsody in the Rain (Kent Jones, criterion.com, 23.06.2003)
  • The Melancholy Dance of the… (R. Man, sensesofcinema.com, 92, oct. 2019)
  • Quando il nord emigrava al sud (in A. R. Daniele, cit., “Annali d’Italianistica”, 32, 2014, pp. 360-364)

 

I fidanzati, miscellanea

  • 3 critiques spectateurs (www.allocine.fr)
  • Dalle balere milanesi alle fabbriche siciliane (Alberto Pezzotta, “Corriere della Sera”, 23.06.2005)
  • I fidanzati - appunti sparsi c.b.
  • I fidanzati - scheda filmografica SPF (aprile 1969)
  • I fidanzati – titoli
  • I fidanzati (Glenn Erickson, www.dvdtalk.com, June 25, 2003)
  • I fidanzati (The Engagement) (www.dvdbeaver.com)
  • Il dialogo epistolare tra Giovanni e Liliana (“Cineforum”, 24, aprile 1963)
  • Le coeur retrouvé (Florian Guignandon, www.critikat.com, 26.09.2017)
  • prima lettura de ‘’I fidanzati’’ (appunti cb)

 

I fidanzati, ex libris

  • [I fidanzati] (in R. Borde et A. Bouissy, Nouveau cinéma italien, nov. 1963)
  • I fidanzati (in Catalogo Bolaffi del cinema italiano, secondo vol., 1967)
  • [Olmi su I fidanzati] (in Faldini-Fofi, L’avventurosa storia del cinema italiano 1960-1969, 1981)
  • I fidanzati (in Jeanne Dillon, Olmi, il Castoro Cinema, 1986)
  • I fidanzati (in R. Poppi-Pecorari, Dizionario del cinema italiano. I film, vol. 3, Gremese, 1992)
  • I fidanzati (in Luca Finatti, Stupore e mistero nel cinema di Ermanno Olmi, A.N.C.C.I., 2000)
  • I fidanzati (in Charlie Owens, Ermanno Olmi, Gremese, 2001)
  • I fidanzati (in M. Morandini, Ermanno Olmi, Il Castoro Cinema, 2009)


Mission e obiettivi

Allontanandoci dagli scaffali dedicati ai registi, prima di continuare nel nostro itinerario alla scoperta dell’Atalante, esaminiamo brevemente l’idea e le motivazioni che ne stanno alla base. 

Lo sviluppo del digitale, che investe ormai tutti i settori della vita, rappresenta una nuova opportunità di creazione e di condivisione della conoscenza. Come è stato spesso sottolineato, le biblioteche digitali sono “un valido supporto agli studiosi, poiché con i loro moderni strumenti li aiutano nel lavoro di consultazione, classificazione, confronto e analisi, che altrimenti andrebbe condotto con i tradizionali metodi manuali, con notevole dispendio di tempo, energie e fondi”. In questo quadro, la mission dell’Atalante è di mettere a disposizione di quanti si occupano a vario titolo di cinema e visual media (studiosi, appassionati, professori, studenti ecc.), una vasta raccolta di documenti, ordinati in un archivio progettato secondo un’ottica nuova, in linea con le potenzialità del digitale. Uno strumento di studio e di lavoro. Agile, versatile, in continua evoluzione. Non solo un ricco deposito di dati e di informazioni. 

È importante sottolineare che l’Atalante – ed è un aspetto non secondario della sua mission – eviterà la perdita di tanti materiali “dimenticati” negli archivi, spesso irraggiungibili, dei giornali e dei periodici o dispersi nel magma indistinto del web e ignorati dall’algoritmo. Si tratta, in alcuni casi, di testi legati a occasioni contingenti, ma non per questo meno significativi di altri (per es. magazine locali, fanzine, depliant, programmi e schede redatti in occasione di mostre, festival, manifestazioni, rassegne ecc.), o anche di contributi apparsi in pubblicazioni di aree tematicamente lontane (riviste letterarie o di arte o di qualsivoglia altro ambito della conoscenza: per esempio, sarebbe un peccato ignorare le letture psicoanalitiche di certi film).

Due sono gli obiettivi dell’Atalante:

  1. la costituzione di un biblioarchivio digitale ibrido dedicato al cinema e alla narrativa audiovisiva: un insieme omogeneo, organizzato in una logica digitale secondo precise regole e pertinenze, non un mero “deposito testuale”. Si tratta di un obiettivo già in fase avanzata di realizzazione, che dovrebbe passare da una gestione in gran parte “artigianale” a un’organizzazione secondo parametri scientifici, derivanti dall’apporto di professionalità diverse;
  2. la creazione di un portale dedicato, che, con struttura e modalità da stabilire, permetta l’accesso a distanza all’archivio/biblioteca e la sua fruizione (consultazione e prestito) da parte di quanti – secondo livelli e competenze diverse – siano interessati ai suoi contenuti. Un ambiente (virtuale) che si propone non solo come strumento di ricerca di contenuti, ma che comprende una serie di servizi che vanno oltre quelli offerti da una biblioteca tradizionale. Sarà il caso di ricordare che, come per ogni biblioteca digitale, superando le barriere di tempo e spazio e comprimendo i costi, l’Atalante: 
  • sarà raggiungibile da qualsiasi luogo, abolendo la presenza fisica del ricercatore/studioso in loco (“invece di essere l’utente a muoversi sarà l’informazione che va dove è l’utente”);
  • sarà sempre aperto: non soggetto a orari, ma con accesso temporalmente illimitato, 24/24 h, compresi festivi; 
  • consentirà un accesso molto più veloce ai contenuti rispetto alle biblioteche tradizionali;
  • permetterà l’utilizzo contemporaneo di uno stesso documento da parte di più utenti (funzionalità che al momento non è applicata dalle biblioteche al prestito dei libri digitali, laddove ne esista una sezione); 
  • sarà dotato di funzionalità nuove (ricerche automatizzate all’interno dei documenti, copia e incolla istantanei ecc.); 
  • sarà costantemente aggiornato; 
  • sarà economico (si possono individuare forme di accesso a pagamento secondo varie modalità, ma una parte consistente sarà ad accesso libero). 

Ai due obiettivi indicati vanno aggiunti due corollari non trascurabili, derivanti dalla drastica riduzione del fattore carta, con quanto comporta in termini sia di consumo che di occupazione di spazio fisico (compresa la necessità di importanti strutture materiali, quali edifici e arredi). Il primo consiste nei benefici sull’ambiente, il secondo in una ben più che significativa riduzione dei costi generali di gestione di una biblioteca.

Per contro, resta aperto il problema della conservazione delle informazioni digitali e dei supporti. La rapida obsolescenza dei programmi e delle tecnologie informatiche comporta la necessità di periodici aggiornamenti con trasferimento dei dati su nuovi supporti e/o ri-trascrizione di tutti i dati

Il Giro dell’Atalante (Seconda tappa)

Torniamo alla cartella di partenza, “cinema”, e imbocchiamo la strada che ci conduce al parco attori, suddiviso tra “attori italiani” e “attori esteri” (si tratta, come già detto, di partizioni provvisorie, che potranno essere soggette a mutamenti quando tutta l’architettura dell’archivio verrà riprogettata). 

Tra gli “attori italiani” andiamo a far visita a “Vitti, Monica”. La sua cartella comprende 108 file, raccolti in tre sottocartelle: “rassegna stampa”, “interviste”, “teatro”. Ecco una riproduzione parziale di quella relativa alle interviste (47) (vedi box Monica Vitti, interviste).

Adesso, curiosando in “attori esteri”, diamo invece uno sguardo all’interno della cartella “Ardant, Fanny”, che allinea 33 file, suddivisi in “rassegna stampa, 18”, “interviste, 15”. O a quella di “Nicholson, Jack” – 33 file – che oltre alle consuete cartelle “rassegna stampa, 13” e “interviste 10” ne prevede una terza “regie, 10”.Accanto allo scaffale degli attori si trova quello dedicato alla recitazione, “acting”, comprendente interventi, saggi, articoli, interviste ecc., dedicati all’arte e alle tecniche dell’attore. Al momento, è composto di 53 file, tra i quali citiamo Anni ’50; la fine dello star system, dossier di “Repubblica” in nove puntate pubblicate nell’agosto 1985, insieme a una piccola curiosità: il diario, inedito, del seminario scenico tenuto da Benno Besson su L’eccezione e la regola di Brecht presso il Teatro Ateneo di Roma (febbraio-marzo 1973), redatto da uno dei partecipanti (44 p.).

Per chiudere con il cinema, usciamo dall’area dedicata agli attori e apriamo la maxicartella “scrittura” (478 file) che contiene tre altre cartelle:

  • “screenwriting, 64”, dedicata a tutte le attività connesse alla scrittura per il cinema (storie, teorie e tecniche della scrittura per il cinema, la tv e i nuovi media);
  • “soggetti e sceneggiature, 103”;
  • “sceneggiatori, 311”.

Due file, a titolo di esempio, pescati dalla prima cartella, “screenwriting”: Un inedito ‘’Mastro Don Gesualdo’’ (Lorenzo Pellizzari, “Studi Novecenteschi’’, 67-68, giu.-dic. 2004, p. 87-96) e Statut et pouvoirs du narrateur. Parcours pédagogique pour enseignants (Jacques Parsi, Centre Pompidou, 2003, 18 p.). Non va dimenticato che nell’Atalante sono presenti molti libri dedicati allo screenwriting: ne ho contati 87 su carta e 113 in digitale. Dai classici (Ejzenštejn, Pudovkin, Balázs, Lawson ecc.) alle teorie più moderne di costruzione del racconto (Vogler, Field, McKee, Truby, Aimeri ecc.) e di script analysis (Metz, Chatman, Gaudreault, Vanoye ecc.) alle raccolte di interviste a sceneggiatori (una per tutte: i 4 volumi di Back Story. Interviews with Screenwriters, a cura di Patrick McGilligan). Credo che in questo settore – forse a motivo della mia precedente attività di story editor – non manchi alcun testo fondamentale.

Monica Vitti, interviste

  • Col caro Woody Allen, tra gli spaghetti... (Paolo Mosca, “Corriere della Sera”, 12.04.1981) 
  • Credo molto al potere della… (Tonino Scaroni, “Il Tempo”, 10.01.1981)
  • Gli uomini, l’amore, il cinema e... (Catherine Spaak, “Corriere della sera”, 9.12.1981)
  • Ho un debole per i deboli (Francesca Sanipoli, “Messaggero”, 22.12.1982)
  • Io grido. Forse qualcuno mi ascolta (Alvise Sapori, “Rep”, 18.09.1976)
  • Per me recitare è vivere, se mi fermo… (Catherine Spaak, “Corriere della Sera”, 13.04.1986)
  • Sono Monica, la più grande buffona d’Italia (Donata Gianeri
  • Il Leone. Il mio ultimo giocattolo (“l’Unità”, 11.09.1995)
  • Sono impazzita per gli occhi di E.T. (C. Spaak, “Corriere della Sera”, 16.01.1983) 
  • Frammenti di una Monica amorosa (Maria T. Rienzi, “l’Unità”, 1.02.1981)
  • Gulliver parla d’amore con Monica Vitti (Emilio Ravel, “RadioCorriere Tv”, 2.03.1980)
  • Ho fede nell’Accademia, perciò… (Pierluigi Mazzella, “Avanti!”, 13.12.1981)
  • (Seguono altre 37 interviste)

Tu che m’hai rubato il cuor 
(Remo Binosi, “Grazia”, 14.11.1982) 

Uno sguardo ai numeri

Registi italiani: l’elenco attuale comprende 1.300 voci, tra le quali segnalo le teste di serie (quanto a occorrenze) 

  • Antonioni 444 file
  • Amelio 172
  • Paolo e Vittorio Taviani 230
  • Bertolucci 1.387
  • Cavani 169
  • Zeffirelli 232
  • Fellini 490
  • Comencini 255
  • Avati 350
  • Olmi 810
  • Ferreri 202
  • Bellocchio 192
  • Zurlini 584
  • Scola 201
  • Fabio Carpi 158

e tanti altri. Ma ci sono anche nomi di registi meno affermati, con presenze comunque significative: Di Gianni 25, Diritti 39, Ferrario 45, Giraldi 72, Neri Parenti 56, Quartullo 24, Giovanna Gagliardo 28, Vancini 93, Roberta Torre 33, Marco Risi 44, ecc. 

Registi esteri: sono 2500 i registi censiti attualmente nell’archivio. Qualche nome a titolo di esempio, così, alla rinfusa: 

  • Bergman 270
  • Hitchcock 315
  • Kurosawa 64
  • Resnais 111
  • Truffaut 225
  • Tarkovskij 163
  • Losey 131
  • Minghella 18
  • Max Ophüls 93 
  • Arthur Penn 30
  • Satyajit Ray 46
  • Rocha 25 
  • Syberberg 53
  • Verneuil 14
  • Wenders 225

La sproporzione di contenuti tra una cartella e l’altra è dovuta anche al fatto che in alcuni casi non sono state ancora processate le relative cartelle cartacee. 

Una curiosità: nella lista dei registi esteri, Hitchcock non è solo il primo per numero di documenti collezionati, è anche il primo per numero di libri a lui dedicati presenti nell’Atalante, per la precisione 72 (13 cartacei, 49 in pdf, 10 in epub). Una piccola biblioteca insomma. Lo segue, non proprio a ruota, ma comunque ben piazzato, Antonioni, con 51 titoli (37 cartacei e 14 in pdf).

Un unicum

Nell’intento di cogliere tutte le opportunità che la tecnologia e le architetture digitali sono in grado di offrire, l’Atalante mette a disposizione degli utenti un insieme di risorse e di strumenti che vanno al di là della mera ricerca, archiviazione e conservazione di testi e documenti relativi al cinema e alla narrazione audiovisiva. L’originalità, l’unicità e l’ampiezza dei contenuti, caratteristiche essenziali dell’Atalante, fanno di esso un unicum rispetto ad archivi/database analoghi presenti in rete. 

Fallacie dell’algoritmo

Non è vero che in Internet “si trova tutto”, come si sente dire, secondo un luogo comune facilmente confutabile. Quella di internet-superbiblioteca, chiamiamola così, contenente una quantità incalcolabile di informazioni e di documenti, è una metafora approssimativa e fuorviante. Si dimentica che manca un requisito fondamentale di una biblioteca: l’organizzazione del sapere, per la quale non basta certo il famoso algoritmo di Google. Invece va detto subito che la maggior parte dei contenuti presenti nell’Atalante non si trova in rete. O se qualcosa vi si trova, è spesso mescolato a paccottiglia o depositato in un contesto che finisce per occultarlo. Entrare in internet è come trovarsi in un magazzino-ripostiglio enorme, dove ci potrebbe anche essere “tutto”, sì, ma accatastato senza ordine su pura base nominale. Gran cosa certamente, non lo si vuole negare. E grande novità rispetto a quanto offerto in precedenza dalle centrali di raccolta documenti. Ma quando entro in questo grande ricco magazzino come mi oriento, dove trovo quello che cerco? È vero, c’è l’algoritmo che lavora per me: cerca, seleziona o scarta, quindi estrae e mi propone una lista di contenuti in apparenza molto nutrita e teoricamente fatta su misura per me… Ma è proprio così? In base alla mia esperienza, non posso dire davvero che risponda alle mie richieste. Tra l’altro, le proprietà di questo algoritmo e i suoi criteri di selezione non sono mai stati dichiarati e accertati. Senza entrare nel dettaglio, dirò solo che il problema principale – come chiunque può verificare – non è quello della disponibilità, bensì quello della sovrabbondanza e dispersione delle informazioni. Mentre una biblioteca digitale ben organizzata, quale si propone di essere l’Atalante, dovrebbe disporre – quando interrogata – di strumenti adeguati a filtrare tutto quello che non serve, escludendo quanto costituisce un doppione, e mettendo da parte quanto svia dagli obiettivi della ricerca. Può darsi che con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale le cose cambieranno, che anche l’algoritmo si affinerà. Allo stato attuale, intanto, quando si naviga nel web, nonostante magazzinieri volenterosi (i motori di ricerca) che conducono nei reparti desiderati, ci si trova comunque davanti a una quantità enorme di oggetti replicati in mille copie e in mille varianti, che si assomigliano l’un l’altro e si ripetono con irritante monotonia, rendendo difficile arrivare in tempi ragionevoli a individuare e a estrarre “l’oggetto” che vale e che è quello che veramente cerchiamo. Invece siamo sommersi da una caterva di siti che, per motivi diversi, ci fanno solo perdere tempo. Senza contare che l’algoritmo a volte deraglia e arriva a esilaranti risultati fuori tema. Anche l’Atalante contiene decine di migliaia di dati, ma organizzati in modo tale da agevolare le ricerche mirate su contenuti specifici, offrendo risposte adeguate alle query. Pubblico qui di seguito (vedi box Ricerca Google su I fidanzati di Ermanno Olmi alla pagina successiva) i risultati della ricerca su I fidanzati effettuata su Google, al fine di un confronto puntuale con il contenuto della cartella relativa allo stesso film presente nell’Atalante (vedi box I fidanzati, Ermanno Olmi, 1963).

Non c’è bisogno di sottolineare la differenza, sia in termini di sostanza, sia in termini di tempo, tra i risultati di questa ricerca e la documentazione contenuta nella cartella dell’Atalante sopra proposta. E si tenga conto che, allo stato attuale, la suddetta cartella non comprende ancora, se non in minima parte, lo spoglio delle riviste, che, in prospettiva, andranno ad aggiungersi e a completare il quadro. Per quanto riguarda le 43 voci Google sopra citate solo 3 o 4 meritano di essere prese in considerazione per un eventuale inserimento nell’archivio.

Ricerche simili, sempre in Google, su Monica Vitti, hanno ottenuto risultati analoghi.

A proposito dei siti e delle piattaforme di cinema

L’Atalante non può al momento competere – né, del resto, è questo il suo obiettivo – con i grandi data base di parole e di immagini concernenti cinema e media. Ma se IMDb (Internet Movie Data base) di Amazon ama fregiarsi dello slogan “Earth’s Biggest Movie Database”, per l’Atalante non suonerebbe stonato lo slogan “tutto quello che non troverete in IMDb”. O, per restare in ambito italiano, l’Atalante potrebbe marcare la differenza da MyMoviestout court autoproclamatosi “il database del cinema” e “la biblioteca del cinema online” – pubblicizzandosi polemicamente come “la parte mancante della biblioteca del cinema online”. Basta infatti impostare una ricerca comparativa tra l’Atalante e i due database citati, per rilevarne le differenze e scoprire come il nostro archivio/biblioteca non vada a sovrapporsi a IMDb o a MyMovies, ma offra documenti originali, che non si trovano in nessun altro database di cinema, per di più selezionati e catalogati secondo criteri di pertinenza che ne fanno semmai uno strumento complementare rispetto al colosso americano e al suo imitatore italiano. 

Senza ignorare né sottovalutare le informazioni contenute in IMDb e in MyMovies, l’Atalante va oltre la loro pur apprezzabile raccolta di dati, entrando nel territorio della storia del cinema, della critica e dell’analisi dei film. Mentre i due citati database sono, come è noto, dediti in prevalenza alla raccolta di dati “oggettivi” (cast, credit, filmografie, biografie, trame ecc.), il nostro archivio rivolge invece la sua attenzione in primo luogo ai vari tipi di “discorso” intorno al cinema e ai film: dal racconto del set all’intervista, dal reportage alla recensione e all’analisi dettagliata, dalla riscoperta di un titolo del passato alla rilettura storica di un altro ecc., facendo spazio e ascoltando anche le voci delle varie componenti che concorrono alla realizzazione del racconto audiovisivo (registi, scrittori, autori della fotografia, scenografi e costumisti ecc.). 

Se si vanno poi a consultare altri database dedicati al cinema a livello mondiale, o europeo, o anche solo italiano, i risultati sono sempre molto deludenti

Spostandoci ora dal territorio dei database a quello dei siti/blog/riviste online di cinema, possiamo trovare dei contenuti anche molto validi, ma nessuno nella linea dell’Atalante, che ricupera e valorizza tutto un patrimonio di critica e di narrazione del cinema che è passato sui giornali e sulle riviste, e allo stesso tempo raccoglie scritti di cinema dispersi nell’oceano di internet, aggregandoli in un corpus omogeneo. 

L’Atalante infatti non vuole essere l’ennesima riproposizione del già visto e del già noto. Punta invece a fornire un insieme via via più completo di strumenti di studio e di ricerca rivolti non solo all’appassionato, al ricercatore, allo studente, ma anche allo storico, al professore o al critico di cinema, secondo una concezione che mira a orientare il fruitore nella sua ricerca di contenuti, sconfiggendo la dispersività, la ripetitività e lo “spreco” del web e riorganizzando secondo pertinenze inedite anche documenti già online ma dispersi nel mare magnum della rete. Va sottolineato inoltre che l’Atalante non si limita al prodotto di attualità (come avviene per lo più nei portali dedicati al cinema), ma idealmente è aperto e copre tutta l’area della storia del cinema, dagli albori a oggi, cercando anzi di fare luce sui punti più oscuri e meno conosciuti. E non è indirizzato principalmente a chi cerca notizie sui film in uscita, sugli autori alla moda, sul gossip cinematografico o televisivo, pur non ignorando questi aspetti che fanno anch’essi parte della “macchina cinema”.

Ricerca Google su I fidanzato di Ermanno Olmi

Digito su Google “fidanzati”+“Ermanno Olmi” ottenendo 25.600 risultati che mezz’ora dopo diventano 24.900 e il giorno dopo, sempre con gli stessi parametri, sono ancora scesi a 23.800! Mah… sarebbe comunque una cifra sterminata, se non comprendesse una quantità di doppioni, ricopiature e ripetizioni a iosa, trailer, siti di acquisto, gusci vuoti o quasi, voci/occorrenze non pertinenti. E se non riservasse, come si vedrà, un’amara – incredibile – sorpresa finale!

Esploriamone le prime pagine:

  1. il primo è, naturalmente, it.wikipedia.org (che avverte: “questa voce è solo un abbozzo”)
  2. breve rilettura del film a firma del critico Simone Emiliani su sentieriselvaggi.it (marchio di una storica rivista e poi di una scuola di cinema a Roma) 
  3. raiplay.it rinvia direttamente alla visione del film, restaurato e riproposto in occasione dell’anniversario della morte di Olmi
  4. youtube.com trailer
  5. youtube.com meraviglie siracusane (“splendide immagini di Siracusa”) 2’17”
  6. youtube.com meraviglie siracusane (“meravigliose immagini della nostra città”) 1’05”
  7. lacooltura.com una lettura corretta del film fatta da Cira Pinto (2.08.2018). 
  8. cinematografo.it (v. infra, nota 11)
  9. taxidrivers.it segnala la trasmissione del film su Raitre (“Fuori Orario”) stanotte (22.08.2020) con una scheda di presentazione
  10. la scheda di MyMovies.it – “magazine e database italiano di informazione cinematografica” che fa capo a GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.– si rivela un guscio quasi vuoto: tramina di tre righe, cast e credit incompleti, nessuna recensione, due brevi commenti nel forum 
  11. nuovocinemalocatelli.com ampia e acuta rilettura del film in occasione della riproposizione a “Fuori Orario” (22.08.2020)
  12. milanofilmfestival.it breve scheda (da catalogo festival) 
  13. youtube.com trailer v. sopra, 4. (ripetizione)
  14. una scheda breve, sedici righe, è il contributo di longtake.it 
  15. pinterest.it foto del manifesto del film
  16. rai.it/ufficiostampa scheda del film (10 righe) in occasione della messa in onda (22.08.2020)
  17. ibs.it vende il dvd
  18. zerovirgolaniente.blogspot.com recensione di Peter Patti
  19. puntozip.net riprende la scheda dell’Ufficio Stampa Rai (v. sopra, 16)
  20. il mitico davinotti.com, che, oltre a brevi recensioni e commenti, individua le location mettendo a confronto le immagini del film con le foto scattate oggi sugli stessi luoghi
  21. it.notizie.yahoo ripropone la scheda dell’Ufficio Stampa Rai (v. sopra, 16)
  22. amazon.it acquisto dvd

Abbiamo così esaurito le prime due pagine di Google.

A seguire, e-bay.it fotobusta in vendita; e-bay.it dvd in vendita; edav.it, scheda di Sergio Raffaelli da “Schedario Cinematografico San Fedele”; superguidatv.it tramina due righe, una foto; imdb.com; linkfang.org contenuti (semplificati) ripresi da Wikipedia; online.ucpress.edu, rinvio alla recensione – a pagamento – di C. Young su “Film Quarterly”; liconoscevobene.net, per studenti di italiano!, presenta e commenta utilmente diverse scene del film; videotecadiclasse.com (“Uhm… non riusciamo a trovare questo sito”); pinterest.it scene del carnevale, 4’25”, tratte dal film; facebook.com una foto da “Il cinema di RaiTre”; pinterest.it una foto; as-cinema.com scheda 20 righe; movieplayer.it insignificante, 3 righe trama; webster.it acquisto poster manifesto; cicibi.ch, sito del Circolo del Cinema di Bellinzona; cinetecamilano.it/cinestore acquisto 1 foto di backstage; filmscoop.it breve trama e quattro commenti; nientepopcorn.it locandina e tramina di cinque righe; lafeltrinelli.it acquisto dvd; spietati.it, rivista di cinema on line, contiene solo una locandina e un voto; virgilio.it, con un evento introvabile, ecc.

Si prosegue così, alla rinfusa, con rimandi a siti non dedicati esclusivamente al film – tra ripetizioni e sempre minor pertinenza rispetto a quanto richiesto – fino alla pag. 16, dove inspiegabilmente, da un lato i risultati sono scesi a 169(!), dall’altro, le pagine dedicate alle ricerche correlate alla query “fidanzati”+”ermanno olmi” terminano. Una scritta finale avverte malinconicamente: “Al fine di visualizzare i risultati più pertinenti, sono state omesse alcune voci molto simili alle 169 già visualizzate. Se vuoi, puoi ripetere la ricerca includendo i risultati omessi”. Ci provo. Ottengo qualcosa di più: 29 pagine equivalenti a 300 voci. Mi chiedo dove sono finiti i 25.600 risultati (o anche solo i 24.900) annunciati all’inizio?!

Il Giro dell’Atalante (Terza tappa)

Usciti dal padiglione del cinema, entriamo in quello accanto, dedicato alla narrativa tv, nel quale – allo stato attuale – troviamo 15.322 file, dedicati prevalentemente ai prodotti della fiction domestica, suddivisi per stagione e per titolo. Diamo un’occhiata: la cartella della Piovra, per esempio, annovera 156 file suddivisi in 10 sottocartelle, quante sono appunto le stagioni della Piovra. Accanto a titoli di successo come Un medico in famiglia, 77 file; Distretto di polizia, 67; Montalbano, 96; La squadra, 37; Ultimo, 54; L’ispettore Coliandro, 43; Elisa di Rivombrosa, 48; Il bello delle donne, 70; Il maresciallo Rocca, 62; Rocco Schiavone, 32; Cesaroni, 83; I Medici, 35.

Ci sono quasi tutti gli altri, anche quelli meno famosi: Dove comincia il sole, 18; Il ritmo della vita, 60; Gente di mare, 23; L’uomo dell’argine, 12; Un caso di coscienza, 17, La linea verticale, 33, La strada di casa, 18, tra gli altri. 

Si tratta di raccolte ancora piuttosto irregolari, che non rispecchiano quelli che saranno i risultati al termine della digitalizzazione del cartaceo. Bisogna tener conto infatti che è stata privilegiata la digitalizzazione dei file cinema, a scapito di altre categorie. Da segnalare in questa sezione la presenza di molti report, un centinaio, contenenti analisi di mercato, focus group su alcuni titoli o episodi di serie, ricerche qualitative, tendenze culturali, analisi del pubblico e degli ascolti ecc. e di alcuni annuari della fiction (a circolazioni limitata) a cura delle emittenti. Materiali praticamente unici e introvabili.

Anche per le serie estere esiste uno scaffale virtuale che si va affollando, e potrebbe diventare molto consistente e ben fornito, se solo ci fosse qualcuno a lavorarci… Al momento conta poco più di 2.000 file. 

Mentre ci troviamo nell’archivio della narrativa tv, desidero ricordare che molti dei titoli ivi compresi ricorrono anche nei libri raccolti sotto la stessa l’etichetta di “narrativa visuale”, in forma di commenti, recensioni, analisi ecc.: i volumi allineati in questo scaffale della sezione A sono 135 (cartacei) e 64 ebook (tra i cartacei segnalo ad esempio la serie pressoché completa – oltre trenta titoli – dei volumi dedicati alla fiction italiana dalla RAI VQPT/Verifica qualitativa programmi trasmessi e una cinquantina di volumi dedicati alle serie americane).

A chiusura del nostro tour tra gli scaffali, vorrei segnalare la sezione B, molto importante, delle riviste di cinema. In essa sono raccolte sia pubblicazioni ancora attive, sia riviste estinte e oggi introvabili, italiane ed estere. Si va da testate storiche come i “Cahiers du Cinéma”, “La Rivista del Cinematografo”, “Cineforum”, “Sight & Sound” ad altre più recenti come “Segnocinema” (tutti i numeri sin qui pubblicati, 231 per la precisione), “Il Ragazzo Selvaggio” (completa, e qui siamo a 147 numeri) o “Film Tv” (praticamente completa anch’essa, e qui si parla di 1500 numeri circa) e “Ciak” (completa, intorno ai 400 numeri) fino a quelle che hanno chiuso da più o meno tempo, come “Cinema e Film”, “Cinema e Cinema”, “Cinématographe”, “Monthly Film Bulletin”, “Téléciné”. Le testate presenti sono più di 300, alcune oggi di difficile reperibilità, come ad esempio quelle dedicate al Super8 o quelle nate sull’onda della diffusione delle tv a pagamento e dei VHS nella seconda metà degli anni Ottanta (“Video Parade”, “Video Magazine”, tra le altre) o ancora quelle pubblicate dai “Centri Cinema” degli Enti locali (“Cinemazero”, “Cineteca”, “CircuitoCinema”, “VivilCinema”) o quelle di categoria (“Nostro Cinema”, “Cinema d’oggi”). Non mancano le riviste dedicate alle serie televisive, nate nella prima decade del nuovo Millennio e presto “terminate” dall’avvento delle recensioni e dei commenti online (“Telefilm Magazine”, “Series” ecc.). È presente anche la collezione completa di “Script”, rivista dedicata alla sceneggiatura. Sulla vasta emeroteca digitale ci sarebbe da aprire un altro capitolo.

In prospettiva anche le riviste saranno tutte indicizzate (lavoro immane, al quale potrebbero essere chiamati volontari, con l’offerta di bonus annuali per la frequenza e l’utilizzo gratuito del futuro portale) e i singoli file estratti saranno collocati nelle rispettive cartelle di appartenenza. 

Uno sguardo ai numeri (3)

Attrici/attori italiani attualmente 670 nomi, tra i quali (in ordine sparso):

  • Claudia Cardinale 34
  • Vittorio Gassman 56 
  • Sophia Loren 56 
  • Totò 69 
  • Paolo Villaggio 70
  • Mariangela Melato 28
  • Aldo Giovanni e Giacomo 43 
  • Maria Grazia Cucinotta 21 
  • Virna Lisi 23 
  • Gian Maria Volonté 26 

L’eccedenza di occorrenze – rispetto ai colleghi – per Marcello Mastroianni, 690, si spiega con il fatto che sto lavorando a un progetto su di lui.

Attrici/attori esteri sono ad oggi 793, tra i quali (sempre in ordine sparso):

  • Fanny Ardant 33
  • Ingrid Bergman 12 
  • Catherine Deneuve 12
  • Richard Gere 12
  • Robert De Niro 22
  • Jerry Lewis 38
  • Isabelle Huppert 13
  • Jack Nicholson 33
  • Marilyn Monroe 31
  • Jeanne Moreau 19
  • Vanessa Redgrave 17
  • Robert Redford 15

Vale anche in questo caso l’avvertenza che molti file relativi ad attori/attrici non sono stati ancora digitalizzati.

L’Atalante, oggi

La biblioteca cartacea dell’Atalante si trova in un’abitazione privata e non è al momento accessibile a utenti esterni. L’archivio digitale, depositato in hard disk privati, non è per ora raggiungibile online. Tuttavia, è possibile usufruire di alcuni servizi mettendosi in contatto via mail con il curatore (v. indirizzo al termine dell’articolo).In particolare, l’Atalante svolge attività di consulenza bibliografica e, nel rispetto del copyright, permette la consultazione, secondo modalità da stabilire, di libri (cartacei e digitali), riviste, articoli e ritagli stampa in esso presenti. Per rimanere all’interno di un esempio a cui ho fatto ricorso più volte, chi fosse interessato a vario titolo a una ricerca su I fidanzati di Olmi, potrà: a) consultare in loco, secondo modalità e tempi da stabilire, i volumi cartacei e le riviste presenti nella biblioteca; b) effettuare, con l’assistenza del curatore, una ricerca sui materiali digitali già presenti nell’archivio (v. sopra); c) consultare ed eventualmente copiare le parti interessate (secondo la vigente normativa del copyright); d) usufruire della consulenza del curatore per ulteriori ricerche extra-Atalante.

Per quanto attiene alla situazione attuale, non posso tacere che l’Atalante si trova a rischio di perdita dati, in quanto non è in grado di far fronte ad alcune misure di sicurezza necessarie alla loro salvaguardia: da un lato, una parte del patrimonio cartaceo è allocato in locali non adatti alla conservazione; dall’altro i dati digitali sono affidati a sistemi di protezione molto casalinghi, non all’altezza delle necessità. È già successo che il crash inaspettato di un hard disk abbia portato alla perdita irrimediabile di circa 2.000 file. 

Postilla Cinéphile

Il contenuto e il senso dell’Atalante è già tutto nel nome, un omaggio a Jean Vigo e al suo indimenticabile capolavoro. 

Allo stesso modo della cambusa di père Jules che, sulla chiatta “L’Atalante”, in navigazione sulla Senna, racchiude le cose del passato filtrate in strani e incredibili oggetti di affezione, così l’Atalante contiene reperti dimenticati, frammenti perduti e ritrovati, storie nascoste, visioni oblique, piccole epifanie capaci di accendere inaspettate luci sulle ombre del passato. Qualcosa della memoria del cinema.

Prospettive

L’Atalante, così come è stato presentato nelle pagine precedenti, è arrivato a un punto tale che, o viene preso in carico da qualcuno che abbia mezzi e potenzialità per continuare a svilupparlo, portandone avanti gli obiettivi, oppure è destinato a chiudere, con il forte rischio non solo di perdere i libri e i documenti raccolti nel corso di tanti anni, ma anche di vanificare tutto il lavoro sin qui svolto. È per questo che ho lanciato l’idea-progetto di un grande biblioarchivio online dedicato al cinema e alle arti della visione. È un’idea che nei mesi scorsi ho sottoposto all’attenzione di alcune biblioteche e istituzioni pubbliche. Ne ho ricevuto tanti apprezzamenti e sono riuscito a stabilire dei contatti che spero siano fruttuosi. Posso dire di essere in una fase interlocutoria con un paio di soggetti interessati. Ma va chiarita una cosa. L’Atalante non è un “fondo” che viene ceduto o donato a una biblioteca o a un archivio pubblico, che provvede a catalogarlo e sistemarlo una volta per tutte tra i “fondi”, dove rimarrà a disposizione degli studiosi che vorranno consultarlo. No. È qualcosa di ben diverso. È un organismo vivo, come una biblioteca in attività, in continuo completamento e sempre in divenire, come ben sa chi ha partecipato al nostro piccolo viaggio al suo interno. In questo momento sono dunque di attesa di risposte concrete, magari anche, perché no, di un intervento da parte del Dipartimento per i beni archivistici e librari, se riterrà che la cosa rientri nelle sue competenze e interessi e se mai gli sarà arrivata notizia di questo sperduto avamposto… Da parte mia ho provveduto a segnalarne la presenza, senza aver ricevuto finora alcun feedback.

A questo proposito, vorrei fare un’osservazione dal punto di vista di un profano, che è comunque un assiduo frequentatore di biblioteche. Ho l’impressione che la maggior parte dell’attività in campo digitale da parte delle istituzioni facenti capo al Ministero della Cultura abbia privilegiato sino a oggi il lavoro di catalogazione, certamente fondamentale, ma non al punto da far dimenticare altri aspetti ugualmente importanti per la vita delle biblioteche, al cui centro dovrebbe essere sempre l’utente: mi riferisco ad esempio all’aumento delle risorse digitali da mettere a disposizione non solo dei frequentatori delle biblioteche, ma anche degli eventuali utenti online, che, ad oggi, possono a esse collegarsi, ma raramente usufruire di un documento a distanza. Obiettivo al quale lavora invece da tempo l’Atalante, che, nonostante le sue esigue forze, dispone già di un discreto patrimonio digitalizzato che in tempi relativamente brevi potrebbe essere messo online (a questo proposito, si accampano sempre problemi di copyright, che, a mio avviso, se c’è la volontà di farlo, non sono irrisolvibili).

Mi permetto di dire infine, così, da “cane sciolto” quale sono ma con tutto il rispetto, che proprio un progetto come quello dell’Atalante potrebbe – anche a costo di andare fuori dalle righe – infondere un po’ di linfa nuova in organismi istituzionali, costituzionalmente appesantiti da burocrazie che ne rallentano l’azione.

Chiudo dicendo che è fondamentale a questo punto l’apporto che può venire all’Atalante da parte degli specialisti, sia che appartengano al mondo delle biblioteche, sia che provengano da quello digitale.

Chiunque vorrà parlarne, con critiche, riflessioni e proposte, potrà raggiungere l’Atalante al seguente indirizzo: atalante2002@gmail.com.