N.1 2022 - Biblioteche oggi | Gennaio- febbraio 2022

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Da una donazione alla scoperta di una famiglia

Maria Crapulli

Biblioteca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma M.Crapulli@unicampus.it

Abstract

Alcuni anni fa, la biblioteca della nostra Università ha ricevuto un fondo librario dall'architetto Alberto Tavazzi (1912-2016). In questa collezione sono presenti i libri dello zio dell'arch. Giuseppe Piacentini Rinaldi (1878-1935), che fu medico, sia in strutture civili che militari. I libri trattano diverse specialità mediche e testimoniano la vastità delle conoscenze scientifiche del dottor Piacentini. Si segnalano in particolare alcuni testi di H. Bernheim, uno dei primi studiosi a interessarsi di nevrosi, e di A. Murri, fondatore della moderna clinica medica.

English abstract

Some years ago, the library of our University received a book collection from architect Alberto Tavazzi (1912-2016). In this collection, are the books of the uncle of Arch. Tavazzi, Dr. Giuseppe Piacentini Rinaldi (1878-1935), who was a doctor, both in civil and military facilities. The books deal with various medical specialties and testify to the vastness of the scientific knowledge of Dr. Piacentini. Particularly noteworthy are some texts by H. Bernheim, one of the first scholars to take an interest in neurosis, and by A. Murri, founder of the modern medical clinic.

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Il caso del Fondo Tavazzi

La biblioteca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma si inserisce pienamente nel contesto delle biblioteche accademiche al servizio della didattica e della ricerca. Possiede infatti circa 20.000 volumi tra testi universitari, manuali, enciclopedie e dizionari, oltre a circa 5.000 periodici elettronici consultabili attraverso la rete di ateneo.

Il personale fornisce assistenza bibliografica e formazione agli utenti, oltre a essere in contatto con le principali community bibliotecarie italiane e straniere (NILDE, MedLib ecc.).

La biblioteca del Campus affianca alla sua funzione accademica anche una crescente attività storiografica: da alcuni anni, infatti, il posseduto della biblioteca si è arricchito di una ricca sezione storica, comprendente volumi antichi e rari frutto di donazioni ricevute nel corso degli anni. Il personale della biblioteca si occupa di catalogare e conservare queste collezioni in appositi fondi intitolati ai donatori.

Si ricorda a tal proposito il Fondo Dell’Acqua, che raccoglie i libri appartenuti al medico e accademico Gioan Battista Dell’Acqua (1901-1991).

Particolare interesse desta il Fondo Tavazzi, una raccolta libraria di circa cento volumi di argomento medico, giunto alla biblioteca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma grazie alla donazione dell’architetto Alberto Tavazzi (1912-2006), noto scenografo, attore, pittore e fotografo italiano.

Il fondo faceva parte di una più ampia collezione attualmente conservata presso l’Archivio storico comunale di San Benedetto del Tronto, comprendente circa 7.000 volumi appartenuti alla poetessa dialettale Bice Piacentini-Rinaldi e ai suoi familiari. Si tratta di romanzi, commedie e tragedie scritti in italiano, francese e spagnolo, datati tra la metà del XIX secolo e gli inizi del XXI. La sezione medica, donata al Campus Bio-Medico per esplicita volontà di Alberto Tavazzi, racchiude invece i testi di medicina del capitano medico di complemento Giuseppe Piacentini-Rinaldi (1881-1935), zio materno dell’architetto e figlio di Bice Piacentini-Rinaldi (1856-1942).

Alberto Tavazzi

Nato a Roma nel 1912 da una famiglia di noti antiquari romani (Tavazzi-Jandolo), da giovane seguì studi di pittura, restauro, affresco, arti ornamentali, architettura e scenografia. Nel 1933 avviò nel suo studio di Roma una libera attività didattica e artistica, che in anni successivi continuò a svolgere prima a Bari e poi a Londra.

Come pittore ha ottenuto importanti riconoscimenti sia in Italia che all’estero, in particolare in Gran Bretagna, dove ha vissuto dal 1947 al 1950. I suoi lavori sono stati spesso presenti nelle principali gallerie di Roma fino agli anni Settanta e la sua attività di pittore è proseguita fino agli anni Novanta.

Nel campo dello spettacolo, invece, Alberto Tavazzi ha lavorato quale sceneggiatore, aiuto regista e attore con importanti registi del tempo tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta; si ricordano tra gli altri Blasetti, Alessandrini, Steno, Roberto Rossellini, Vittorio Metz, Korda, Mankiewicz. Particolarmente degna di nota è stata la collaborazione con Roberto Rossellini: è stato infatti protagonista del film L’uomo dalla croce (1942) e poi aiuto regista e attore in Roma città aperta (1945).

Nel 1952 ha fatto anche parte della spedizione italiana in Amazzonia, di cui ha redatto il giornale di viaggio e annotato in disegni e acquarelli immagini dei luoghi visitati.

Ritiratosi a vita privata per motivi di salute, Alberto Tavazzi è morto a Roma nel 2006 a 94 anni. 

Locandina del film L’uomo dalla croce, 1942

Giuseppe Piacentini-Rinaldi

Nato a Roma il 30 agosto 1878, il suo nome completo era Giuseppe Agostino Luigi Gualtiero. Giuseppe è il nome del nonno paterno (senatore del Regno d’Italia dal 1870 al 1874) al contempo bisnonno materno perché i suoi genitori Carlo Piacentini-Rinaldi e Beatrice Piacentini-Rinaldi erano zio e nipote; Agostino è il nome del nonno materno (l’avvocato Agostino Piacentini-Rinaldi), Luigi come mons. Luigi Fiorani, prozio materno (prelato domestico di papa Pio IX), Gualtiero come l’architetto Gualtiero Piacentini-Rinaldi (fratello maggiore di Beatrice) morto prematuramente a San Benedetto del Tronto nel 1881.

Sposato il 21 settembre 1912 con Flora Iandalo, figlia di Alessandro, è morto a Roma il 16 febbraio 1935. All’attività di medico, sia presso strutture civili che militari, ha spesso affiancato quella di studioso, in particolare ha curato l’introduzione di un libro di poesie in dialetto di sua madre e tenuto conferenze.

Ritratto di Giuseppe Piacentini-Rinaldi

Bice Piacentini-Rinaldi

Nata a San Benedetto del Tronto il 21 agosto 1856, visse tra la sua città natale e Roma, dove il padre Augusto aveva uno studio da avvocato.

Contro il volere della famiglia, nel 1877 sposò a Roma il fratello minore di suo padre, Carlo, e da lui ebbe il figlio Giuseppe.

Segnata già in giovane età da numerosi lutti familiari, si avvicinò alla poesia dialettale agli inizi del Novecento e pubblicò le sue prima raccolte di sonetti in dialetto sanbenedettese tra il 1904 e il 1926, negli stessi anni in cui aveva cominciato a prendersi cura della piccola Pia, di origine modesta, che abitava poco distante da Palazzo Fiorani, storica dimora della famiglia. Il rapporto con Pia la aiutò a risollevarsi dai numerosi lutti.

All’attività di poetessa affiancò quella di autrice di testi teatrali, che vennero spesso rappresentati con successo in tutta la Regione.

Nel 1905 fu anche premiata all’Esposizione Regionale di Macerata e le sue opere apparvero anche in giornali e riviste di tiratura nazionale.

Le poesie di Bice Piacentini-Rinaldi sono una costante dichiarazione d’amore per la sua terra, come scrive lei stessa nella prefazione del saggio Poesia Vernacola Sanbenedettese: “di questo paese che a me pare il più bello, il cui dialetto, che ad altri può sembrare barbaro, ha per me tanta poesia, tanta dolcezza di ricordi da sentirne l’acuta nostalgia nella lontananza, ho cercato di ritrarre le abitudini, i sentimenti semplicemente”.

La sua ultima pubblicazione risale al 1921; si tratta della raccolta Sonetti Marchigiani, da lei dedicata alla memoria della madre Marianna. Morì a San Benedetto del Tronto nel 1942, all’età di 85 anni.

Palazzo Fiorani è oggi un importante centro culturale di San Benedetto; ospita infatti l’Archivio storico comunale, la Pinacoteca del Mare, la Sala della Poesia e lo Studio di Bice.

Quest’ultimo luogo è il vero studio in cui la poetessa lavorava, arredato con i mobili originali, e conserva la biblioteca di famiglia, quei 7.000 volumi di letteratura già citati all’inizio di questo articolo.

Il Fondo Tavazzi

La maggior parte dei volumi sono contrassegnati dall’ex libris “Per ogni sete / Dott. Gius. Piacentini-Rinaldi”, gli altri recano il timbro del dott. Piacentini o sono privi di contrassegni.

Si tratta di libri francesi e italiani risalenti alla prima metà del XX secolo; trattano diverse specialità mediche, come la dermatologia, l’ostetricia, la ginecologia, e non mancano i trattati di chirurgia, sia generale che specialistica.

La maggior parte dei libri sono pubblicati dagli editori Masson, Doin, Baillière, tra i più prestigiosi in Francia nell’ambito delle pubblicazioni medico-scientifiche.

Tra gli autori più prestigiosi si segnala Hyppolite Bernheim (1840-1919), noto neurologo fondatore della Scuola di Nancy. Bernheim si interessò soprattutto allo studio delle isterie, come all’epoca venivano definiti i disturbi psichici, per la cui cura utilizzava l’ipnosi. Le sue teorie vennero poi riprese da Sigmund Freud.

Per quanto riguarda le opere italiane, si segnala il testo Dei medici futuri di Augusto Murri (1841-1932), il fondatore dell’odierna clinica medica, intesa come disciplina distinta dalla sperimentazione e dal sapere medico in generale.

Della raccolta fa parte anche un testo di Cesare Lombroso (La donna delinquente: la prostituta e la donna normale, 1915), a testimonianza dei vasti ed eterogenei interessi del dott. Piacentini peraltro pienamente esplicitati nel motto dell’ex libris.

Piacentini è anche l’autore di due dei volumi presenti nel fondo. 

Il primo è: Resoconto statistico dell’attività chirurgica operatoria negli stabilimenti sanitari militari del Regno durante il quadriennio 1930-33, che testimonia l’attività del dott. Piacentini come medico militare, il secondo invece è un interessante manoscritto autografo del 1913, Ricordi di patologia e di chirurgia pratica. Si tratta di lezioni e appunti di clinica medica e chirurgica, divise in sezioni e per argomenti e corredate di pregevoli disegni in bianco e nero e a colori.

Ogni sezione reca in alto a destra i nomi degli autori da cui sono tratte le informazioni, che sono anche riportati in ordine alfabetico in fondo al volume.

La catalogazione del Fondo Tavazzi mi ha offerto inaspettatamente l’opportunità di far luce sulla vita e l’attività di una famiglia che ha lasciato un’impronta nella cultura italiana. Un caso di serendipità?

Per chiudere definitivamente questa storia, ci sarebbe però ancora bisogno di capire come Alberto Tavazzi abbia conosciuto il Campus Bio-Medico e cosa lo abbia spinto a donarci la collezione di suo zio; sarebbe interessante inoltre raccontare dell’attività di medico di Giuseppe Piacentini-Rinaldi: piste di ricerca che mi propongo di riprendere quanto prima.

Ritratto di Bice Piacentini-Rinaldi

Ringraziamenti

Ringrazio sentitamente Giuseppe Merlini, dell’Archivio storico comunale di San Benedetto del Tronto, per le notizie biografiche su Giuseppe Piacentini-Rinaldi e per le fotografie, inserite in questo articolo.

Un ringraziamento speciale va a Sofia Fagiolo per l’in- coraggiamento a scrivere questo articolo e per i suoi validissimi consigli.