N.1 2022 - Biblioteche oggi | Gennaio- febbraio 2022

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Come costruire una biblioteca aziendale

Ferruccio Diozzi

ferruccio.diozzi@gmail.com

Abstract

Recensione di Ferruccio Diozzi al libro di Franceswco barone, Come costruire una biblioteca aziendale, Milano, Editrice Bibliografica, 2021, 80 p.

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La biblioteca aziendale, intesa come organizzazione progettata e sviluppata in funzione delle specifiche esigenze di un’impresa o di un gruppo d’imprese, ha avuto, non solo nel nostro Paese, alterne fortune.

È spesso accaduto che fattori esogeni e valutazioni interne, a volte non particolarmente oculate dei vertici aziendali, abbiano ridimensionato o del tutto cancellato le strutture bibliotecarie e ciò è capitato, è opportuno ricordarlo, sia che tali strutture lavorassero, come altre unità organizzative di staff, a supporto degli obiettivi di produzione e di ricavi dell’impresa, sia che fossero espressione di culture aziendali attente allo sviluppo dell’impresa all’interno di un più ampio contesto sociale, come nel caso dell’esperienza Olivetti. Basti ricordare lo scenario degli anni Ottanta del secolo scorso, quando, anche per l’avvento di strumenti informativi come le banche dati professionali, le grandi ristrutturazioni avviate in molti gruppi industriali, segnarono un netto ripiegamento e la vera e propria fine di molti servizi di questo genere.

Gradualmente sono subentrate valutazioni più equilibrate che stanno di nuovo riconoscendo un ruolo alle strutture bibliotecarie in una prospettiva che Francesco Barone coglie appieno nel libro Come costruire una biblioteca aziendale. Welfare culturale e crescita. Ospitato nella collana “Library Toolbox” di Editrice bibliografica, il lavoro, che si propone come un’efficace guida per la realizzazione di una biblioteca aziendale, prende correttamente le mosse da una disamina attenta dei sistemi di welfare aziendale italiani, dal punto di vista culturale e da quello degli assetti normativi. Ciò consente all’autore di inquadrare l’organizzazione e l’attività di una biblioteca all’interno di un sistema di welfare aziendale definito come “un insieme di misure implementate da un’impresa, piccola, media o grande che sia, per offrire ai propri dipendenti supporto sotto vari aspetti.

È questo un richiamo importante alla realtà economica e sociale contemporanea che, pur tra contraddizioni e ritorni indietro, vede lo sviluppo di un “welfare di tipo nuovo” in cui, le parti sociali, a partire dalla (non sempre) ovvia constatazione, che il benessere dei lavoratori influisce direttamente sul successo dell’impresa, tenta di mettere a punto politiche e strumenti normativi che, in maniera costante, contribuiscano a tale benessere. 

In questo scenario le biblioteche aziendali sono assolutamente titolate a svolgere un ruolo importante per diversi aspetti, che Barone individua nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, nel sostegno al reddito, nelle vere e proprie attività di istruzione e formazione, nei processi di socializzazione, nell’apprendimento comune e condiviso, in tutte le attività di stimolo a espressioni artistiche e creative, nello stesso benessere psicofisico dei lavoratori.

A partire da questa base e dal suo graduale, ma indispensabile, consolidamento, l’autore sostiene come la biblioteca aziendale sia organismo potenzialmente in grado di collaborare alla competitività dell’impresa, evidenziando come acquisizioni e consolidamento di conoscenze in ogni contesto, pubblico o privato che sia, sono determinanti per il miglioramento progressivo dei gruppi organizzati. E ci sia consentito, in questo caso, di apprezzare ancora di più questa constatazione confermandola con la lunga esperienza professionale personale di direzione di un centro di documentazione e biblioteca in una moderna struttura di ricerca come il CIRA. Esperienza in cui ogni passo avanti della struttura organizzativa in questione, in termine di risultati raggiunti, valorizzazione delle risorse presenti, reputation consolidata, ha avuto effetti positivi importanti su tutta l’azienda.

Mantenendo fede all’orientamento fortemente operativo della collana “Library Toolbox”, Barone, nella seconda parte del volumetto, costruisce un’utile guida per la progettazione e per la definizione di un servizio di biblioteca aziendale, individuando tre macro-fasi: definizione degli obiettivi e delle connesse attività preliminari di inquadramento; allestimento della biblioteca; avvio e gestione del servizio.

Infine, il lavoro si chiude con un capitolo dedicato alle possibilità offerte dalla biblioteca aziendale che, organismo parte di un’impresa privata, è comunque in grado di interagire positivamente con la sfera sociale esterna, aiutando lo sviluppo delle comunità. Un percorso di cui è possibile rintracciare il seme in esperienze importanti del passato, prima tra tutte quella di Adriano Olivetti. È infatti in una prospettiva che si potrebbe definire modernamente olivettiana, nella quale si opera una sintesi tra funzione di supporto delle attività produttive, supporto al welfare aziendale e veicolo d’integrazione sociale, che si può riconoscere il carattere della biblioteca aziendale oggi.