N.3 2021 - Biblioteche oggi | Aprile 2021

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International Conference Bibliographic Control in the digital ecosystem

Laura Manzoni

laura.manzoni@unifi.it

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Dall’8 al 12 febbraio 2021 l’Università degli Studi di Firenze (Dipartimento SAGAS e sistema bibliotecario), in collaborazione con l’IFLA Bibliography Section, AIB e numerosi altri enti promotori quali l’AIE, Biblioteca apostolica Vaticana, Biblioteca nazionale centrale di Firenze, Biblioteca nazionale centrale di Roma, Biblioteca nazionale svizzera, Casalini Libri, European University Institute, ICCU, “Jlis.it”, Società italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche, Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana e Wikimedia hanno organizzato la Conferenza internazionale Bibliographic Control in the Digital Ecosystem a cui hanno preso parte numerosi esperti italiani e internazionali. A causa della pandemia in corso, l’evento si è svolto attraverso la piattaforma Zoom e in diretta streaming sul canale YouTube dell’AIB; ben 1277 i registrati in rappresentanza di 62 paesi. Le visualizzazioni su YouTube, inoltre, hanno raggiunto numeri incredibili: circa 600 ogni giorno nei giorni immediatamente successivi.
Obiettivo della conferenza è stato esplorare i nuovi confini del controllo bibliografico universale, un tema centrale nella storia della catalogazione e delle biblioteche, basato sull’ideale umanistico della condivisione della conoscenza. Tale aspirazione può essere fatta risalire all’iniziativa di Konrad Gesner (1516-1565) e alla sua Bibliotheca Universalis, con la quale l’autore voleva contribuire alla salvezza del patrimonio culturale della civiltà umana e in cui aveva registrato circa 12.000 opere (che divennero poi 15.000) di autori greci, latini ed ebraici. Tuttavia, è solo in epoca contemporanea che tale aspirazione viene realizzata grazie a un’iniziativa promossa dall’IFLA e da altri soggetti, che a partire dagli anni Settanta del secolo scorso promuovono la condivisione e il riuso dei dati bibliografici.
Le modalità con cui si realizza il controllo bibliografico hanno subito numerosi mutamenti, soprattutto negli ultimi due decenni, a causa di trasformazioni radicali nell’universo bibliografico, nelle risorse, negli attori, nelle tecnologie, negli standard e nelle pratiche descrittive. Per quanto riguarda le risorse si è assistito a trasformazioni radicali. Per secoli un testo è stato identificato con il volume fisico che ne costituiva il supporto. Ora, la separazione tra il contenuto e il supporto di una risorsa appare molto più netta. Un utente, per esempio, può decidere se leggere un testo sul supporto cartaceo tradizionale, il volume, oppure se utilizzare nuovi dispositivi come gli e-reader. Il contenuto è lo stesso, mentre il supporto è diverso. Il contenuto è sempre associato a un dataset, un insieme di metadati, che sono diventati i protagonisti della comunicazione e del recupero dell’informazione all’interno del nuovo contesto del web.
Mentre in passato erano le agenzie bibliografiche nazionali che si occupavano del controllo bibliografico tramite la pubblicazione periodica delle bibliografie nazionali, in seguito all’affermazione del web gli attori coinvolti in tale processo sono molto più numerosi e ciò ha reso tale attività multicentrica e cooperativa. Nonostante ciò, le biblioteche, in particolare quelle nazionali, continuano a svolgere un ruolo fondamentale nell’ecosistema digitale. Per poter operare in questo nuovo contesto e non restarne isolate esse stanno compiendo significative trasformazioni. Dagli anni Sessanta del secolo scorso i vari formati MARC hanno consentito lo scambio di dati tra diverse istituzioni favorendo la condivisione e il riuso. Tuttavia, essi non sono più adatti a operare nel web semantico la cui struttura è basata su nuove tecnologie come i linked data. Pertanto, le biblioteche hanno messo in atto una transizione che possa consentire da un lato il recupero di tutte le informazioni che sono state registrate attraverso il MARC e dall’altro lo sfruttamento dei vantaggi che possono derivare dalle tecnologie contemporanee. Questo processo sta rivelandosi tutt’altro che semplice perché i formati MARC di partenza sono molti (i più diffusi sono MARC21 e UNIMARC) e hanno subito numerosi aggiornamenti nel corso del tempo. Se non si tenesse conto di questi aspetti si rischierebbe una grave perdita di informazioni.
La grande quantità di dati che devono essere trasformati in linked data impone la necessità di operare all’interno di un ambiente ibrido nel quale sia possibile utilizzare il formato MARC, ma anche creare direttamente linked data. Un ruolo fondamentale in questa transizione è svolto da BIBFRAME, un’im-portantissima ontologia di riferimento. Tuttavia, la discussione sui modelli concettuali (IFLA LRM), gli standard, le ontologie e i formati per il web semantico è tuttora in corso ed è pertanto necessario che tutte le pratiche attuali mirino alla massima flessibilità e siano capaci di adattarsi a scenari futuri.
In questo nuovo scenario è diventata ancor più centrale la relazione tra editori e biblioteche che condividono la grande responsabilità di produrre metadati di qualità che descrivano le risorse. Gli editori sono i primi che, insieme alla pubblicazione delle risorse, si occupano della creazione dei metadati, i quali vengono successivamente catturati e riutilizzati dalle biblioteche (e da altri soggetti) con le necessarie selezioni e integrazioni. Le biblioteche continuano, inoltre, ad avere una funzione fondamentale nel controllo di qualità e d’autorità sui dati prodotti, funzione che svolgono avvalendosi di strumenti fondamentali come VIAF e ISNI che nascono da progetti di cooperazione internazionale. Continuano, inoltre, a occuparsi della definizione di standard, della creazione e del mantenimento di vocabolari e thesauri. La differenza rispetto al passato è che tali attività sono oggi condotte direttamente nell’ecosistema digitale. Tale ecosistema, come anticipato, ha imposto alle biblioteche e alle altre istituzioni della memoria registrata di modificare le proprie pratiche e le modalità di produzione e di pubblicazione dei dati sul web. Infatti, l’ambiente digitale è dominato dai motori di ricerca, sempre più utilizzati dagli utenti per il reperimento di informazioni bibliografiche. Coloro che si occupano della creazione di metadati devono tenere conto di ciò e adottare standard come, ad esempio, Schema.org, che consentano la loro ricerca e il recupero sul web.
All’interno del web le biblioteche hanno sviluppato progetti di collaborazione con nuovi attori come Wikidata e Wikibase. Wikidata costituisce un chiaro esempio di riuso e arricchimento dei metadati prodotti dalle biblioteche, mentre Wikibase è un’infrastruttura tecnica che consente di raccogliere, elaborare e scambiare dati bibliografici. Entrambi i progetti svolgono pertanto un ruolo importante nel contesto del controllo bibliografico. L’IFLA nel 2019 ha addirittura creato un Working Group con l’obiettivo di esplorare l’integrazione di Wikipedia e Wikibase con i sistemi bibliotecari e l’allineamento dell’ontologia di Wikidata con BIBFRAME, RDA e il MARC.
Le relazioni proposte durante la Conferenza hanno offerto un’analisi approfondita di tutte queste tematiche tentando di prevedere possibili scenari futuri.
La prima giornata si è aperta con i saluti del Rettore dell’Università degli studi di Firenze Luigi Dei, dei Direttori delle Biblioteche nazionali centrali di Firenze e di Roma, Luca Bellingeri e Andrea de Pasquale, della Direttrice dell’ICCU Simonetta Buttò, del Direttore del dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze Andrea Zorzi, del prof. Mauro Guerrini, docente di biblioteconomia e membro dell’IFLA Bibliography Section, e di Matilde Koskas, responsabile della sezione libri della Bibliothèque nationale de France e chair dell’IFLA Bibliography Section.
Durante la prima giornata sono state presentate relazioni volte ad analizzare i principali mutamenti avvenuti nell’ambito del controllo bibliografico a causa delle trasformazioni dell’universo bibliografico e del contesto in cui oggi si trovano a operare le biblioteche e le altre istituzioni della memoria registrata, ossia il web semantico. Questi cambiamenti hanno spinto le biblioteche a ripensare e ridefinire i propri modelli di riferimento, gli standard da essi derivati e le proprie pratiche.
La seconda, la terza e la quarta giornata si sono concentrate sulle conseguenze delle trasformazioni avvenute nelle modalità in cui si realizza il controllo bibliografico; sugli attori coinvolti che, come anticipato, non sono più soltanto le biblioteche, ma anche gli editori e tutti coloro che producono dati bibliografici sul web; sui progetti di cooperazione, scambio, condivisione e riuso dei dati, nell’ambito dei quali rientra anche Wikidata, i quali devono mirare al superamento delle sfide derivanti dalla necessità di conciliare le diverse tradizioni culturali e linguistiche. Ci si è poi concentrati sulla creazione e sull’uso di strumenti per il controllo d’autorità come, ad esempio, gli identificatori VIAF e ISNI e i thesauri. Molto spazio è stato dato alla tematica del deposito legale, con una relazione condivisa da BNCF e BNCR, che sta alla base del controllo bibliografico universale, e la preservazione delle risorse digitali; altrettanto spazio è stato previsto per i metadati, i quali hanno acquisito un ruolo primario nel contesto del web semantico. Infine, è stato affrontato il tema dell’uso di nuove modalità d’indicizzazione delle risorse basate su intelligenze artificiali.
L’ultima giornata è stata dedicata alle bibliografie nazionali, che da sempre costituiscono il soggetto del controllo bibliografico universale.
Da queste relazioni emerge chiaramente che gli obiettivi del controllo bibliografico universale rimangono sempre validi nel mutato contesto digitale.
I relatori presenti alla Conferenza appartengono a realtà molto diverse, la maggior parte di essi opera nel mondo bibliotecario, bibliografico e dell’editoria. Ciò ha reso il confronto ancora più significativo e ha consentito la condivisione di differenti esperienze e modi di operare che si auspica possano costituire uno stimolo reciproco.
Sul sito web della conferenza, creato dal Sistema bibliotecario dell’Ateneo fiorentino, sono stati inseriti i link ai video caricati su YouTube relativi alle singole giornate: è pertanto possibile ascoltare gli interventi. Gli atti della Conferenza verranno pubblicati sul no. 1 del 2022 di “Jlis.it” e su volume cartaceo derivato dal fascicolo della rivista.