La biblioteca per te
BIBLAB-Laboratorio di biblioteconomia sociale e ricerca applicata alle biblioteche, Sapienza Università di Roma, chiara.faggiolani@uniroma1.it
Abstract
Il contributo presenta alcuni risultati emersi dall'indagine “La biblioteca per te”. La ricerca, nata dal desiderio di mantenere vivo e attivo il contatto delle biblioteche pubbliche con le loro comunità, è la più grande indagine condotta in Italia sul ruolo della biblioteca pubblica nella vita delle persone interessate al benessere e alla qualità della vita dei cittadini.
English abstract
The paper presents some results emerged from the survey “The library for you”. The research, born from the desire to keep alive and active the contact of public libraries with their communities, is the largest survey carried out in Italy on the role of the public library in the life of people oriented to the well-being and quality of life of citizens.
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La più grande indagine realizzata in Italia sull'impatto della biblioteca nella vita delle persone
Nata dal desiderio di mantenere vivo e attivo il contatto delle biblioteche pubbliche con le loro comunità, La biblioteca per te è la più grande indagine realizzata in Italia sul ruolo della biblioteca pubblica nella vita delle persone orientata al benessere e alla qualità della vita dei cittadini ed è solo la più recente fra le numerose iniziative con le quali le biblioteche, fin dal primo lockdown, si sono mostrate vitali e proattive, nonostante la chiusura totale o parziale dei propri spazi, con l’obiettivo di mantenere vivo e attivo il contatto con le proprie comunità di riferimento.
Si tratta di un’indagine particolare nella sua fisionomia: nata come strumento di ricerca e al contempo di comunicazione, obiettivo della ricerca è stato approfondire l’uso dei servizi bibliotecari, il ruolo delle biblioteche, i benefici ricercati dalle persone e l’impatto generato dalla loro frequentazione in termini di benessere e qualità della vita. In generale possiamo considerare l’indagine un approfondimento, un’immersione in quel segmento che frequenta le biblioteche in Italia che Istat quantifica nel 15,3% della popolazione, probabilmente l’utenza più fidelizzata che ha colto nell’indagine una opportunità per far sentire la propria voce. Dunque, non si tratta di un campione rappresentativo della popolazione e neanche di un campione rappresentativo degli utenti delle biblioteche: la voce che emerge è quella degli utenti fidelizzati e più sensibili. Con questa indagine il tentativo è stato quello di misurare qualcosa che finora è stato molto difficile quantificare: il valore delle biblioteche, le opportunità che rappresentano nei territori e i benefici in esse ricercati. Per questa ragione i risultati dell’indagine possono essere considerati un importante strumento per i decisori e per tutti i portatori di interesse, per comprendere il posizionamento percepito e inquadrare le potenzialità delle biblioteche come nodi fondamentali di una impalcatura per la crescita culturale e sociale del nostro Paese.
Qui per necessità di sintesi si riporteranno solo pochissimi dati. Il primo che merita un approfondimento è il numero di risposte ottenute. La somministrazione è iniziata il 9 dicembre 2020 e si è conclusa il 31 marzo 2021: sono entrare in contatto con il questionario 67.250 persone. Di queste, il 94,55% ha dichiarato di frequentare le biblioteche e il 5,45% di non farlo.
Dalle risposte raccolte durante l’indagine si evince con chiarezza il ruolo che svolge la biblioteca a livello sociale e culturale. Tale indicazione deve essere collegata alla loro prossimità. Alla domanda “Quanto tempo mediamente impieghi per raggiungere la tua biblioteca?” il 66,95% degli utenti/rispondenti ha dichiarato di impiegare meno di 15 minuti per raggiungere la propria biblioteca, il 27,82% impiega tra i 15 minuti e i 30 minuti, il 5% tra 30 minuti e 60, mentre solo 1% impiega più di 60 minuti. Il fatto che ben il 67% degli intervistati abbia dichiarato di raggiungere la propria biblioteca in meno di 15 minuti è senza dubbio interessante rispetto al modello di “città dei 15 minuti” considerata oggi una prospettiva ineludibile per la riprogettazione urbana in relazione alla ricostruzione che ci aspetta. Una visione certamente suggestiva che va nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale.
Questa rinnovata consapevolezza circa la centralità delle città è un importantissimo punto di riferimento anche in relazione alla percezione della biblioteca. Se può sembrare piuttosto scontato che la biblioteca sia il luogo della lettura e del libro – che possiamo considerare un vero e proprio simbolo – meno evidente potrebbe risultare il suo essere un elemento identitario per le città.
Alla domanda “Nella mia vita la biblioteca è importante perché… Scegli le affermazioni che descrivono meglio il tuo sentire” il 35,36% dichiara che senza la biblioteca la propria città risulterebbe molto meno interessante, come si evince più chiaramente dalle numerosissime risposte alla domanda aperta “Che cosa è per te la tua biblioteca?”, che hanno espresso questo sentimento e dalle quali emergono le ragioni. Sotto se ne riportano tre a titolo esemplificativo scelte tra migliaia:
Un luogo di cultura e socialità. Lì ho incontrato persone per me importantissime. Un luogo di speranza per il futuro, non riesco ad immaginare la mia città senza (Donna, 25- 34, Ciampino (RM).
È il motivo per cui, anni fa, scelsi di lasciare il mio paesino del Sud Italia (privo di biblioteche) per trasferirmi in una grande città (dove le biblioteche funzionano). È un'opportunità, per me e per le mie bambine (Donna, 35-44 anni, Roma).
Anzitutto è un simbolo della mia città, perché è anche un monumento di interesse storico, inoltre è un luogo di incontro dentro e fuori e soprattutto un presidio della cultura per gli abitanti della mia città (Donna, 35-44 anni, Ancona).
Se entriamo, appunto, nelle risposte alla domanda aperta “Cosa è per te la tua biblioteca?” in particolare in relazione a chi sente la biblioteca prossima e vicina emerge con maggiore evidenza la percezione di un “punto di riferimento” importante nella propria vita: “luogo per la crescita culturale” che passa attraverso la lettura soprattutto, luogo d’incontro e grande fonte di benessere (Figura 1). Queste risposte rivelano un vero e proprio repertorio di bisogni soddisfatti: sono piccole storie, narrazioni brevi a tratti molto emozionanti che sarebbe necessario ascoltare in profondità, e che evidenziano senza dubbio l’impatto delle biblioteche nella vita delle persone.
Per avere da subito un’idea del significato attribuito alla biblioteca possiamo avvalerci – come fatto per l’analisi riportata nella Figura 1 – delle tecniche dell’analisi automatica dei testi (AAT) che consente di osservare la centralità di alcune parole nelle narrazioni emerse: la biblioteca emerge come una “risorsa”, una “seconda casa”, una “opportunità”. A questo proposito, tuttavia, è anche utile ricordare che questo tipo di analisi tende per sua natura ad “appiattire”. Essa non consente cioè (e non cerca) di valorizzare le numerose sfumature di senso che si nascondono dietro l’uso di una medesima parola, compito di un tipo di analisi del contenuto che si rimanda ad altre sedi.
Come anticipato, una delle questioni più rilevanti è senza dubbio la centralità del libro e della lettura, dunque, la biblioteca come punto di riferimento imprescindibile per la propria crescita culturale ma anche per la ricostruzioni delle relazioni sociali positive. Il 60% degli utenti che hanno partecipato all’indagine dichiara che l’area della propria vita nella quale la biblioteca incide di più è quella della crescita culturale, seguono la possibilità di coltivare i propri interessi e in generale il benessere personale. Ciò che emerge è l’immagine di un luogo prossimo, vicino, familiare che offre importanti possibilità e opportunità di crescita culturale sia per se stessi che per la propria famiglia. Questa è una dimensione rilevante soprattutto per le donne della fascia d’età 35-44 che rappresentano il segmento più rappresentato. Di queste, il 54% dichiara di frequentare la biblioteca anche per portarci i propri bambini.
Questo posizionamento delle biblioteche richiama il senso più profondo del concetto di “sviluppo sostenibile” inteso anche come investimento sulle nuove generazioni, ma richiama anche l’essere uno strumento importantissimo di welfare culturale, ovvero un modello integrato di promozione del benessere e della qualità della vita degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate anche sul patrimonio culturale. Pur non essendoci lo spazio per approfondire, devo ricordare che sullo sfondo emerge la teoria dei beni relazioni, intesi come “beni della socievolezza umana, cruciali per l’esistenza della stessa società, la quale non potrebbe sopravvivere senza di essi. Se questi beni vengono ignorati, rimossi o repressi, tutto il tessuto sociale viene impoverito, mutilato, privato di linfa vitale, con gravi danni per le persone e l’organizzazione sociale complessiva”. Le biblioteche su questo hanno un importante lavoro da fare.
Per chi le frequenta, le biblioteche rappresentano una parte importante della propria quotidianità, un “appuntamento fisso” e il sentimento di mancanza nei periodi di chiusura è stato intenso. Alla domanda “Nel corso del 2020 le biblioteche sono rimaste chiuse in alcuni momenti o hanno funzionato in maniera parziale per le misure a salvaguardia della salute. Quanto senti/hai sentito la loro mancanza (su una scala da 1 a 10)?” il 30,38% delle persone ha espresso il massimo livello di mancanza (10 su 10), il 24,41% ha espresso un valore pari a 8 su 10. Solo il 4,68% dei rispondenti ha dichiarato un livello di mancanza inferiore a 5 su 10. La media nazionale è 8,1 su 10 (Figura 2).
Questa dimensione quantitativa – se pure importante e di sicuro impatto – tuttavia non esprime a pieno le sfumature e la profondità di questo senso di mancanza che è legato alle tante e diverse opportunità che le biblioteche offrono: l’opportunità di poter leggere gratuitamente, ma anche di poter intercettare nuovi stimoli; l’opportunità di essere guidati da professionisti nella scelta delle letture, ma anche di condividere una passione con altre persone; l’opportunità di godere di un luogo protetto, di pace, ma dove nutrire relazioni sociali positive.
Questi sono solo alcuni dei principali risultati emersi che saranno oggetto nelle prossime settimane di analisi approfondite, realizzate con diversi strumenti e attraverso molteplici punti di vista, con l’obiettivo di fornire una vera e propria mappatura delle diverse identità che caratterizzano la biblioteca pubblica in Italia nella contemporaneità in relazione ai diversi contesti, con il duplice obiettivo di valorizzarne il ruolo di punto di riferimento nei quartieri e nelle città e di evidenziare la mancanza di una medietà nel settore.
Una caratteristica, quest’ultima, che tutti conosciamo da tempo in modo suggestivo, ma che qui in parte riusciamo a misurare per dimostrarne la pericolosità: non tutti i cittadini hanno le stesse opportunità.
Quando le biblioteche sono oggetto di investimenti, sono riconosciute dai decisori come uno strumento importante, quando i bibliotecari hanno margine di manovra e lavorano mettendo gli utenti al centro delle proprie attività, esse vengono riconosciute, apprezzate e ritenute fondamentali dai cittadini che le percepiscono come un diritto e come un vantaggio irrinunciabile.