N.3 2021 - Biblioteche oggi | Aprile 2021

Navigazione dei contenuti del fascicolo

Il patrimonio culturale delle Nazioni Unite presso la Biblioteca depositaria dell'Università Cattolica di Milano

Deborah Grbac

Referente per il programma delle biblioteche depositarie delle Nazioni Unite presso la Biblioteca d’ateneo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Abstract

Dal 1969 ad oggi, l’esperienza della Biblioteca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nella gestione della raccolta speciale di documenti e pubblicazioni delle Nazioni Unite si è sviluppata insieme all'evoluzione del Sistema di biblioteche depositarie delle Nazioni Unite. Cinquant'anni di una collezione sono un evento culturale e un patrimonio intellettuale impegnativo in termini di conservazione e trasmissione alle generazioni future e purtroppo è facile commettere l'errore che tutto sia a disposizione online e che la carta non abbia più futuro, né che sul web tutto sia gratis. Appartenere ad un sistema con regole precise aiuta a gestire l’inevitabile passaggio al formato elettronico mantenendo coerenza con i compiti assunti e con la possibilità di offrire soluzioni concrete alla comunità scientifica a cui si appartien. La comunità scientifica che ha prodotto in loco e il cui patrimonio intellettuale merita di essere trasmesso; come è il caso della collezione speciale professore Giuseppe Biscottini.

English abstract

Since 1969 to date, the Università Cattolica del Sacro Cuore Library’s experience in managing the special collection of United Nations documents and publications has developed along with the United Nations System of Depository Libraries evolution. Fifty years of a collection is a cultural and intellectual heritage demanding in terms of conservation and transmission to the next generations and unfortunately it is easy to make the mistake that everything is at disposal online, that paper has no more future, or that everything is free on the web. Belonging to a system with precise rules helps to manage the unavoidable transition to the electronic format keeping consistent with the tasks engaged and with the possibility to offer concrete solutions to the scientific community to which one belongs. Scientific community which produced in place and whose intellectual heritage deserves to be transmitted; as it is the case of the special collection professor Giuseppe Biscottini.

Per consultare l'articolo completo in formato pdf visita la sezione "Risorse" oppure clicca qui.

La collezione speciale di pubblicazioni e documenti delle Nazioni Unite presso la Biblioteca d'ateneo

Nella Biblioteca d’ateneo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, una sala, chiamata convenzionalmente “Sala Onu”, contiene, dagli inizi degli anni Settanta, una collezione di circa cento titoli di riviste pubblicate dalle Nazioni Unite nei settantacinque anni di attività della stessa. Altro materiale è conservato presso un deposito esterno: una raccolta di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, vari documenti parlamentari emessi dalla fine degli anni Sessanta fino agli inizi degli anni Novanta e l’intera collezione della pubblicazione periodica “Treaty Series”, raccolta dal momento dell’inizio della collezione presso la Biblioteca d’ateneo fino all’ultimo numero pubblicato in versione cartacea.
La collezione speciale della Biblioteca d’ateneo nasce dall’intuizione del docente di diritto internazionale Giuseppe Biscottini, che alla fine degli anni Sessanta si prodiga per fare in modo che la Biblioteca d’ateneo ottenga lo statuto di Biblioteca depositaria del Sistema delle Biblioteche depositarie delle Nazioni Unite. Lo statuto viene concesso il 17 aprile 1969 e da allora la Biblioteca ha regolarmente ricevuto documenti ufficiali e pubblicazioni periodiche prodotte all’interno del Sistema delle Nazioni Unite con pubblicazione a New York e a Ginevra e da questi centri distribuiti a oggi in 135 paesi e un territorio.
Per documenti delle Nazioni Unite si intendono i documenti emessi dagli organi delle Nazioni Unite e provvisti di un codice di classificazione alfanumerico (United Nations Symbol) identificativo dell’organo che li ha emessi e della tipologia del documento. Per pubblicazioni delle Nazioni Unite ci si riferisce in questo articolo a quelle ricevute nel tempo e raccolte nella Sala sopra menzionata e catalogate con segnatura identificativa ONU. Tali pubblicazioni appartengono a organi, istituti specializzati e organizzazioni collegate con le Nazioni Unite.
Il progetto, intrapreso nel 2016 dalla Biblioteca d’ateneo e conclusosi nel 2019, aveva come obiettivo quello di recuperare lo spirito per il quale la collezione era stata costituita cinquant’anni prima a partire da un fondo librario di Biscottini, accresciuto, dal momento in cui lo statuto è stato accordato, di alcune pubblicazioni cardine per la materia del diritto internazionale, ovvero la “Treaty Series” – la pubblicazione degli accordi sottoscritti fra i paesi membri delle Nazioni Unite e depositati presso il Segretariato delle Nazioni Unite – e i “Reports of International Arbitral Awards”, ovvero le sentenze arbitrali a risoluzione dei contenziosi fra Stati appartenenti all’organizzazione. A queste due pubblicazioni periodiche si sono aggiunte varie altre pubblicazioni e documenti ufficiali inviati principalmente dagli uffici di distribuzione delle due principali biblioteche depositarie del Sistema a New York e a Ginevra.
Il progetto si è concluso nel 2019 con il recupero di due collezioni di documenti ufficiali appartenenti alle Nazioni Unite e alla Società delle Nazioni.

Coerenza rispetto all'eredità culturale conservata nel tempo e nuove forme di accessibilità

Nel 2016 le pubblicazioni contenute nella Sala sono state oggetto di un lavoro di ricatalogazione e riallestimento, che ha interessato anche pubblicazioni presenti in vari altri depositi. L’intento non era solo quello di sistemare l’allestimento sugli scaffali in sala o di recuperare materiale delocalizzato, ma anche quello di rivedere le registrazioni bibliografiche per aggiornarle, facendo seguire i titoli delle riviste in base alla loro evoluzione nel tempo e, quando possibile, collegando la versione cartacea della rivista alla versione elettronica della stessa disponibile ad accesso aperto. Tale lavoro ha permesso la costituzione di una collezione parallela in formato elettronico delle riviste presenti in sala, costituita sulla base di una selezione della fonte elettronica di accesso al formato elettronico delle riviste attraverso l’utilizzo dello strumento “Global Search” messo a disposizione dalla Biblioteca dell’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra. Nella scelta del formato elettronico da offrire all’utenza è stata preferita la disponibilità ad accesso aperto e la presentazione della pubblicazione in formato cronologico; non sono stati presi in considerazioni database, non solo perché alcuni di questi sono accessibili solo a pagamento, ma anche perché non consentivano lo spoglio cronologico continuativo dei diversi numeri delle riviste.
Si ricorda che i canali distributivi dei documenti e delle pubblicazioni delle Nazioni Unite sono tre. Il Sistema delle Biblioteche depositarie che, grazie al regime contributivo in vigore dagli inizi degli anni Settanta, consente di ricevere, oltre ai documenti ufficiali di pubblico dominio, un certo numero di pubblicazioni a pagamento. In alternativa e/o a completamento, la distribuzione commerciale, in quanto le pubblicazioni per la vendita (Sales Publications), ovvero quelle che contengono prodotti della proprietà intellettuale e delle attività di ricerca svolte all’interno delle Nazioni Unite, come da loro definizione, sono delle pubblicazioni a pagamento. Infine, il formato elettronico: per i documenti ufficiali dal 1993 con un primo database (ODS, Official Document System) aggiornato nel 2016; per le pubblicazioni in formato elettronico ad accesso aperto in modo organizzato dal 2017 attraverso la Digital Library, ora unico canale distributivo online valido sia per i documenti ufficiali che per le pubblicazioni ad accesso aperto.
Nel 2018 la consultabilità a scaffale dei contenuti della Sala è stata resa fruibile dal web all’interno del campus universitario attraverso la visualizzazione del dato bibliografico per mezzo della riproduzione grafica in 3D degli scaffali così come sono stati riallestiti con il primo progetto del 2016, ovvero l’evoluzione cronologica della rivista (cambiamento dei titoli della rivista nel tempo) e il collegamento alla versione elettronica ad accesso aperto. Si voleva in tal modo riprodurre nel web l’esperienza della consultazione a scaffale aperto delle riviste in base alle annate e consentire un accesso ai contenuti così organizzati. Allo stesso tempo è stato effettuato un esercizio di arricchimento dei metadati catalografici per mezzo di una visualizzazione, che ne ha consentito un’alternativa di fruizione e una possibilità di “scoperta” da remoto simile a quella esperibile all’interno della Sala.
Nel 2019 il recupero di altri materiali dai depositi in loco ha permesso di accrescere la collezione. Nell’intento di conservare lo spirito della collezione è stata aggiunta negli scaffali della Sala la pubblicazione “Treaty Series” della Società delle Nazioni, che sostituisce con la sua presenza l’omologa pubblicazione delle Nazioni Unite ora collocata nei depositi. Una raccolta di documenti parlamentari delle Nazioni Unite è stata catalogata con la finalità di fornire documenti esemplari per le attività di formazione degli studenti. Infine, una raccolta di documenti parlamentari sotto forma di pubblicazioni periodiche della Società delle Nazioni è stata valorizzata grazie a un progetto di collaborazione e di scambio di dati catalografici con l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo a Milano.

La trasmissione dell'eredità intellettuale del fondatore della collezione

Il professor Biscottini, uno dei precursori dello studio del diritto delle organizzazioni internazionali in Italia, ha formulato la teoria della natura consortile delle organizzazioni internazionali. Egli vi arrivò attraverso il diritto amministrativo, quando, ancora docente straordinario di diritto all’Università di Siena, in un saggio pubblicato per la collana “Comunicazioni e studi” dell’Istituto di diritto internazionale e straniero della Università di Milano, scrisse che “[…] nella collettività internazionale esistono più ristrette comunità le quali si propongono il perseguimento di scopi che implicano lo svolgimento di attività amministrative; […] gli Stati, per il perseguimento di loro finalità amministrative, sogliono stipulare accordi internazionali diretti a disciplinare la formazione dell’apparato organico necessario”.
Nel prosieguo del ragionamento, Biscottini arriverà alla constatazione che quando in una collettività si presenta una sfera di interessi comuni, o una “solidarietà di interessi” che finisce per porre “l’esigenza di provvedere collettivamente alla loro soddisfazione”, a questa esigenza, in mancanza di intervento da parte dell’apparato statuale, possono provvedere “i singoli” per mezzo della “creazione di un consorzio”. Il consorzio “per la sua stessa esigenza di dovere soddisfare ad un bisogno collettivo, viene un po’ ad impersonare la collettività e gli interessi di questa di fronte al singolo e ai suoi interessi particolari”. La forma ibrida del consorzio deriva dalla presenza al suo interno di “elementi contrastanti, derivanti dal fatto di perseguire scopi propri della sfera individuale, ma tendenti a passare in quelli della collettività”. Il corrispettivo del consorzio nelle relazioni internazionale è rappresentato dalla creazione di appositi enti internazionali, una sorta di “consorzi internazionali”.
Questa realtà, continua Biscottini, si è ulteriormente sviluppata in seguito alla creazione dell’UNO, la United Nations Organization, che rappresenta un’istanza di coordinamento, attraverso il suo sistema di organi, agenzie ed istituti specializzati, dell’attività di vari consorzi internazionali degli Stati per il conseguimento di finalità della “c.d. amministrazione sociale”.
Nel 1953 si stava facendo strada, nel pensiero dello studioso, l’idea che il bisogno soddisfatto da “comune” stesse diventando “collettivo”, poiché ogni Stato è interessato a quanto accade nello specifico in ogni altro paese, e che per “adempiere a tali finalità, gli Stati avvertono la necessità di stringere tra di loro vincoli consortili”. Il ruolo svolto dall’ONU è nelle parole di Biscottini quello di “catalizzatore” per la trasformazione della “tutela di certe fondamentali esigenze che investono l’uomo nella sua socialità” in fini “propri della collettività internazionale”. Questo avviene attraverso la sostituzione degli organismi amministrativi internazionali agli Stati nello svolgimento di determinate attività alle quali la collettività internazionale è sempre più sensibile, trattasi di “bisogni la cui soddisfazione implica lo svolgimento di un’attività amministrativa, la quale ha per suo beneficiario l’individuo come tale”. Biscottini conclude: “v’è in atto un diritto internazionale diretto a consentire agli Stati di curare consorzialmente il perseguimento di loro finalità amministrative”. Negli appunti del corso di Diritto internazionale tenuto nel 1970-1971 presso l’Università Cattolica gli abbozzi della teoria sopra esposta si arricchiscono ulteriormente. Viene definita la complessità degli interessi in gioco suddivisi in interessi uti singuli (unioni di stati che consentono un’unicità di condotta e una coincidenza di interessi) e uti universi (bisogni comuni a tendenza universale affidati a una organizzazione internazionale che può superare gli interessi dei singoli per un interesse altro specificatamente determinato). Nel testo viene altresì confermata l’affermazione della natura consortile delle organizzazioni internazionali, come anche della loro natura di enti strumentali preposti alla perseguimento dell’interesse uti universi. Le organizzazioni internazionali diventano in tal modo un primo esempio nell’ordinamento internazionale di un ente pubblico che crea un fine collettivo e sociale.
Si può pensare che a queste conclusioni il professor Biscottini sia arrivato anche a partire dalle opere raccolte nella collezione speciale sita in Sala Onu, dove numerose sono le pubblicazioni in materia di diritto internazionale, appartenenti a organi, organizzazioni e istituzioni delle Nazioni Unite. La teoria della natura consortile delle organizzazioni internazionali trova dunque nel materiale conservato in sala una sua completa declinazione nell’ambito del Sistema delle Nazioni Unite.

Sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a New York

Dalla teoria consortile delle organizzazioni internazionali al diritto comunitario

Sempre nel saggio del 1953 del professor Biscottini leggiamo in merito all’evoluzione del diritto amministrativo: “[…] v’è in potenza un trapasso di queste finalità [n.d.a. amministrative] da circoli più o meno vasti a tutta la comunità; […] v’è infine un’attività amministrativa internazionale che produce effetti diretti negli ordinamenti interni.” Come non vedere in queste affermazioni un’anticipazione della teoria dell’effetto diretto del diritto comunitario?
A conferma, nel 1966 il Biscottini scrive trattando del tema della circolazione internazionale “degli uomini e delle cose”, che sono i “regolamenti delle Comunità soprannazionali, le cui norme, come è noto, sono in grado di disciplinare direttamente il fenomeno dello spostamento e degli uomini e delle cose dal territorio dell’uno a quello dell’altro Stato membro e vengono, così, ad aprire un nuovo orizzonte alla libertà”.
D’altronde si legge nella prefazione allo stesso volume: “La materia oggetto della mia indagine [n.d.a. il diritto amministrativo internazionale] è spesso collegata con l’attività di organizzazioni internazionali, soprattutto della CECA e della CEE e, se io non potevo trascurare questo dato, non avevo tuttavia la possibilità di spingermi ad un’indagine sui concetti basilari che presiedono alla vita delle comunità soprannazionali e sui loro congegni, in quanto tutto ciò nel presente Trattato, spetta ad altri”.
Invece, dal 1967 il Biscottini si è occupato anche di diritto comunitario promuovendo le “Tavole rotonde di diritto comunitario” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore con il patrocinio della Commissione delle Comunità europee. Dal 1967 al 1982, finché il professor Biscottini è stato presente in Università, si sono svolte sedici tavole rotonde su diversi argomenti di diritto comunitario. La prima, tenuta da Biscottini medesimo, si intitolava La natura giuridica delle Comunità europee. Nel contributo il professore aggiunge un ulteriore tassello alla teoria della natura consortile delle organizzazioni internazionali soffermandosi sul diritto internazionale privato e in particolare sugli effetti esplicati da questo negli ordinamenti interni degli Stati, pur sottolineando la differenza di quest’ultimo con l’allora nascente diritto comunitario, che non ha natura di diritto straniero, ma di diritto prodotto per essere applicato uniformemente nell’ordinamento degli Stati membri. Difatti, più avanti nello stesso saggio il Biscottini conclude: “Le Comunità europee si differenziano dagli abituali enti internazionali perché hanno una base, almeno tendenzialmente, corporativa. Esse sono enti esponenziali degli interessi di quanti operano in determinati settori economici, e su questa premessa si spiega come nella loro struttura figuri un organo rappresentativo della base sociale: i soggetti umani”.
D’altronde come ricordato da un autore nell’introduzione al volume della rivista “Jus” dedicato agli studi in onore del professor Biscottini, le Comunità europee sono state per lui “il banco di prova più convincente delle sue tesi relative alla natura consortile delle Organizzazioni internazionali”.
L’evoluzione dal diritto amministrativo internazionale al diritto delle organizzazioni internazionali e da questo all’allora diritto comunitario nell’attività di ricerca del docente è stata visivamente resa attraverso l’esposizione temporanea organizzata presso la Sala Onu nell’aprile 2019, in concomitanza con l’organizzazione di una mezza giornata di studi come evento celebrativo del cinquantesimo anniversario della collezione. I frontespizi di alcune opere del professor Biscottini scritte negli anni 1964-1981 sono stati esposti insieme ai documenti storici relativi alla costituzione della collezione.

Coerenza rispetto all'eredità culturale, ovvero il mantenimento della collezione cartacea fino all'esaurimento del suo scopo

La conservazione di una copia cartacea di quanto ricevuto dal Board of Publications delle Nazioni Unite a New York, così come dal Printing Department a Ginevra, è stato sin dall’inizio uno dei compiti principali delle biblioteche del sistema depositario. L’importanza della copia cartacea in loco rimane fondamentale in questo momento di passaggio, al fine di condurre la transizione e garantire, data la complessità delle fonti e delle politiche di pubblicazioni all’interno del Sistema delle Nazioni Unite, una veloce verifica della natura del materiale documentale. Questo può avvenire, come sottolinea James Church, attraverso un controllo bibliografico o un controllo sulla versione cartacea che svolge funzione di copia autentica, sia della versione elettronica consultata in loco, sia della collezione di pubblicazioni e documenti presenti presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York e l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra.
Solo il passaggio ad archivi istituzionali comprensivi delle diverse tipologie documentali, ad accesso aperto e/o dietro sottoscrizione, ma soprattutto certificati dagli enti produttori e mantenuti con finalità di conservazione nel lungo periodo della versione elettronica, potrà sostituire il valore del formato cartaceo conservato sul posto.

L'evoluzione del Sistema delle Biblioteche depositarie

Dal 2014 si assiste a una graduale evoluzione dello statuto delle Biblioteche depositarie de facto più che de jure, in quanto le regole fissate rimangono formalmente le stesse dal 1947, anno in cui viene istituito il Sistema. Rimane dunque il compito di continuare a conservare copia cartacea delle pubblicazioni e dei documenti ufficiali, in particolare se non ancora oggetto di digitalizzazione. Per i documenti ufficiali si tratta dei documenti pubblicati prima del 1993; per le pubblicazioni il quadro varia in funzione dei progetti di digitalizzazione e di costituzione di relativi archivi informatici dei singoli organi, enti, istituti o agenzie delle Nazioni Unite. Ogni attività di dismissione di materiale o di rinuncia alla ricezione dello stesso, come infine di abbandono dello Statuto di Biblioteca depositaria, deve essere comunicata e concordata con i responsabili del Programma delle Biblioteche depositarie a New York. Queste le regole applicabili al materiale conservato fino ad ora. Tuttavia, per il corrente, dal 2012 l’Ufficio delle pubblicazioni di New York ha rinunciato a stampare e quindi a spedire pubblicazioni cartacee, introducendo alcuni strumenti informatici a sostituzione. Si tratta dell’archivio istituzionale “Un-i-Library”, presentato nel febbraio 2016, per le pubblicazioni a pagamento, ovvero quelle pubblicazioni che contengono prodotti della proprietà intellettuale degli autori degli stessi e sono vendute dietro corresponsione di un prezzo di copertina. L’archivio soprammenzionato, gestito dall’OCSE per conto delle Nazioni Unite, è un archivio che consente di scaricare i documenti in formato pdf o ePub dietro sottoscrizione.
Dopo un’attenta fase di ripensamento del programma, con la consultazione delle Biblioteche depositarie avvenuta fra il 2014 e il 2015, nel marzo 2016 la Presidenza del Consiglio delle pubblicazioni in una comunicazione interna diretta alle Biblioteche depositarie ha annunciato alle stesse il graduale passaggio dal deposito cartaceo primario a quello elettronico primario. Si parla sempre di deposito “primario” a sottolineatura a tutt’oggi della validità di entrambi i formati elettronico e cartaceo.
Sul versante dei documenti ufficiali e delle pubblicazioni ad accesso aperto, dal giugno 2016 è stata lanciata la United Nations Digital Library, che mette a disposizione nelle cinque lingue ufficiali delle Nazioni Unite i documenti ufficiali e le pubblicazioni ad accesso aperto e i relativi dati bibliografici.
Il Printing Department della Biblioteca di Ginevra continua a spedire, sebbene in numero inferiore rispetto al passato, pubblicazioni edite dagli enti e agenzie operanti a Ginevra, come documenti parlamentari prodotti dagli organi deliberanti che vi si riuniscono. Tuttavia, anche a Ginevra, come già successo a New York, si sta facendo strada l’idea di creare un archivio istituzionale gestito dalla biblioteca per la messa a disposizione in formato elettronico delle pubblicazioni prodotte in loco. Per i documenti ufficiali prodotti a Ginevra esistono già delle fonti certificate online di libero accesso (si fa riferimento alla United Nations Digital Library). Si tratta di un progetto a oggi ancora in fase di pianificazione, chiamato al momento “UN Geneva Knowledge Digital Project”.

La costituzione di una open community all'interno del Sistema delle Biblioteche depositarie

Anno 2020, la pandemia dovuta alla sindrome SARSCov2 si propaga in tutto il mondo e le modalità di lavoro cambiano di conseguenza. La disponibilità di documenti e di pubblicazioni in formato elettronico diviene sempre più importante, come il mantenimento dei contatti via email, telefono e videoconferenze. Anche il modo di operare all’interno del Sistema delle Biblioteche depositarie cambia nella pratica quotidiana più che nelle regole adottate. Una comunicazione più capillare ha consentito un maggior scambio di informazioni e di materiali all’interno del Sistema durante la pandemia. I coordinatori del programma hanno prodotto e messo a disposizione un numero maggiore di materiali divulgativi con preghiera di utilizzo e condivisione dietro citazione della fonte. La Digital Library e i suoi contenuti sono diventati sempre più utili e condivisi. Nella pratica, il deposito elettronico primario è diventato preponderante rispetto al cartaceo e l’accesso alle informazioni aperte più immediato rispetto a quello delle risorse sottoscritte. Le competenze sviluppate e condivise all’interno del Sistema, inoltre, hanno consentito di garantire all’utenza mondiale gli stessi standard di servizio nell’impossibilità di accedere alla ricchezza della collezione cartacea.
D’altronde, l’esperienza dei bibliotecari locali, dopo anni di conservazione dell’eredità culturale e intellettuale delle Nazioni Unite tramite il sistema della pluralità delle copie cartacee preservate in diverse localizzazioni geografiche, si è completata negli ultimi cinque anni con la pratica acquisita nella gestione dei prodotti informativi delle Nazioni Unite (pubblicazioni, documenti, materiale divulgativo, guide alla ricerca…) nella loro nuova versione online, rendendoli accessibili e comprensibili alle comunità locali di ricercatori e di cittadini, finendo per moltiplicare la conoscenza sviluppata dalle – e sulle – Nazioni Unite a livello mondiale. L’impressione è che il Sistema stesso si sia trasformato, ancora una volta più nella pratica che in base alle regole, in una open community a disposizione della comunità mondiale.
Una open community tanto più attiva via web in un momento in cui le celebrazioni per i settantacinque anni di attività delle Nazioni Unite ricorrevano in piena pandemia e sono state realizzate unicamente per via virtuale.

Ringraziamenti

Si ringraziano Cristina Giordano della Biblioteca dell’UNOG di Ginevra; Ramona Kohrs, coordinatrice delle relazioni esterne del programma delle Biblioteche depositarie delle Nazioni Unite presso la Biblioteca Dag Hammaraskjöld a New York; Armando da Silva, bibliotecario senior e assistente al programma delle Biblioteche depositarie delle Nazioni Unite.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autrice e non impegnano in alcun modo le Nazioni Unite. Per la S.I.O.I., la Società italiana per l’organizzazione internazionale, si ringraziano la direttrice Sara Cavelli e il bibliotecario Renato Genovese per il continuo supporto e consiglio in materia di documentazione e pubblicazioni delle Nazioni Unite.
Per l’Archivio storico di Intesa Sanpaolo si ringrazia Barbara Costa, responsabile dell’Archivio; Guido Montanari, curatore del patrimonio della Banca commerciale italiana e la collaboratrice dell’Archivio Ilaria Pasotti.
Si ringraziano i docenti che hanno aderito alla tavola rotonda tenutasi in Università Cattolica del Sacro Cuore organizzata per la celebrazione del cinquantesimo anniversario di costituzione della collezione, il direttore del Dipartimento di Scienze politiche Damiano Palano e i professori Dino Rinoldi e Andrea Santini. Per la Biblioteca d’ateneo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore si ringraziano Angela Contessi, coordinatrice del Catalogo unico; Danuta Urbanska per l’attività di recupero catalografico delle registrazioni dei periodici presenti in Sala Onu e presso vari depositi e Ivano Spadotto per la realizzazione della rappresentazione in 3D in formato elettronico degli scaffali ad accesso aperto della Sala Onu.
Eventuali errori e omissioni sono a carico dell’autrice.

Bibliografia

Sherry Aldis, Ramona Kohrs, Access to UN Information in the Digital Era: Reengineering the UN Depository Libraries Programme, intervento alla Conferenza IFLA WLIC 2016, 2016, disponibile alla pagina: http://library.ifla.org/1429.

Giuseppe Biscottini, I consorzi amministrativi nella collettività internazionale, “Comunicazioni e studi”, 5 (1953), p. 111-140.

Id., Diritto amministrativo internazionale. Tomo II: La circolazione degli uomini e delle cose, Padova, CEDAM, 1966.

Id., Il diritto delle organizzazioni internazionali. Parte prima: La teoria dell’organizzazione, Padova, CEDAM, 1971.

James Church, Documents without borders. The Once and Future UN Depository, “A Quarterly Journal of Government Information, Practice and Perspective”, 43 (2015), 3, p. 7-10, disponibile alla pagina: https://escholarship.org/uc/item/5fm3k568.

Id., The Embattled UN Depository, “Documents to the People”, 44 (2016), 3, p. 5-8, disponibile alla pagina: https://escholarship.org/uc/item/4xd8k0p9.

Deborah Grbac, The Virtual Shelf on UN Publications at the Un Depository Library, Università Cattolica, Milano, intervento al Convegno del 17 giugno 2019 “Stronger Multilateralism through Knowledge, Heritage, and Culture”, Symposium, UN Library Geneva, Palais des Nations, Atti del convegno in corso di pubblicazione.