N.5 2021 - Biblioteche oggi | Luglio-Agosto 2021

Navigazione dei contenuti del fascicolo

Biblioteca di musica. Studi in onore di Agostina Zecca Laterza in occasione dei 25 anni dalla fondazione della IAML Italia

Clara Rolandi

Università degli studi di Pavia, clara.rolandi@unipv.it

 

Abstract

Recensione di Clara Rolandi al libro curato da Marcoemilio Camera e Patrizia Florio, Biblioteca di musica. Studi in onore di Agostina Zecca Laterza in occasione dei 25 anni dalla fondazione della IAML Italia, Milano, IAML Italia, 2019, 669 p.

Per scaricare l'articolo in pdf visita la sezione "Risorse" o clicca qui.

È con grande piacere che presento il volume Biblioteca di musica, pubblicato nel 2019 in occasione dei 25 anni di attività della IAML Italia, sezione italiana dell’International Association of Music Libraries. Per celebrare questa importante istituzione la dedica di questa raccolta di saggi è necessariamente ad Agostina Zecca Laterza,lapersonachepiùdiogni altra ha rappresentato in campo internazionale i bibliotecari musicali italiani, promuovendo molteplici iniziative in seno alla IAML. 

Dopo la presentazione curata dall’attuale presidente dell’associazione Tiziana Grande, nella quale se ne ripercorrono sinteticamente la storia, gli obiettivi e i traguardi raggiunti nei suoi 25 anni di attività, segue una breve introduzione in cui i curatori Marcoemilio Camera e Patrizia Florio spiegano gli obiettivi di questa pubblicazione: oltre a contribuire ad affermare il senso di appartenenza alla categoria professionale dei bibliotecari musicali e a tributare il doveroso omaggio alla sua più alta rappresentante, si vuole dare una ulteriore conferma della ricchezza e dell’importanza del panorama bibliotecario e musicologico italiano. Ecco allora che, avendo lasciato la massima libertà nella scelta delle tematiche agli autori coinvolti, la raccolta di contributi di bibliotecari, musicologi e ricercatori delle fonti musicali spazia tra ricerche d’archivio, studi su fondi musicali, sulla storia dell’editoria, sulla trattatistica e su espressioni di teatro popolare, con una attenzione particolare alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio musicale, alle problematiche inerenti la sua conservazione e alla gestione della sua fruibilità anche in rapporto alle opportunità offerte dallo sviluppo tecnologico odierno. 

Seguono i saluti e i ringraziamenti da parte di due dei più importanti rappresentanti della cultura musicale italiana, Marcello Abbado e Roberto De Simone, che in veste di direttori rispettivamente del Conservatorio di musica “Giuseppe Verdi”di MilanoedelConservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli hanno avuto modo di conoscere e apprezzare Agostina Zecca Laterza come responsabile delle due biblioteche musicali legate alle prestigiose istituzioni. 

I contributi sono riuniti quindi per aree tematiche e suddivisi in cinque sezioni.
La prima sezione è dedicata al profilo biografico di Agostina Zecca Laterza, tracciato da Marcoemilio Camera, che ricostruisce l’ambiente culturale e la carriera professionale della brillante bibliotecaria, mentre Pierluigi Ledda, riportando un’intervista effettuata nel 2014 in occasione della pubblicazione online del catalogo numerico Ricordi, ne mette in luce le competenze musicologiche: fin dal 1964, infatti, la studiosa ha preso in esame il fondo dell’importante editore milanese e ha risolto il problema della datazione delle prime edizioni ottocentesche. 

La seconda sezione tratta dei rapporti tra la bibliografia musicale e IAML Italia e raccoglie i calzanti contributi di Federica Riva e Massimo Gentili-Tedeschi. Nel primo saggio viene ricostruita la storia dell’associazione a partire dall’anno della sua fondazione a Milano a opera di cinque valenti bibliotecari: Massimo Gentili-Tedeschi, Federica Riva, Agostina Zecca Laterza, Mariangela Donà e Pietro Zappalà. Le molteplici attività della IAML hanno spaziato dall’organizzazione di convegni e corsi di formazione alla partecipazione ai progetti internazionali di bibliografia musicale, dalla definizione delle norme per la catalogazione musicale alla stesura dei criteri per la formazione dei bibliotecari musicali. L’attività volontaria dei membri dei gruppi di lavoro creatisi al suo interno relativi alla tematiche del diritto d’autore e del lavoro nelle biblioteche musicali ha portato alla redazione di documenti presentati in sede istituzionali. Massimo Gentili-Tedeschi parla dell’impegnativa vita professionale passata all’URFM, Ufficio ricerca fondi musicali, una attività ricca di soddisfazioni, e lancia un sentito appello affinché le questioni rimaste irrisolte o work in progress per il suo pensionamento vengano riprese e condivise fra enti e istituzioni e che professionisti del settore si facciano avanti nel panorama internazionale per portare un contributo al necessario rinnovamento nei campi della catalogazione e più in generale della gestione dell’informazione bibliografica musicale. 

La terza sezione raggruppa una serie di studi nel campo dell’editoria musicale, con i contributi di Bianca Maria Antolini, Patrizia Florio, Federica Biancheri e Maria Grazia Melucci: ogni intervento fornisce un ulteriore tassello per lo studio della storia della stampa e della tipografia musicale italiana e tutti mettono in evidenza come l’analisi di documenti amministrativi – quali atti notarili, registrazioni anagrafiche, giustificativi di pagamento e inventari di librai, siano essi conservati presso istituzioni pubbliche piuttosto che presso case editrici private – permettano di ricostruire non solo la storia di editori grandi o piccoli che siano, ma anche di evidenziare rapporti tra stampatori e musicisti prima non ben delineati e quindi di determinare quanto, nel corso dei secoli, la stampa e l’editoria abbiano contribuito alla fortuna di un compositore, al cambiamento dei gusti musicali o alla determinazione di un repertorio stabile e di successo. La quarta sezione, dedicata alle biblioteche e fondi musicali è ancora più composita, in quanto raggruppa ben dodici contributi di ampio respiro, a riprova di quanto i materiali conservati presso le biblioteche italiane e resi accessibili dal catalogo nazionale siano importanti per la storia della cultura del nostro paese. Alessandra Chiarelli conferma la centralità dello studio dei documenti amministrativi conservati all’Archivio di Stato e alla Biblioteca universitaria di Modena per ricostruire l’elenco del patrimonio librario nella biblioteca musicale dei duchi d’Este; Cesare Corsi, grazie all’esame delle annotazioni presenti su un gruppo di manoscritti esecutivi di musica religiosa copiati dagli studenti dell’Istituto di Santa Maria di Loreto e conservati dalla biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, ricostruisce la vita quotidiana e la cultura degli allievi di quel tempo; Domenico Carboni riproduce le tortuose vicende relative alla istituzione e alla gestione della biblioteca dell’Accademia di Santa Cecilia; Marina Vaccarini e Pinuccia Carrer – grazie all’analisi di due fondi conservati presso la Biblioteca del Conservatorio di Milano – e Sabina Benelli – con il contributo dedicato all’Archivio musicale del Teatro alla Scala – approfondiscono il panorama culturale e musicale dell’importante città. Nei restanti sei contributi, Gianmario Merizzi sottolinea l’importanza per lo studio della storia della musica del Novecento delle annotazioni manoscritte di natura esecutiva o interpretativa presenti sulle partiture del fondo René Leibowitz (Varsavia 1913 - Parigi, 1972) acquisito dalla Biblioteca delle arti dell’Università degli studi di Bologna; Pietro Zappalà, a proposito del fondo di rulli traforati per autopiano conservato presso il Dipartimento di Musicologia e Beni culturali di Cremona, Università di Pavia, tratta delle problematiche relative alla sua catalogazione e fruizione da parte degli utenti; Annalisa Bini, attraverso l’analisi del carteggio inedito conservato nell’Archivio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia tra Arturo Benedetti Michelangeli e la stessa accademia, ricostruisce la storia concertistica dell’esecutore, infine Guido Salvetti interviene nel dibattito con un excursus sulla salvaguardia e sulla valorizzazione delle fonti musicali del Novecento e del nostro secolo, sull’aumento esponenziale dei dati da salvaguardare, sui problemi di archiviazione e, non ultimi, sui problemi di diritto di autore che ne derivano. 

L’ultima sezione, anch’essa estremamente eterogenea, raccoglie contributi e ricerche di insigni musicologi: Agostino Ziino indaga sulle figure dei possibili committenti del Primo libro di madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa confrontando fra loro le dediche che appaiono nelle edizioni e ristampe; Federico Marri incentra il contributo sulla produzione teatrale del librettista livornese Giovanni De Gamerra negli anni antecedenti alla sua nomina di poeta al Teatro Ducale di Milano; Mauro Amato presenta e contestualizza una versione del testo teorico intitolato Discorso sopra un caso particolare in arte di Alessandro Scarlatti riportata in un manoscritto conservato presso il Conservatorio di Fermo nel Fondo Montanari; Marcello Eynard propone la trascrizione corredata da note storico-critiche del saggio Stampa ed incisione de’ caratteri musicali di Giovanni Simone Mayr tratto da un manoscritto autografo conservato presso la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, che offre una ampia panoramica sull’evoluzione della stampa della musica; Tiziana Grande e Rosa Perrotta ricostruiscono attraverso la produzione grafica satirica apparsa sulla stampa periodica napoletana dell’Ottocento la fortuna di Giuseppe Verdi nel periodo trascorso dal musicista nella capitale borbonica; Licia Sirch analizza le varie edizioni del testo L’allievo al clavicembalo di Bonifazio Asioli e mette in luce la valenza didattica del trattato nella tradizione dei metodi per formare la figura professionale dell’accompagnatore al pianoforte, identificandone i caratteri di modernità e peculiarità, infine Monica Boni analizza la presenza di temi e personaggi ariosteschi nei repertori estemporanei che si sono succeduti nel corso dei secoli, concentrando l’attenzione sul Maggio drammatico, un genere di teatro popolare in musica dell’Appennino tosco-emiliano in voga già alla fine del Settecento e di cui effettua un’attenta analisi testuale e melodica, avvalendosi anche di registrazioni fonografiche dell’archivio sonoro dello studioso di etnomusicologia Giorgio Vezzani, ora conservato presso l’Istituto Musicale di studi superiori di Reggio Emilia. Il volume è inoltre ampiamente corredato da illustrazioni, appendici testuali e ovviamente da esempi musicali che sono parte integrante dei contributi proposti.