Cronaca della tappa di Firenze
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Con le anticipazioni di Milano
I giorni 17-18 giugno si è svolta a Firenze la terza tappa dell’edizione 2021 del Convegno delle Stelline, che vedrà la sua conclusione a Milano il 29- 30 settembre. Il tema generale “La biblioteca piattaforma della conoscenza” è stato declinato nella due giorni fiorentina intrecciando due filoni di particolare attualità: l’internazionalità e la trasformazione digitale. Firenze è città con una forte vocazione internazionale, sede di istituti culturali e biblioteche appartenenti a paesi di tutto il mondo, espressioni di progettualità avanzate in campo tecnologico e biblioteconomico, contesto ideale da cui partire per una riflessione sulle nuove tendenze e in particolare sui nuovi processi di trasformazione digitale.
Dopo l’indirizzo di saluto dell’Assessore alla cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi hanno avuto inizio i lavori, coordinati da Pep Torn, Library Director at European University Institute di Fiesole.
La relazione introduttiva – La trasformazione digitale nello scenario internazionale – è stata tenuta da Giovanni Bergamin (Cen AIB) e Mauro Guerrini (Università degli studi di Firenze), i quali hanno sottolineato come il cuore della trasformazione digitale consiste nel ripensare interamente l’organizzazione dei servizi bibliotecari a partire dalla centralità dell’utente. Sulla base di questa premessa gli autori hanno presentato una proposta di discussione su alcuni domini ritenuti rilevanti per la trasformazione digitale in biblioteca, tra questi: dati, raccolte, servizi, memoria digitale, comunicazione, alleanze, ecosistemi e competenze. Ospite d’onore Barbara Fischer (Deutsche Nationalbibliothek), che ha presentato The WikiLibrary Manifesto, una innovativa infrastruttura per i dati bibliografici realizzata in collaborazione con Wikidata, il database libero di dati strutturati dei progetti Wikimedia su cui si è soffermato anche Luca Martinelli (Wikimedia Italia), con particolare riferimento ai progetti attivati nel nostro Paese.
Giulio Blasi (MLOL) ha prospettato un radicale cambio di prospettiva, ben espresso dal titolo del suo intervento Dalle biblioteche digitali alla trasformazione digitale delle biblioteche, sostenendo che “la storia del rapporto tra biblioteche e innovazione tecnologica è una storia di innovazioni atomizzate e spesso indipendenti l’una dall’altra. È oggi necessario elaborare nuovi modelli di trasformazione digitale in grado di superare l’approccio atomico tradizionale”.
Anna Maria Tammaro (Editor in Chief di “Digital Library Perspectives”) ha focalizzato la sua relazione su Come cambia il profilo del bibliotecario nel contesto internazionale, dedicando una parte del suo intervento alla presentazione in anteprima del Progetto NewComer approvato dalla Commissione europea, che ha l’obiettivo di facilitare la condivisione di conoscenze tra docenti e professionisti. Il progetto, basato sulla cooperazione con partner provenienti da Olanda, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca e Italia, conoscerà un importante momento di pubblicizzazione in occasione della tappa conclusiva del Convegno delle Stelline a Milano.
La seconda sessione, dedicata a “Il digitale come progetto”, ha avuto inizio la mattina del 18 giugno. Presieduta dal direttore della Biblioteca centrale nazionale di Firenze Luca Bellingeri, è stata aperta da una relazione di Paolo Baldi (Direttore Patrimonio culturale della Regione Toscana) dedicata a Come cambiano i luoghi della conoscenza: la trasformazione digitale in Toscana. Il contributo ha inteso dar conto delle esperienze e delle riflessioni attivate in questo ultimo anno e mezzo tra gli operatori pubblici e privati del sistema della cultura toscano, nella direzione di un’integrazione fra analogico e digitale e fra tradizione e innovazione, da cui è emersa la necessità di una revisione e riqualificazione dei profili del personale.
Tiziana Possemato (Direttore @Cult, CIO Casalini Libri) ha illustrato il progetto Share Family: un’iniziativa di condivisione internazionale, assumendo come dato l’aspetto innovativo delle tecnologie impiegate e soffermandosi soprattutto sul valore culturale dell’iniziativa, amplificato dalla capacità di analisi e dall’esperienza di cooperazione offerte da una fitta rete internazionale di istituzioni.
Jan Simane (Leiter der Bibliothek, Max-Planck-Institut, Kunsthistorisches Institut in Florenz) nel suo suggestivo intervento Da Firenze al mondo - La rete internazionale di biblioteche d’arte “artlibraries.net” ha spiegato come il progetto di cooperazione sia nato e cresciuto in pochi anni con lo scopo di creare una bibliografia virtuale specializzata in storia dell’arte fino a contare oggi 73 partecipanti tra musei e biblioteche distribuite in 17 paesi di quattro continenti.
Chiara Storti (BNCF) ha focalizzato il suo intervento su Web archiving: trasformazione digitale e conservazione della memoria, prendendo in considerazione anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nelle sue componenti riguardanti la trasformazione digitale e proponendo un modello decentralizzato per la realizzazione di un servizio nazionale di Web archiving, per garantire la preservazione della memoria digitale e del patrimonio culturale contemporaneo.
Michael Rocke (Nicky Mariano Librarian and Director of the Biblioteca Berenson) e Spyros Koulouris (Collections Services and Photograph Archivist) hanno illustrato il progetto Pharos: archivi fotografici di storia dell’arte e nuove tecnologie digitali, un consorzio internazionale di quattordici dei principali archivi fotografici storici in Europa e Stati Uniti, che dal 2013 si è impegnato a pubblicare in un unico catalogo decine di milioni di fotografie ad alta risoluzione che documentano monumenti e opere d’arte prevalentemente occidentali, ma anche di altre culture.
Klaus Kempf (già responsabile dei servizi digitali della Bayerische Staatsbibliothek) ha descritto I nuovi sviluppi nel campo delle piattaforme digitali tematiche. Kempf ha spiegato che da svariati anni, in Germania, si stanno facendo esperimenti con queste piattaforme, che devono fornire, per varie materie, alla loro utenza/ clientela un servizio di tipo aus einer Hand – da una sola fonte, nel senso del one stop shopping (lett. “trovare tutto l’occorrente in un unico luogo”) – e possibilmente su misura per i fabbisogni d’informazione della relativa clientela. Sono servizi altamente innovativi, che vengono cofinanziati dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft, e sono il frutto di una stretta collaborazione tra le biblioteche particolarmente profilate, di regola specializzate in alcune specifiche materie, e la relativa science community, ossia i ricercatori stessi, le loro équipe di ricerca e/o le relative istituzioni di ricerca della materia/disciplina in questione.
Nel pomeriggio di venerdì 18 si è svolta la sessione “Percorsi”, introdotta e coordinata da Carlo Ghilli (Presidente AIB Toscana).
Lucia Sardo (Coordinatrice Gruppo di studio CILW, AIB) ha presentato l’intervento Osservatorio internazionale: una ricerca in memoria di Carlo Revelli, una ricognizione sulla rubrica “Osservatorio internazionale” curata per molti anni da Carlo Revelli per la nostra rivista, parte di un più ampio progetto che il Gruppo CILW dell’AIB sta svolgendo sulla figura di Revelli. Partendo dalla grande attenzione per la biblioteca pubblica emersa dagli scritti di Revelli, a lungo direttore delle Biblioteche civiche di Torino, i lavori della sessione si sono concentrati sul ruolo di questa tipologia di biblioteca nella società contemporanea. Anna Bilotta (Sapienza Università di Roma) nella sua relazione Biblioteche pubbliche tra digitale e pandemia: tendenze e modelli europei a confronto ha analizzato in una prospettiva comparata il modo in cui alcune biblioteche pubbliche europee (in Germania, Francia, Regno Unito, Nord Europa) hanno reagito all’emergenza Covid-19, prendendo in esame alcune istituzioni rappresentative dei principali modelli di biblioteca pubblica che si sono sviluppati nel tempo nel panorama europeo e hanno fatto dello spazio fisico uno dei loro punti di forza.
Maddalena Battaggia (Sapienza Università di Roma) – Bibliotecari italiani e “sentire digitale”: riflessioni a partire dalla ricerca sul campo – ha riportato i risultati di un’indagine condotta prevalentemente nelle biblioteche pubbliche sul “sentire digitale” dei bibliotecari italiani, cioè sulla relazione profonda che i bibliotecari intrattengono con l’ambiente digitale.
Maria Stella Rasetti (Direttrice delle biblioteche di Pistoia) ha descritto il progetto di una piattaforma permanente per la filiera del libro oltre l’emergenza, che permetta di immaginare un’agorà online popolata da biblioteche, librerie, associazioni culturali e altri soggetti della filiera del libro o operanti a livello territoriale, che condividono uno spazio virtuale dove essere presenti con eventi live o in archivio, con possibilità di interazione con i visitatori in diretta tramite appuntamenti e altre forme di contatto “on demand” che mettano in connessione diretta il visitatore con il soggetto produttore di contenuti e titolare di uno stand virtuale montato nella piazza ideale (per esempio, appunto, la biblioteca o la libreria).
A conclusione del Convegno un interessantissimo “fuori programma”: Andrea Bernardoni e Stefano Casati (Museo Galileo di Firenze) hanno presentato La Biblioteca di Leonardo: tecnologia avanzata di archiviazione, consultazione e ricerca bibliografica per gli studi su Leonardo da Vinci.
La tappa di Milano nel segno della rinascita delle biblioteche
Dopo Firenze il Convegno delle Stelline risale verso Milano, sua sede naturale, dove si terrà con formula ibrida (in presenza e online). Era nell’ordine delle cose che la “biblioteca piattaforma della conoscenza”, in questa tappa conclusiva, si proponesse di affrontare un bilancio del lungo periodo caratterizzato dalla pandemia, per cogliere i segnali di un nuovo inizio o, come suggerisce qualcuno, di una nuova normalità.
Come sostiene Vittorio Emanuele Parsi nel suo ultimo libro Vulnerabili, dobbiamo interrogarci su come ne usciremo: se cedendo alla Restaurazione o in un nuovo Rinascimento. E su questa scia chiederci: la pandemia sta cambiando le biblioteche? Quali le lezioni che abbiamo appreso? Ciò per noi significa anche che “la biblioteca che verrà” non dovrà limitarsi a rialzarsi e curarsi le ferite, ma avere una visione.
La situazione che le biblioteche hanno vissuto a seguito della pandemia le ha fortemente provate, mettendo in discussione lo stesso rapporto con gli utenti e le comunità di riferimento, nonostante in molti casi abbiano reagito trasformando la contingenza negativa in un’opportunità per innovare e sperimentare soprattutto sul versante dei servizi digitali.
Resilienza appare la parola più adatta a questo contesto. Biblioteche resilienti, dunque, non solo perché stanno imparando a difendersi, ma anche perché nel farlo non si limitano a desiderare un ritorno al passato o alla “normalità”, ma cercano di riprogettare il loro futuro.
In questo scenario il Convegno delle Stelline 2021 si propone di approfondire il concetto di biblioteca come piattaforma della conoscenza, individuato come modello a cui ispirarsi – valido per ogni tipologia di biblioteca – e con cui confrontarsi per ripensare il servizio.
Non si tratta di affermare il primato degli aspetti tecnologici e l’uso unidimensionale del digitale, quanto piuttosto di pensare a un diverso modello di organizzazione e di fruizione culturale centrato sull’approccio orizzontale e sull’integrazione dei servizi. Piattaforma significa aumentare l’interazione partecipativa delle biblioteche con le loro comunità e rafforzare la loro missione nella società. In altri termini la biblioteca viene a configurarsi come un hub della conoscenza basato sulle relazioni che consente a molteplici partecipanti di connettersi, interagire e creare un valore aggiunto.
Il programma prevede che la sessione inaugurale, il mattino di mercoledì 29, si avvalga dei contributi di studiosi di diverse discipline in grado di disegnare lo sfondo su cui si muovono le biblioteche, tra cultura e socialità, in un periodo di crisi come l’attuale.
Ad aprire gli interventi di ambito biblioteconomico l’attesa riflessione di Chiara Faggiolani su ciò che è emerso dalla più grande indagine condotta finora in italia sul ruolo della biblioteca pubblica nella vita delle persone, cui seguirà l’intervento di Maurizio Vivarelli Immaginare il cambiamento. Biblioteche e biblioteconomia nell’epoca del postumano e la relazione di Giovanni Bergamin, in rappresentanza dell’AIB, dal titolo forte: Le biblioteche qui, ora, sempre. Per durare. Nell’occasione, l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma inviterà un bibliotecario americano di quel movimento (Infodemics) che è nato e si è radicato a seguito della pandemia impegnandosi sul versante sanitario in un’attività di contrasto alla disinformazione.
Ospite d’onore del convegno sarà Lorcan Dempsey, uno dei più prestigiosi studiosi al mondo di library science e vicepresidente di OCLC, che nel pomeriggio di mercoledì 29 terrà una conferenza sul tema Effetti della pandemia: alcune riflessioni sulle collezioni bibliotecarie, cui farà seguito la sessione internazionale “Una nuova normalità. Il Rinascimento delle biblioteche” a cura del Progetto NewComer, che ha come obiettivo la costituzione di una rete globale di biblioteche che si riconoscono nella biblioteconomia della comunità. Rappresentanti di biblioteche danesi, slovene, tedesche, olandesi, belghe, slovacche, ceche, italiane si confronteranno su come le biblioteche dei rispettivi paesi stanno disegnando il loro futuro dopo la pandemia. A conclusione della giornata David Lankes si collegherà dagli Stati Uniti per dialogare con i rappresentanti del Progetto NewComer.
Sempre il giorno 29 è prevista una sessione rivolta in particolare alle biblioteche accademiche, durante la quale si potrà seguire in contemporanea il keynote speech di Lorcan Dempsey. A seguire gli interventi di Fabio Cusimano, Come il digitale cambierà le biblioteche analogiche; Simona Turbanti, La “tenda” delle digital humanities come spazio di sviluppo per le biblioteche; Paola Ciandrini, Le nuove piattaforme degli archivi. Altri interventi si aggiungeranno (contratti trasformativi, terza missione, valutazione delle raccolte tra digitale e analogico) e verranno comunicati a breve nel palinsesto definitivo. Focus della sessione del mattino del secondo giorno, con il coordinamento scientifico del Sistema bibliotecario di Milano, sarà la lettura: come sta cambiando, con particolare attenzione al fenomeno della disaffezione degli adolescenti. Primo relatore Luca Ferrieri, con un contributo dal titolo suggestivo: Il posto della lettura nella concezione della biblioteca come piattaforma. Dal design dell’interfaccia al consiglio di lettura, cui seguiranno contributi internazionali. Nella seconda parte della sessione uno spazio verrà riservato a come cambia la filiera del libro con interventi di un bibliotecario, un editor e un libraio, provenienti da Barcellona, Cracovia e Norwich, ospiti in quei giorni del Comune di Milano nell’ambito del Progetto Città Creative (Unesco). A conclusione della sessione è previsto un intervento dell’AIE sul rinnovo del contributo governativo alle biblioteche per l’acquisto dei libri.
Nel pomeriggio di giovedì 30 una sessione avrà come tema “Biblioteche pubbliche: quali strategie?”. Sara Dinotola interverrà su Il “rinascimento” della biblioteca e delle collezioni tra data analysis, apertura verso l’esterno, culture digitali e nuova progettualità, mentre Anna Bilotta dedicherà il suo intervento a un’analisi delle politiche internazionali per le/delle biblioteche pubbliche tra presente e futuro; Viviana Vitari presenterà una nuova piattaforma per le biblioteche pubbliche. A conclusione della sessione è previsto un intervento a cura della Rete delle Reti e di ARTLab, che riporterà i risultati di un incontro tenuto nei giorni immediatamente precedenti a Bergamo, dove saranno stati fissati alcuni punti programmatici per lo sviluppo delle biblioteche.
Nel corso del convegno sarà inoltre possibile conoscere lo stato dell’arte di alcuni importanti progetti architettonici, fra cui la BEIC, alla luce dei nuovi finanziamenti per fare ripartire i cantieri.