N.5 2021 - Biblioteche oggi | Luglio-Agosto 2021

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Come aprire un servizio di artoteca in bilblioteca

Alessia Bergamini

Biblioteca comunale P. Monelli, Fiorano Modenese bergamini.alessia@studio.unibo.it

 

Abstract

Recensione di Alessia Bergamini al libro di Barbara Mantovi, Come aprire un servizio di artoteca in bilblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2020, 80 p.

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Barbara Mantovi è stata nel team reggiano che nel 2010 portò alla realizzazione del primo esempio di artoteca in Italia, realizzato al Multiplo di Cavriago. Oggi, con più di undici anni di esperienza come operatrice culturale e bibliotecaria presso quella stessa realtà che ha contribuito a realizzare, ci regala la sua esperienza attraverso Come aprire un servizio di artoteca in biblioteca, edito da Editrice Bibliografica. Volendo cogliere l’essenza dell’artoteca, si potrebbe definire come un servizio di prestito di opere d’arte che, similmente a molte attività bibliotecarie, viene offerto agli utenti in modo gratuito. 

Il volume si apre con un inquadramento teorico-concettuale che mette in luce i tratti distintivi di una “teca d’arte”, rispondendo ad alcuni quesiti semplici e chiari, e per questo utili alla comprensione del servizio: cos’è, a chi si rivolge, quali sono le sue funzioni e i suoi obiettivi. Con una siffatta impostazione, Mantovi riesce a veicolare in modo sintetico, ma denso, l’essenza dell’artoteca, avendo così cura di fornire contenuti utili sia ai neofiti, sia a quanti avessero già iniziato a familiarizzare con questo mondo. Ponendo l’attenzione sulle funzioni e sulla mission menzionate nell’opera, è impossibile ignorare la straordinaria convergenza di intenti tra artoteche e biblioteche, che condividono la volontà di avvicinare la propria comunità di riferimento alla cultura, oltre a promuovere la crescita umana e sociale dei cittadini. Nel testo, però, vengono messi in evidenza anche gli obiettivi specifici e del tutto peculiari delle collezioni d’arte, tra cui risalta lo sviluppo del pensiero analogico e creativo. In quest’ottica, il nuovo servizio andrebbe a incidere in modo positivo sul capitale sociale, un elemento che per essere valuta- to analizza fattori quali sviluppo personale, coesione sociale, salute, benessere e molti altri. 

Identificato e definito l’oggetto della dissertazione, l’autrice si addentra nel tema principale del volume, cioè dare ragguagli operativi sulla progettazione e creazione del patrimonio d’arte circolante. Non a caso Come aprire un servizio di artoteca in biblioteca viene pubblicato all’interno dei “Toolbox”, la collana di Editrice Bibliografica dedicata alla realizzazione di una piccola biblioteca costituita da strumenti operativi, capace di suggerire coordinate e piani d’azione a quanti siano immersi nel lavoro bibliotecario e vogliano confrontarsi con le attività seguendo metodi professionali. 

L’approccio di Mantovi è schematico, ma non dimentica di confrontarsi con la complessità del servizio di artoteca, che risulta essere frutto di una fitta rete di relazioni tra cittadini, utenti, artisti, bibliotecari e operatori culturali: proprio per abbracciare questa molteplicità, l’autrice sottolinea con forza l’importanza di un percorso progettuale partecipato, in grado di coinvolgere l’amministrazione, i tecnici e la comunità stessa entro cui si innesta il nuovo servizio, di modo che il prodotto realizzato sia una manifestazione delle esigenze reali della collettività. 

Questo elemento è estremamente importante e più che mai attuale, soprattutto in relazione alle biblioteche di pubblica lettura, le quali spesso dipendono dalle amministrazioni, che a partire dagli anni Novanta hanno iniziato un percorso di apertura e trasparenza, con l’intento di ampliare il bacino di collaborazione, partecipazione e cittadinanza attiva, tanto che oggi non è raro trovare uffici comunali dedicati a queste funzioni. La condivisione del lavoro all’interno del percorso progettuale e degli obiettivi è di cruciale importanza per creare un clima di mutua fiducia e credibilità, due fattori da non sottovalutare, perché in essi Mantovi individua la chiave del successo di una rete di relazioni ben oliata e che si rifletterà in modo positivo anche sui risultati del servizio, una volta avviato. 

Realizzare un’artoteca necessita certo di risorse umane e di una comunità a cui fare riferimento, ma è altresì necessario investire in formazione e aggiornamento diretti a coloro che diventeranno i mediatori delle collezioni d’arte: in linea con il Codice deontologico dei bibliotecari: principi fondamentali, approvato dall’AIB nel 2014, il bibliotecario deve impegnarsi nell’aggiornare le proprie competenze, e in questo caso specifico si dovranno indagare il mondo dell’arte e i suoi scenari. Questo assunto non deve spaventare, infatti il volume di Editrice Bibliografica non propone ai bibliotecari di snaturarsi e di prendere le sembianze di un Philippe Daverio, bensì suggerisce di aggiungere alla propria professionalità tutte quelle skills necessarie per comunicare all’utenza il servizio e il patrimonio, nel modo più efficace. D’altronde chi lavora in biblioteca raramente si occupa di filologia o di storia letteraria, piuttosto è un mediatore tra pubblico e informazione, e lo stesso ragionamento si può applicare all’operatore culturale di artoteca, che diviene un facilitatore di arte. 

Questo Toolbox non lascia nulla al caso e illustra anche un metodo per individuare degli obiettivi di progetto che siano specifici e realizzabili, facendo riferimento ai metodi del saggista ed esperto di management Peter Druckerin, in modo da evitare l’ideazione di un programma troppo ambizioso da risultare poi irrealizzabile nella pratica. Il capitoletto Creare una collezione risulta prezioso, infatti vengono trattate tutte le questioni inerenti alla formazione del patrimonio, come l’individuazione delle tipologie di opere su cui costruire l’artoteca o la formazione del comitato scientifico preposto alle nuove acquisizioni. 

Mantovi allarga l’orizzonte del saggio integrandolo con due interviste: la prima riporta l’esperienza dell’Artoteca del CSBNO - Culture socialità biblioteche network operativo, un’azienda speciale consortile che raccoglie 32 Comuni nell’area di Milano, nelle parole di Laura Fusetti e Michela Speroni; la seconda presenta l’Artoteca della biblioteca San Giorgio di Pistoia attraverso i quesiti posti a Maria Stella Rasetti. Grazie a questi dialoghi il lettore può prendere dimestichezza con altre realtà della penisola, così da notare le peculiarità dei singoli servizi e i fattori comuni. 

Quando il volume sembra giungere alla conclusione, si ha invece un ulteriore capitolo dedicato alla progettazione attraverso l’LTC, cioè il Library Teams Canvas, uno strumento da mettere in campo per creare servizi e attività in co- operazione con gli stakeholders del territorio. Se nella prima parte dell’opera si era messa in evidenza l’utilità di un’ampia partecipazione alla realizzazione di nuovi progetti, in questa seconda sezione Mantovi fornisce tutti i dettagli su come realizzare un percorso dialogico con la comunità che sfoci in un piano d’azione concreto e attuabile. A rendere più completa la trattazione del LTC, oltre alla presentazione dei differenti step, vengono proposte alcune “domande proattive” che hanno lo scopo di orientare il dialogo dei team, affinché trovino risposte specifiche e di valore. Come aprire un servizio di artoteca in biblioteca diventa così un Toolbox essenziale per i bibliotecari e gli operatori culturali interessati a portare nel proprio servizio un’artoteca, basandosi su un metodo senza fronzoli che fornisce indicazioni fattuali e praticabili, anche in un piccolo ente. D’altra parte, l’autrice riesce a portare un contributo anche sul versante della progettazione in senso più ampio: in questo modo, i lettori di Come progettare le attività culturali della biblioteca (Cecilia Cognigni, Milano, Editrice Bibliografica, 2016) troveranno un ulteriore strumento per realizzare nuove attività attraverso la sperimentazione di modelli partecipativi.