N.4 2022 - Biblioteche oggi | Maggio 2022

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Biblioteche e edifici sulle tracce della sostenibilità

Anna Bilotta

Sapienza Università di Roma, anna.bilotta@uniroma1.it

Questo articolo inaugura una serie di contributi, che saranno pubblicati nei prossimi numeri della rivista, il cui obiettivo è quello di tracciare alcuni possibili percorsi della sostenibilità. Di volta in volta saranno affrontati diversi temi, tutti riconducibili alla sostenibilità delle biblioteche, provando a fare il punto sulla letteratura e la casistica nazionale e internazionale di maggiore attualità e proponendo alcune riflessioni critiche. I siti web qui citati sono stati consultati per l’ultima volta il 20 marzo 2022.

Abstract

L'articolo inaugura una serie che sarà pubblicata nei prossimi numeri della rivista per delineare alcune possibili "Vie della sostenibilità". Verranno affrontati diversi temi, tutti riconducibili alla sostenibilità delle biblioteche, cercando di fare il punto sulla letteratura e sui casi di studio nazionali e internazionali e proponendo alcune riflessioni critiche. Il primo articolo presenta il tema delle biblioteche sostenibili e analizza gli edifici bibliotecari da un punto di vista teorico e tecnico e attraverso esempi italiani e stranieri di progetti di biblioteche sostenibili.

English abstract

The paper opens a series which will be published in the next issues of the magazine to outline some possible “Ways of sustainability”. Different themes will be faced, all referable to libraries sustainability, trying to make point on national and international literature and case studies and proposing some critical reflections. The first article presents the theme of sustainable libraries and analyzes library buildings from a theoretical and technical point of view and through Italian and foreign examples of sustainable library projects.

Per consultare l'articolo completo in formato pdf clicca qui.

Il ruolo delle biblioteche per lo sviluppo sostenibile

Una breve introduzione sul tema

La definizione di sviluppo sostenibile, inteso come lo “sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”, è stata formulata per la prima volta dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite nel 1987 nell’ormai celebre Rapporto Brundtland. Lo sviluppo sostenibile da quel momento viene inteso come un processo da costruire su quattro pilastri, economico, sociale, ambientale e istituzionale. 

Oggi il tema dello sviluppo sostenibile è più che mai attuale, soprattutto in seguito all’approvazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni unite, divenuta operativa il 1° gennaio 2016. L’Agenda 2030 individua 17 obiettivi universali e interconnessi (Sustainable Development Goals o SDGs) che riguardano la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale, l’istruzione universale, lo sviluppo urbano, lo sviluppo economico, la pace, la giustizia, l’equità sociale, e sono declinati in 169 target e accompagnati da 240 indicatori attraverso cui misurarli.

L’IFLA ha contribuito in maniera attiva alla creazione dell’Agenda come partner dell’ONU per garantire il riconoscimento del ruolo delle biblioteche nel perseguimento di tutti gli obiettivi. Si pensi, solo per fare qualche esempio, alla promozione dell’alfabetizzazione e dell’apprendimento permanente, alla riduzione dei divari informativi e della povertà educativa, alla conservazione e all’accesso alla cultura e al patrimonio mondiale, all’inclusione digitale, all’incentivazione a un’occupazione produttiva e dignitosa per tutti, all’innovazione.

Ma cosa intendiamo per biblioteca sostenibile?

Una delle prime definizioni che risale agli Novanta del Novecento è quella di green library, una biblioteca cosiddetta “verde” principalmente per i criteri, i materiali di costruzione e il funzionamento degli edifici, ma che nel tempo ha implementato anche processi per contenere l’impatto sull’ambiente in termini, ad esempio, di riciclo e raccolta differenziata, nonché un’offerta di documenti, servizi e attività di formazione per sensibilizzare gli utenti e diffondere la cultura della sostenibilità ambientale nelle comunità.

Nel nostro paese dobbiamo a Waldemaro Morgese una prima classificazione delle ecobiblioteche, o biblioteche ambientali, in tre modalità, mescolabili tra loro: 

  1. per l’architettura, per le soluzioni infrastrutturali e tecnologiche, perché sono inserite nel verde o perché non posseggono libri di carta; 
  2. per la specializzazione tematica delle collezioni sui temi ambientali; 
  3. per le attività di interesse ambientale svolte nelle comunità, soprattutto in contesti considerati ad alto rischio.

Nonostante in alcuni casi (e a torto) l’espressione green library sia utilizzata come sinonimo di sustainable library, in realtà la biblioteca verde è soltanto una delle possibili espressioni (quella strettamente legata alla questione ambientale) del concetto più ampio di biblioteca sostenibile, da intendersi come una biblioteca che vuole rispondere alle sfide della società e che si regge su tre pilastri, responsibility, responsiveness e respectfulness: “Sustainable libraries should act responsively and promote responsibility in their community in every possible way, not just by sharing reliable information”.

Gli standard per l’edilizia sostenibile

Se la biblioteca sostenibile non è soltanto una struttura che vuole ridurre il suo impatto sull’ambiente, il tema degli edifici è sicuramente uno dei più esplorati quando si parla di biblioteche e sostenibilità. 

Che si tratti del recupero di un vecchio edificio o di una costruzione ex novo, un edificio di biblioteca può essere sostenibile in molti modi diversi e le soluzioni strutturali possono essere le più disparate: l’utilizzo di materiali e arredi il più possibile naturali e non dannosi per la salute (il legno in primis); l’impiego di facciate isolanti per mantenere la temperatura ed evitare sprechi; l’utilizzo di sistemi di ventilazione e di illuminazione naturale, di impianti di riscaldamento e raffreddamento a energie rinnovabili (ad esempio mediante pannelli solari o il riutilizzo dell’acqua piovana); la raccolta differenziata, il riciclo della carta o la riduzione del suo uso (prediligendo, ad esempio, le scansioni al posto delle fotocopie); la riduzione dello spreco di acqua e dell’uso della plastica (ad esempio mediante la distribuzione di borracce e di borse di stoffa come gadget della biblioteca); l’inserimento in un contesto verde (quali parchi o giardini) o la creazione di zone verdi all’interno dell’edificio; il posizionamento in punti strategici della comunità che siano facili da raggiungere con i mezzi pubblici o con mezzi ecologici come la bicicletta e nei pressi di luoghi dove le persone si recano già per svolgere altre commissioni come scuole, uffici o negozi.

Dal punto di vista strettamente tecnico non mancano standard e certificazioni in materia di edilizia sostenibile, concepiti per qualsiasi tipologia di edificio e di organizzazione, a cui anche le biblioteche possono fare riferimento nel realizzare o nel recuperare un edificio per renderlo sostenibile. Uno dei sistemi più noti e utilizzati è il LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), sviluppato negli Stati Uniti dal U.S. Green Building Council negli anni Novanta del Novecento. Il sistema può essere applicato a ogni tipologia di edificio e promuove un approccio integrato che riguarda l’intero processo, dalla progettazione fino alla costruzione vera e propria. Questo si articola in sette aree della sostenibilità: sostenibilità del sito, gestione efficiente delle acque, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità degli ambienti interni, innovazione nella progettazione, priorità regionali; per ciascuna area vengono identificati prerequisiti e crediti che contribuiscono ad accumulare punti e in base al punteggio ottenuto si possono ottenere diversi livelli di certificazione: base, argento, oro e platino.

Un altro esempio di certificazione è il BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method), pubblicato per la prima volta nel 1990 dal Building Research Establishment nel Regno Unito. In questo caso i criteri di valutazione riguardano energia, salute e benessere, innovazione, uso del suolo, gestione, inquinamento, trasporti, rifiuti e acqua. Anche questo sistema attribuisce un punteggio a ogni categoria e i livelli di classificazione finale sono cinque: sufficiente, buono, molto buono, eccellente, eccezionale.

Un documento specifico relativo proprio all’edilizia bibliotecaria è il technical report ISO/TR 11219:2012 Information and documentation – Qualitative conditions and basic statistics for library buildings, che si propone come una guida per la pianificazione di edifici di biblioteca, che siano nuovi, da ricostruire o da convertire. Tra i vari aspetti analizzati nel documento rientra anche la sostenibilità degli edifici, definita in questi termini: “State in which components of the ecosystem and their functions are maintained for the present and future generations”. La definizione è accompagnata da una serie di note in cui si specifica che nella costruzione degli edifici la sostenibilità debba riguardare come le attività, i prodotti o i servizi impiegati nei lavori di costruzione, o l’uso delle opere di costruzione, contribuiscono al mantenimento dell’ecosistema per le generazioni future. Nonostante la sfida della sostenibilità sia una sfida globale che richiede il bilanciamento delle condizioni economiche, ambientali, sociali e culturali, per lo standard le strategie per la sostenibilità nella costruzione degli edifici devono essere locali e differiscono da contesto a contesto.

Esempi di edifici sostenibili

Gli esempi di edifici di biblioteca sostenibili sono sempre più numerosi. Ricchissimo da questo punto di vista è un recente volume edito dall’IFLA, New libraries in old buildings, in cui sono annoverati casi di studio relativi al recupero di vecchi edifici sia di biblioteche pubbliche che di biblioteche accademiche in diverse parti del mondo. Il filo conduttore, però, è unico e consiste nel dimostrare come il riuso degli edifici in chiave sostenibile possa rappresentare una buona strada per la realizzazione di biblioteche efficienti: 

All case studies demonstrate that the reuse of existing buildings contributes to a mix of social and urban renewal and sustainability and also constitutes an undeniably effective and successful way of designing attractive and efficient modern libraries. The descriptions of combinations of historic buildings with innovative interventions for targeted final use as thoroughly modern libraries provide new insights into building reuse.

Biblioteca Enric Miralles - Palafolls, Spagna Sopra: © Generalitat de Catalunya, sotto: © Teresa Grau

Tra gli esempi annoverati il recupero di ospedali abbandonati (Marrickville Library in Australia), ex sedi dei vigili del fuoco (Windsor Public Library in Canada, Mittelpunktbibliothek di Treptow in Germania), vecchi stabilimenti tessili (Biblioteca Montserrat Abelló di Barcellona), negozi di alimentari (Joutsa Public Library in Finlandia), mercati del bestiame coperti (Biblioteca della Düsseldorf University of Applied Sciences in Germania), edifici religiosi (Biblioteca de Arquitectura y Diseño dell’Università delle Ande in Colombia), vecchie fabbriche di fiammiferi (American Philatelic Research Library). 

A questi esempi possiamo aggiungere numerose altre biblioteche ormai note per l’impronta green e sostenibile. La Biblioteca di Palafolls in Spagna, ad esempio, è stata costruita in un luogo di grande pregio naturalistico e il progetto ha avuto proprio l’obiettivo di creare un forte legame tra la nuova costruzione e il paesaggio, tanto è vero che attraverso un susseguirsi di giardini e muri divisori il parco esterno entra letteralmente nella biblioteca, concepita per essere illuminata principalmente dalla luce naturale (Figura 1).

La Stadtbibliothek di Dornbirn in Austria è circondata da un parco e costruita in materiali ecosostenibili, è inoltre dotata di un particolare sistema oscurante che permette il passaggio della luce naturale e al tempo stesso il risparmio di energia. 

La Vennesla Bibliotek in Norvegia ha impiegato la strategia della compattezza degli spazi e soluzioni a elevati standard di risparmio energetico; l’edificio è quasi interamente in legno con un’ampia facciata vetrata. 

Oulu City Library, Finlandia. Foto di Estormiz / Public domain
Multiplo di Cavriago (RE). Foto di Giuseppe Ferrari / CC BY-SA 4.0

Non vanno poi dimenticate le biblioteche candidate al prestigioso IFLA Green Library Award, istituito nel 2016. Volendo citare le sole vincitrici ricordiamo nel 2016 El Pequeño Sol ecological Library di San Cristobal de las Casas in Messico, nel 2017 la Stadtbibliothek Bad Oldesloe in Germania, nel 2018 la Foshan Library nella provincia cinese del Guangdong, nel 2019 la Biblioteca Pública Municipal Daniel Guillard di Cali in Colombia, nel 2020 la Rangsit University Library di Pathumthani in Tailandia. Nel 2021 sono state istituite due categorie all’interno del premio, “Green Library” e “Green Library Project”. La prima categoria riguarda una biblioteca in grado di soddisfare i requisiti delle biblioteche verdi e sostenibili in modo completo, coinvolgendo ogni aspetto dell’organizzazione, una biblioteca in grado di ridurre il suo impatto ambientale e di offrire risorse e servizi “verdi”. La seconda categoria riguarda progetti di biblioteca sostenibile dalla portata, dal tempo e dal budget limitati: i progetti possono riguardare una o più aree di attività della biblioteca ma comunque devono essere significativi nel promuovere obiettivi ambientali e sostenibili, almeno a livello locale. Le biblioteche vincitrici, annunciate nell’agosto 2021, sono state per la prima categoria la Edmonton Public Library in Canada e per la seconda categoria la Oulu City Library in Finlandia. 

Tra gli esempi riportati nei già citati volumi editi dall’IFLA, Going Green e New libraries in old buildings, ci sono anche due esempi italiani: il Mabic (Maranello Biblioteca Cultura) di Maranello, un edificio vetrato e circondato dall’acqua in cui tutto risponde a criteri ambientali e sostenibili e il riscaldamento e il raffrescamento sono assicurati da un impianto geotermico (Figura 2) e la Biblioteca di Architettura dell’Università Roma Tre, realizzata recuperando un ex macello. 

Non mancano altri esempi italiani di soluzioni architettoniche e strutturali orientate alla sostenibilità: dall’impiego di impianti fotovoltaici (ad esempio si veda il Multiplo di Cavriago) all’uso del vetrocamera per la protezione dai raggi solari e l’isolamento termico (come nel caso del Centro culturale Pertini di Cinisello Balsamo), dalla ventilazione mediante estrazione automatica di anidride carbonica (come accade nella Biblioteca San Giorgio di Pistoia, nota anche per l’iconico albero collocato nella galleria centrale che funge da indicatore della qualità dell’aria dell’edificio) al riscaldamento e al raffreddamento mediante pompe di calore (Biblioteca Vittorio Sereni di Melzo; Istituto culturale e di documentazione Lazzerini di Prato; Biblioteca di Comano Terme in cui si aggiungono un impianto fotovoltaico, la facciata isolante, vetri ad alta prestazione energetica, un sistema di illuminazione a led con sensori di presenza). Sia la Lazzerini di Prato che la San Giorgio di Pistoia rappresentano anche validi esempi di recupero di vecchi edifici industriali, nel primo caso si tratta dell’ex cimatoria Campolmi, nel secondo dello stabilimento Ansaldo-Breda a sua volta erede dello stabilimento San Giorgio e delle Officine meccaniche ferroviarie pistoiesi. Altri progetti di biblioteca che hanno visto il recupero di vecchi edifici sono la Biblioteca civica realizzata nell’antica Vaccheria Nardi di Roma, e la Medateca, biblioteca civica di Meda in provincia di Monza-Brianza, realizzata in un edificio cittadino incompiuto che è stato integrato con sistemi di facciata ventilata e isolante agli scambi termici e ai rumori esterni. Progetto in corso di realizzazione è quello della Biblioteca del Consiglio regionale della Puglia - Teca del Mediterraneo e della Mediateca regionale pugliese che prossimamente saranno trasferite in un’ex caserma immersa in un parco verde al centro della città di Bari, edificio che ospiterà anche altri istituti culturali quali l’Istituto per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e l’Accademia delle Belle Arti di Bari. 

Per quanto si tratti principalmente di esempi di biblioteche pubbliche di ente locale non mancano altre tipologie bibliotecarie. Si pensi al Polo bibliotecario di Potenza, inaugurato nel 2020, che ha riunito la Biblioteca provinciale e la Biblioteca nazionale di Potenza in un unico edificio di ultima generazione dal punto di vista dell’efficientamento energetico e dell’isolamento sismico, collocato in un’area verde nelle vicinanze del campus universitario, di scuole e altri istituti culturali. Un esempio di biblioteche accademiche è rappresentato dalla Biblioteca del Polo umanistico e dalla Biblioteca del Polo scientifico che costituiscono il Centro bibliotecario di ateneo dell’Università di Salerno che hanno sede entrambe in edifici sostenibili che si integrano perfettamente nell’ambiente del campus salernitano, edifici in cui è assicurata l’estrazione naturale di luce e aria per ottimizzare i consumi in funzione dell’utilizzo degli ambienti, gli ascensori sono a recupero di energia cinetica e l’impianto di condizionamento estivo sfrutta le risorse già esistenti nel campus quali l’acqua della piscina universitaria e i pannelli solari. 

Conclusioni

In questo breve excursus si è voluto definire le principali caratteristiche che la letteratura professionale riconosce agli edifici di biblioteca attenti ai temi della sostenibilità ambientale, presentando anche alcuni dei numerosi esempi (in Italia e all’estero) di biblioteche che, nel recuperare vecchi edifici, nel convertirli o nel progettarli ex novo, mostrano una particolare sensibilità a questi temi. Si è visto come la sostenibilità degli edifici abbia a che fare sia con i materiali e con le tecniche di costruzione impiegate che con gli impianti, i sistemi di illuminazione, di riscaldamento e di raffreddamento, ma anche con il posizionamento strategico degli edifici. Indipendentemente dalle scelte specifiche effettuate, se analizziamo nel dettaglio i progetti delle biblioteche citate e delle molte altre che pure si definiscono verdi, sostenibili, ambientali, ecologiche o che dir si voglia, ci rendiamo facilmente conto che la dimensione architettonica è soltanto uno degli aspetti della sostenibilità. Da questo punto di vista anche i requisiti per la partecipazione al Green Library Award dell’IFLA lo confermano. 

Una progettazione o una riprogettazione degli edifici in chiave sostenibile così puntuale, infatti, si inserisce molto spesso in una più generale progettazione sostenibile della biblioteca come organizzazione, con riflessi nella gestione e nello sviluppo delle raccolte, nell’offerta dei servizi e delle attività culturali e formative, nello stile di servizio del personale, nella comunicazione della biblioteca. Ragionare nell’ottica di una sostenibilità complessiva della biblioteca, concepirsi come biblioteca sostenibile in maniera sistemica, è fondamentale, si permetta di dire che è imprescindibile, laddove le biblioteche vogliano contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU e, più in generale, al bilanciamento e all’integrazione tra le dimensioni ambientale, economica, culturale e sociale della sostenibilità.