N.4 2022 - Biblioteche oggi | Maggio 2022

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Il parlamento è (anche) una biblioteca

Piero Cavaleri

Abstract

Recensione di Piero Cavaleri al libro di Fernando Venturini, Il parlamento è (anche) una biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2022,

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Due frasi possono riassumere il nuovo libro di Fernando Venturini: “Conoscere per decidere” e “Far conoscere quello che è stato deciso”. L’informazione parlamentare, che è l’oggetto di questo libro, serve a questi due scopi. Se gli scopi possono essere chiari, è solo leggendo un libro come questo che si riesce anche a capire quanto sia complesso comprendere chi, di volta in volta, sia il soggetto che deve conoscere e quale sia l’oggetto da conoscere. Venturini ci conduce in dodici capitoli a scoprire non solo i documenti che possono essere reperiti sui vari siti del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati e del Parlamento, documenti che i parlamentari producono o acquisiscono, ma anche, e forse soprattutto, i processi attraverso cui si arriva alla loro produzione e acquisizione e come questi processi si sono evoluti nella ormai lunga storia del nostro Parlamento. 

Riprendendo le due frasi iniziali, il libro ci conduce a comprendere come i parlamentari siano il primo soggetto di entrambe. Infatti, senatori e deputati sono in primo luogo dei legislatori, cioè decidono quali leggi approvare, e in quanto tali hanno bisogno di conoscere, di acquisire documenti per arrivare a prendere le decisioni migliori. Sempre in quanto legislatori, hanno la necessità e il dovere di far conoscere le leggi che approvano a tutti i cittadini che sono tenuti a rispettarle. 

Un caveat, presente anche nel libro, è necessario riguardo all’effettiva attività che i legislatori svolgono in prima persona per conoscere prima di decidere. La documentazione che viene prodotta nelle Camere o da esse viene acquisita per approfondire qualsiasi argomento possa essere oggetto di un intervento legislativo, comprese le imponenti raccolte delle due biblioteche parlamentari, sono relativamente poco utilizzate direttamente dai parlamentari, che sempre più si affidano a collaboratori personali o di partito per ottenere sintesi utili per decidere e per argomentare. Comunque, ciò non sminuisce minimamente la qualità e l’utilità della documentazione che i parlamentari hanno a disposizione e che ora è disponibile sui siti web delle Camere.
La funzione legislativa porta quindi a produrre una massa documentale imponente presentata dettagliatamente nel libro. In primo luogo, naturalmente, le leggi, che però hanno in realtà canali di distribuzione in gran parte autonomi dal Parlamento (Gazzetta Ufficiale e ora Normattiva), e poi tutti i documenti che danno conto del loro iter nelle due Camere e che sono stati raccolti per consentire ai parlamentari di comprendere, almeno potenzialmente, i problemi su cui stanno deliberando. 

Come ci spiega bene il libro, il compito dei parlamentari non si esaurisce però nell’attività legislativa, anzi, visto che sempre più questa viene in realtà svolta dal Governo. Essenziale per tutti i parlamenti di democrazie funzionanti è la funzione di controllo dell’attività del governo e di tutte le amministrazioni, sia quelle da esso dipendenti, sia quelle dotate di autonomia. Questa attività può estendersi al punto da assumere le caratteristiche di una vera e propria indagine giudiziaria, con tutti i poteri connessi alla funzione inquirente. I siti parlamentari consentono di accedere ai documenti legati a questa funzione: chi li utilizza è in grado di giudicare l’azione di chi governa, delle burocrazie ministeriali, di chi conduce le agenzie indipendenti e, inoltre, può comprendere l’evolversi di molti fenomeni sociali ed economici nel nostro paese. Nel caso in cui si tratti di documenti frutto di attività investigativa, questi permetteranno di comprendere meglio situazioni ed eventi problematici. 

Una parte di questi documenti si produce nel Parlamento stesso quando rappresentanti del Governo o soggetti ritenuti in grado di fornire informazioni utili si presentano per rispondere a domande, variamente poste, di una commissione o di un parlamentare singolo. Un’altra parte viene prodotta dalle varie amministrazioni – ministeri o autorità indipendenti – e trasmessa al Parlamento per dar conto di proprie attività o per documentare ambiti di propria competenza. 

Il secondo soggetto interessato a conoscere per decidere è il cittadino. Infatti, in una democrazia, il Parlamento è espressione dei cittadini e questi periodicamente devono decidere se confermare le loro scelte di voto o modificarle. Ciò, in un mondo ideale, dovrebbe avvenire conoscendo e giudicando l’azione del Parlamento, del Governo cui è stata data la fiducia e anche dei singoli parlamentari e quali risultati questa azione abbia prodotto. Nella realtà il destinatario dell’enorme quantità di documenti che il Parlamento produce e mette a disposizione è raramente il cittadino comune, il semplice elettore, perché, nella maggior parte dei casi, sono categorie specifiche a farsi mediatori per lo stesso. Giornalisti, giuristi, storici, lobbisti ecc. sono stati incaricati storicamente di trasformare l’informazione parlamentare in informazioni utilizzabili dai singoli cittadini, sia quando questi sono chiamati a svolgere il compito di elettore, sia quando, in molte occasioni, le decisioni politiche – pre- se in gran parte dal Governo, ma di cui la maggioranza parlamentare è almeno indirettamente responsabile – possono influenzare la sua vita. La complessità dell’informazione parlamentare che emerge dal libro – complessità che l’abilità di Venturini contribuisce in parte a renderci accessibile, ma non può certo eliminare – fa sì che, anche di fronte alla rivoluzione delle possibilità di accesso alla stessa che l’avvento del web ha rappresentato, il ruolo degli intermediari sia fondamentale. 

Il Parlamento e le due Camere hanno svolto un enorme lavoro per rendere accessibile gran parte della documentazione prodotta in più di 160 anni di storia, ma ciò non basta. È necessario che i cittadini possano contare su chi sappia mediare il loro bisogno informativo. 

Un ruolo fondamentale in tal senso, ci ricorda spesso Venturini, è svolto dai servizi informativi delle Camere stesse, tra i quali fondamentali sono le due Biblioteche parlamentari. Un ruolo altrettanto importante può essere quello delle biblioteche, di quelle specializzate che già nel passato mettevano a disposizione di studiosi e operatori molti documenti parlamentari a stampa, ma che ora possono esercitare le proprie competenze accedendo all’intero patrimonio informativo disponibile sui siti parlamentari, ma anche delle biblioteche pubbliche che, come sottolinea Venturini nell’ultimo capitolo, possono utilizzare questa enorme “biblioteca” che sono i siti parlamentari per fornire “informazioni di comunità” sia facendosi mediatori nell’attività di reference, ma, a mio parere soprattutto, facendosi parte attiva per realizzare momenti di “civic information literacy education”.