N.8 2021 - Biblioteche oggi | Novembre 2021

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La scienza dei dati in biblioteca

Tania Maio

Abstract

Recensione di Taino Maio al libro di Danilo Deana, La scienza dei dati in biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 2021, 152 p.

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Danilo Deana ha curato numerosi saggi e pubblicazioni sul tema della qualità dei cataloghi, tra i quali ricordiamo A ciascuno il suo catalogo (Editrice Bibliografica, 2019) e Come valutare la qualità del catalogo di una biblioteca (Editrice Bibliografica, 2020). 

Oggetto di questa recensione è La scienza dei dati in biblioteca: otto ricette e un’appendice, pubblicato da Editrice Bibliografica nel 2021 all’interno della collana “Biblioteconomia e scienza dell’informazione”. L’autore dichiara che il libro ha lo scopo offrire ai lettori otto ricette per applicare i principi della scienza dei dati alla risoluzione di problemi che fanno parte della quotidianità del lavoro del bibliotecario, soprattutto di quello accademico. Il testo si rivolge dunque in primo luogo al bibliotecario che svolge la propria professione presso i sistemi bibliotecari afferenti ad atenei, il quale deve acquisire le competenze necessarie per valutare e gestire le proprie collezioni e per affrontare e risolvere le criticità poste dallo sviluppo delle risorse elettroniche (banche dati, libri e periodici ); dalla crescita delle collezioni conseguente molto spesso all’assembramento di raccolte di diverse provenienze, come nel caso dell’incameramento delle biblioteche dipartimentali all’interno delle biblioteche centrali di ateneo; dall’affermazione dei Web Scale Discovery Services. L’invito e l’auspicio rivolto dall’autore ai suoi lettori è quello di iniziare a usare procedure automatiche per sfruttare e trarre conoscenze dalle informazioni (dunque dai dati) di cui tutti i bibliotecari già dispongono. 

Utilizzare un approccio di questo tipo, basato essenzialmente sull’analisi di dati, permetterà ai colleghi di prendere decisioni basate su fatti tangibili e misurabili. 

Il testo si articola in otto “ricette”, in ognuna delle quali l’autore affronta un tema specifico, presentando il problema da affrontare, i dati da raccogliere, la modalità con cui visualizzare e analizzare i dati e le conclusioni a cui si giunge. 

La Ricetta 01 mostra come esaminare le collezioni tradizionali di una biblioteca, intendendo con questo termine la porzione di collezione formata da monografie a stampa e periodici cartacei, permettendo così di capire quali cambiamenti la biblioteca ha vissuto nel corso della sua storia. L’analisi si basa sulla raccolta di dati provenienti dalle registrazioni che descrivono i documenti divise per tipo di risorsa, livello bibliografico, livello gerarchico, periodo di pubblicazione, lingua dei documenti. I dati così raccolti e trasformati in grafici permettono di capire l’andamento delle acquisizioni durante gli anni e di collegare tale andamento al periodo storico corrispondente (contestazioni studentesche, riforme dell’università, avvento delle risorse elettroniche). 

La Ricetta 02 analizza la presenza di doppie copie di documenti tradizionali all’interno delle biblioteche che fanno parte di uno stesso sistema bibliotecario. La presenza di più copie di uno stesso titolo sappiamo bene non essere sempre il frutto di una politica degli acquisti distratta, ma molto spesso è dovuta all’accorpamento di più raccolte dipartimentali. Tuttavia comprendere l’incidenza che le doppie copie hanno all’interno della collezione permette di adottare una politica degli acquisti maggiormente oculata e di prevedere un processo di revisione e scarto. 

La Ricetta 03 prende in esame lo schema di collocazione per valutarne l’adeguatezza nell’ottica di facilitare la consultazione dei volumi di una biblioteca a scaffale aperto. Sappiamo bene come, oltre al catalogo, la collocazione dei volumi a scaffale aperto sia un notevole aiuto per la ricerca dell’utente. La Ricetta ci dimostra come molto spesso sia necessario procedere a modificare radicalmente lo schema di collocazione adottato alla nascita di una raccolta, quando esso si dimostra incapace di aiutare l’utente nel trovare ciò che di suo interesse “esplorando” la raccolta. 

La Ricetta 04 è particolarmente interessante e utile, in quanto si prefigge di stabilire il numero di utenti potenziali di una biblioteca accademica che fa parte di un sistema bibliotecario. Incrociando infatti i dati relativi agli utenti istituzionali con i dati relativi agli utenti che hanno ottenuto libri in prestito, si può ottenere la quantità di utenti potenziali. Conoscendo il numero e l’afferenza di tali utenti è possibile anche tarare la politica degli acquisti in determinate direzioni. 

La Ricetta 05 prende in esame la questione della scarto bibliografico e si prefigge di mostrare quali dati è possibile raccogliere ed elaborare per automatizzare almeno in parte questa procedura. Nello specifico l’autore mostra come l’analisi dei dati sui documenti presenti in più di una copia, sullo sviluppo delle sezioni della collezione, sui prestiti e un modello che riesca a prevedere se un documento andrà in prestito nell’immediato futuro possono aiutare a superare le difficoltà che i bibliotecari incontrano nell’affrontare la procedura di scarto delle proprie collezioni. 

La Ricetta 06 è particolarmente ambiziosa, in quanto si prefigge di valutare quanto la spesa sostenuta per l’acquisto di una collezione di periodici elettronici sia giustificata dall’utilizzo che ne viene fatto. 

Di grande interesse per il bibliotecario accademico sono le ultime due ricette che investigano i limiti dei WSDS, che il bibliotecario accademico deve imparare a gestire nel migliore dei modi, comprendendone prima di tutto i limiti, soprattutto rispetto al catalogo tradizionale della biblioteca. 

Nella Ricetta 07 l’autore prende in esame i Web Scale Discovery Services e in particolare l’efficacia delle faccette che si affiancano ai risultati di una ricerca. Il capitolo dimostra, in modo molto efficace, quanto questi strumenti siano ancora molto lontani da ciò che promettono e sono spesso non in grado di aiutare l’utente nell’identificare e selezionare le risorse di proprio interesse. 

La Ricetta 08 continua l’analisi dei WSDS valutando l’utilizzo dei soggetti inseriti nelle registrazioni presenti nel catalogo di un sistema bibliotecario che utilizza un discovery. In particolare la ricetta mira a valutare quanto possa essere efficace scomporre le stringhe di soggetto in descrittori singoli per facilitarne l’uso all’interno dei WSDS. Il volume si chiude con un’appendice sull’uso di misure e indicatori in biblioteca, in cui l’autore presenta la storia della raccolta e analisi dei dati nelle biblioteche, dai dati raccolti dalla Bodleian Library negli anni Trenta dell’Ottocento al progetto Good Practice avviato dal Politecnico di Milano nel 1999. 

La scienza dei dati in biblioteca è un testo che di sicuro può aiutare il bibliotecario accademico ad adottare una metodologia di lavoro efficace, utilizzando i dati a sua disposizione per modulare servizi e acquisizioni rispetto ai propri fondi e alle esigenze dell’utenza. Certamente gli strumenti presentati, quali i grafici e le tabelle, possono non essere di immediata comprensione. Questa criticità può tuttavia spingere i colleghi bibliotecari a intraprendere la strada dell’imparare facendo, adottando anche la buona pratica del lavorare in team, per sfruttare le competenze e professionalità presenti nello staff bibliotecario.