Tu, il Covid e la biblioteca
c.melani@unifi.it
alessio.paoletti@unifi.it
La risposta all’emergenza dal punto di vista degli studenti: un’esperienza di ascolto alla Biblioteca di scienze sociali dell’Università degli studi di Firenze
Abstract
L'articolo mette a confronto i risultati di due indagini svolte dalla Biblioteca di Scienze Sociali dell'Università di Firenze alla fine del 2020 e del 2021. Obiettivo dello studio era quello di conoscere l'opinione degli studenti riguardo alle misure di prevenzione del contagio adottate durante la pandemia di Covid e il senso di sicurezza percepito all'interno dei locali. Le risposte evidenziano percezioni diverse a seconda del momento di emergenza vissuto in fase di compilazione. Sono emerse idee e suggestioni eterogenee, in particolare riguardo alla necessità di studio e condivisione dello spazio; sono state riscontrate anche critiche, soprattutto relative al sistema di prenotazione dei posti. Le indagini individuano profili e abitudini delle comunità e, se confrontate, rivelano differenze significative.
English abstract
The article compares the results of two surveys carried out by the Library of Social Sciences at the University of Florence at the end of 2020 and 2021. The aim of the study was to discover student opinion regarding the infection prevention measures adopted during the Covid pandemic and the sense of security perceived when inside the premises. The answers highlight different perceptions depending on the emergency moment experienced in the compilation phase. Heterogeneous ideas and suggestions emerged, in particular regarding the need for studying and sharing space; criticisms, especially relating to the seat booking system, was also found. The surveys identify profiles and habits of the community and, when compared, they reveal significant differences.
Per scaricare l'articolo in pdf visita la sezione "Risorse" o clicca qui.
Dopo le difficoltà causate dalla pandemia il 2022 è stato definito l’“anno zero”, nel quale molte biblioteche stanno cercando di ripartire e di riprogettare il servizio sulla base di una nuova visione”. La Biblioteca di scienze sociali dell’Università degli studi di Firenze, così come le altre biblioteche dell’Ateneo, ha avviato un’attività di ripensamento generale su spazi e servizi. Punto di partenza di questo ripensamento è la lettura incrociata dei risultati di alcune iniziative di ascolto degli utenti, condotte proprio durante l’emergenza. Si è molto riflettuto su come le biblioteche abbiano affrontato la pandemia, su come abbiano trasformato il modo di erogare i servizi, su come la contingenza abbia creato opportunità. In queste pagine vorremmo concentrarci sugli utenti. Come hanno vissuto lo stare in biblioteca in un momento così difficile? Ne sono cambiate abitudini e percezioni? Si sono sentiti al sicuro?
L’esperienza di ascolto di cui si intende dar conto è stata ideata da cinque volontari del Servizio civile nazionale, impiegati da inizio 2020 a inizio 2021, che hanno sentito il bisogno di raccogliere opinioni e sentimenti degli studenti, raggiungendone, pur a distanza, il maggior numero possibile tra i reali frequentatori. Avevano condiviso con i bibliotecari, senza sconti, la fatica di adeguare ripetutamente il servizio all’andamento dei contagi e alle conseguenti misure di prevenzione; avevano vissuto sulla propria pelle, alcuni di essi, l’esperienza della malattia e della quarantena; erano essi stessi studenti dell’Ateneo, alcuni dei quali con competenze in fieri nell’ambito della ricerca sociale. Nell’autunno 2020, quando sembrava che il peggio fosse ormai passato e il Sistema bibliotecario aveva ripreso a funzionare quasi a pieno regime, hanno proposto la somministrazione di un questionario per conoscere abitudini, sensazioni, suggerimenti di quegli studenti che con loro avevano condiviso la vita in biblioteca durante la pandemia. Che fate? Come state? Cosa pensate di come ci siamo mossi per far fronte all’emergenza?
A voi la parola!
Il questionario Tu, il Covid e la biblioteca, 19 domande a risposta chiusa e tre a risposta aperta, elaborato su Google moduli, fu inviato agli studenti che erano entrati almeno una volta in biblioteca nel periodo compreso tra il 14 settembre – data della ripresa dei servizi quasi a regime con ampliamento dell’orario di apertura, accesso diretto allo scaffale, prestito in presenza e non più dietro prenotazione a distanza – e il 20 novembre 2020, data di avvio del progetto questionario. Dal 28 novembre al 6 dicembre furono inviate 4.281 e-mail; risposero in 738, il 17% dei contattati. Nel frattempo, la Toscana era entrata in zona rossa, con conseguente nuova restrizione dei servizi bibliotecari: i rispondenti avevano vissuto sia il sollievo della ripresa, sia la caduta in una nuova fase emergenziale acuta.
L’indagine è stata ripetuta l’anno successivo per rilevare vissuti ancora diversi. Da fine giugno 2021 la Toscana è in zona bianca. La biblioteca ha ampliato ulteriormente l’orario di apertura, il 10 novembre è tornata a capienza piena riducendo il distanziamento. Sono stati invitati a rispondere gli studenti entrati in biblioteca nel periodo 13 settembre - 19 novembre 2021, sempre dieci settimane, lo stesso intervallo temporale del 2020. Le domande sono rimaste le stesse, a eccezione di alcune piccole modifiche laddove nel 2020 si faceva esplicito riferimento alla “zona rossa”. A dicembre sono state inviate 4.330 e-mail; i questionari compilati sono stati 555, solo il 13%. Il tema Covid aveva evidentemente già perso appeal.
BREVE CRONOLOGIA PANDEMICA DELLA BIBLIOTECA DI SCIENZE SOCIALI
- 10 marzo 2020. Lockdown e chiusura delle biblioteche di Ateneo.
- 7 maggio 2020. Riapre il servizio di prestito su prenotazione: gli utenti richiedono i volumi sul discovery OneSearch, prenotano giorno e fascia oraria per il ritiro. Dato il permanere dell’inaccessibilità delle sale, vengono abilitati al prestito anche quei libri ivi collocati, solitamente esclusi. Per i materiali che restano esclusi il 25 maggio apre un servizio di consultazione con postazioni ad hoc disponibili su prenotazione.
- 1 luglio 2020. Estensione dei servizi fino alle ore 17.00.
- 6 luglio 2020. Riprende a pieno regime il servizio ILL/DD.
- 20 luglio 2020. Riapertura di alcune sale di lettura. Gli utenti devono prenotare la postazione ma non possono prelevare autonomamente i volumi dagli scaffali.
- 14 settembre 2020. Viene ripristinato l’orario di apertura fino alle 19.00 dal lunedì al venerdì; tutte le sale di lettura e i volumi in esse contenuti tornano ad essere fruibili con un numero di posti studio ridotto a fini di distanziamento; il prestito torna in presenza ma è necessario prenotare l’ingresso in biblioteca anche per il solo accesso al servizio informazioni. Per i posti studio sono previsti due turni giornalieri, mattina e pomeriggio. A metà giornata si effettua una chiusura di un’ora per sanificare i locali.
- 5 novembre 2020. La prenotazione del posto studio è possibile esclusivamente per l’intera giornata (“turno unico”). Si può prenotare per il giorno corrente e i due successivi. Non si effettuano chiusure intermedie. Alle ore 17.00 termina l’erogazione dei servizi bibliotecari; le sale restano aperte fino alle ore 19.00, con personale esterno di sorveglianza.
- 15 novembre 2020. La Toscana entra per la prima volta in zona rossa.
- 28 novembre - 6 dicembre 2020. Somministrazione del questionario Tu, il Covid e la biblioteca.
- 8 febbraio 2021. L’orario di apertura dei servizi bibliotecari viene ampliato fino alle 19.00.
- 6 marzo 2021. Viene esteso alle biblioteche il sistema unico di prenotazione di Ateneo, già in uso per le aule. È necessario prenotarsi sia per un posto studio, sia per l’accesso al servizio di prestito e informazioni. Per aprire i tornelli è inoltre necessario esporre il QR Code personale generato sul cellulare tramite apposito software.
- 29 marzo 2021. Causa passaggio della Toscana in zona rossa, servizi e sale riducono l’orario di apertura alle 18.00, e dal 30 marzo alle 17.30.
- 12 aprile 2021. Ampliamento dell’orario: i servizi bibliotecari terminano alle 17.30, le sale restano aperte fino alle 19.00 con servizio di sorveglianza ad opera di personale esterno.
- 19 aprile 2021. L’orario di apertura torna alla massima estensione: servizi e sale restano aperti senza ricorso a personale esterno.
- 1 luglio 2021. Riaprono servizi e sale il sabato mattina a opera di personale bibliotecario (8.30-13.30), le sole sale il lunedì, mercoledì, venerdì sera con personale di sorveglianza (19.00-23.30).
- 1 settembre 2021. Per l’accesso alle sedi universitarie, biblioteche comprese, diventa obbligatorio il Green pass. Personale incaricato controlla a campione le certificazioni di personale, studenti, fornitori, ospiti.
- 6 ottobre 2021. Il controllo del Green pass è effettuato a campione in modalità informatizzata.
- 10 novembre 2021. Aumentano i posti studio disponibili, si arriva a 649. È possibile prenotare per il servizio di prestito e informazioni, per un posto studio la mattina, per un posto studio il pomeriggio (si torna al “doppio turno”).
- 15-17 dicembre 2021. Somministrazione del secondo questionario Tu, il Covid e la biblioteca.
Studenti e Ateneo: abitudini che cambiano?
Le prime domande del questionario intendevano indagare chi fossero coloro che avevano risposto, in merito alla carriera e al modo di vivere l’università.
Sia nel 2020 che nel 2021 quasi la metà dei rispondenti frequentava un corso di laurea triennale (48%). Merita un approfondimento la bassa percentuale di afferenti alle scuole del campus universitario di Novoli servito dalla biblioteca, Economia, Giurisprudenza e Scienze politiche (57% nel 2020, 55% nel 2021). Il dato è in linea con quello relativo ai visitatori annuali, rilevato grazie al software del sistema di gestione degli accessi: nel 2020 e 2021 la percentuale di studenti visitatori unici annuali delle tre scuole diminuisce sensibilmente rispetto agli anni precedenti, a fronte di un leggero incremento degli iscritti alle scuole stesse. In diverse occasioni è stata rilevata la vocazione della Biblioteca di scienze sociali a esser luogo di studio per tutti gli studenti delle scuole dell’Ateneo, grazie in primo luogo all’ampia disponibilità di spazi e postazioni. Può darsi che il contingentamento dei posti a sedere e l’adozione di un sistema di prenotazione degli stessi abbiano dato ulteriore impulso al fenomeno, cambiando le logiche di scelta di chi semplicemente ha bisogno di un posto dove studiare materiale proprio, modificando consuetudini e conducendo lontano dalla biblioteca di afferenza. Nelle risposte alle tre domande aperte finali gli studenti hanno parlato diffusamente del sistema di prenotazione (infra), delle sue rigidità, di come fosse spesso difficile trovare un posto. Una citazione, benché estrema, rende l’idea del disagio e del disorientamento in merito: “Si è creata una situazione da clickday, in cui chi ha una connessione internet più veloce riesce ad accaparrarsi un posto, che magari non gli serve neanche per tutto il giorno oppure tutta la mattinata o tutto il pomeriggio”. Nel 2020 la percentuale di rispondenti afferente alle scuole del campus era comunque leggermente superiore rispetto al 2021: forse nell’anno del lockdown, appena tornati ai servizi pre-Covid, a frequentare la biblioteca sono stati studenti maggiormente bisognosi, rispetto a quelli dell’anno successivo, dei materiali e servizi specifici offerti. Anche la maggiore presenza di laureandi (41% nel 2020 contro il 33% del 2021), a scapito di matricole e studenti degli anni intermedi, sembra confermare questa ipotesi.
Interessante l’alta percentuale di rispondenti che ha affermato di non esser solita frequentare i corsi in presenza: 46% nel 2020, 34% nel 2021. Si tratta di studenti per i quali, in regime di didattica a distanza totale o parziale, studiare in biblioteca rappresentava l’unico modo per vivere i luoghi fisici dell’università? Nelle risposte alle domande aperte – lo vedremo in seguito – alcuni studenti affermano che è proprio la biblioteca il luogo in cui seguire le lezioni online.
Per quanto riguarda la residenza, ben più della metà dei rispondenti viveva nel Comune di Firenze (62% nel 2020, 59% nel 2021). Rilevante la percentuale dei fuori sede, studenti che hanno presumibilmente vissuto lockdown ed emergenza sanitaria, almeno in parte, lontani dai luoghi di origine (33% nel 2020, 34% nel 2021). Gli altri, i residenti nei comuni limitrofi a Firenze e i pendolari, risultano i meno presenti tra i partecipanti all’indagine, soprattutto nel 2020 (5%; 7% nel 2021), comprensibilmente, date le maggiori difficoltà di spostamento individuale causate dalla gravità della pandemia.
Studenti e biblioteca: una grande sala studio?
La seconda sezione del questionario indagava le modalità di fruizione della biblioteca.
In entrambi gli anni il 26% dei rispondenti raggiungeva la biblioteca a piedi; quanto agli altri, nel 2021 i mezzi pubblici hanno comprensibilmente riacquistato qualche punto percentuale rispetto ai mezzi privati (si passa dal 35% al 42%). Altrettanto comprensibilmente, nel 2020 più della metà dei rispondenti affermava di venire in biblioteca, dopo l’ingresso della Toscana in zona rossa, di meno (26%) o non più (38%); nel 2021, con la Toscana ormai in zona bianca dall’estate, prevalevano invece coloro che venivano più frequentemente (39%) o come prima (20%) o che dichiaravano di avere iniziato proprio durante il periodo Covid (14%).
Sia nel 2020 che nel 2021 i rispondenti venivano in biblioteca, soprattutto per concentrarsi meglio (34% nel 2020, 35% nel 2021), ulteriore conferma del diffuso utilizzo della stessa quale luogo di studio individuale. Sempre in merito alla domanda Per quale motivo vieni in biblioteca? nel 2020, rispetto al 2021, le risposte A casa non ho una situazione adeguata e Ho bisogno di consultare e/o prendere in prestito materiale della biblioteca raccoglievano più consensi: si conferma l’ipotesi che nel 2020 abbiano frequentato maggiormente studenti motivati da bisogni più urgenti. All’opposto, raccoglievano più consensi nel 2021 rispetto al 2020 le risposte I miei amici vengono qui e È un modo per uscire di casa: evidentemente nel 2021 si viveva socialità e frequentazione della biblioteca con più rilassatezza (Figura 1).
Nel caso della domanda su quali servizi si è usufruito (Figura 2), il tasso di risposta sembra più parlante delle risposte stesse: 63% nel 2020, solo 48% nel 2021. Sono in massima parte gli appartenenti alle scuole del campus i responsabili di questa variazione: nel 2020 non risponde il 29%, nel 2021 ben il 45%. Si può dedurre anche in questo caso che il bisogno dei servizi specifici della biblioteca fosse più pressante nel 2020, anno del lockdown; e inoltre che, anche tra gli studenti del campus, sia poi cresciuta la presenza di quelli che hanno fatto uso della biblioteca come semplice aula studio, forse anche a seguito della riduzione del distanziamento e del conseguente incremento dei posti disponibili a novembre 2021. Entrando nel merito delle opzioni di risposta scelte, i rispondenti del 2020 utilizzavano prestito e consultazione in minor misura rispetto a quelli del 2021 (41% contro il 49%), il che non stupisce dato l’orario di apertura ridotto. Colpisce invece quanto rilevato sui corsi online, servizio utilizzato più del doppio dai rispondenti del 2020 rispetto al 2021 (9% rispetto a 4%): forse gli studenti si riferivano non solo ai corsi strutturati organizzati dalla biblioteca ma anche ai tanti tutorial e guide messi online dal Sistema bibliotecario a partire dal lockdown, oppure più probabilmente – lo abbiamo già visto – alla didattica a distanza; le risposte in questo senso provengono infatti anche da non iscritti alle scuole delle scienze sociali.
L’alto punteggio riportato dall’opzione Fornitura online di articoli (13% nel 2020, 14% nel 2021) è in linea con i dati statistici di uso del servizio che, promosso e incrementato dall’inizio della pandemia con la chiusura al pubblico, è continuato a crescere nel 2021 nonostante la ripresa dell’orario pre-Covid e la capienza piena. Uno studente di Scienze politiche, in risposta all’ultima domanda aperta del questionario, nel 2020 arriva a suggerire quanto segue: “Non sarebbe male se la biblioteca operasse una scannerizzazione sistematica dei libri/ documenti al fine di poterli ‘prestare’ online, in modo da permettere alle persone di usufruirne molto più comodamente […]. Sempre che la legge lo consenta ovviamente”.
Considerato il diffuso utilizzo della biblioteca come luogo di studio individuale, si è voluto chiedere agli studenti se utilizzassero l’apposita sala studio situata a pochi metri di distanza, all’interno del campus, nell’edificio D14: ben due terzi dei rispondenti affermava di non utilizzarla (65% nel 2020, 66% nel 2021). Il fatto che venissero in biblioteca per lo più per concentrarsi meglio può in parte costituire una spiegazione, data la sensazione diffusa che la sala del D14 sia utilizzata anche per lo studio di gruppo e per ripetere a voce alta, il tutto al momento impossibile in biblioteca data l’assenza di spazi dedicati. Nelle risposte alle domande aperte alcuni studenti lamentavano appunto l’assenza di questi spazi, così come l’assenza di un’area break con distributori di cibo e bevande, presente invece anch’essa nella sala del D14. Molti studenti apprezzavano tuttavia – approfondiremo più avanti – il comfort della biblioteca, in particolare proprio il silenzio: sembra che D14 e Biblioteca di scienze sociali rispondano a esigenze di studio diverse. Restando in tema di frequentazioni alternative, nel 2020 il 43% degli studenti che ha compilato il questionario affermava di frequentare con assiduità, prima del passaggio della Toscana in zona rossa, biblioteche non universitarie; nel 2021 le frequentava solo il 22% (Figure 3 e 4). In zona rossa le biblioteche pubbliche fiorentine erano chiuse al pubblico; il confronto tra i due anni induce a pensare che la Biblioteca di scienze sociali abbia acquisito utenti che, benché studenti dell’Ateneo, in precedenza avevano preferito biblioteche non universitarie: un’iniziale scelta obbligata ha dato origine poi in qualche misura a un processo di fidelizzazione?
Studenti e Covid, tra senso di sicurezza e fastidio
La terza sezione del questionario entrava nel vivo della questione Covid chiedendo in modo diretto di esprimersi in merito alle misure di prevenzione adottate, alla facilità di reperimento di informazioni attraverso il sito web, all’attenzione del personale, al senso di sicurezza percepito.
La domanda sul sito traeva origine da una delle prime azioni intraprese dal Sistema bibliotecario nel 2020 con il lockdown: investire massicciamente sul web come luogo di incontro con gli utenti, per informarli tempestivamente dei cambiamenti in atto e fornire loro risorse e assistenza. Nel 2021 la domanda assumeva una valenza nuova: il 15 dicembre veniva pubblicato un nuovo sito, adeguato al layout sviluppato in Ateneo in ottica mobile first; poiché il questionario è rimasto aperto appunto dal 15 al 25 dicembre, le risposte possono essere in parte interpretate come un giudizio sulla novità introdotta. Nel 2020 la soddisfazione media, su una scala da 1 a 5, risultava 3,8; nel 2021 scendeva a 3,5; nell’anno del lockdown gli studenti sembrano aver apprezzato e premiato lo sforzo comunicativo del Sistema bibliotecario, riconoscendone l’importanza data la difficoltà, talvolta l’impossibilità, di incontrare fisicamente i bibliotecari. Il sistema di prenotazione e in generale i requisiti di accesso alla biblioteca (Green pass, QR code personale generato con l’app QR Access di Ateneo) costituiscono un tema molto sensibile, come vedremo diffusamente analizzando le risposte alle domande aperte. Nel marzo 2021 il sistema elaborato ad hoc dai Library manager SBA è stato sostituito da quello unico di Ateneo, adottato per le aule una volta ripresa la didattica in presenza, ma rivelatosi poco flessibile per le esigenze delle biblioteche: si può prenotare solo per i due giorni successivi, non per la giornata in corso; il venerdì non è possibile prenotare per il lunedì. Sul gradimento le risposte non lasciano adito a dubbi: nel 2020 il 70% delle risposte era positivo e la soddisfazione media corrispondeva a 3,9; nel 2021 le risposte positive scendono al 40% e la soddisfazione media a 3,0.
Tema altrettanto sensibile e dibattuto è quello toccato dalla domanda sulla sensazione provata quando il personale della biblioteca sollecita a rispettare le misure di sicurezza (uso della mascherina, distanziamento). Il tasso di risposta è molto alto (97% nel 2020, 99% nel 2021). Per i più “sembra doveroso” (93% nel 2020, 90% nel 2021) benché nel 2021 siano aumentati leggermente gli “infastiditi”, indice di maggiore insofferenza nel secondo anno di pandemia. Un buon numero di studenti ha sentito la necessità di utilizzare la voce Altro per precisare opinioni per le quali non sono state percepite come sufficienti le poche, volutamente scomode opzioni offerte: Mi sembra doveroso, Mi sento infastidito, Altro. Alcuni lamentavano l’eccessivo zelo dei bibliotecari; si parla di “esagerazione”. Nel 2020 qualche espressione è stata anche più forte: “aggressività”, “mancanza di rispetto”, “scortesia”, “insistenza”. Altri si lamentavano della scarsità o addirittura mancanza di controlli. Ricorrono proposizioni avversative: “Lo trovo giusto ma talvolta un po’ esagerato”, “mi sento infastidito ma capisco che sia doveroso”. Evidentemente le risposte dipendono dallo stile del personale in servizio e dalle opinioni degli utenti; tradiscono tuttavia nel complesso, nel primo anno di emergenza, maggiore emotività da entrambe le parti.
Anche per le restanti tre domande della sezione, che puntano dritte alla questione prevenzione Covid, il tasso di risposta è molto alto, dal 97% al 99%. I più ritenevano adeguate le misure adottate in biblioteca (92% nel 2020, 87% nel 2021), e al suo interno si sentivano al sicuro (92% nel 2020, 95% nel 2021). L’incremento della percezione di sicurezza nel 2021 dipende senza dubbio anche dall’andamento della pandemia; la concomitante diminuzione dell’apprezzamento delle misure adottate sembra da intendersi nel senso che le si trovavano ormai eccessive. Anche la valutazione complessiva della risposta della biblioteca all’emergenza Covid nel 2021 ottiene un punteggio, sempreché positivo, minore rispetto al 2020 (3,8 contro 4,2). In risposta alla domanda aperta n. 21 uno studente arrivava ad affermare: “La biblioteca deve essere aperta e accessibile senza prenotazione, senza Green pass, senza mascherina da seduti. L’emergenza ha rotto i ‘cosiddetti’”.
A tema libero: aspetti positivi, negativi, suggerimenti
Le domande aperte del questionario chiedevano di elencare fino a tre aspetti, rispettivamente positivi e negativi, della Biblioteca di scienze sociali, e di esprimere suggerimenti. Il tasso di risposta nel 2020 è stato ben superiore per tutte e tre le domande: nel primo anno di emergenza sanitaria, dopo lockdown e chiusure, con le sale studio riaperte da poco, era più vivo il bisogno di apprezzare, criticare, in ogni caso partecipare.
Domande aperte: tasso di risposta |
||
Domanda |
2020 |
2021 |
N. 20. Indica fino a tre aspetti positivi della Biblioteca di scienze sociali |
57% |
31% |
N. 21. Indica fino a tre aspetti negativi della Biblioteca di scienze sociali |
47% |
29% |
N. 22. Hai suggerimenti? |
36% |
22% |
Sicurezza e misure anti-Covid
Il tema delle misure anti-Covid adottate in biblioteca dalla prima alla seconda rilevazione perde importanza: nel 2021 i commenti totali sono più che dimezzati, andamento che sembra suggerire un segnale di (bisogno di) ritorno alla normalità; quelli negativi, tuttavia, diventano quasi il doppio rispetto ai positivi, situazione ben diversa dal 2020 quando i positivi corrispondevano a quasi il triplo dei negativi. In entrambi gli anni gli aspetti negativi riguardano soprattutto, più che l’adozione di regole da parte della biblioteca, il loro mancato rispetto da parte degli utenti e i relativi scarsi controlli. Per alcuni la biblioteca era “sicura”, “attenta” e “rispettosa” di norme quali il distanziamento e l’uso della mascherina; “rispetto che nelle aule studio spesso non c’è”, aggiungeva uno studente nel 2021, suggerendo un ulteriore motivo per preferire la biblioteca alla sala studio dell’edificio D14. Le criticità, rilevate dalla lettura dei commenti negativi e dei suggerimenti, comprendevano il mancato distanziamento ai tavoli collettivi, l’insufficiente aerazione, la scarsità di distributori di gel disinfettante (due studenti suggerivano di disporne sulle postazioni in modo da autogestire la sanificazione, come osservato presso altri atenei), ma anche l’utilizzo della mascherina da seduti (“studiare con la mascherina non va bene perché il corpo introduce meno ossigeno e il cervello non si concentra”), il divieto di utilizzare gli ascensori (fatto che alcuni interpretavano come malfunzionamento e non come conseguenza dell’applicazione del protocollo anticontagio), persino l’introduzione della capienza al 100% che “è meno sicura”.
Dal 2020 al 2021 crolla l’utilizzo dei termini “sanificazione” e “igienizzazione”: il focus è sui problemi del ricircolo dell’aria e dell’utilizzo delle mascherine, in linea con quanto comunicato dai mezzi di informazione circa le modalità di trasmissione del virus.
Sistema di prenotazione, regole di accesso e capienza
Sul sistema di prenotazione e in generale sul complesso di norme che regolano l’accesso in biblioteca il giudizio negativo degli studenti emerge con forza. Nel 2020 i commenti positivi non arrivavano al 3% dei commenti positivi totali raccolti con la domanda 20, quelli negativi andavano già ben oltre il 30%. Critiche e suggerimenti partivano spesso dall’insoddisfazione per il comportamento di altri studenti: l’assegnazione del posto non rispettata, l’assenteismo di chi prenota ma non viene in biblioteca lasciando il posto inutilizzato, il mancato controllo sugli assenteisti, la necessità di introdurre forme di sanzione e di rendere disponibili per altri le postazioni lasciate libere, la biblioteca “mezza vuota” con riferimento implicito sia agli assenteisti che al distanziamento. Nel 2021 gli aspetti positivi rappresentavano solo il 5% dei totali elencati tra le risposte alla domanda 20; quelli negativi arrivavano al 47%, i suggerimenti al 57%, spesso con indicazioni precise e dettagliate su possibili soluzioni. A seguito dell’introduzione del sistema di prenotazione unico di Ateneo, che presentava maggiori rigidità rispetto al precedente, la critica diventava globale e abbracciava ogni possibile aspetto: oltre ai già citati, la necessità di prenotare come disposizione non condivisa, la difficoltà tecnica di trovare posto, le tempistiche prestabilite (orari e giorni di anticipo), l’impossibilità di scegliere il posto, la divisione nei due turni della mattina e del pomeriggio (dal 10 novembre 2021), le nuove modalità di accesso ai tornelli. Il tema del sistema di prenotazione e delle regole di accesso ispirava alcune delle manifestazioni di indignazione e malcontento più incisive dell’indagine 2021: “I ‘furbetti del QR Code’ è un’accusa di una gravità inaudita fatta contro studenti che violano regole fatte male, che violano ogni principio di buona amministrazione, per il solo fatto che vogliono studiare. Il diritto allo studio [è ciò che] rivendicano i furbetti del QR Code, e anche se non ho mai prestato il mio QR Code a nessuno mi sento di giustificare gli altri che lo hanno fatto”; “Da punire sono quelli che non si mettono la mascherina correttamente, non chi si scorda di prenotare tre giorni prima a mezzanotte perché ha sonno. Unifi è stata una delusione durante la pandemia, non un euro in meno e servizi ovviamente peggiorati”.
La biblioteca come luogo di socialità
“L’obbligo di prenotazione […] distrugge molti aspetti importanti della vita universitaria, tra cui la possibilità di essere spontanei, e limita la costruzione di nuove conoscenze. Non mi posso unire all’ultimo [momento] in biblioteca con qualcuno che ho appena conosciuto. Siamo costretti a scambiarci i contatti e comunicarci l’intenzione di voler andare insieme in biblioteca con TRE giorni di anticipo. Ciò è praticamente impossibile che accada. Soprattutto all’inizio, le relazioni interpersonali si basano proprio sulla spontaneità del momento”. A dispetto di questa protesta vivace, da parte di una studentessa della triennale nel 2021, e nonostante la sollecitazione contenuta nelle opzioni di risposta della domanda Per quale motivo vieni in biblioteca?, il tema della socialità è il meno presente nello spazio di espressione libero offerto ai rispondenti. Nel 2020 i pochissimi commenti, solo positivi, parlavano di “socializzazione”, “compagnia”, studio di gruppo o con aiuto reciproco, “amici”; nel 2021 il tema scompare quasi del tutto, confermando l’impressione che in questa fase la socialità fosse percepita meno come un problema e che venisse messa meno in relazione con la vita all’interno dell’istituzione.
Orario di apertura
Anche il tema dell’orario di apertura conta numeri assoluti piuttosto bassi, nel 2021 più che dimezzati rispetto all’anno precedente; il suo impatto, nel 2020, sui commenti totali negativi raccolti con la domanda n. 21 risulta tuttavia quasi tre volte maggiore di quello sui totali positivi raccolti con la domanda n. 20.
A dispetto di alcune manifestazioni di gratitudine per aver comunque garantito l’apertura in un momento così delicato dell’emergenza, nel 2020 l’opinione prevalente restava quella di un orario eccessivamente contratto rispetto alle necessità; in diversi segnalavano il mancato allineamento con l’inizio delle lezioni a distanza, con la conseguente perdita della prima mezz’ora per chi non avesse una buona connessione da casa o comunque una situazione abitativa consona alla concentrazione. Nel 2021 il rapporto tra commenti positivi e negativi migliorava leggermente. La metà esatta dei positivi riguardava l’apertura fino alle 23.30 nei giorni dispari; i negativi ruotavano attorno a preferenze personali quali l’apertura dei serali di martedì e giovedì, il sabato pomeriggio, la domenica. Degni di menzione il suggerimento di chiudere alle 2.00 di notte (bramosia di recuperare il tempo perduto?) e, come alternativa al prolungamento dell’orario della biblioteca, quello di mettere a disposizione per lo studio “aule” (quelle dove si fa lezione?). Nonostante i rispondenti 2021 avessero assistito al ritorno quasi completo alla situazione pre-Covid, pesa l’aspettativa di un ritorno totale alla situazione pre-Covid, talvolta di un suo superamento, nonostante il permanere dell’emergenza.
Comfort degli ambienti
A parte la centralità del tema Covid, in fatto di aspetti positivi in entrambi gli anni gli studenti non hanno potuto fare a meno di parlare ampiamente di tutti quei fattori che insieme vanno a definire la Biblioteca di scienze sociali un luogo confortevole. Il comfort degli ambienti rappresenta la categoria in assoluto più ricca di commenti dell’indagine, in massima parte appunto positivi. Pur nella diversità delle voci gli argomenti specifici toccati costituiscono altrettante conferme di precedenti studi: erano molto apprezzati la luminosità, la bellezza, gli spazi. Il silenzio risultava più apprezzato nel 2020, forse perché i posti a sedere erano contingentati, rispetto al 2021 quando i posti disponibili sono stati incrementati; non a caso nel 2021 era maggiore il numero di rispondenti che si lamentava del rumore provocato da altri utenti, dallo sbattere delle porte, persino dal personale bibliotecario. Altra conferma rispetto a studi precedenti è rappresentata dall’ambiguità dei giudizi sulla temperatura, un problema strutturale, mai risolto in modo definitivo: alcuni la indicavano tra gli aspetti positivi, un po’ di più tra i negativi; tra questi ultimi, alcuni si lamentavano per il troppo freddo (entrambe le indagini si sono svolte in inverno), una minoranza per il troppo caldo, per altri le temperature non erano adeguate alla stagione sia in inverno che in estate, per altri ancora in biblioteca convivevano zone fredde e zone calde.
Collezione e servizi
In confronto al numero di considerazioni sugli ambienti, quello su collezione e servizi sembra ben poca cosa. Nel 2020 ma ancor più nel 2021 i commenti positivi superano i negativi e i suggerimenti. La soddisfazione riguarda quasi in egual misura l’ampia offerta di risorse bibliografiche e documentarie e il catalogo da un lato, i servizi relativi all’infrastruttura tecnologica dall’altro (lampade e prese di corrente sulle postazioni in primis, occasionali accenni al wi-fi, all’autoprestito, al servizio di stampa, persino alla postazione Bloomberg). In modo analogo, i commenti negativi sono egualmente distribuiti tra infrastruttura tecnologica e regole del prestito, queste ultime per motivazioni varie, in parte probabili conseguenze del continuo susseguirsi di procedure diverse per tutta la durata dell’emergenza. Significativo il fatto che la ricchezza del patrimonio librario sia stata apprezzata nella maggior parte da studenti delle tre scuole del campus. Ragionevolmente è possibile attribuire i numerosi commenti sull’infrastruttura tecnologica a chi fa utilizzo della biblioteca anche o soltanto come luogo di studio.
Pulizia degli ambienti, ubicazione e logistica, personale bibliotecario, la biblioteca come organizzazione
Le restanti categorie individuate sono scarsamente rappresentate nelle considerazioni degli studenti. I pochi che hanno parlato di pulizia degli ambienti lo hanno fatto per lo più per apprezzarla. Commenti in maggioranza positivi sono stati raccolti anche per l’ubicazione della biblioteca e i servizi disponibili nei dintorni (negozi, mensa, parcheggi), molto più apprezzati nel 2021 che nel 2020, divario che sembra segnalare, ancora una volta, una maggiore attenzione per aspetti della quotidianità distanti dalle prime fasi dell’emergenza. Mentre nel 2020 tra i commenti negativi ricorreva la lontananza della biblioteca dal centro, la facilità con cui è possibile raggiungerla è il fulcro dei tre quarti dei commenti positivi del 2021: la percezione della distanza, nel contesto di mobilità ridotta conseguente all’ingresso della Toscana in zona rossa, aveva un impatto psicologico diverso? Sono pochi anche i commenti sul personale, con prevalenza di quelli positivi. Ricorre l’apprezzamento per la disponibilità, la gentilezza, la competenza e la professionalità; le criticità emergono da rilievi estremamente eterogenei, non privi di richiami al problema della sorveglianza nelle sale e alle relative modalità di approccio agli utenti.
Anche i pochi commenti sull’organizzazione della biblioteca e la sua gestione sono in prevalenza positivi. Una carrellata di aggettivi per concludere: la Biblioteca di scienze sociali è decisamente “organizzata”, ma anche “ben gestita”, “efficiente”, “funzionale”, “attrezzata”, “pratica”, “ben curata e in ordine”, “ben strutturata”, “ben predisposta”, “efficace”, “corretta e veloce”, “tecnologica”, “fruibile”, persino “affidabile”, quasi che fosse una persona.
In conclusione
Lo stato di emergenza è terminato il 31 marzo 2022. Dal 1° aprile tutte le sedi del Sistema bibliotecario di Ateneo sono tornate accessibili senza necessità di prenotazione. Dal 13 giugno la Biblioteca di scienze sociali è tornata alla massima estensione dell’orario di apertura, comprensiva dello studio in sala in tutti i serali da lunedì al venerdì e il sabato pomeriggio fino alle 19.00, con sorveglianza a opera di personale esterno. La mascherina all’interno non è più obbligatoria ma solo raccomandata dal 16 giugno. Non siamo tuttavia tornati, senza dubbio, al punto di partenza. La biblioteca, intesa come l’insieme delle persone che la compongono, personale e utenti, non è più la stessa: gli studenti che hanno voluto partecipare alle due indagini hanno dato mostra di un’evoluzione in fatto di abitudini, utilizzo della biblioteca, opinioni, che merita di continuare ad esser monitorata; i bibliotecari, reduci dall’ingrato ruolo di sorveglianti dell’osservanza delle misure anti-Covid nelle sale, sentono il bisogno di mettersi in ascolto, trarre le conseguenze dei feedback raccolti.
Leggendo i risultati delle due indagini si ricava la sensazione che la Biblioteca di scienze sociali abbia svolto, a fine 2020, un ruolo importante, che gli studenti le hanno riconosciuto: accogliere prontamente chi dopo il lockdown ha avuto bisogno delle sue collezioni e servizi, magari per completare la tesi di laurea, offrire un luogo di studio a chi a casa non aveva le condizioni adeguate, a iscritti ad altre scuole, a chi abitualmente frequentava in precedenza biblioteche pubbliche, anche per seguire semplicemente la didattica a distanza; e gli studenti al suo interno si sono sentiti al sicuro. A fine 2021 gli echi peggiori della pandemia sono ormai lontani e sembra prevalere il desiderio di ritorno alla normalità. La biblioteca, che ha dovuto continuare ad applicare protocolli percepiti come eccessivi nonché regole e sistemi di accesso che nel corso dell’anno sono diventati persino più rigidi, ne esce riportando un risultato, in fatto di misure anti-Covid, peggiore in generale, in alcuni casi accompagnato da manifestazioni a dir poco palesi di fastidio. Probabilmente, in alcuni casi, il rapporto di fiducia si è incrinato ed emerge la consapevolezza della necessità di recuperarlo su nuove basi. È rimasta comunque ferma nei rispondenti la sensazione di sicurezza percepita ed è confermato, nonostante tutto, l’alto gradimento per quegli aspetti della vita in biblioteca indipendenti dalla pandemia: il comfort, le collezioni, la posizione e l’organizzazione della struttura. Alcuni studenti hanno concepito l’indagine; un buon numero di studenti ha voluto partecipare offrendo, anche al di là di quanto sopra sintetizzato, tanti singoli spunti di riflessione e suggerimenti eterogenei, dagli spazi per studiare in gruppo, alla segnaletica, all’accoglienza delle matricole, e molto altro ancora. È emerso comunque con forza quanto gli studenti, probabilmente a differenza di altre tipologie di utenti universitari, abbiano bisogno di spazi di studio e di condivisione anche in considerazione di eventuali condizioni abitative disagevoli e dell’importanza dello studiare assieme, come osservato anche in occasione del Convegno delle Stelline. E la riorganizzazione degli spazi è appunto uno dei punti attualmente all’ordine del giorno della biblioteca. Gli studenti contribuiscono alla progettualità 2022, anche per noi “anno zero”.