N.3 2022 - Biblioteche oggi | Aprile 2022

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Dante a porta sole. Dai manoscritti a Dante pop

Maria Gioia Tavoni

mariagioia.tavoni@gmail.com

Abstract

Recensione di Maria Gioia Tavoni al libro Dante a porta sole. Dai manoscritti a Dante pop, a cura di Margherita Alfi, Francesca Drauso e Paolo Renzi, Perugia, Bertoni, 2021, 219 p. con l’appendice Tavole n.n.

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Leggendo, ascoltando, vedendo ciò che è stato oggetto di manifestazioni per onorare i settecento anni della morte di Dante Alighieri, si può già dire, senza tentare un bilancio complessivo, che il padre della nostra lingua, il poeta che interpreta una morale di salvezza, additando la via maestra ai propri ascoltatori e lettori, è stato oggetto di ricordo, nel senso più pieno del termine, in moltissimi centri italiani, di cui tre sono le città gli hanno dedicato l’intero anno in memoria. Le tre città nell’ordine sono: Firenze, dove l’Alighieri è nato, Ravenna, dove, esule pellegrino, ha chiuso gli occhi per sempre, e Perugia, per essere stata un transito, un luogo ricco di storia e di presenze altamente significative, come peraltro lo è ancora.

Se fosse avvenuto ciò che ha portato a raffinare le ricerche ed evitare sovrapposizioni per un altro importantissimo anniversario, quello di Aldo Manuzio il vecchio (1449? -1515) che, grazie a un panel, uscito in apertura dell’anniversario della morte (2015), ha permesso di cogliere le molte iniziative non solo italiane in cantiere, sarebbe ora più facile tentare un primo bilancio dell’anno dedicato a Dante. E sarà difficile ancora per diverso tempo, benché l’anno sia concluso: si succedono infatti diverse manifestazioni con novità espositive e di “scrittura”, nella duplice modalità, sia online sia finalmente in presenza, con rigorosa osservanza delle direttive ministeriali.

Non si dovrà mai dimenticare che queste celebrazioni dantesche hanno coinciso con la pandemia, a seguito del diffondersi su larga scala del Covid19, con colpi di coda inaspettati, e che pertanto ciò che è stato fatto è pur sempre motivo di encomio per le difficoltà di agire nel lasso di tempo non breve e, a dir poco, tormentato, in cui esse sono germinate e hanno avuto luogo.

Tutte le manifestazioni dantesche a Perugia hanno goduto e godono del patrocinio MiBACT- Comitato Nazionale Celebrazioni 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, e tutte sono frutto del progetto "Dante in Umbria", che vede fuse numerose istituzioni e altrettanti numerosi enti.

Al termine dell’anno dedicato al settecentesimo anniversario della morte dell’Alighieri, a Perugia ha chiuso la mostra Dante a Porta Sole. Dai manoscritti a Dante Pop, il cui catalogo, molto ben impostato anche graficamente, è uscito a cura di tre bibliotecari della Biblioteca Augusta, Margherita Alfi, Francesca Grauso, Paolo Renzi, armati sia nella specificità del lavoro bibliografico che culturalmente. 

Tutto il percorso bibliografico rivela ottima conoscenza e grande professionalità di tutti i bibliotecari che hanno dato vita all’esposizione, favoriti anche dal collante che si è venuto a creare fra loro e i docenti dell’Università degli studi di Perugia. 

Prima ancora di entrare nelle sezioni con brevi flash, trovo importante dedicare un accenno a come è “vestito” il catalogo, sia per la sua copertina, sia per le partizioni interne al volume, giocate tutte su un azzurro acceso, una tonalità che ricorda alcune versioni del magico colore di Van Gogh, immagine e colore desunti da frammenti di un manoscritto miniato. In copertina, infatti, si staglia netto un particolare di Dante all’Inferno (I Canto) con la mano e il dito puntati verso le fiere, immagine che lascia ampio spazio all’immaginazione per qualunque altrove che si voglia vedere.

Il percorso della mostra parte dall’XI canto del Paradiso, in cui Dante introduce san Francesco d'Assisi, regalandoci una descrizione del paesaggio circostante e dello specifico colle di Porta Sole che sovrasta la città, illuminata dai raggi del sole, dove ha sede la Biblioteca comunale Augusta e da dove prende origine il titolo del catalogo. 

È quasi scontato ricordare che non lontano dal capoluogo umbro, a Foligno, fu data in luce la princeps della Comedia l’11 aprile del 1472, con la sottoscrizione del prototipografo tedesco Johann Neumeister ed Evangelista Angelini di Trevi, ma dimorante a Foligno.

Dante a Porta Sole ricorda e sottolinea non solo questo dato con l’esposizione di lacerti di un esemplare dell’importantissimo e raro incunabolo, ma rivela il ricco percorso codicologico che ha portato alla esposizione, segnando anche gli anni precedenti e successivi alla princeps, cominciando dalla sezione dei preziosi codici delle opere di Dante presenti nei fondi della Biblioteca Augusta, seguiti da altre numerose testimonianze dei secoli successivi.

Fiore all'occhiello dell'esposizione sono i tre codici del XIV secolo della Commedia posseduti dalla biblioteca; così come sono importanti pure gli Opera omnia di Dante, frutto dei torchi di Antonio Zatta, che a Venezia li stampò nel 1757-1758. Aperti i codici e i volumi a stampa prevalentemente alle carte e alle pagine illustrate, sono ancora una volta le immagini a presentarci e a permetterci di seguire come si snoda il viaggio di Dante, còlto nel suo faticoso peregrinare.

Precise e dettagliate risultano le didascalie, o meglio le schede a corollario di tutte le opere esposte con un intervento short-title iniziale e una più minuziosa descrizione successiva, lumeggiata, sia per gli incunaboli sia ancora per le cinquecentine, dall’indicazione dei maggiori repertori che contemplano tali edizioni. Tutte le pagine esposte svelano ai profani la straordinaria ricchezza di una biblioteca conosciuta prevalentemente da addetti ai lavori.

Va inoltre ricordato che nell’occasione della mostra sono stati esposti vari frammenti danteschi conservati in alcuni archivi umbri, prestatori lungimiranti. Sono frammenti che da un lato facilitano la comprensione delle tappe dell’opera dantesca, dall’altro consentono di coglierne l’utilizzo nel libro manoscritto come riuso e rinforzo dei fascicoli e come materiale per le legature. È così che i lacerti danteschi sono potuti giungere "inconsapevolmente" fino alle teche della mostra perugina. Quello del riuso delle carte dei manoscritti, in termini meramente utilitaristici, è un argomento su cui si dibatte ancora circa le cause e le ragioni che hanno portato a un tale utilizzo. 

A coronamento del progetto “Dante in Umbria”, l’aver dedicato nel catalogo uno spazio per le tante occasioni che a Perugia si sono succedute con anche diversi appuntamenti riservati ai giovani, ha permesso all’iniziativa di configurarsi doppiamente encomiabile. Basti pensare che la mostra si apre con una folta bacheca destinata alle pubblicazioni Pop, così come sono state intese diverse proposte editoriali contemporanee, per catturare l’interesse anche dei più giovani visitatori.

Il catalogo è memoria illuminante, non solo per le sezioni dedicate alle opere di e su Dante esposte, ma anche perché riferisce in sezioni opportunamente scandite da carte a divisione sempre del codice utilizzato per la copertina, su altre numerose iniziative che hanno potuto verificarsi con i crismi dell’ufficialità, sebbene a porte chiuse. Tutta la resa del progetto “Dante in Umbria” si deve alla consolidata e forte sinergia fra istituzioni dello Stato ed enti locali, in primis fra l’Assessorato alla Cultura del Comune di Perugia, l’Università degli studi con l’attivissimo docente Carlo Pulsoni, ordinario di Filologia romanza, e all’apporto della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell'Umbria.

Molti altri spunti si ricavano dalla parte del catalogo che ricorda i successivi percorsi danteschi rispetto alla parte espositiva: Dante e la storia cinematografica della Commedia; l’immaginario mitologico dantesco e persino una lettura fantasy, chiudendo con le note sull’economia di Dante interpretate da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia. Un Dante inesauribile fonte d’ispirazione per ogni espressione immaginifica e artistica della cultura italiana e non solo, come testimonia l’artista newyorkese George Cochrane, un “amanuense” dei nostri tempi che ha ricopiato, da codici autorevoli, tutte e tre le Cantiche, e le ha chiosate con i suoi inconfondibili disegni, creando dei facsimili per collezionisti, ma utilizzabili pure per particolari studi.

La mostra ospitata nella Biblioteca Augusta è stata, come si è accennato, parte di un progetto molto più ampio che ha riguardato l'universo dantesco, in grado di offrire all'intera città coinvolta molteplici incontri a tema. Per celebrare il centenario dantesco, Perugia non ha infatti allestito solo la mostra della Biblioteca Augusta, ma pure Dante nella biblioteca di Aldo Capitini, dedicata al filosofo definito “il Gandhi italiano”, sondaggio di una raccolta privata esposta alla Biblioteca di San Matteo degli Armeni, e Charun demonio e l’immaginario mitologico dantesco, ospitata nel Museo archeologico nazionale dell’Umbria, esposizione anch’essa resa possibile per la forte coesione fra le istituzioni: la Galleria nazionale dell’Umbria, il Comune di Perugia, l’Università degli studi, l’Accademia di belle arti, la Società bibliografica toscana, il Rotary International Fellowship of old books e il Rotary Club, sempre del capoluogo umbro. Un racconto per immagini, così è stato definito questo particolare percorso dantesco, a partire dai miti medievali fino all’età contemporanea, attraverso testimonianze archeologiche e bibliografiche.

Oltre al catalogo a stampa che dà conto della miniera bibliografica nell’Augusta, con pagine dedicate alle altre espressioni contemplate nel progetto umbro dantesco, le iniziative perugine che hanno celebrato Dante restano custodite grazie anche al digitale che le ha riprese e le conserva. Resta l’ultima visita guidata del 4 febbraio 2022, ora disponibile su YouTube, alla mostra della Biblioteca Augusta, avvenuta in streaming e condotta con grande competenza da una delle curatrici del catalogo, Francesca Grauso, oltre a quella dell’apertura del 2021.

Restano inoltre molte fasi del progetto e delle sue realizzazioni per l’anno dantesco perugino in altri vari luoghi del web e nella rivista online “Insula Europea”. Contro le peggiori e temute calamità del digitale, resta il bel catalogo che ha permesso questo ricordo. La carta, nonostante le più pessimistiche previsioni anche di Eco, continua a non deluderci.