La Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia come esempio di sostenibilità
miriampellegrini@hotmail.it
Un’introduzione alla ricerca.
Ultima consultazione dei siti web: 21 dicembre 2022. Un ringraziamento doveroso va alla direttrice della Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia Gabriella Berardi e a tutto il personale per la disponibilità, l’accoglienza e la professionalità dimostrata in occasione della ricerca.
Abstract
L'articolo presenta i risultati di una ricerca sulla Biblioteca Magna Capitana di Foggia, il cui l’obiettivo era misurare e valutare in modo diretto la sostenibilità delle biblioteche e il loro contributo allo sviluppo sostenibile. Per svolgere la ricerca è stato utilizzato un approccio valutativo misto che ha combinato diversi metodi e tecniche, come i dati statistici e gli indicatori di performance, i questionari, le interviste qualitative e le osservazioni
English abstract
The paper presents the results of a research about the Magna Capitana Library of Foggia. Research goal was to concretely measure and evaluate library sustainability and its contribution to sustainable development. A mixed evaluative approach was used which combined different methods and techniques such as statistical data and performance indicators, questionnaires, qualitative interviews and observation.
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Dalla crisi climatica all’emergenza pandemica fino alle tensioni geopolitiche dovute all’invasione dell’Ucraina, stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti a livello globale. Anche l’approvvigionamento energetico e alimentare sono stati messi in crisi, provocando il rincaro dei prezzi e, conseguentemente, l’aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali. Queste tensioni ci hanno portato a rivalutare le energie rinnovabili, ad esempio, e a dare più peso ai temi della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile. Infatti, anche in Italia, sono state attuate politiche di sensibilizzazione e informazione per poter condurre il Paese sulla via dello sviluppo sostenibile, inteso come processo da attuare in una triplice accezione: economica, ambientale e sociale.
Da queste riflessioni è scaturita la necessità di dimostrare che non solo abbiamo bisogno di istituzioni, come le biblioteche, che ci educhino alla sostenibilità, ma di forze politiche che orientino gli investimenti pubblici in questa direzione. Il modo migliore per far sì che questo possa concretizzarsi anche nel mondo delle biblioteche è dimostrare il valore che esse hanno per gli utenti e la comunità tutta e, in particolare, il loro impatto in termini di sostenibilità. Quanto può essere sostenibile una biblioteca? Come comunica i principi della sostenibilità ai suoi utenti? Quanto impatta sulla loro vita? Queste sono alcune delle domande che hanno guidato la ricerca sul campo che ha avuto come oggetto la Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia.
L’importanza dell’Agenda 2030
Da oltre trent’anni il concetto di sviluppo sostenibile è entrato a far parte delle nostre vite, trovando la sua massima espressione nell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, operativa dal 1° gennaio 2016. Una delle sfide più importanti dell’Agenda 2030 consiste nel raggiungimento dei Sustainable Development Goals (SDGs), ossia 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, da centrare entro la fine di questo decennio. Sicuramente una sfida ambiziosa che le biblioteche non hanno ignorato. Tutti gli obiettivi dell’Agenda riguardano da vicino il mondo delle biblioteche e anche l’IFLA ha dimostrato questo legame partecipando attivamente alla creazione dell’Agenda come partner dell’ONU. Tra gli obiettivi più frequentemente associati alle biblioteche abbiamo l’obiettivo 4, “Istruzione di qualità”, grazie all’alfabetizzazione universale (informativa, digitale e multimediale), all’educazione ambientale e sostenibile, all’accesso alle risorse documentarie (anche in ottica open access), allo sviluppo di competenze e abilità; l’obiettivo 5, “Parità di genere”, perché le biblioteche garantiscono un accesso equo a spazi, servizi e risorse e sensibilizzano su questi temi; l’obiettivo 10, “Ridurre le disuguaglianze”, per la libertà di accesso e l’inclusività; ma anche gli obiettivi 11, 12 e 13 perché le biblioteche possono essere edifici ecosostenibili (le cosiddette green libraries), contribuendo al risparmio di energia, alla raccolta differenziata e a tanti altri piccoli ma grandi gesti che rendono questi spazi sostenibili e resilienti.
È bene, però, sottolineare la differenza che intercorre tra biblioteche sostenibili e green libraries. Se la biblioteca sostenibile è una biblioteca che risponde seriamente alle varie sfide economiche, ambientali e sociali che le nostre società devono affrontare, “la green library [è] una delle espressioni della biblioteca sostenibile (“a narrower concept”), quella che concentra la propria attenzione sulle problematiche dell’impatto e della sostenibilità ambientale”. Perciò sarebbe un errore considerarli sinonimi; infatti, sebbene l’aggettivo “verde” ci rimandi inevitabilmente a un approccio ambientalista, sappiamo che “not all green buildings are green libraries and a garden on the roof does not make a library green”. Ciò che rende davvero sostenibile una biblioteca è la sua risposta in termini di responsibility, responsiveness e respectfulness, e dunque:
La sostenibilità della biblioteca […] non ha a che fare necessariamente con il perseguimento di specifici obiettivi che hanno un impatto sulla società tutta ma può consistere, più ‘semplicemente’, in scelte gestionali interne che la rendono green; scelte che riguardano la sostenibilità ambientale degli edifici ma anche una gestione responsabile, la condivisione di spazi comuni, l’offerta di documenti, servizi e attività di formazione per sensibilizzare gli utenti e diffondere la conoscenza e la cultura della sostenibilità.
La Biblioteca provinciale “la Magna Capitana” di Foggia
La storia della Biblioteca provinciale di Foggia inizia nel 1937, quando venne collocata presso lo storico Palazzo Dogana. La sede odierna venne inaugurata il 5 ottobre 1974, presentandosi come una struttura all’avanguardia, con attrezzature e servizi utili a soddisfare ogni bisogno dell’utente dell’epoca: dalla biblioteca dei ragazzi a una notevole sala consultazione, fino al settore dei fondi speciali in cui confluirono collezioni di particolare valore storico e culturale. Oggi “la Magna Capitana”, dal 2016 gestita dalla Regione Puglia e parte del Polo biblio-museale di Foggia, è un’importante istituzione culturale della città che raccoglie e conserva preziosi fondi librari messi a disposizione degli utenti, è un centro di documentazione e di ricerca a disposizione di studenti, studiosi e semplici appassionati di cultura. Orientata al progresso e sensibile ai temi dello sviluppo sostenibile, “la Magna Capitana” è un significativo esempio, forse uno dei pochi nel Mezzogiorno d’Italia, di biblioteca sostenibile.
Come dimostrare il contributo che le biblioteche danno al raggiungimento dello sviluppo sostenibile?
Per rispondere a questa domanda, la parola d’ordine è valutazione. Come sappiamo, la valutazione applicata alle biblioteche riguarda diversi settori: la gestione delle raccolte, i progetti, il grado di soddisfazione dell’utenza ecc. Per poter valutare la sostenibilità di una biblioteca, e dunque il suo impatto sulla comunità, si possono utilizzare diverse strategie e metodi di ricerca. Strategie e metodi vengono descritti nei tre standard ISO di riferimento: ISO 2789:2022(E) per la raccolta dei dati statistici; ISO 11620:2014(E) per gli indicatori di performance; ISO 16439:2014(E) per la valutazione di impatto delle biblioteche. Quest’ultimo standard ha guidato la raccolta di diversi tipi di evidenze utili alla ricerca: l’inferred evidence (evidenza dedotta), la solicited evidence (evidenza sollecitata) e l’observed evidence (evidenza osservata).
L’inferred evidence
Quando si parla di evidenze dedotte si fa riferimento a una serie di informazioni e dati statistici che nella maggior parte dei casi la biblioteca già possiede. Per la raccolta di inferred evidence lo standard ISO 2789 elenca quali dati raccogliere e in quali modalità. Per condurre questa ricerca sono stati rilevati il bacino di utenza, il numero degli utenti iscritti, il numero dei prestiti nel triennio 2019-2021, l’area a disposizione degli utenti, il numero di postazioni connesse a internet, i posti di lettura e le unità di personale espresse in FTE. Questi dati sono stati in prima battuta ricavati dall’Anagrafe ICCU e successivamente integrati con quelli forniti direttamente dalla Biblioteca “la Magna Capitana” (v. Tabella 1).
BACINO DI UTENZA |
146.379 abitanti |
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UTENTI ISCRITTI |
34.939 iscritti (al 30/06/2022) |
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AREA UTENTI |
11.800 mq di cui 2.480 m2 accessibili al pubblico |
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POSTI DI LETTURA |
332 |
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UNITÀ DI PERSONALE |
44 dipendenti FTE |
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NUMERO DI PRESTITI |
2019: 12.393 |
2020: 5.907 |
2021: 8.594 |
POSTAZIONI CONNESSE |
8 |
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WI-FI |
Sì |
Tabella 1 - Dati di sintesi della Biblioteca "la Magna Capitana"
AREA RISORSE, ACCESSO E INFRASTRUTTURA |
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Indicatore |
Metodo di calcolo |
Nota esplicativa |
Area utenti pro capite |
[Area utenti in mq (2.480m2) / bacino di utenza (146.379 abitanti)] x 1.000 = 16.942 |
Questo indicatore è importante per valutare la biblioteca in quanto luogo di studio e incontro. Negli spazi a disposizione dell’utenza sono comprese le sale di lettura e di studio, lo scaffale aperto e gli spazi di reference, escludendo invece i depositi e gli uffici. |
Posti a sedere pro capite |
[Numero di posti a sedere (332) / bacino di utenza] x 1.000 = 0,22 |
Questo indicatore valuta l’adeguatezza dei posti a sedere per l’utenza. |
Staff pro capite |
[Numero di unità di personale in FTE (44) / bacino di utenza] x 1.000 = 0,3 |
Questo indicatore valuta il numero di dipendenti della biblioteca per la popolazione da servire. Il numero delle unità di personale è espresso in FTE (Full Time Equivalent) corrispondente a 36 ore settimanali. |
Computer pro capite |
[Numero di computer (8) / bacino di utenza] x 1.000 = 0,05 |
Con questo indicatore misuriamo l’adeguatezza in termini di computer riservati all’utenza, comprendendo le postazioni connesse a internet ed escludendo quelle dedicate esclusivamente alla consultazione dell’OPAC. |
AREA USO |
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Indicatore e nota esplicativa |
Metodo di calcolo |
Risultato in serie storica |
Prestiti pro capite Con questo indicatore valutiamo il tasso di utilizzo delle collezioni di biblioteca da parte del bacino di utenza. |
Numero dei prestiti nell’anno / bacino di utenza |
Tabella 2 - Gli indicatori di performance
La raccolta di questi dati ha permesso di ricavare, incrociandoli tra loro, quelli che lo standard ISO 11620 definisce indicatori di performance, ossia dati che permettono di valutare la qualità, l’efficacia e il rapporto costo-efficienza dei servizi e delle attività di una biblioteca, confrontandoli con la mission, i compiti e gli obiettivi prestabiliti. In altre parole, gli indicatori di performance aiutano a capire se la biblioteca sta facendo bene il suo lavoro e se i suoi servizi sono utili alla comunità che li utilizza. Lo standard, diviso in quattro aree di misurazione, può essere applicato a ogni tipologia bibliotecaria. Per la natura di questa ricerca si è deciso di ricavare quattro indicatori per l’area “Risorse, accesso e infrastruttura” e un indicatore per l’area “Uso” di cui sono stati confrontati i dati in serie storica. Nella Tabella 2 per ciascun indicatore è riportato il metodo di calcolo e la nota esplicativa.
Come si può notare, negli ultimi tre anni, il numero di prestiti ha subito un drastico calo, sicuramente dovuto alla chiusura della biblioteca durante il periodo di lockdown per la pandemia di Covid-19 (si veda il dato 2020), per poi riprendersi nel periodo successivo con le prime riaperture e la soppressione di molte misure di contenimento, come quella relativa alle quarantene dei libri (si veda il dato 2021).
La solicited evidence
Le strade che un ricercatore può intraprendere dal punto di vista metodologico sono essenzialmente due: quella quantitativa e quella qualitativa. Ma l’approccio più funzionale resta quello misto, ragion per cui la ricerca si è avvalsa anche di questionari agli utenti (intesi, in questo caso, come coloro che sono in possesso della Bibliocard della Magna Capitana) e di interviste semi-strutturate alla direttrice e a due operatori di biblioteca.
Tra il 22 agosto e il 30 settembre 2022 è stato somministrato un questionario agli utenti della biblioteca. Questo è nato con lo scopo di sondare non solo, in piccola parte, la customer satisfaction – attraverso leadder questions (domande a scala) – ma soprattutto per misurare quanto l’utenza sia informata sui temi della sostenibilità e quanto la biblioteca, secondo gli utenti, possa avere un impatto su questi temi. Il questionario è stato somministrato agli utenti attraverso la scannerizzazione di un QR code in modo da evitare qualunque spreco di carta. Per la somministrazione del questionario è stata pensata una campagna di comunicazione tramite una locandina affissa in biblioteca, sulla bacheca che questa mette a disposizione degli utenti tra il primo e il secondo piano, e mediante la newsletter e il sito web, grazie alla collaborazione della direttrice e di tutti i bibliotecari. Nonostante l’impiego di diversi metodi di comunicazione, l’utenza si è mostrata, almeno all’inizio, piuttosto riluttante alla compilazione del questionario. Per questo motivo è stato necessario chiedere di persona, a tutti gli utenti quotidianamente incontrati in biblioteca, se volessero svolgere il questionario.
Dai 105 questionari compilati, di cui 55 da donne e 50 da uomini, si evince che la classe d’età più consistente è quella tra i 18 e i 25 anni (35,2%), probabilmente perché principalmente costituita da studenti che frequentano la struttura con maggiore costanza. Questa è seguita da un’altra classe d’età consistente, tra i 26 e i 40 anni (33,3%), costituita principalmente da professionisti e genitori. Una classe da non sottovalutare è quella composta da persone con più di 60 anni (10,5%), i quali non solo hanno compilato un questionario che, è bene ricordarlo, è solo in formato digitale, ma frequentano con assiduità la biblioteca prendendo parte a eventi, consultando i periodici o anche solo per vedere le novità in catalogo (si veda Figura 1).
Qual è il tuo giudizio rispetto a… |
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1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
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Disponibilità e cortesia |
1% |
14,3% |
38,1% |
46,7% |
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Professionalità |
1% |
19% |
30,5% |
49,5% |
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Orari di apertura |
1% |
4,8% |
21,9% |
24,8% |
47,6% |
Spazi offerti |
1% |
1,9% |
15,2% |
30,5% |
51,4% |
Servizi offerti |
1,9% |
1,9% |
18,1% |
25,7% |
52,4% |
Raccolte |
1% |
4,8% |
24,8% |
29,5% |
40% |
Tabella 3 - Customer satisfaction
Riguardo la customer satisfaction (Tabella 3) rispetto a personale, servizi, spazi e raccolte, la maggior parte dei risultati risulta essere positiva.
Passando al tema principale della ricerca, dunque la sostenibilità, dalle risposte del questionario notiamo che l’utenza della biblioteca è poco informata sul tema (l’84,8% non ha mai sentito parlare degli SDGs), affiancando principalmente la questione ambientale (42,9%) al concetto di sviluppo sostenibile. Eppure, attraverso i risultati scaturiti da domande come “Quanto credi sia sostenibile la tua quotidianità?” e “Quanto è importante per te lo sviluppo sostenibile?”, possiamo dedurre che la maggior parte dell’utenza attribuisce una grande importanza allo sviluppo sostenibile, nonostante la scarsità d’informazione. Proprio per questo motivo, alla domanda “Quanto ritieni necessaria una sensibilizzazione da parte della biblioteca sui temi della sostenibilità?”, su una scala da 1 a 5, prevale il 5 nel 54,3% delle risposte. Da ciò possiamo dedurre che l’utenza avverte la necessità di una sensibilizzazione su questi temi da parte della biblioteca, confermandone l’identità di istituzione leader anche per la sustainability literacy (Figura 2).
Tra i temi sulla quale viene richiesta maggiore sensibilizzazione troviamo i rifiuti e gli stili di vita sostenibili (rispettivamente con il 63,8% e il 55,2%). Infine, dopo aver chiesto se in biblioteca si preferisse usare una borraccia riutilizzabile o una bottiglia d’acqua in plastica (con una vittoria netta della borraccia al 78,1%), è stato chiesto all’utenza se fossero più propensi a utilizzare una borraccia se ci fosse un erogatore di acqua potabile: la vittoria dei sì è stata schiacciante con il 91,4% delle risposte (Figura 3). Anche uno scaffale dedicato alla sostenibilità non rimarrebbe inosservato, infatti, l’85,7% dell’utenza afferma che lo consulterebbe (Figura 4).
Le interviste semi-strutturate, svolte con la direttrice e i bibliotecari, sono state molto utili per capire più approfonditamente cosa fa la biblioteca per la sostenibilità e quali sono le prospettive future. Durante l’intervista con la direttrice Gabriella Berardi, quello che colpisce fin da subito è la profonda sensibilità verso questi temi, non solo dal punto di vista personale, ma in quanto direttrice dell’istituzione. Infatti, come ci spiega la direttrice durante l’intervista, sebbene “il tema della sostenibilità è entrato abbastanza di recente in letteratura, affidato finora a una sensibilità individuale comunque diffusa tra i bibliotecari”, oggi ci si sta organizzando per rendere strutturale il tema della sostenibilità:
Riteniamo che non sia più possibile tergiversare. La cronaca ormai ce lo documenta: non c’è più bisogno di essere naturalisti, climatologi o scienziati per capire che questa è la battaglia più importante per il nostro futuro. Per questo motivo ci stiamo interrogando, come biblioteca, su cosa possiamo fare da una parte per divulgare i temi della sostenibilità, dall’altra per attuare comportamenti sostenibili.
Dal canto suo, “la Magna Capitana” ha apportato delle strategie per la sostenibilità ambientale quali la riduzione della carta (stampando solo se necessario e abolendo le fotocopie per gli utenti in favore delle scansioni), l’abolizione della Bibliocard in formato fisico (si usa solo quella digitale tramite app), l’installazione di pannelli fotovoltaici e di un sistema di illuminazione fotosensibile che, purtroppo, non risulta ancora in funzione. Eppure, nonostante il tema della sostenibilità ambientale sia caro alla Biblioteca di Foggia, non raggiunge sicuramente l’importanza che essa dà alla sostenibilità sociale. Colpiscono le parole della direttrice a questo proposito:
le biblioteche pubbliche devono essere inclusive, il mai abbastanza citato Manifesto Ifla/Unesco delle biblioteche pubbliche le disegna come via d’accesso per la conoscenza, presidi di democrazia e luoghi dove poter studiare, approfondire e informarsi, ma nel frattempo anche sviluppare la propria creatività, senza alcun limite di accesso e anzi con servizi e collezioni specifici per gli utenti in difficoltà. Quindi la sostenibilità sociale delle biblioteche è alla base: o le biblioteche ragionano in termini di sostenibilità sociale o, dal mio punto di vista, non sono biblioteche.
I progetti messi in atto ce lo dimostrano chiaramente. In particolare, sono tre i temi legati al sociale sui quali la biblioteca vuole focalizzarsi: legalità, sostenibilità ambientale e inclusione. Su quest’ultimo aspetto la direttrice cita alcuni progetti realizzati in un periodo difficile come il primo lockdown durante la pandemia – “gruppi di lettura con disabili, letture ad alta voce con gli anziani, lavoriamo con i bambini, facciamo progetti con le borgate, e tanti di questi sono di lotta alla povertà educativa” – e progetti in collaborazione con il Museo di Storia naturale come Ocean Literacy sulla sensibilizzazione alla conoscenza dei mari, degli oceani e dell’inquinamento marittimo, ma anche il progetto Chlorotyci con l’Istituto comprensivo Vittorino da Feltre consistente in un supporto alla transizione ecologica delle scuole, in cui i bambini faranno un percorso con i naturalisti del Museo di Storia naturale sull’importanza del verde e, successivamente, pianteranno nel giardino della scuola una serie di piante e arbusti, mentre un’altra parte la porteranno in biblioteca. E ancora il progetto Biblioteche all inclusion, che prevede attività rivolte ad alunni delle scuole secondarie superiori con esperti di tiflodidattica nel Museo di Braille all’interno della biblioteca, e il volontariato svolto in biblioteca da persone affette da sindrome di down, seguite da educatori.
Anche i bibliotecari partecipano attivamente ed è rilevante quello che ci dice il bibliotecario Franco Corbo in proposito:
Benché si abbia la percezione che la sostenibilità sia affidata ad azioni di tipo individuale, qui, in Magna Capitana, ognuno di noi mette in pratica piccoli gesti quotidiani quali la raccolta differenziata, un uso consapevole delle stampanti e dell’acqua, l’attenzione di mettere in standby i computer quando ci si allontana; questi gesti sono piccoli se fatti da un singolo individuo, ma assumono un valore più grande se svolti in collettività.
Si è poi parlato di alfabetizzazione e educazione alla sostenibilità con la bibliotecaria Milena Tancredi, la quale si occupa della sezione dei ragazzi e ci dice che il compito della biblioteca è sensibilizzare su questi temi fin dalla tenera età. Motivo per cui quest’anno il Buck Festival, il festival di letteratura per ragazzi di Foggia, è stato interamente dedicato all’Agenda 2030, raccontando gli obiettivi anche ai più piccoli. La bibliotecaria intervistata vede, dunque, la sostenibilità in biblioteca come un qualcosa di necessario, non opzionale, strettamente legata a tutti i servizi offerti.
L’observed evidence
La ricerca ha previsto anche la raccolta di evidenze osservate relativamente alle azioni e ai comportamenti di utenti e bibliotecari non solo rispetto alla loro interazione con spazi e servizi offerti ma anche in relazione allo sviluppo sostenibile.
L’osservazione, svolta in due settimane differenti (la prima dall’11 al 18 luglio 2022, la seconda dal 29 agosto al 3 settembre), si è sviluppata sull’intera superficie della biblioteca (inclusa la sezione dei ragazzi). L’osservazione ha permesso di addentrarsi, senza troppe difficoltà, nella realtà sociale oggetto della ricerca in una modalità non strutturata, a metà tra osservazione partecipante e non partecipante. Si è preferito, infatti, celare a bibliotecari e utenti il ruolo da ricercatore, fingendo di essere un utente come un altro intento a prendere appunti e studiare, così da non alterare i loro comportamenti poiché
quando ci si sente osservati, difficilmente si è spontanei perché la morale, le regole di comportamento socialmente imposte, impediscono a chi osserva di cogliere quelle particolarità che permetterebbero alla biblioteca di migliorare la qualità degli ambienti e dei servizi resi disponibili per gli utenti.
Collocata in uno dei luoghi più trafficati di Foggia, la Biblioteca “la Magna Capitana” è una struttura situata in un punto strategico, non solo perché ha nei dintorni tutta una serie di servizi utili alla comunità, ma perché è facilmente raggiungibile con qualunque mezzo, soprattutto con i mezzi pubblici grazie alla fermata dei bus urbani ed extraurbani a pochi passi dall’ingresso. La struttura attuale mantiene le caratteristiche dell’edificio del 1974, ma solo dall’esterno, poiché all’interno, soprattutto dopo la recente ristrutturazione, troviamo una biblioteca moderna, dotata di ampi spazi, comfort e arredi alla moda e contemporanei. Abbiamo visto come complessivamente si tratti di uno spazio imponente di circa 11.800 m2 di cui 2.480 accessibili al pubblico. Rispecchiando appieno l’idea di public library, anche la Biblioteca di Foggia abbraccia, già dalla soglia d’ingresso, il concetto di biblioteca amichevole: parquetmoderno, segnaletica digitale, uno sportello informativo sempre disponibile a qualunque richiesta, affinché l’utente sia sempre orientato e possa sentirsi a suo agio. Oltre a ciò, prima ancora di attraversare le porte scorrevoli dell’ingresso, la biblioteca mette a disposizione un box in cui poter restituire i libri presi in prestito senza dover necessariamente entrare. L’atrio è, inoltre, dotato di una piattaforma elevatrice per le persone disabili con quale possono arrivare all’ingresso e da lì usufruire dell’ascensore per accedere al resto dell’edificio.
Dopo essere entrati e aver superato sia lo sportello informativo che la sala dei fondi speciali (posta a piano terra), sulla destra si apre un piccolo cortile con tavolini e sedie messi a disposizione dell’utenza, per chiunque voglia leggere o pranzare respirando un po’ d’aria fresca. Questi tavoli, nel periodo d’osservazione, erano molto spesso occupati.
Dopo aver salito due rampe di scale arriviamo al primo piano. Qui, soffermandoci sul ballatoio, troviamo sulla destra la biblioteca dei ragazzi e, più avanti, l’auditorium, di fronte il bar della biblioteca e sulla sinistra l’accesso all’area divulgativa. Questo ballatoio, di notevoli dimensioni, viene principalmente occupato dai tavolini del bar e si può dire che è, in assoluto, la zona più frequentata della biblioteca. Nei momenti di pausa, soprattutto, resta il posto preferito dagli utenti sia per prendere rapidamente un caffè che per soffermarsi più a lungo mangiando qualcosa acquistato al bar.
Proseguendo verso la sala consultazione (o area divulgativa) si viene accolti da un ambiente caldo e confortevole caratterizzato da scaffali aperti colorati e di facile intuizione per l’utente: una sala, questa, avvolta dal verde di diverse piante da interni e un bellissimo “albero” fatto di pagine di libri, opera dell’artista Nicola Genco. Le piante sono ovunque: sugli scaffali, vicino alle poltrone, vicino ai tavoli. In questa vasta sala non mancano, inoltre, una serie di comfort molto apprezzati dalle nuove generazioni come moderni divanetti e colorati poufa sacco, ma, soprattutto, la gettonatissima area gaming, con due postazioni in cui poter giocare alla console e spazi per giochi da tavolo, giochi di ruolo e puzzle che ciascun utente può provare a completare. Qui, molti utenti, prendono una pausa dallo studio giocando come se stessero nelle loro camerette, sentendosi a casa, ma portando rispetto per il luogo in cui si trovano e mantenendo il silenzio. Anche il tavolo del puzzleè molto apprezzato: era facile trovarvi spesso anche qualche bambino che, accompagnato da un adulto, provava ad aggiungere qualche pezzo. La particolarità di questa sala risiede soprattutto nelle ampie vetrate di cui è dotata le quali, soprattutto in mattinata, lasciano entrare la luce del sole. Purtroppo, però, queste vengono coperte da tende chiare e l’illuminazione, anche di mattina, resta artificiale. L’area divulgativa, benché vi siano tavoli e sedie dedicati, non è consigliata per passarci tante ore poiché i tavoli a disposizione sono pochi rispetto a quelli presenti al secondo piano. Sulla sinistra della sala troviamo l’ampio bancone in legno che spesso pullula di bibliotecari, i quali, a tutte le ore della giornata lavorativa, sono sempre pronti e disponibili nel rispondere al telefono, soddisfare le richieste degli utenti e offrire il servizio di reference. I bibliotecari, inoltre, si prendono costantemente cura delle piante presenti, innaffiandole ogni giorno e cercando di esporle alla luce del sole. Superando l’area divulgativa troviamo lo spazio dedicato alla narrativa: una sala molto grande in cui spesso si spostano gli scaffali per far posto alle sedute durante gli eventi.
La biblioteca apre tutte i giorni, dal lunedì al venerdì, alle 8,30 e osserva l’orario continuato fino alle 19,30. Nonostante il primo periodo di osservazione sia stato svolto poco prima delle vacanze estive, l’utenza non mancava. Ogni giorno, dalla mattina presto, la biblioteca si popolava di studenti, lavoratori e pensionati che, anche solo per cercare un po’ di fresco, venivano in biblioteca a svolgere le loro usuali attività. Proprio sull’impianto di raffreddamento non si è potuto fare a meno di notare che questo fosse impostato su temperature davvero troppo basse rispetto all’esterno, e molti utenti si lamentavano del fatto che facesse troppo freddo (alcuni di loro indossavano giacche leggere).
Visitando la biblioteca si ritrovano molti aspetti confermati dalle interviste: cestini per la raccolta differenziata (c’era anche un raccoglitore di tappi che è stato successivamente rimosso), prestiti attuati senza alcun utilizzo di carta, utenti registrati tramite app e permesso di fare solo scansioni, nessuna fotocopia. Gli utenti, così come dimostrato anche dai questionari, non sono assolutamente indifferenti ai temi della sostenibilità e moltissimi di loro portavano una borraccia riutilizzabile per l’acqua; laddove è capitato di vedere utenti con bottigliette in plastica, questi si sono sempre prodigati nel gettarla nel cestino giusto. E ancora, per coloro che in biblioteca ci restavano anche dopo pranzo, è capitato di vedere alcuni portarsi il cibo da casa posto in contenitori riutilizzabili (non producevano rifiuti), e tanti altri, però, che avevano avvolto i panini in pellicola usa e getta e tovaglioli in carta che spesso volavano via.
Al secondo piano, invece, troviamo sulla sinistra la sala consultazione (di notevole ampiezza) e sulla destra gli uffici del personale e i bagni. La sala consultazione del secondo piano sembra essere la preferita degli utenti, i quali si fermano qui in maggior numero e molti di loro sono persino affezionati a determinati tavoli. Inizialmente non se ne capiva il motivo, forse la forma del tavolo o la loro posizione nella sala, ma in realtà, semplicemente, la maggior parte degli utenti che restano per più ore ha bisogno di prese per la corrente. Dispositivi come pc o smartphone richiedono, molto spesso, di essere ricaricati e, benché la biblioteca sia dotata di numerose prese elettriche, capitava che alcune di queste non funzionassero (soprattutto al primo piano). Non solo le prese ma anche il Wi-Fi condizionava la posizione di alcuni utenti. La biblioteca, infatti, mette a disposizione la rete internet senza alcun bisogno di password ma – ed è capitato spesso – questa non funzionava sempre e, quando funzionava, prendeva meglio in alcuni punti rispetto ad altri. Nonostante ciò, nessuno si è mai esplicitamente lamentato della rete.
La sala studio al secondo piano è decisamente meno naturalmente illuminata rispetto a quella al primo piano; questo porta doverosamente a un’illuminazione artificiale. Qui possiamo trovare a disposizione dell’utenza anche diverse postazioni computer, una postazione con due poltrone dove poter ascoltare i vinili utilizzando le cuffie e anche una moderna postazione per l’auto prestito. Questa sala, inoltre, ha un aspetto ancora più moderno dell’area divulgativa vista in precedenza. Qui prevalgono i toni freddi, il pavimento, gli scaffali e i tavoli si mantengono sui toni del bianco e del grigio, mentre le sedie sono in plastica nera e metallo.
Un aspetto importante è la scarsa presenza di scaffali dedicati alla sostenibilità, sia al primo che al secondo piano. Tuttavia, la situazione delle raccolte sulla sostenibilità è decisamente migliorata durante la seconda settimana di osservazione (tra il 29 agosto e il 3 settembre). Infatti, se prima vi erano sporadicamente libri sul cambiamento climatico o un libro di Greta Thunberg nello scaffale delle biografie, dopo le vacanze estive, nello scaffale Farsi1Idea è stata messa a disposizione una bibliografia aggiornata e decisamente utile per informarsi su tutti i temi legati alla sostenibilità (cambiamento climatico, rifiuti, mobilità sostenibile, energie rinnovabili, natura e biodiversità, parità di genere, scelte alimentari).
Negli ultimi giorni di osservazione si è notata un’insolita affluenza di giovani. In realtà, non dovrebbe sorprendere il fatto che la biblioteca venga frequentata anche nell’ultima settimana di agosto poiché gli utenti qui si sentono a casa. Arrivano fin dalla mattina presto, soprattutto in compagnia, e ci rimangono per tutto il giorno, quasi fino all’orario di chiusura. Tra un momento di pausa e uno di studio, la maggior parte degli utenti ha una incredibile familiarità con gli spazi e i servizi della biblioteca. Ciò non è dovuto solo al fatto che venga frequentata da molto tempo, ma anche dall’enorme disponibilità della biblioteca di mettere gli utenti a proprio agio. Come osservato già in precedenza, qui il clima è piuttosto informale, rilassato: un utente in atteggiamento molto comodo, decide di togliersi le scarpe e appoggiare i piedi sulla sedia di fronte.
Infine, qualche parola sulla biblioteca dei ragazzi, posta al primo piano. Questa sala (insieme al secondo piano) è stata completamente ristrutturata. Si viene accolti da un piacevole ingresso colorato, in un’ambientazione fatta appositamente per bambini e ragazzi. La caratteristica della sala ragazzi risiede nel fatto che viene divisa per età: mentre il fondo della sala è dedicato ai bambini più piccoli, anche neonati, con postazioni adibite alle mamme per l’allattamento, proseguendo verso l’entrata, troveremo scaffali e postazioni dedicate ai bambini un po’ più grandi e, infine, ai ragazzi adolescenti. Nell’area divulgativa della sala ragazzi i libri sono classificati secondo la Classificazione decimale Dewey e questi vengono utilizzati principalmente da ragazzi un po’ più grandi, già adolescenti, solitamente per fare ricerche per la scuola o per approfondimenti. Troviamo anche una sezione di romanzi e fumetti, sempre per adolescenti. Nell’area dedicata ai bambini più piccoli, oltre a tavolini e sedie a misura di bambino, ci sono anche tappeti morbidi in gomma, cuscini e giocattoli, il tutto circondato da piccoli scaffali dai quali i bambini possono scegliere liberamente un libro e poi rimetterlo a posto. All’interno di questa sala si trovano espositori, con libri posti di piatto, utilizzati per promuovere letture su argomenti specifici, e nel periodo dell’osservazione l’intero espositore era dedicato proprio ai temi della sostenibilità raccontati attraverso piccole storie per bambini. Questo perché, per la biblioteca, è importante avviare a questi temi fin dall’infanzia e lo dimostra chiaramente anche il fatto che il Buck Festival di quest’anno sia stato dedicato interamente all’Agenda 2030.
In conclusione
Come emerge dalle evidenze quantitative e qualitative raccolte, la Biblioteca “la Magna Capitana” di Foggia può essere considerata un esempio di biblioteca sostenibile, benché essa si trovi all’inizio di questo lungo e complesso percorso. Questa, nonostante abbia subito notevoli perdite in termini di utenza durante la crisi pandemica, non ha smesso di svolgere il proprio ruolo al meglio delle sue possibilità. La biblioteca si mostra resiliente anche nei confronti di un problema attuale come quello dello sviluppo sostenibile, soprattutto dal punto di vista sociale. Ciò che è stato ricavato dalle evidenze sollecitate va a comprovare quanto affermato, dimostrando la sensibilità che la biblioteca ha per questi temi e la propensione dell’utenza ad esserne informata.
È necessario affermare l’importanza che le biblioteche, in generale, possono avere per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In questo senso è rilevante aiutare le biblioteche a diventare – o, in alcuni casi, continuare a essere – organizzazioni sostenibili, così che queste possano lavorare proattivamente alla realizzazione di modelli sostenibili perseguibili dalla comunità di riferimento. Per poter adempiere a tale ruolo è di fondamentale importanza integrare gli SDGs nelle strategie delle biblioteche e, di conseguenza, valutarne l’impatto sulla comunità. In questo modo i governi locali, i responsabili politici e tutte le parti interessate, considerata l’importanza dello sviluppo sostenibile, potranno riconoscere il valore dei servizi bibliotecari e dare loro la giusta priorità.
In conclusione, quello che questa ricerca porta a evidenziare risiede non solo nel risultato oggettivo della Magna Capitana, una biblioteca che è già sulla giusta via della sostenibilità (intesa in un’accezione olistica), ma anche nella dimostrazione che l’identità e l’immagine di questa biblioteca possono contribuire a sfatare il mito secondo cui le biblioteche, soprattutto quelle del sud Italia, siano luoghi vecchi, anacronistici e senza iniziativa.