N.1 2023 - Biblioteche oggi | Gennaio-febbraio 2023

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Il senso (l’uso, la tutela, l’orizzonte) dei libri del futuro

Carla Maria Giacobbe

Ricercatrice e consulente scientifica, Fondazione Biblioteca di via Senato (Milano); carlamgiacobbe@gmail.com

Federico Oneta

Archivista e consulente scientifico, Fondazione Biblioteca di via Senato (Milano); federico.oneta3@gmail.com

Un convegno milanese interroga realtà italiane d’eccellenza

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Non ci si aspettava un tale tripudio di celebrazioni su reti televisive, giornali e luoghi della cultura in tutta Italia. Così il direttore di collana, scrittore e sceneggiatore Franco Forte ha commentato le diffusissime celebrazioni del compleanno di “Urania”, collana che ha cambiato la storia del genere fantascientifico in Italia con la pubblicazione, nell’ottobre del 1952, del romanzo Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke, in traduzione di Maria Gallone e con la celeberrima copertina di Kurt Caesar.

Menzioni, servizi dedicati, convegni e mostre. E la Fondazione Biblioteca di via Senato, ente conservatore di un fondo di fantascienza di rilievo sul panorama nazionale, si è unita ai festeggiamenti con un convegno e una mostra dall’esplicito occhiello Per i 70 anni di Urania.

A dire il vero, però, l’occasione del fantastico anniversario non è stata la prima scintilla ad aver acceso il desiderio di organizzare il convegno, il cui titolo espliciterà i propositi: Il senso dei libri del futuro. Fantascienza, biblioteche pubbliche e private in Italia: fondi, collezionisti, editoria storica.

Nel luglio del 2022, infatti, Letizia Caselli, autrice e docente nell’ambito della Storia dell’Arte, ha donato alla Fondazione Biblioteca di via Senato il fondo Giulia Giudice, una collezione di volumi di fantascienza a carattere prevalentemente internazionale e specchio del particolare gusto di un’autrice di poesie e racconti legati al mondo del fantastico.

Un confronto sulle riflessioni maturate da Caselli nella scelta dell’ente conservatore al quale rivolgersi, nonché sulle pratiche di accoglienza della donazione, con le relative attenzioni alle consistenze e specificità del fondo, hanno portato a ragionare sulla possibilità di aprire il dibattito ai soggetti protagonisti di queste pratiche, a coloro, cioè, che ragionano sul senso, l’uso, la tutela e l’orizzonte dei “libri del futuro”.

La Biblioteca di via Senato, con l’organizzazione della professoressa Caselli e dei collaboratori e consulenti scientifici Carla Maria Giacobbe e Federico Oneta, ha chiamato al tavolo gli esponenti di diverse realtà italiane che si sono misurati con le pratiche di conservazione delle raccolte di fantascienza, passaggio, quello della conservazione, che non è certo da considerarsi come l’ultimo nella catena di sviluppo di un genere, tutt’altro. I casi esposti infatti hanno ribadito quanto già noto agli studi, cioè l’importanza della corretta valorizzazione del patrimonio per l’evoluzione e il progresso non solo di una seria critica ma, in maniera correlata, anche delle nuove elaborazioni letterarie.

A presiedere l’inizio del convegno (e la rete delle sue dinamiche) uno dei massimi esperti di critica letteraria fantascientifica, curatore e traduttore di Philip K. Dick in Italia, che provenendo dal mondo accademico ha reso visibile un ponte di esigenze e confronti necessari tra studiosi e conservatori: Carlo Pagetti, che con la sua lectio magistralis Architetture visionarie e spazi materiali ha aperto i lavori della giornata del 25 novembre 2022, nella Sala conferenze del Palazzo del Senato.

Figura 1 La locandina del convegno "Il senso dei libri del futuro. Fantascienza, biblioteche pubbliche e private in Italia: fondi, collezionisti, editoria storica"

Il professore ha trattato il tema del sistema di diffusione libraria di genere, che ai tempi del fiorire delle prime collane dedicate era veicolata in prima linea dalle bancarelle, rimarcando poi il fondamentale ruolo delle buone curatele, che contemplino la protezione fisica dei volumi e la tutela dei fondi specialistici i quali, in mancanza dei corretti strumenti, sono potenzialmente soggetti a un alto rischio di deperibilità sia fisica che, in un certo senso, scientifica.

Figura 2 Locandina della mostra bibliografica "I libri del futuro tra due mondi e tra due tempi"

Da studioso che ha assistito (e partecipato attivamente) al lungo cammino del fantastico in Italia, ha posto la questione sottesa a ogni riflessione sulle biblioteche come luoghi in un certo senso sia di approdo che di partenza del materiale librario e archivistico: quale il destino di questi fondi?

Pressoché ogni intervento, nella giornata, ha ripreso gli studi svolti nella lunga carriera del professor Pagetti, che ha lasciato gli uditori con una suggestione shakespeariana sul valore della prodigiosa biblioteca di Prospero, duca di Milano e protagonista dell’opera teatrale La Tempesta: libri che su un’isola d’esilio hanno avuto il potere di aprire mondi e vie di salvezza.

Il primo intervento della giornata è stato tenuto da Federico Oneta e Lorenzo Benadusi, che hanno presentato, da diverse prospettive, il fondo di Fantascienza dell’ente promotore, la Biblioteca di via Senato: il primo, collaboratore e archivista, ha trattato delle consistenze e composizioni della raccolta, nata nei primi anni 2000 e accresciutasi con le donazioni di diversi specialisti del settore, come Sandro Sandrelli e Piergiorgio Nicolazzini, e delle pratiche di valorizzazione e sistemazione adottate negli anni; il secondo, docente di Storia contemporanea e di Storia della cultura presso l’Università di Roma Tre, nonché attento utente della biblioteca, ha evidenziato il valore di una particolare sezione del fondo, costituita dalle storiche fanzine.

Benadusi ha sottolineato l’importanza di fare rete tra gli enti conservatori di questa particolare tipologia di pubblicazione “amatoriale”, caratterizzata spesso da una certa discontinuità di uscita e le cui lacune interne potrebbero essere colmate da una buona comunicazione tra le parti. Questo a sicuro vantaggio degli studiosi, poiché le fanzine, provenienti spesso dalle stamperie di provincia, traducono in molti casi un punto di contatto tra cultura local e cultura global, con il loro sperimentalismo e la loro protensione verso le nuove generazioni. Proprio la città di Milano, ha concluso lo storico, è stato un luogo dinamico nella produzione e diffusione di questi fascicoli nati da e per appassionati del genere, con contenuti che hanno rappresentato negli anni Settanta, insieme per esempio a quelli della rivista “Robot”, la condensazione del rapporto tra letteratura e politica, la proposta di un’azione culturale che si offra come strumento di interferenza nei sistemi della società.

A seguire Valentina Zanchin, bibliotecaria presso il Centro Apice (Archivi della parola, dell’immagine e della comunicazione editoriale), importante realtà milanese che ha peraltro patrocinato l’evento (insieme alla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, a Regione Lombardia e all’associazione UraniaMania), ha trattato delle specificità del Fondo Darko Suvin, donato dal celebre studioso di teatro e letteratura fantascientifica e composto da circa 4.200 volumi, i cui titoli sono per lo più assenti nelle biblioteche italiane, oltre che da testi e raccolte inglesi, americane, francesi, russe, slave e dell’estremo oriente. Con una carrellata di affascinanti illustrazioni e copertine presenti nel fondo, ha posto un quesito per nulla scontato nelle riflessioni sul genere, relativo alla necessità, non data per certa, di illustrare la fantascienza.

Assente, purtroppo, Franco Spiritelli, che avrebbe dovuto presentare la particolare realtà della Fondazione Rosellini per la letteratura popolare di Senigallia (AN); presenti invece Simonetta Salvetti e Barbara Lepidio, che hanno presentato il contesto della Biblioteca comunale di Cattolica, il cui Centro culturale polivalente organizza dagli anni Ottanta un festival unico nel suo genere, ovvero il MystFest (Festival internazionale del giallo e del mistero), diretto proprio da Salvetti e che quest’anno non ha mancato di inserire una sezione celebrativa dell’importante settantesimo di “Urania”.

Figura 3 Copertina della rivista “Robot”

Dopo aver presentato la struttura, con la sua storia, il suo design particolare e finanche le scelte grafiche del Centro, si è trattato, con l’addetta alla Biblioteca Lepidio, dei tre importanti fondi ivi custoditi, e senz’altro tra loro connessi: Il fondo Giallo, il fondo Fumetti e, infine, il fondo Fantascienza, costituito perlopiù dagli oltre 3.000 volumi del fondo Anelli e la cui sistemazione fu approntata nel 1992 dal professor Antonio Caronia, figura di spicco nella critica letteraria fantascientifica degli anni Settanta e Ottanta, la cui relazione su sviluppo e incremento del fondo resta ancora oggi una linea guida per le catalogazioni e risistemazioni e che, proprio in quel 1992, presentava a Cattolica un evento sulle nuove frontiere della realtà virtuale che ha lasciato a bocca aperta molti astanti.

Un excursus sull’importante fondo Giallo non ha mancato di evidenziare come proprio in quelle file siano usciti dagli anni Cinquanta diversi racconti fantastici, poi ripresi nel progetto di “Urania”; un’altra digressione, in chiusura, ha trattato meritoriamente delle figure femminili tra le collane fantascientifiche, spesso celate da pseudonimo ma ben note ai cultori.

A cavallo dell’intervallo, sono stati presentati due contributi della Fondazione Biblioteca di via Senato dedicati al collezionismo privato: gli estratti delle video interviste a Bruno Baronchelli, proprietario di una biblioteca di oltre 70.000 volumi a tema fantascientifico e punto di riferimento di case editrici e appassionati del genere, e a Giovanni Mongini, saggista autore dei primi volumi sul cinema SF usciti in Italia e conservatore del Museo Privato Manuela Menci - Astronautica, Astronomia e Fantascienza; due raccolte che lasciano i visitatori senza fiato e che incuriosiscono sui sistemi, le passioni e le idee che ne hanno prodotto gli esiti (interviste in corso di pubblicazione sui canali della Biblioteca di via Senato, così come, nel corso dell’anno, gli atti del convegno in oggetto).

Letizia Caselli è poi intervenuta con delle riflessioni su un’altra biblioteca reale, il precedentemente citato fondo Giulia Giudice la cui donazione si è posta come primo motore degli eventi. Caselli non si è soffermata soltanto sui quesiti che si pongono a chi voglia scegliere un ente cui donare una raccolta di valore (affettivo, scientifico, letterario), ma ha anche offerto all’uditorio la suggestione di diverse poesie del volume Poesie del tempo sospeso (1981-2017) (Antiga edizioni, 2022), nelle quali Giulia Giudice disegna un filo narrativo che accosta la vicenda personale non solo con quella storica, ma anche con quella geologica e cosmica, tra più atmosfere e più dimensioni, presentando dunque i tratti umani e artistici che si celano dietro la composizione di un fondo.

Altra interessante realtà culturale presentata è stata quella della Biblioteca comunale di Borgo San Lorenzo, che la scrittrice Francesca Maestrelli ha raccontato con specifico riferimento al fondo Torelli, costituito da un cospicuo lascito della famiglia dello psichiatra Antonio Torelli che oggi compone una tra le più ricche sezioni di fantasy e fantascienza sul territorio nazionale, con circa 6.600 volumi di autori americani, inglesi, italiani francesi e russi, insieme a un migliaio di fanzine. Maestrelli ha esplorato la personalità del collezionista, di carattere introverso, morto suicida nel 1982 dopo una vita di passioni eclettiche e un complesso rapporto con la professione di psichiatra. “Un giorno si verrà in questa casa come si va alla Fondazione Feltrinelli”, pare che abbia detto quest’ultimo, e l’acquisizione e catalogazione del suo vasto fondo ha avuto inizio postumo, per volontà di chi sapeva quanto Torelli auspicasse una conservazione integrale (e non uno smembramento e una dispersione) della sua collezione. Una riflessione su fantascienza, psichiatria, straniamento, viaggio e alienazione, ha infine concluso l’affascinante intervento della scrittrice.

In rappresentanza di una realtà di diverso profilo, quale il MuFant (Museo del fantastico e della fantascienza di Torino), è intervenuto il fondatore e direttore Davide Monopoli, che ha trattato però non solo dell’ambito museale, ma anche delle specificità della Biblioteca “Riccardo Valla”, dedicata a una delle figure trainanti della fantascienza in Italia e che conta oggi circa 15.000 volumi, fra saggistica, collane, letteratura fantastica, proto-fantascienza e fumetti. La collezione, arricchita nel tempo da altre donazioni, è contraddistinta da una certa sistematicità nella catalogazione oltre che oggetto di diversi progetti, quale la digitalizzazione della proto-fantascienza italiana, in collaborazione con il Politecnico e con le Biblioteche civiche di Torino. Monopoli si è in particolare soffermato sul tema delle utopie scientifiche italiane, con un ricco excursus che ha consentito una concreta esplorazione tra i volumi della raccolta.

Sulla figura di Riccardo Valla è poi tornata Giulia Iannuzzi, dottoressa di ricerca dell’Università di Trieste che in un densissimo intervento ha trattato di pubblicazioni, edizioni, traduzioni, tra volumi, fanzine, riviste e saggi che hanno dato decisi orientamenti alla storia del genere, non solo con particolare attenzione alla fortuna degli autori americani in Italia ma anche allo sguardo estero sulle scelte del mondo fantascientifico italiano, tramite le riflessioni dello stesso Valla su impegno, disimpegno e risvolti sociologici della letteratura fantascientifica, e presentazioni di intenti di case editrici e collane configuratesi negli anni.

Con l’intervento “Urania Mondadori”: 70 anni di futuro, con uno sguardo al passato per capire il presente, il direttore di collana Franco Forte, affiancato dalla redattrice Federica Bottinelli, ha trattato della grande festeggiata della giornata non solo con una storia della nascita ed evoluzione di “Urania” e con la genealogia delle collane “figlie” (da Oscar Fantastica a Oscar Draghi), ma soprattutto con un’ampia offerta di retroscena del mestiere che dall’editoria storica arriva a quell’odierna, e dalle edicole alle librerie. Cosa significava un tempo selezionare le pubblicazioni per “Urania”? Cosa significa oggi? Quali criteri e quali tempi dettano il mercato, la valorizzazione e la definizione del profilo di un “marchio” che nel suo settantesimo anno è andato più che mai a ruba?

Forte e Bottinelli hanno svelato una serie di inaspettate problematiche che si celano dietro a una pubblicazione tanto avviata e tanto particolare, ricordando quanta capacità di problem solving sia chiamata all’azione nell’ambito dell’editoria, quante intuizioni e quante leggi non scritte.

Altre storie editoriali, altri grandi classici: Armando Corridore, cultore del genere, curatore, traduttore e compositore, ha parlato della storia della casa editrice Libra, poi divenuta Elara (a sua fondazione), e di figure quali Roberta Rambelli, curatrice della rivista “Galassia”, autrice sotto pseudonimo e traduttrice di fondamentale importanza per la storia del genere, già menzionata dalla digressione di Salvetti e Lepidio sulle grandi donne della fantascienza italiana, Ugo Malaguti e Luigi Cozzi. Corridore ha trattato del difficile percorso affrontato dal genere per ottenere il rispetto di una seria critica, seria catalogazione e conservazione, e del ruolo in questo percorso dei personaggi citati, nonché dell’impegno e degli intenti in tal senso di case editrici come Libra, Perseo Libri ed Elara, nel loro continuativo progetto di divulgazione.

In conclusione, Rossana Morriello, ricercatrice indipendente e bibliotecaria di vastissima esperienza in ambito progettuale, nazionale e internazionale, e nell’individuazione delle best practices di riferimento, ha offerto una panoramica proprio sulla figura della biblioteca nella fantascienza, passando da riferimenti della cultura pop, a fumetti e romanzi, tra una quasi dimenticata bat girl laureata in scienze librarie e capo della Biblioteca pubblica di Gotham City e figure tra la posa del libro e gli arditi immaginari tecnologici, mostrando un fil rouge che, come un contributo metateatrale, ha sovrapposto i volti dei grandi temi della giornata: le biblioteche, i libri del futuro e il futuro dei libri.

Figura 4 Uno scatto dei tavoli della mostra