N.1 2023 - Biblioteche oggi | Gennaio-febbraio 2023

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“CarteinOrto. I percorsi”. Biblioteca o museo?

Anna Bendiscioli

Università di Pavia, Area beni culturali, Responsabile Biblioteca della Scienza e della tecnica e Biblioteca delle Scienze; anna.bendiscioli@unipv.it

Eleonora Quattrin

Università di Pavia; Dipartimento di Studi umanistici; eleonora.quattrini@unipv.it

Una visita guidata alla scoperta dei tesori della Biblioteca dell’Orto botanico di Pavia

Abstract

Dal novembre 2021 la Biblioteca dell'Orto Botanico di Pavia ospita una mostra permanente dal titolo "Carteinorto: i Percorsi". In questo articolo ci concentriamo sul racconto del lavoro svolto durante la fase di progettazione, sui progressi e sugli obiettivi futuri della mostra. L’attenzione è sempre posta sulla missione di una biblioteca universitaria, ovvero offrire a studenti e insegnanti testi aggiornati e servizi all'avanguardia, e su come questo possa assumere una funzione museale in determinate circostanze. Con il susseguirsi dei paragrafi, che speriamo possano essere una buona guida per colleghi o curiosi alle prese con i nostri stessi obiettivi, procederemo elencando le fasi di lavoro, gli strumenti utilizzati, gli attori coinvolti e il risultato ottenuto. Grazie alle fotografie scattate "dal vivo", il lettore avrà l'impressione di passeggiare per i corridoi della biblioteca e di scoprirne i tesori. L'articolo si consolida infine come memorandum scritto e rintracciabile delle attività svolte nell'ambito della borsa di ricerca attivata per l'anno accademico 2022/2023 dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Pavia e coordinata dalla Prof. Lucia Roselli.

English abstract

Since November 2021, the Library of the Botanical Garden of Pavia has been hosting a permanent exhibition called “Carteinorto: i percorsi”. The article focuses on the work done in the design phase, on the progresses and on the future aims. The focus is always placed on the mission of a university library, that is to offer students and teachers updated texts and cutting-edge services, and on how this can assume a museum function in certain circumstances. With the succession of paragraphs, which we hope will be a good guide for colleagues or curious people grappling with our own dynamics, we proceed to list the work phases, the tools used, the actors involved and the result obtained. The reader will have the impression of walking through the corridors, thanks to the use of photographs taken “live”, and of discovering the treasures of the library. The article consolidates as a written and retraceable memorandum of the activities carried out as part of the research grant activated for the 2022/2023 academic year by the Department of Humanities of the University of Pavia and coordinated by Prof. Lucia Roselli

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Introduzione e scopo del lavoro

La principale vocazione di una biblioteca universitaria è quella di offrire a studenti e docenti testi aggiornati e servizi all’avanguardia. Capita talvolta che le biblioteche universitarie si ritrovino a ospitare eventi culturali quali conferenze, mostre o addirittura corsi di varia natura aperti al pubblico. La chiara evidenza di un’attitudine che le avvicina all’esperienza delle biblioteche pubbliche. Quando l’esposizione, o la mostra, da episodica diviene permanente, la biblioteca si trova a ricoprire anche una funzione museale.

È quanto è avvenuto presso la sezione dell’Orto botanico della Biblioteca della scienza e della tecnica dell’Università di Pavia che ha deciso nel 2021 di rendere la propria parte museale fruibile tutti i giorni, durante il consueto orario di apertura, per i propri utenti e per i visitatori del giardino botanico, curiosi di approfondire la conoscenza di fiori e piante anche grazie al ricco patrimonio storico della biblioteca.

Questa sede bibliotecaria si prestava particolarmente a un progetto di questo tipo per una serie di motivi. Se da un lato offre tutti i servizi di una moderna biblioteca, dall’altro mantiene al suo interno un’indelebile traccia del passato, sia per la sua collocazione in un edificio storico, l’ex convento di Sant’Epifanio, sia perché, grazie alle abitudini fortemente conservative comuni a molte biblioteche italiane, si sono qui stratificate negli anni le tipologie di documenti e oggetti caratteristici delle diverse epoche. Attraverso queste testimonianze è possibile seguire l’evoluzione nel tempo del libro scientifico, dei servizi bibliotecari e degli strumenti di divulgazione scientifica in generale. I testi antichi di botanica qui conservati, in particolare gli erbari a stampa, hanno sempre esercitato con le loro immagini una forte attrattiva verso il pubblico. Altro aspetto degno di nota è l’affaccio sull’Orto botanico, una delle tappe imprescindibili per chi visita Pavia e l’Ateneo pavese.

Proprio per queste sue caratteristiche la Biblioteca dell’Orto botanico, dopo la riorganizzazione terminata nel 2015, ha ospitato molte iniziative, e vantava ormai un ricco bagaglio di contenuti ed esperienze.

L’idea di valorizzare la biblioteca, nell’ottica di una fruizione museale, era nell’animo di noi bibliotecari da tempo. Per metterci effettivamente intorno a un tavolo serviva, tuttavia, un’occasione che fosse abbastanza importante da giustificare l’impegno che avremmo dovuto profondere e che avesse un orizzonte temporale sufficientemente lungo per permetterne la realizzazione. Il nostro punto di partenza è stato quello di accogliere la visita dei soci della delegazione FAI di Pavia, avvenuta nel mese di novembre del 2021, ma già in programma dal mese di dicembre 2020. Per questo importante appuntamento abbiamo deciso di approntare un percorso di visita di base, da utilizzare come test per il nostro pubblico, successivamente perfezionabile e ampliabile.

Analizziamo qui il percorso che ha portato allo sviluppo del progetto chiamato “CarteinOrto. I percorsi”, cercando di individuare un metodo per la creazione di percorsi di visita museale all’interno di una biblioteca, che sia applicabile successivamente, ed esportabile eventualmente anche in altre biblioteche.

Gestazione del progetto

L’obiettivo della mostra permanente è sempre stato per noi quelli di stimolare l’attenzione del visitatore sugli strumenti e sui servizi della biblioteca, attraverso un confronto tra passato e presente e da questo punto fermo siamo partiti a sviluppare il nostro progetto.

I destinatari del nostro lavoro sono risultati da subito piuttosto chiari. Si tratta in primis degli utenti, principalmente studenti di Scienze naturali che frequentano le sale studio della biblioteca, docenti del dipartimento di Scienze della terra e studiosi italiani e stranieri che si rivolgono a noi per la consultazione di documenti rari. Non manca tuttavia il pubblico esterno, come nel caso specifico dei soci del FAI. Sia tra gli studenti che tra i visitatori, molti sono gli stranieri.

Il percorso doveva adattarsi a tutti: a una descrizione di livello generale si sarebbero aggiunti approfondimenti per gli esperti, o per i più curiosi. Abbiamo ritenuto importante fornire informazioni in lingua inglese almeno per la parte generale.

Figura 1 Mappa del primo piano dell’edificio che ospita la biblioteca

Riguardo agli spazi da dedicare all’esposizione la scelta è stata piuttosto obbligata. Come si può vedere dalla mappa in Figura 1, la biblioteca è costituita da un lungo corridoio su cui si aprono dei locali con funzione di accoglienza, sale studio e consultazione, uffici, depositi librari e spazi di lavorazione. La biblioteca non dispone di alcun locale che possa essere dedicato a vera e propria sala museale; la zona espositiva deve, di conseguenza, poter convivere con quella funzionale ai servizi bibliotecari. Abbiamo deciso di sfruttare per l’esposizione gli unici spazi liberi da scaffalature e non utilizzati per lo studio e la consultazione, cioè i corridoi della biblioteca dove abbiamo posizionato dei vecchi tavoli da laboratorio divenuti supporti per il materiale.

Molti contenuti su cui focalizzare l’attenzione erano già stati identificati nel corso del tempo. A partire dal 2015 la biblioteca ha partecipato, con sue iniziative, a più di quaranta eventi temporanei spesso collegati all’attività del contiguo Orto botanico, dell’Associazione Amici dell’Orto botanico e del Dipartimento di Scienze della terra e dell’ambiente. Si trattava di perfezionare e completare le esperienze accumulate, dando loro una configurazione stabile. La pausa organizzativa conseguente all’epidemia di Covid-19 ci ha concesso tempo per realizzare il lavoro di revisione di queste esperienze pregresse.

Consideriamo, ad esempio, l’esposizione organizzata in occasione della Festa del Roseto nel 2019. In questa occasione, la biblioteca aveva allestito una esposizione con 8 testi illustrati del Fondo storico, collocati in uno spazio espositivo dedicato e nel corridoio, aperti su pagine con illustrazioni di rose (v. Figura 2).

Figura 2 Esposizione di libri antichi sul tema delle rose in una sala della biblioteca
Figura 3 Esempio di didascalia

I testi erano accompagnati da didascalie impostate come in Figura 3.

Cartelli esplicativi riguardanti le caratteristiche dei libri antichi, e in particolare gli erbari a stampa, erano posizionati nelle sale, insieme a pannelli di contenuto botanico.

Inoltre, lo spazio del Cannocchiale, aperto sul giardino, ospitava una mostra di fotografie di rose del fotografo pavese Gregorelli da poco scomparso, importante richiamo a livello locale, e a poca distanza la porzione iniziale del corridoio era dedicata agli acquerelli botanici della naturalista Daniela Passuello, offrendo uno spunto importante per il raffronto tra l’immagine fotografica e il disegno nella capacità di resa dei particolari botanici. In queste zone erano, inoltre, presenti cartelli dedicati ai profili degli artisti. Per finire, nel salottino del verde, lo spazio dedicato alla letteratura botanica divulgativa, erano esposte pubblicazioni aggiornate sulle rose, a evidenziare come la vocazione della biblioteca sia anche quella di essere un punto di riferimento per il pubblico di appassionati di natura e giardinaggio.

In generale, il fulcro delle nostre iniziative è sempre stato l’esposizione di libri antichi del Fondo storico, selezionati intorno a uno specifico tema, che rappresentano il punto di partenza per approfondimenti di natura storica, naturalistica e artistica.

Provvidenzialmente da anni salviamo la traccia digitale del lavoro svolto per ogni esposizione temporanea: l’elenco dei testi antichi e dei vari materiali esposti con relative didascalie e mappa del posizionamento, manifesti pubblicitari, pannelli descrittivi e testi per le visite guidate erano conservati sui server della struttura, facilmente recuperabili e riutilizzabili, mentre la parte del materiale destinata al pubblico rimane sempre disponibile tramite il nostro blog “Carteinorto”alla sezione eventi. Avevamo quindi già sviluppato molti contenuti per i quali erano solo necessari nuovi collegamenti. Abbiamo, quindi, provveduto all’analisi di quanto disponibile e realizzato l’ossatura del percorso permanente.

Diversi spunti per la realizzazione sono venuti dall’avere esaminato, dapprima casualmente e poi in modo più sistematico e attento, altre realizzazioni espositive e strutture museali esistenti con l’occhio critico di chi vuole esaminare l’offerta esistente per crearne una propria. In realtà, luoghi dove esista un percorso di visita analogo a quello che volevamo costruire non sono così diffusi. Nella stragrande maggioranza dei musei, soprattutto quelli di dimensioni molto grandi, sia in Italia sia all’estero, le indicazioni per il visitatore non sono molte, l’itinerario non è univocamente delineato e le informazioni spesso sono relative al singolo oggetto (sia esso quadro o attrezzo o pezzo museale), ma non sono legate tra loro da un filo narrativo. Realtà più piccole si sono dotate invece di un apparato più esteso, come, solo per fare alcuni esempi, la Casa degli Atellani a Milano, e il Palazzo Doria Pamphilj a Roma, che ci sono state di ispirazione in particolare per la realizzazione dell’audioguida.

Il modo di agire che ci ha ispirato può essere ricondotto a diverse realtà con le quali abbiamo avuto a che fare, per diversi motivi, nel periodo di progettazione. L’attitudine del FAI, ad esempio, che per molti aspetti si rifà all’esempio del National Trust britannico, ci è parsa da subito vincente e adatta alla nostra realtà.

L’idea di dare importanza alla relazione con il territorio circostante, fissare appuntamenti che creino l’abitudine a tornare in un determinato luogo e l’aggancio con l’attualità sono elementi determinanti nell’ottica di creare un percorso d’impatto non solo per la nostra utenza ma per un più ampio bacino di visitatori.

Il prodotto finale

Sulla base delle osservazioni fatte sopra, il percorso definitivo consta di nove tappe che comprendono installazioni e luoghi di interesse, di cui la prima nel Chiostro esterno, e le successive all’interno dei locali, come evidenziato in Figura 4.

Figura 4 Mappa del percorso

I visitatori vengono accolti nel Chiostro (1) che è tutto quanto si è salvato dell’antico complesso conventuale di S. Epifanio, destinato, durante il rinnovamento culturale asburgico, a sede dell’Orto botanico di Pavia. In particolari condizioni di luce, i visitatori potranno intravedere i resti di una monofora di cotto, residuo di una cella monacale. L’inquadramento storico ci serve per introdurre le origini della biblioteca, che nasce insieme all’orto intorno al 1793, con la caratteristica funzione di supporto al lavoro degli studiosi di botanica.

All’ingresso in biblioteca (2) ci troviamo immersi in una suggestiva atmosfera frutto della recente ristrutturazione dei locali, le pareti di colore verde creano un’illusione di continuità con l’esterno. Nella prima porzione di corridoio (3), attraverso l’esame di acquerelli botanici esposti alle pareti, viene chiarita la differenza tra rappresentazione floreale artistica, con fini estetici, e illustrazione botanica, che del fiore o della pianta vuole fare un ritratto fedele finalizzato allo studio e al riconoscimento degli esemplari.

Le vetrine custodiscono alcuni volumi del “Botanical Magazine” (4), di cui la biblioteca possiede la collezione completa (a partire dal primo fascicolo pubblicato nel 1787 fino alla versione digitale odierna che è consultabile tramite il computer portatile a disposizione). Il materiale esposto diventa spunto di riflessione su diversi aspetti: le tavole botaniche sono disegni originali d’autore che, una volta riprodotte su carta, restituiscono risultati assai diversi in base alle tecniche di incisione e stampa, che sono molto cambiate nel tempo. Si comprende così come da un disegno originale si arrivi alla sua riproduzione in serie in un volume. Si scopre, inoltre, che al giorno d’oggi la biblioteca acquisisce le riviste quasi esclusivamente in versione digitale. Sempre in questa sala l’osservazione del primo volume del magazine porta a introdurre il tema del libro antico, fatto a mano, contrapposto al libro moderno fatto in serie, ponendo l’accento sulla data del 1830 che fa da spartiacque tra le due tipologie di pubblicazioni.

Il tema del libro antico si impone nella successiva isola tematica (5) dove vengono esposti degli esemplari di erbari antichi, di diversa fattura.

Figura 5 D. Iacobi Theodori Tabernaemontani, Neu vollkommen Kräuter-Buch, 1687

In Figura 5 compare un testo di fine Seicento, tipico esempio di erbario illustrato dove il testo scritto si intercala alle illustrazioni in bianco e nero.

L’erbario riprodotto in Figura 6 presenta invece una immagine a tutta pagina, in bianco e nero successivamente acquerellata a colori. I due esempi proposti permettono di spiegare le differenze nelle tecniche di incisione utilizzate, xilografia nel primo caso e calcografia nel secondo.

Figura 6 Nikolaus Joseph von Jacquin, Icones plantarum rariorum, 1781/1793

Nello spazio del cannocchiale (6) la vista si apre sull’Orto botanico, che può essere visitato separatamente, del quale vengono fornite al visitatore alcune anticipazioni. Il focus di questa sala è sulla collezione di miscellanee, custodite in ordinati contenitori di cartone che contengono il materiale (soprattutto articoli di riviste, estratti ma anche fotografie o appunti) raccolto dai ricercatori in un passato, non poi tanto lontano, quando non esistevano fotocopie e tantomeno la possibilità di salvare file digitali.

La sala Flore (7) ospita, solo durante eventi specifici, esemplari della preziosa collezione antica. Sugli scaffali alle sue pareti sono contenuti i principali testi sulla flora italiana, regionale e delle varie nazioni del mondo. Uno spunto fisicamente ripercorribile che consente di accennare alla nascita e all’evoluzione della botanica sistematica.

La “Scrivania del botanico” (8) è l’installazione che, tramite la descrizione dell’attività di ricerca del botanico nel passato e ora, apre la riflessione sul cambiamento avvenuto negli strumenti e nei servizi della biblioteca con il passare degli anni.

Figura 7 La “Scrivania del botanico”

Come mostrato in Figura 7, la scrivania che ci troviamo di fronte vuole ricreare l’ambiente di lavoro del botanico e mette in evidenza gli strumenti che questi utilizza nelle diverse fasi del suo lavoro. Il botanico trascorre parte del suo tempo nelle attività di campo, visitando luoghi alla ricerca della presenza di specie particolari. Utilizza strumenti per orientarsi quali guide, mappe, una bussola, ora probabilmente sostituita da un gps. Utilizza un telaio apposito per conservare ed essiccare i campioni con cui arricchirà l’erbario secco personale e, quando non è possibile raccogliere campioni, documenta piante rare o protette con una macchina fotografica. Il tipo di lavoro che il botanico svolge sul campo non è cambiato molto con il passare del tempo. È invece cambiata moltissimo negli ultimi decenni, grazie alle innovazioni tecnologiche, la parte di lavoro che il ricercatore svolgerà una volta rientrato nel suo studio.

Le osservazioni fatte sul campo andranno rielaborate attraverso un’attività di studio e comparazione su testi specializzati, per arrivare alle conclusioni che verranno poi pubblicate in un libro o su riviste del settore. Un tempo il botanico doveva recarsi presso la biblioteca per leggere le riviste di suo interesse, e cercava i testi sui cataloghi cartacei a schede come quello presente nella nostra installazione, nei cui cassetti è possibile curiosare. Si procurava gli articoli non disponibili in biblioteca chiedendo una copia direttamente agli autori. In questo aspetto dell’attività il botanico del giorno d’oggi ha la vita molto più facile rispetto a quanto non fosse per i suoi colleghi anche solo di pochi decenni fa. Oggi la biblioteca acquista riviste scientifiche in versione online, le ricerche sull’argomento di interesse vengono fatte tramite cataloghi e banche dati online e sono attivi servizi che procurano in formato digitale quanto non è direttamente disponibile.

Il botanico pubblicherà il frutto delle sue ricerche in articoli e libri scientifici, anche in versione online, o addirittura in siti web o blog che cura personalmente. Nel suo studio troviamo quindi, a seconda del periodo storico, una macchina da scrivere o un computer, penne e carta, dizionari di diverse lingue.

La scrivania è, quindi, il cuore del nostro percorso didattico e solitamente riscuote grande successo durante le visite: adulti e bambini fanno domande e, con grande curiosità osservano strumenti ormai inusuali (molti non hanno mai usato, o addirittura visto, una macchina da scrivere).

Al termine della visita ci si sofferma nel salottino del verde (9), uno spazio pensato per consentire agli ospiti della biblioteca di sfogliare gli ultimi testi su giardinaggio, giardini storici, fotografia naturalistica e altri temi d’attualità.

Quella descritta è l’ossatura di base del percorso, alla quale sarà poi possibile agganciare altri elementi da proporre a rotazione al nostro pubblico, ad esempio tematiche legate agli eventi che periodicamente interessano l’Orto botanico (festa dei Pelargoni, festa del Roseto, festa delle antiche varietà), esposizioni d’arte o corsi patrocinati dalla biblioteca oppure approfondimenti connessi al patrimonio della biblioteca.

Figura 8 Il manifesto della mostra permanente

Una volta ultimato il percorso, le tematiche principali che fanno da sottofondo alle diverse narrazioni, fornendo loro uno spessore culturale e storico, si sono quasi auto delineate, e sono quelle che abbiamo deciso di mettere in evidenza nella locandina della mostra (Figura 8).

La biblioteca ieri e oggi, cioè il confronto tra il passato e il presente, fa da costante sottofondo alla mostra. Siamo in una biblioteca dotata di tutti i moderni servizi, ma siamo immersi in un ambiente ricco di storia, e di oggetti che ne sono testimoni. Abbiamo quindi il tema, sempre appassionante della Storia del libro e della stampa, che si collega anche alla storia delle tecniche di stampa. L’illustrazione naturalistica è poi una piacevole parentesi che si apre sia sulle immagini degli antichi erbari sia sulle mostre d’arte temporanee, sempre incentrate su temi della natura, che spesso la biblioteca ospita. Infine, l’essere biblioteca universitaria ci porta a evidenziare le finalità didattiche degli Strumenti didattici del passato, a partire da quello primario, che è l’Orto botanico stesso su cui si affacciano le finestre della biblioteca, per arrivare al libro di testo, alla tavola parietale, alla struttura tridimensionale.

Disegnato il percorso, e individuate le tematiche sottese, si trattava poi di mettersi nei panni del visitatore e di immaginare le diverse modalità di fruizione. Accanto alla visita guidata, la migliore perché modulabile in base alla tipologia del visitatore (giovane, anziano, studioso o semplice curioso) e del tempo a disposizione, volevamo che fosse possibile anche la visita in autonomia. A questo scopo il percorso è stato arricchito con un variegato apparato comunicativo: dagli strumenti più tradizionali (come i pannelli esplicativi o le brochure a stampa) a quelli più “tecnologici” (quali gli approfondimenti di lettura accessibili tramite QR code, fino all’audioguida fruibile online).

Il nostro intento era quello di creare un percorso che potesse essere successivamente integrato con ulteriori elementi, senza rendere necessarie modifiche all’impianto della mostra, e senza intaccare e sostituire continuamente la cartellonistica e le indicazioni realizzate a stampa o attraverso diversi canali.

Le linee guida per le installazioni museali ci hanno fornito le prime indicazioni di base su come muoverci nel richiamare i visitatori.

Importante è, inoltre, il taglio narrativo delle spiegazioni che accompagnano il visitatore durante la visita, guidata o in autonomia, con le quali si deve riuscire a catturare e mantenere l’attenzione. Questo avviene grazie alla compresenza di dati storici, scientifici e tecnici che si intervallano a elementi aneddotici, riguardanti ad esempio il donatore, l’autore o personaggi che gravitavano intorno all’Orto botanico, rinforzati da richiami e confronti con l’esperienza personale di ciascuno.

Il nostro personale (a volte anche personale di cooperativa nel caso di visite nel weekend) ha a disposizione un testo approfondito che indica passo passo cosa può essere segnalato nelle varie stazioni (curiosità comprese), testo che viene aggiornato continuamente sulla base anche delle osservazioni e delle reazioni del pubblico, oltre che sulla base delle modifiche apportate al percorso. Il testo presente nell’audioguida è necessariamente più breve ed essenziale.

Gli stampati che abbiamo realizzato, il cartello generale della mostra, i cartelli con i QR code dell’audioguida, i cartelli con i QR code (Figura 9) che linkano agli approfondimenti sul blog e le brochure, sono stati realizzati con una linea grafica comune, a motivo naturalistico su design originale.

Figura 9 Cartello con QR code (prima tappa del percorso)

La realizzazione dell’audioguida, interamente autoprodotta, è stata per noi una sfida: abbiamo cercato di non doverci appoggiare a servizi esterni per avere la possibilità di apportare immediatamente le modifiche che si rendessero necessarie.

A livello tecnico la parte grafica della nostra audioguida è stata realizzata utilizzando strumenti di Google. Una pagina web realizzata con Google Sites costituisce l’accesso al servizio e contiene la mappa generale del percorso (Figura 10); tramite link si arriva alle singole tappe, e quindi ai file audio, generati tramite un’applicazione gratuita. L’utilizzo della registrazione automatica permette di velocizzare la fase di perfezionamento del testo. Una volta stabiliti i testi definitivi, sarà semplice la sostituzione con audio letti da voce vera.

Figura 10 Homepage della guida interattiva (modalità smartphone)

Si evince come il percorso si presti a diversi livelli di approfondimento e, quindi, anche a diverse tipologie di fruitori. Il primo livello è rappresentato dall’osservazione diretta degli oggetti, che sono in molti casi esteticamente gradevoli, come ad esempio gli erbari antichi, o le tavole didattiche, e che spesso destano curiosità perché sono ignoti al visitatore, come nel caso del catalogo a schede mobili; in alcuni casi è addirittura permesso provare ad usarli. È questo il modo di affrontare la visita di una persona, che arrivi casualmente a noi, non preparata, e che magari non abbia voglia di leggere o ascoltare le spiegazioni. Se ne andrà comunque con delle immagini, che più tardi potranno tornare alla sua mente ricollegandosi ad altre esperienze. La disposizione della mostra negli spazi “vitali” della biblioteca fa sì che, anche gli studenti che percorrono il corridoio per arrivare alle aule studio e/o agli uffici, possano beneficiare dell’esposizione e, magari, sviluppare il desiderio di approfondire.

Per il visitatore esperto sono aperti spazi di approfondimento, che si affiancano al percorso e vengono attivati all’occorrenza dalle guide: ad esempio, il libro utilizzato come modello, seppur moderno, di stampa con caratteri mobili, è scritto dal prof. Raffaele Ciferri, figura di spicco del dipartimento, del quale si richiameranno la molteplicità di interessi e cura quasi maniacale per le collezioni dei propri scritti personali.

Conclusioni

Dopo l’inaugurazione a novembre 2021, il nostro percorso è stato ormai testato più volte da diversi gruppi o da visitatori singoli.

Ci sembra di poter dire che l’obiettivo che ci eravamo prefissate è stato raggiunto: attraverso la descrizione di oggetti e la narrazione di episodi, facciamo riflettere il visitatore su come funzionano le biblioteche universitarie oggi, in confronto a come funzionavano nel passato, e sul loro ruolo chiave nella creazione e diffusione della cultura. In sostanza, la nostra ambizione è quella di valorizzare i servizi bibliotecari e l’informazione scientifica, che, come sappiamo, rischiano di essere confusi con l’informazione generica che viene dall’uso non consapevole del web.

La creazione dell’audioguida ci ha dimostrato come ascoltare piccole spiegazioni, in assenza del personale incaricato delle visite, possa essere un grande vantaggio per colleghi, stagisti, tirocinanti e studenti. Un “benvenuto” che fa sentire inclusi in una grande realtà.

Sempre nell’ottica di una maggiore inclusività, l’obiettivo che ci poniamo per il nuovo anno è quello di riuscire a raggiungere nuovi utenti ponendo maggiore attenzione su diversi aspetti quali testi, supporti, grafica nell’ottica di creare percorsi facilitati e adatti a persone con disabilità.

Siamo convinte, che complessivamente, ci sarà un guadagno per tutti nella funzionalità ed efficacia comunicativa e che il percorso continuerà a crescere e a regalare emozioni a coloro che si recheranno presso la nostra biblioteca.

Il nostro lavoro non è finito: rubando infatti le parole a Simon Murray del National Trust britannico, ispiratore delle azioni del FAI, non vogliamo essere “soltanto un luogo di visita, ma un luogo di ritrovo dove accade continuamente qualcosa”. Faremo accadere nuove cose alla biblioteca dell’Orto botanico, arricchendo il nostro percorso di nuovi spunti di interesse, con il progredire dei lavori di studio del nostro patrimonio.

Sitografia

https://www.didatticarte.it/doc/mostre.pdf

https://www.webmatico.it/utilizzo-qr-code-negli-allestimenti-museali

http://musefirenze.it/en/blog/gamification-musei-visita-gioco

https://opzionecultura.wordpress.com

http://www.museofacile.unicas.it/visita-museo-facile

Bibliografia

Maurizio Copedè, A raccontar del libro: il percorso del libro nella storia, Roma, Albatros, 2021.

Federica Formiga, L’invenzione perfetta. Storia del libro, Bari, Laterza, 2021

Marco Izzolino, Didattica museale. Nuovi approcci al racconto dei beni culturali, Napoli, Iemme Edizioni, 2020.

Massimo Malagugini, Allestire per comunicare. Spazi divulgativi e spazi persuasivi, Milano, Franco Angeli, 2016.

Federica Manoli, Manuale di gestione e cura delle collezioni museali, Milano, Mondadori Education, 2015.

Alberto Saibene, Il paese più bello del mondo. Il FAI e la sfida per un’Italia migliore, Milano, UTET, 2019.

Ludovico Solima, Le parole del museo. Un percorso tra management, tecnologie digitali e sostenibilità, Roma, Carocci, 2022.