Tra i libri di un medico del Novecento
Università Campus Bio-Medico di Roma, s.fagiolo@unicampus.it
Abstract
Questo articolo descrive la collezione libraria privata del medico italiano Gioan Battista Dell’Acqua (1901-1991), di proprietà della Biblioteca dell'Università Campus Bio-Medico di Roma. Comprende circa 250 titoli antichi e rari libri di medicina, che riflettono gli interessi, la carriera percorso e lavoro professionale di un medico del ventesimo secolo. Poiché contiene diversi libri di testo stampati dai più importanti Editori europei di quel periodo, questa raccolta illustra anche la storia delle case editrici scientifiche e il progresso delle scienze mediche e sanitarie in Europa.
English abstract
This paper describes the private book collection of the Italian medical doctor Gioan Battista Dell’Acqua (1901-1991), owned by the library of the Campus Bio-Medico University of Rome. It includes around 250 titles of old and rare medical books, reflecting the interests, career trajectory and professional work of a physician of the twentieth century. Since it contains several textbooks printed by the most notable European publishers of that period, this collection also illustrates the history of scientific publishing companies and the advance of medical and health sciences in Europe.
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Il fondo personale di Gioan Battista Dell'Acqua alla biblioteca dell'Università Campus Bio-Medico di Roma
Frutto di stratificazioni e personali percorsi di ricerca, le biblioteche private rappresentano una preziosa chiave d’accesso all’attività intellettuale di chi le ha create. Non solo offrono interessanti informazioni e indizi sulla personalità, sugli interessi e sull’operato della persona che le ha possedute, ma costituiscono uno strumento di conoscenza del passato. Infatti, proprio per le loro caratteristiche interne, tramite i singoli documenti e nell’insieme della collezione, le raccolte librarie private sono in grado di documentare gli interessi e le relazioni del proprietario nel contesto storico e culturale in cui questi ha operato.1 La biblioteca medica di Gioan Battista Dell’Acqua (1901-1991), medico e accademico di origini emiliane vissuto nel XX secolo, è una di queste. Questa collezione di libri, donata alla biblioteca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, testimonia la formazione professionale, gli interessi di Dell’Acqua e il contesto socio-culturale in cui viveva. Essa è inoltre caratterizzata da elementi identificativi quali la presenza di esemplari annotati (note di possesso, dediche) e di inserti all’interno dei volumi (lettere, biglietti da visita, appunti manoscritti). Sulla base di queste caratteristiche, il fondo rientra a pieno titolo nella categoria della “biblioteca d’autore”, un’espressione biblioteconomica che non sta a indicare solo il letterato di fama, ma fa riferimento a un concetto più ampio, includendo “gli scrittori, i critici, i giornalisti, così come i pittori, i musicisti, i registi, gli attori, gli scienziati, gli architetti e chiunque abbia ricoperto un ruolo significativo nella società contemporanea”. Il Gruppo di studio sulle biblioteche d’autore dell’Associazione italiana biblioteche (AIB) ha fornito questa definizione di biblioteca d’autore: “Raccolta di libri accorpati in maniera funzionale alla propria attività da un soggetto significativo per la comunità culturale. I documenti sono legati da un vincolo che li caratterizza in quanto insieme e tali da restituire sia il profilo del soggetto produttore che momenti della nostra storia culturale”.
La storia in questione è quella della medicina italiana, e in particolar modo della medicina costituzionalistica. Nato nel 1901 a Vignola, in provincia di Modena, Dell’Acqua si laureò in Medicina all’Università di Bologna (1924). Ricevute delle borse di studio per seguire gli studi di perfezionamento all’estero, dal 1925 al 1929 frequentò diverse cliniche e istituti scientifici di Vienna, dove approfondì gli studi nel campo dell’anatomia patologica, della patologia sperimentale e della biochimica. Negli anni Trenta collaborò con la Clinica medica di Bologna, sotto la direzione di Giacinto Viola, che lo orientò alla medicina costituzionalista. Dopo aver ricevuto diversi incarichi di docenza presso l’Università di Bologna, si trasferì all’Università di Ferrara, dove diresse l’Istituto di Patologia medica (1938-1946); in seguito fu anche direttore dell’Istituto di Patologia medica dell’Università di Cagliari e poi di quella di Bari. Nel 1959 fu eletto rettore presso l’Università di Ferrara. Fu infine nominato preside della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma (1965), da poco istituita; qui concluse la sua carriera accademica nel 1971. Negli anni pubblicò più di 300 articoli, i cui estratti sono giunti alla biblioteca dell’Università Campus Bio-Medico insieme alla sua raccolta di libri.
La collezione libraria di Gioan Battista Dell’Acqua approda alla biblioteca dell’Università Campus Bio-Medico nel 2010, grazie alla donazione effettuata dagli eredi. Il corpus è composto da 250 volumi, di cui una buona parte in lingua francese e tedesca, pubblicati in un arco temporale che va dai primi anni del Novecento sino agli anni Settanta, più vari opuscoli. Il fondo librario non è certamente completo: solo una parte, infatti, è stata donata alla biblioteca. Nonostante ciò, nel complesso, questa biblioteca medica restituisce un quadro coerente della formazione professionale e dei percorsi di uno dei protagonisti oggi poco ricordati della medicina italiana del Novecento.
Il Fondo Dell’Acqua va ad arricchire la collezione libraria della biblioteca dell’università, la quale ha finora seguito due percorsi paralleli, ponendosi da una parte come attiva struttura di servizio all’interno dei corsi dell’ateneo, dall’altra curando e preservando una sezione storica. In questa sezione sono conservate delle raccolte di notevole valore sia dal punto di vista testuale che materiale, come la collezione medica ottocentesca della famiglia Iascone di Napoli, la serie completa del Dictionnaire des sciences médicales pubblicata a Parigi negli anni 1812-1822, e la serie del Dictionnaire encyclopédique des sciences médicales (Parigi, 1864-1889). Di particolare pregio è poi il Fondo Donatelli, costituito dalla biblioteca del farmacologo Leonardo Donatelli (1911-1992), con 800 volumi, comprendenti un rilevante numero di libri antichi stampati tra il Seicento e l’Ottocento, oltre ad alcune cinquecentine. Benché la raccolta libraria di Gioan Battista Dell’Acqua non si distingua per il valore materiale degli esemplari, essa assume un grande valore storico in quanto, oltre a essere testimonianza di particolari interessi personali del suo possessore, rivela gli sviluppi della medicina novecentesca.
Per quanto riguarda il trattamento dei volumi, si è proceduto alla divisione del fondo in due sezioni, una “antica” e una “moderna”, separando i libri pubblicati fino all’anno 1946 da quelli stampati dopo tale data, seguendo la tradizione della biblioteca. Contestualmente al lavoro di catalogazione, si è poi compilato un inventario dei libri e degli opuscoli in formato Excel, dove sono riportati titolo, autore, casa editrice, anno e luogo di pubblicazione, lingua, stato di conservazione del volume, eventuali note di possesso di Dell’Acqua e dediche a lui indirizzate. Inoltre, durante la catalogazione è stato creato per ogni esemplare un legame con il possessore (“Dell’Acqua, Gioan Battista <1901-1991>”), per collegare tra loro tutti i volumi della raccolta anche nell’OPAC della biblioteca. Per un libro di una biblioteca d’autore ogni annotazione o segno impressi su di esso assumono grande importanza. Tra i libri del Fondo sono ricorrenti gli esemplari con dedica autografa del donatore (quasi sempre coincidente con l’autore dell’opera), mentre, in generale, sono pochi i libri annotati da Dell’Acqua o con glosse a margine. Tra i numerosi volumi, sono molte le monografie di amici e studiosi: Ettore Galli, Psicologia delle sensazioni organiche (“Al Dott. Prof. Giovanni Dell’Acqua, quest’opera, che può presentare a Lei qualche curiosità in margine a quegli studi nei quali è maestro, offro con mia grata e profonda simpatia, Bologna, 27 giugno 1942”); Luigi Barchi, Grandi medici cuneesi (“Al prof. G. Dell’Acqua, con animo esultante e coll’augurio fervido, 31 luglio 1938”); Julius Bauer, Der Kranke Mensch als Biologische Einheit (“Al mio caro amico, prof. Giovanni Dell’Acqua, Los Angeles, 1958”); Innocenzo Moretti e Vittorio Sabena, Piccolo compendio di igiene e tecnica ospedaliera (“All’amico Giovanni Dell’Acqua, Magnifico Rettore, con viva e antica amicizia, 19. 4. 1960”). Tra le pagine dei libri sono stati inoltre rinvenuti inserti che a vario titolo hanno relazione con quei volumi, come biglietti, lettere personali e appunti di lavoro. Interessante scoprire che nel primo volume dell’opera Psicologia delle sensazioni organiche, di Ettore Galli, è allegata una lettera personale datata il 20 dicembre 1942, nella quale l’autore esprime la sua riconoscenza a Gioan Battista Dell’Acqua per averlo seguito come medico.
Il nucleo maggiormente consistente della raccolta di Dell’Acqua è costituito da manuali e trattati di medicina. Si spazia dalle malattie del cuore a quelle della nutrizione, dalla psichiatria alla neurologia, dalla fisiologia alla genetica umana. Degna di nota è la copia del trattato medico di Antonio Cardarelli, Le malattie nervose e funzionali del cuore, nell’edizione del 1891: si tratta del più antico esemplare della raccolta personale di Dell’Acqua conservato alla biblioteca dell’Università Campus Bio-Medico. A questi volumi si aggiunge poi una serie di manuali di clinica medica, diagnostica e semeiotica, con autori di punta come Cesare Frugoni e Nicola Pende. Accanto a questo vasto numero di titoli nei più diversi argomenti, nella biblioteca di Dell’Acqua troviamo diversi lavori sulle malattie endocrine, così come sulla diagnostica differenziale e sulle malattie in campo gastroenterologico, che confermano l’interesse che il nostro medico modenese nutriva per queste tematiche. Significativa è la presenza dell’opera La costituzione individuale: dottrina, metodo, tipi morfologici di Giacinto Viola (1933), che testimonia come Dell’Acqua, orientato dal suo maestro Viola, si sia fin da subito confrontato con l’approccio costituzionalista. Oltre ai trattati, tra i volumi sono presenti alcuni dizionari medici, tra cui V.M. Palmieri, Dizionario di terminologia medica (1953) e M.P. Helder, Dizionario medico inglese-italiano, italiano-inglese (1952). Interessante la presenza di un dizionario italiano-tedesco, Medizinisches wörterbuch der deutschen und italienischen sprache, pubblicato a Stoccarda nel 1910.
I volumi della biblioteca pubblicati tra gli anni Cinquanta e Sessanta, invece, si occupano soprattutto di etica professionale e di problematiche connesse all’ambito della medicina sociale, ma anche di storia della medicina. In particolare, in questa sezione trovano posto gli atti di congresso dedicati al medico ferrarese Giovanni Manardo (1462-1563), pubblicati in occasione del convegno internazionale che si tenne a Ferrara l’8 e il 9 dicembre 1962, al quale Dell’Acqua partecipò in qualità di relatore. A testimoniare l’interesse di Dell’Acqua per la storia della medicina, negli scaffali troviamo alcuni libri che trattano questa disciplina, come per esempio il volume collettivo Historiae medicinae colluvies (1968), contenente i testi di studiosi esperti in questo campo. Tra i volumi è inoltre presente il catalogo bibliografico dei principali medici ferraresi del Rinascimento (Le figure principali della medicina ferrarese del Quattrocento e Cinquecento nelle raccolte della Biblioteca Comunale Ariostea, 1962), con una prefazione dello stesso Dell’Acqua.
In generale, come già accennato sopra, la biblioteca non si contraddistingue per la presenza di esemplari particolarmente pregiati o rari; vi sono tuttavia delle eccezioni, come la copia numerata de I medici e la musica, in “edizione omaggio ai medici musicofili”, come recita la dicitura sul frontespizio, stampata in 1.000 esemplari. Degno di nota, inoltre, è il libro che illustra gli ex libris di diversi medici francesi vissuti dal Settecento in poi (Cinquante ex-libris composés pour des médecins par un médecin, 1964), esposti al Congresso internazionale della storia della medicina tenutosi a Varsavia nel 1962.
Al di là di uno specifico approfondimento sulla formazione e sugli interessi personali di Dell’Acqua, l’analisi di questa biblioteca permette inoltre di seguire la produzione dell’editoria scientifica nel Novecento, non solo italiana ma anche francese e tedesca, grazie alla presenza di numerosi volumi pubblicati dalle più autorevoli case editrici di quegli anni. Dalla scuola francese e quella tedesca derivavano infatti i canali di aggiornamento e studio di Dell’Acqua, soprattutto negli anni Trenta, cioè subito dopo il suo periodo di perfezionamento all’estero. Nel panorama francese, gli editori più rappresentati nella sua biblioteca sono Victor Masson e Gaston Doin, in quel periodo tra i primi in Francia nella produzione di testi di medicina, mentre per quanto riguarda l’editoria tedesca sono presenti diversi volumi pubblicati dalla prestigiosa casa editrice Springer-Verlag. Un’altra presenza significativa nella biblioteca di Dell’Acqua è quella della casa editrice viennese Urban & Schwarzenberg, anch’essa specializzata in testi di medicina.
La produzione francese e tedesca ha un carattere decisamente rilevante nella sezione di libri pubblicati negli anni Trenta, e continua a esserlo anche negli anni successivi, con la presenza di autori di spicco nel campo della medicina di quel periodo, come Assman Herbert (Lehrbuch der inneren medizin, 1949; Ergebnisse der inneren medizin und kinderheilkunde, 1952-1953), René Marcel de Ribet (Systématisation des centres nerveux et de leurs connexions, 1957) e Henri Baruk (Précis de psychiatrie: clinique, psychophysiologie, thérapeutique, 1950). Nella sezione “moderna” cominciano ad apparire anche alcuni titoli in inglese, quali Textbook of bacteriology (1949), della Oxford University Press; An Introduction to Pathology (1958), dell’editore londinese Longmans Green & Co.; Polymyositis (1958), della casa editrice Churchill Livingstone, specializzata in campo medico.
Per quanto riguarda la lingua, tra i volumi di Dell’Acqua vi è anche un libro in spagnolo: si tratta della ristampa anastatica del trattato settecentesco di Federico Bottoni da Messina, Evidencia de la circulación de la sangre, regalatagli da Gastone Lambertini, curatore dell’edizione italiana del 1963 (“All’amico Prof. Dell’Acqua, con affetto vivissimo”).
Passando all’Italia, invece, le edizioni Cappelli, Utet e Zanichelli sono ben rappresentate, con diversi volumi pubblicati dai primi anni del Novecento fino agli anni Settanta; diversi sono anche i titoli editi da Vallardi e Idelson, oltre a un cospicuo numero di piccoli editori, alcuni dei quali tipografi-librai come Taddei, di Ferrara, e la cooperativa tipografica Mareggiani di Bologna.
La quantità di informazioni che una biblioteca privata può fornire è davvero cospicua. In questo caso, non soltanto si accede al dietro le quinte del percorso intellettuale di un medico e accademico italiano, ma è possibile ricostruire la produzione medica novecentesca, evidenziandone alcune specificità. Se non per il valore collezionistico, quindi, la ricchezza di questa raccolta libraria risiede nel fatto che essa è in grado di rivelare gli sviluppi dell’arte medica nel Novecento, in un’epoca segnata da grandi progressi, offrendo a studenti e ricercatori interessanti spunti di ricerca nel campo della storia della medicina.