Dalla cooperazione interbibliotecaria alla comunità generativa
Direttore Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino e la partecipazione culturale, Provincia autonoma di Trento, sara.guelmi@provincia.tn.it
Abstract
Le biblioteche si evolvono non attraverso fasi ma attraverso aggiunte. Ogni volta che viene modellata una nuova funzione, o avviene un'innovazione, il vecchio non viene abbandonato, ma piuttosto viene introdotto qualcosa di nuovo. Il ruolo attuale della biblioteca è quindi dato non solo dalla presenza e disponibilità dei libri, ma piuttosto - e sempre di più - dall'insieme dei servizi che la biblioteca offre ai cittadini e alla collettività. La biblioteca dovrà quindi abbracciare il suo ruolo di luogo in cui si svolgono iniziative e dialoghi vengono promossi, nel quadro di un'offerta formativa dinamica e permanente che fornisce anche attività altamente innovative, ampie e plurali all'utenza, in grado di rispondere alle esigenze moderne di conoscenza così come di nuove relazioni sociali. Questo ruolo sembra essere più necessario che mai in un momento drammatico e solitario come quello che stiamo vivendo oggi.
English abstract
Libraries evolve not through stages but through additions. Every time a new function is shaped, or an innovation takes place, the old is not abandoned, but something new is rather introduced. The current role of the library is hence given not only by the books’ presence and availability, but rather - and ever-increasingly - by the set of services the library offers to the citizens and to the overall community. The library shall therefore embrace its role as a locus where initiatives and dialogues are promoted, in the framework of a dynamic and permanent educational offer that also provides the users with highly innovative, broad and plural activities, able to respond to the needs for modern knowledge as well as for new social relations. This role seems to be more necessary than ever in a time as dramatic and lonely as the one we are living today.
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L'esperienza del Sistema bibliotecario trentino
Quando si parla di biblioteche e della loro storia, si corre spesso il rischio di immaginare un percorso per stadi, che si succedono dai più tradizionali ai più evoluti. Al punto che in qualche caso, soprattutto nelle situazioni più avanzate e aperte alle innovazioni, procedendo senza aver riconosciuto il percorso compiuto, ci si può sentire in una sorta di indefinitezza. Quello stato dovuto al senso di confusione che ci coglie quando si perdono i riferimenti e non si riconosce la missione a cui si è vocati, la funzione da assolvere (anche se ha solo cambiato forma).
Questo perché l’evoluzione delle biblioteche non procede per stadi, ma per aggiunte: ogni volta che prende forma una nuova funzione, o intervengono innovazioni di processo o di prodotto, non si abbandona il vecchio per il nuovo, ma si immette qualcosa in più in una logica di tipo incrementale.
Dal dopoguerra a oggi, forzando un po’ le distinzioni, le sovrapposizioni hanno formato un sedimento a più livelli, che continuano a esistere e mantenere, ciascuno, il proprio valore fondante. È evidente che uno di questi livelli, di solito l’ultimo a prender forma, è più sentito di altri, enfatizzato, posto con forza come orizzonte a cui tendere. Tuttavia nella realtà ciascuno mantiene la sua funzione, che deve essere riconosciuta, rafforzata e costantemente aggiornata. Solo la piena e dinamica efficienza di tutti i livelli fa di una biblioteca un oggetto vivo capace di rispondere nel modo più efficace e proattivo alle mission che l’evoluzione sociale, secondo il divenire dei bisogni a cui deve corrispondere, costantemente richiede. Schematizzando un processo, in realtà meno netto e distinguibile, i livelli di riferimento sono complessivamente tre, con fisionomie e peculiarità diverse tra loro.
Il primo, quello più tradizionale, potrebbe essere identificato come “teca pregiata”. Una teca che ha come funzione principale quella di raccogliere, catalogare, ordinare e rendere fruibili i libri e i documenti a essi assimilabili per natura e funzione.
Il secondo livello può essere definito “sistema sinergico” ed è caratterizzato dalla necessità di connettere le biblioteche tra di loro per consentire la consultazione e la fruizione collettiva dei beni librari e documentali, ormai arricchiti da ogni sorta di varianti iconiche e informatiche. Inoltre è necessario che il sistema consenta di scoprire, valorizzare e mettere a fattor comune tutte le risorse professionali e progettuali di cui la biblioteca è dotata, o di cui ha fatto esperienza. Pensiamo alla ricchezza di sensibilità e di esperienze dei bibliotecari, o alla ricchezza e varietà di iniziative messe in atto.
Il terzo livello, quello più proiettato in avanti, è definibile come “comunità generativa”, dove il sistema bibliotecario fa esso stesso sistema con gli altri soggetti, pubblici e privati, che perseguono finalità analoghe, o che comunque sono interessati a interagire con le biblioteche. È una sorta di riscoperta della funzione generativa dell’educazione permanente, attualizzata rispetto alle mutate condizioni sociali ed economiche e alla straordinaria evoluzione delle tecnologie e dei media. Il tutto inserito in una dimensione “comunitaria” composita, anche dal punto di vista dell’ambito spaziale di riferimento: da quello strettamente locale a quello provinciale, da quello regionale a quello nazionale, fino alla comunità globale.
Per valorizzare al meglio e per proiettare creativamente nel futuro le biblioteche e il loro ruolo, è indispensabile agire sempre su tutti e tre questi livelli. Ovviamente con gradi di attenzione proporzionati allo scarto da superare, o agli obiettivi da raggiungere, ma mai immaginando che un livello, anche se storicamente più datato, possa rimanere al top senza la necessaria manutenzione e senza un costante sforzo di ammodernamento.
Nel ragionamento che qui verrà sviluppato si farà alternativamente riferimento a riflessioni di natura più tecnica e alle esperienze concrete del Sistema bibliotecario trentino, così da mettere in costante relazione considerazioni di ordine più generale e il riscontro operativo di un caso concreto.
Teca pregiata
Abbiamo già detto che nei suoi fondamentali la biblioteca ha mantenuto anche la sua originaria funzione, pur adattata ai tempi nuovi. Gli standard che devono caratterizzare spazi e attrezzature e la garanzia delle funzioni base – dalla catalogazione ai sistemi di ricerca e consultazione dei libri e degli altri materiali conservati – devono mantenere, anzi migliorare, sia i livelli di adeguatezza strutturale che di qualità dei servizi.
Una distinzione preliminare va compiuta per tipologia di biblioteche, che per comodità distinguiamo in biblioteche di conservazione, specialistiche e di pubblica lettura.
Le biblioteche di conservazione sono caratterizzate per loro natura dal patrimonio, selezionato e tendenzialmente limitato, e dalla relativa valorizzazione; hanno adottato metodiche di tutela e sono impegnate nella messa a punto di modalità di consultazione che proteggono il patrimonio: dagli impianti di controllo del microclima agli interventi di cura e prevenzione delle patologie del libro; dalla riproduzione fotostatica alla digitalizzazione che permette l’accesso ai contenuti in assenza del documento fisico.
Le biblioteche specialistiche, vocate alla raccolta e al costante aggiornamento della documentazione in specifici ambiti, sono prioritariamente attente all’evoluzione del patrimonio documentale e orientate al rinnovamento e adeguamento delle collezioni in linea con l’evoluzione del settore di specializzazione.
Le biblioteche di pubblica lettura, che per loro natura non si rivolgono a studiosi o specialisti ma a tutta la popolazione, sono costantemente impegnate nella gestione del proprio patrimonio per garantire puntuale aggiornamento e adeguatezza della documentazione in linea con le finalità divulgative, di educazione permanente e di svago delle molteplici esigenze di un’utenza ampia e differenziata.
È a questa terza tipologia di biblioteche che sono per lo più dedicate queste riflessioni, anche se molti dei temi trattati possono valere per le altre tipologie. Per corrispondere alla propria particolare vocazione, uno dei primi problemi da affrontare riguarda la quantità e la qualità degli “oggetti” che una biblioteca di pubblica lettura deve raccogliere, catalogare e offrire alla pubblica consultazione. È evidente che lo scibile e la ricchezza della proposta non è contenibile integralmente in una biblioteca e ciò richiede un appropriato sforzo di selezione: una selezione che deve poter collegare la produzione editoriale con la comunità cui la biblioteca fa da riferimento. In questa delicata azione di selezione entra in gioco la competenza del bibliotecario professionista che deve saper connettere, in modo oggettivo e non a proprio piacimento o per proprio interesse/inclinazione personale, l’offerta di conoscenza con i bisogni, espressi e non, della popolazione utente o potenzialmente utente. La Carta delle Collezioni è un documento strategico esplicito per la gestione del patrimonio documentale, ma essa stessa necessita di essere flessibile e adeguata tenendo conto anche dei rapidi cambiamenti di offerta e consumo di conoscenza.
Un’attenzione particolare deve essere infatti riservata all’evoluzione dirompente dell’informatica e del digitale, che ha stravolto la fisionomia e le dinamiche della vita collettiva e del lavoro, in particolare negli ultimissimi anni. Tali trasformazioni, così radicali e impattanti, non hanno condizionato solo le tecniche di confezione dei saperi, accentuando il passaggio dalla carta al digitale, ma ne hanno modificato anche le modalità di diffusione e fruizione, fino a incidere sugli stessi costumi di vita. E inoltre, paradossalmente, hanno reso più evidente la necessità di intermediare proattivamente e qualitativamente i modi della stessa fruizione: orientarsi in un oceano informe e turbolento di dati, informazioni, concetti e opinioni in libertà, non è come consultare la Treccani o l’Atlante DeAgostini.
Tutto ciò comporta per la biblioteca di pubblica lettura un nuovo sforzo di gestione del patrimonio, anche immateriale, che si traduce, non solo nella scelta e selezione del documento, ma anche in nuove competenze da acquisire e nuovi servizi da mettere a disposizione dell’utenza.
La “teca”, quindi, non solo non è più esclusivamente fisica, ma intreccia la propria natura con nuove modalità gestionali e nuove competenze di reference all’utente, ovvero chiede nuovi servizi.
A questo proposito anche il tema della catalogazione, per l’aumento delle quantità e della eterogeneità degli oggetti trattati e per l’evoluzione della compilazione scientifica, merita attenzione, in particolare garantendo l’impiego delle norme di catalogazione nazionali e internazionali più diffuse e gli aggiornamenti opportuni.
Con riferimento all’esperienza trentina tutto il materiale, anche quello antico, è soggettato e classificato con la Classificazione decimale Dewey e in prospettiva ci si orienterà all’adozione della WebDewey, mentre il formato bibliografico utilizzato è il MARC21. L’authority file del CBT è collegato alla Library of Congress, all’Indice SBN, alla GND (Gemeinsame Normdatei) e al FRBNF (Bibliothèque nationale de France).
Infine, per valorizzare il patrimonio e per favorirne l’accesso, dal 2012 i dati catalografici del CBT sono riversati semestralmente in WorldCat, gestito da OCLC.
Il patrimonio bibliografico trentino, in particolare quello di interesse locale, ha assunto visibilità mondiale testimoniata dall’alto numero di richieste ILL e document delivery extra nazionali.
Sistema sinergico
È ormai diffusa e consolidata la convinzione della necessità che le biblioteche si colleghino tra di loro per mettere a valor comune le dotazioni documentali e bibliografiche di cui dispongono. I cataloghi informatizzati condivisi, il prestito interbibliotecario e la possibilità di accesso ai servizi anche a distanza rappresentano esperienze consolidate, anche se sul piano operativo, nelle varie realtà del Paese, le situazioni sono molto diversificate, sia per strumentazioni disponibili che per funzionalità dei sistemi utilizzati. Gli ambiti nei quali è possibile avviare collaborazione tra biblioteche sono molteplici e molteplici sono i livelli di integrazione dei servizi proposti: dipende in gran parte dalla disponibilità di una regia unitaria accreditata come generosa ed equidistante dagli interessi di parte (ai quali ciascun ente legittimamente guarda).
Per quel che riguarda il Trentino, il SBT si è caratterizzato fin da subito con la costruzione di un unico catalogo bibliografico che uniforma le modalità di gestione delle informazioni bibliografiche e catalografiche e l’accesso alla conoscenza dell’intero patrimonio bibliografico presente sul territorio provinciale.
Il catalogo unico impone a ciascuna biblioteca del Sistema l’adozione di un medesimo paradigma di catalogazione. Mentre le biblioteche specialistiche provvedono in autonomia alla catalogazione del proprio patrimonio, il servizio di catalogazione della documentazione di nuova acquisizione delle biblioteche di pubblica lettura e delle biblioteche scolastiche resta responsabilità della struttura provinciale competente in materia di SBT alla quale spettano anche le relative attività di coordinamento e di controllo dei dati bibliografici. Alle singole biblioteche è assegnata, invece, la responsabilità di aggiornare il catalogo con l’inserimento della copia disponibile presso le proprie sedi.
L’amministrazione provinciale provvede, tramite propria specifica struttura specializzata, alla gestione del sistema informativo e a garantire standard di sicurezza adeguati alla banca dati.
Per garantire standard di qualità ed efficienza sia dell’utilizzo del Catalogo che dei servizi all’utenza la struttura provinciale competente in SBT garantisce formazione e aggiornamento costante agli oltre 500 operatori che a vario titolo sono impiegati presso le biblioteche del Sistema.
Gli utenti iscritti a una delle 150 biblioteche trentine hanno la possibilità di accedere alle informazioni bibliografiche dell’intero catalogo e a tutti i documenti delle biblioteche del sistema. Infatti, per garantire a ciascun utente pari opportunità d’accesso alla conoscenza e alla documentazione ammessa al prestito, indipendentemente dal luogo di domicilio, è attivo ormai da anni il prestito interbibliotecario che consente il ritiro del documento di interesse presso la sede più vicina all’utente.
Il servizio, garantito dall’amministrazione provinciale, è frutto dello spirito di collaborazione e di condivisione dell’obiettivo di favorire il più ampio grado di accesso alla conoscenza da parte di tutti. Tutti gli utenti di una qualsiasi biblioteca possono così accedere, facendo richiesta alla propria biblioteca di riferimento, all’intero patrimonio del sistema, indipendentemente dalla proprietà del documento.
Il servizio richiede un significativo impegno operativo, oltre che finanziario, considerato che mensilmente si registra una media di 7.150 copie richieste in prestito interbibliotecario (dato 2019).
Oggetto tradizionale del prestito è il libro, che mantiene un appeal indiscusso trasversale tra le generazioni di lettori. Ma a questa tipologia si sono affiancati con pari dignità l’ebook e altri prodotti digitali. Il Sistema bibliotecario trentino integra, ormai da quasi 10 anni, la propria offerta con la biblioteca digitale MLOL, acronimo di Media Library On Line, con la sua ricchezza di risorse. Le biblioteche aderenti (68) provvedono in modo coordinato all’acquisto di e-book e download: la struttura provinciale, con gestione pressoché quotidiana monitora l’andamento dei prestiti (download) e provvede a rimpinguare le risorse necessarie per garantire continuità di servizio. Nei mesi di emergenza sanitaria Covid-19 che hanno comportato la chiusura delle biblioteche e dei relativi servizi, il SBT ha registrato un significativo incremento di accesso alla piattaforma con il raddoppio di prestiti. L’incremento si è poi stabilizzato a un 30% in più quando l’emergenza si è attenuata, a testimonianza del gradimento da parte dell’utenza della lettura digitale.
Servizi all’utenza uniformi in qualità e garanzie di accesso alla conoscenza a tutti sono possibili grazie alle tecnologie, ma soprattutto alla presenza di una rete di operatori che condividono oltre alla passione per il proprio lavoro, formazione e regole comuni, finalità e modalità operative condivise.
Ciò vale anche per i servizi all’utenza diversi dal prestito: la biblioteca infatti è molto altro oltre al prestito dei documenti nonostante questo sia ancora, nell’immaginario collettivo di troppi amministratori, la funzione della biblioteca.
La proposta di attività culturali nelle biblioteche è troppo spesso subordinata alla sensibilità dell’amministratore locale, o perché troppo invasivo nella scelta di occasioni e temi, o perché restio a riconoscere alla biblioteca la funzione edu-formativa nei confronti della cittadinanza.
Ciò comporta che le biblioteche di pubblica lettura, per lo più di proprietà comunale, siano diversamente attive nella quantità e qualità delle proposte alla comunità locale. La rilevazione compiuta nel 2016 ha misurato una media quotidiana di 6 iniziative. A fronte di una quantità significativa emerge la maggior vitalità di alcune biblioteche a discapito di altre che sono meno propositive.
In via sussidiaria la struttura provinciale propone con formula itinerante una serie di attività, iniziative e mostre tematiche selezionate dopo aver condiviso argomenti di interesse e modalità di presentazione. Ciò consente, anche alle biblioteche con minori risorse, di proporre attività e iniziative di pregio rivolte via via a utenze diversamente caratterizzate per attenzione ed età.
Inoltre, per sostenere l’offerta di iniziative e attività, il SBT si è dotato di un sito internet unitario che, oltre a consentire l’accesso al catalogo, fornisce informazioni utili relative a ciascuna biblioteca, gestisce un’unica agenda degli appuntamenti aggiornata e implementata direttamente dalle biblioteche, oltre a rubriche tematiche e raccolte mirate.
Infine, poiché il capitale umano della biblioteca è componente irrinunciabile per la gestione di servizi efficienti sia nell’ambito della singola biblioteca che nella costruzione di una rete di collaborazioni efficaci, il SBT sostiene e favorisce il confronto tra operatori per l’individuazione delle di linee operative comuni, di buone pratiche e di aree di miglioramento.
A questo scopo un gruppo di bibliotecari, individuati quali rappresentanti dei colleghi, si è periodicamente confrontato con la struttura provinciale competente per tracciare linee comuni e per concordare modalità operative.
In occasione delle limitazioni poste agli incontri in presenza per evitare rischi di contagio Covid-19, l’utilizzo della tecnologia ha consentito il superamento della delega di rappresentanza e ha favorito la partecipazione assembleare di tutti i bibliotecari, con ottimi risultati anche sotto il profilo operativo oltre che di consolidamento delle relazioni.
Le emergenze operative dei mesi Covid-19 hanno sollecitato un confronto diretto con l’impiego delle videoconferenze; i risultati raggiunti in termini di partecipazione, decisione e condivisione operativa suggeriscono che questo è lo strumento ottimale, anche nel prossimo futuro, per mantenere costante relazione e confronto tra la struttura provinciale e le biblioteche e per condividere le scelte e modalità pratiche d’azione.
Nella consapevolezza che la motivazione e formazione degli operatori è condizione prioritaria per garantire un sistema bibliotecario capace di erogare servizi di qualità, il SBT investe sulle competenze dei professionisti che a vario titolo operano nelle biblioteche; competenze che crescono nel tempo grazie alle attività di formazione e aggiornamento, che si sviluppano per rispondere adeguatamente alle evoluzioni della realtà contemporanea e alle necessità degli utenti.
Il SBT può contare su una squadra di professionisti che intreccia le competenze tradizionali con le più innovative anche a fronte del cambiamento generazionale che il Sistema registra tra gli operatori.
Ma perché una rete diventi Sistema non è sufficiente mettere in comune i beni librari e affini e nemmeno condividere servizi; il passo ulteriore riguarda la capacità di mettere in sinergia le professionalità dei bibliotecari e la ricchezza di esperienze, che dentro ciascuna biblioteca vengono proposti e organizzati. A questo proposito è parso opportuno, da un lato, censire, in una sorta di “registro,” le competenze professionali degli operatori, dall’altro, raccogliere, ordinare e mettere a disposizione un repertorio delle principali iniziative realizzate, corredate dall’indicazione dei rispettivi attori per fornire ai colleghi strumenti e indicazioni pratiche, ad esempio, in merito alle metodologie impiegate nella costruzione dell’attività, ai costi, alle pratiche amministrative, e alle risultanze registrate per tipologia di utenza.
È evidente che per realizzare tale condizione evolutiva è indispensabile che ciascuna biblioteca garantisca livelli di servizio minimi essenziali con qualità standard. Allo scopo la “Disciplina” adottata con deliberazione della Giunta provinciale n. 478 in data 17 aprile 2020 detta condizioni minime non solo relativamente ai servizi erogati, ma pone condizioni essenziali in merito alle professionalità impiegate.
Importanti passi verso il consolidamento di un efficace Sistema bibliotecario, che renda ciascun componente protagonista e responsabile del buon andamento dell’intero sistema, sono stati mossi grazie all’adozione di tale Disciplina, che costituisce una base normativa unitaria alla quale ciascun ente proprietario di biblioteca si deve attenere per partecipare al Sistema, ma anche alla sottoscrizione di un’unica “Convenzione di adesione al sistema bibliotecario trentino” che esplicita compiti, funzioni e responsabilità di ciascuna parte.
Non meno significativo, anche sotto il profilo simbolico, è inoltre, il contratto di contitolarità che lega i 108 enti, pubblici e privati, costituenti il Sistema bibliotecario trentino e responsabili delle 150 biblioteche, nel ruolo di Titolare per quanto attiene la responsabilità del trattamento dei dati personali.
Comunità generativa
L’elemento caratterizzante di questo ultimo livello è la possibilità di poter beneficiare dell’effetto moltiplicatore di un territorio partecipe e proattivo, che non solo tolga le biblioteche dall’isolamento in cui spesso si trovano, ma che sia disponibile e capace di riconoscere la loro funzione di complemento essenziale alle attività di tutte le altre agenzie formative e educative. Solo così la biblioteca, come cuore pulsante di una comunità generativa, può rappresentare la via di accesso locale alla conoscenza, allo sviluppo della personalità e alla crescita delle competenze in una logica di apprendimento continuo e connesso con il divenire del mondo.
In questa prospettiva sono già ampiamente sperimentate le relazioni con il mondo della scuola. In Trentino il SBT coltiva da anni rapporti privilegiati con le istituzioni scolastiche, promuovendo l’utilizzo delle biblioteche come strumento formativo. In questa prospettiva significativi sono stati i progetti di avvicinamento alla lettura nella prima infanzia, che hanno coinvolto anche i genitori, i pediatri e gli operatori sanitari. Uno degli obiettivi prioritari perseguiti dai progetti è stato quello di educare alla costruzione di relazioni attraverso la narrazione. Anche le scuole elementari costituiscono occasioni di collaborazione ricche e di crescita reciproca. Sono molte le iniziative promosse, che coinvolgono annualmente circa 5.000 ragazzini con età compresa tra i 10 e 11 anni, avviandoli a diventare ciò che i parametri ISTAT indicano come “lettori forti”. Le iniziative comprendono combinazioni diverse di letture e scritture, accompagnate e sostenute da aggiornamenti condivisi tra bibliotecari, insegnanti e autori.
Con le scuole superiori, soprattutto nel triennio, la collaborazione è meno consueta, sia per l’impegno dei ragazzi nello studio e per la concentrazione dei docenti alle discipline di insegnamento, sia per la maggior distanza fisica delle biblioteche di pubblica lettura dagli istituti, per lo più concentrati nei capoluoghi di valle, e per il pendolarismo della maggioranza degli studenti. Per compensare tale criticità, è prevista dalla “Disciplina” un’importante attenzione alle biblioteche scolastiche in modo da colmare le difficoltà che registrano in termini di personale, di dotazioni e di proposte culturali complementari agli ambiti di specializzazione degli istituti. I passi compiuti, dalla condivisione del catalogo al coinvolgimento nel servizio di Prestito interbibliotecario, dalla circuitazione di iniziative culturali di interesse per gli adolescenti alla costruzione di pacchetti educativi dedicati con bibliografie e filmografie ragionate condivise tra bibliotecari e docenti, fanno ritenere che la strada tracciata possa condurre a una integrata collaborazione tra il mondo della scuola e il Sistema bibliotecario.
Accanto all’apertura al mondo della scuola, un ulteriore importante obiettivo è andare oltre ai confini tradizionalmente riconosciuti come gli ambiti di formazione e educazione di giovani e non solo.
Da anni è presente e operativo in Trentino un presidio culturale democratico, laico, libero, critico, gratuito e aperto a ogni persona. La biblioteca coltiva queste proprie caratteristiche al servizio della comunità, in particolare della comunità locale, privilegiando la relazione diretta, ma senza snobbare le tecnologie, favorendo l’incontro tra persone e contenuti, tra aspirazioni e principi, tra desiderata e possibili applicazioni, tra il quotidiano e l’universale.
Nella costruzione di una fattiva e partecipe comunità generativa, fondamentali sono i rapporti tra le biblioteche di pubblica lettura e gli altri soggetti a diverso titolo coinvolti nell’educazione permanente e nella produzione culturale, a partire dal composito mondo del volontariato. L’associazionismo, culturale, sociale e sportivo, ha da veicolare principi e valori trasversali; ma anche le istituzioni centrali o periferiche hanno la necessità di far conoscere e comprendere il loro operato per essere di riferimento a una collettività civica responsabile e compartecipe. Anche le imprese e relative aggregazioni hanno sul territorio opportunità di radicamento e di riconoscimento se la conoscenza del relativo operato è resa maggiormente esplicita, chiara, resa evidente e permeabile alla realtà quotidiana del singolo.
La biblioteca ha l’opportunità e l’obiettivo di entrare in relazione e costruire proficue sinergie con ciascuna realtà pubblica o privata che per missione o impresa intenda favorire la crescita armonica della persona e della collettività, una crescita orientata a contribuire al consolidamento di una comunità umana positiva equilibrata e potenzialmente felice.
In questa prospettiva un ruolo centrale lo svolgono i bibliotecari, che, in particolare nella realtà trentina, li vede operatori di comunità locale, punto di riferimento delle istituzioni e delle realtà associative territoriali per il collegamento con i cittadini e con le molteplici tipologie di utenza, in particolare quella turistica. Va riconosciuto ai bibliotecari la propensione e la disponibilità alla collaborazione per rispondere a esigenze contingenti o per migliorare o implementare i servizi e le opportunità offerte all’utenza, anche in base alle necessità della comunità locale e delle sue relazioni con il resto del mondo. In questa prospettiva si annoverano collaborazioni significative come, solo a titolo esemplificativo, quella con l’Università di Trento per l’accesso al prestito interbibliotecario nazionale e internazionale, o con la società degli impianti di risalita della Paganella per la realizzazione del BiblioIgloo, e quella con il Forum per la pace per l’attivazione capillare delle attività proposte, con una pluralità di soggetti parimenti coinvolti nella promozione dell’Agenda 2030 e dei suoi obiettivi, con associazioni e singoli volontari che si prestano per offrire la consegna dei prestiti a domicilio, per ora a causa della pandemia, ma in prospettiva per garantire accesso a chi ha difficoltà di movimento.
Il convincimento è che la biblioteca deve essere “attraversata” dalla realtà locale, dalle imprese e dagli enti, dalla gente e dalle sue faccende: così avrà un senso compiuto ragionare di pari opportunità e di diritti umani, di responsabilità dell’agire individuale e di sviluppo sostenibile, di salute e benessere, e di ogni altro valore al quale è necessario dare corpo e prossimità.
Se accettiamo questa impostazione risulta evidente il ruolo centrale delle biblioteche nel connettere quella comunità generativa, fatta dell’azione e dell’interazione di tutte le agenzie educative e formative presenti sul territorio, e della sua funzione chiave nella costruzione di capitale sociale: e quindi di promozione dello sviluppo. Un ruolo che potrà esprimere compiutamente le sue potenzialità solo se le biblioteche potranno operare in un sistema realmente ad alta reciprocità, sostenendo, con la loro essenziale funzione di agenti di formazione permanente e di integrazione di linguaggi e di saperi il divenire di una comunità realmente generativa. Ovviamente nella distinzione dei ruoli e con una presenza attiva degli enti locali, ma comunque dentro e insieme a tutti gli attori di quella che può essere definita come una “Comunità” partecipe e capace di attrarre, formare e promuovere saperi e talenti.
La centralità in chiave attuale della biblioteca è quindi data non solo dalla presenza dei libri ma anche, e sempre più, dal servizio, anzi dall’insieme dei servizi, che essa offre ai cittadini e alle comunità di cui gli stessi fanno parte. E ancora di più dal fatto che i suoi utenti sono misti, giovani, adulti, anziani, e quindi può costituire anche un facilitatore trasversale di rapporti tra generazioni diverse. E trasversale è anche il rapporto che le biblioteche intrattengono con attori istituzionali di varia natura: enti locali, scuole, associazioni, istituti culturali ecc.
Per queste ragioni la biblioteca, direttamente e attraverso il Sistema di cui fa parte, deve porsi come agente generativo di stimoli, iniziative, scambi e alleanze, nell’ottica di una rinnovata e condivisa funzione educativa dinamica e permanente. Il tutto accompagnato da una proposta culturale lungimirante, fortemente innovativa, ampia e plurale nei contenuti e nei soggetti, in grado di rispondere ai sempre nuovi bisogni di conoscenza e di approfondimento ma anche a quelli legati a una nuova relazionalità sociale, più partecipata e sinergica.
Una presenza più che necessaria in un’epoca drammatica, che ci vede immersi nella nebbia cupa e dolorosa della pandemia, dove l’inevitabile giogo delle emergenze fa perdere di vista fattori vitali, ma meno pressanti, meno bisognosi di riscontri immediati. Se però guardiamo al futuro la pressione ansiogena dell’emergenza non deve mettere in secondo piano un’emergenza non così incombente in termini di rischio immediato, ma non meno in una logica più ariosa di preparazione di condizioni idonee alla ripresa, alla possibilità di aprire orizzonti di nuovo sviluppo.