N.7 2025 - Biblioteche oggi | Ottobre 2025

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Agnese Galeffi

Mauro Guerrini

Professore emerito di Biblioteconomia; Università di Firenze; mauro.guerrini@unifi.it

Abstract

Agnese Galeffi era una persona straordinaria, sia dal punto di vista scientifico che professionale, che univa la riflessione teorica a una spensierata umanità. All'inizio della sua carriera di bibliotecaria, studiò Seymour Lubetzky. Identificò 15 fogli manoscritti inediti lasciati dal Maestro alla UCLA, con commenti sulle posizioni di Eva Verona sui principi di catalogazione presentati all'ICCP di Parigi nel 1961. Agnese aveva una conoscenza approfondita della teoria, della storia e delle pratiche di catalogazione, che ha insegnato in decine di corsi (MARC, ISBD, AACR2, RDA, ICP, IFLA LRM, ecc.) per l'AIB e altre organizzazioni. Ha svolto un ruolo internazionale, in particolare all'interno dell'IFLA, ricoprendo posizioni principalmente nel settore della catalogazione. Il suo ricordo e la sua eredità scientifica e professionale continueranno a vivere.

English abstract

Agnese Galeffi was an extraordinary person, both scientifically and professionally, combining theoretical reflection with a lighthearted humanity. Early in her librarianship, she studied Seymour Lubetzky. She identified 15 unpublished manuscript folios left by the Maestro at UCLA, with comments on Eva Verona’s positions on cataloging principles presented at the ICCP in Paris in 1961. Agnese had an in-depth understanding of the theory, history, and practices of cataloging, which she taught in dozens of courses (MARC, ISBD, AACR2, RDA, ICP, IFLA LRM, etc.) for the AIB, and other organizations. She played an international role, especially within the IFLA, holding positions primarily in the cataloging sector. Her memory and her scientific and professional legacy will live on.

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Agnese Galeffi nel 2011

Agnese Galeffi (31 agosto 1974 - 24 settembre 2025) è stata una persona straordinaria per carisma, ironia, eleganza, cordialità, capacità di ascolto e di comunicazione, una donna luminosa e acuta, amante della convivialità e della buona tavola, dei viaggi e della moda, di grande curiosità culturale e di un’intelligenza straordinariamente mobile, capace di unire precisione, acume critico e visione d’insieme; e una professionista impeccabile e scrupolosa con una competenza che derivava dalla conoscenza profonda della filosofia, della storia e della pratica della catalogazione. Oriana Bozzarelli coglie benissimo la sua dimensione: “Agnese Galeffi era una professionista d’eccezione, sapeva coniugare la riflessione tecnica più raffinata con la leggerezza del tacco 12. La prima volta che l’ho incontrata fu quando la chiamai a Torino per tenere un corso su RDA nel 2013. Uno spolverino rosso, la chioma biondissima, gli occhi color cielo e un sorriso contagioso”.

Riprendendo Terenzio, per Agnese può valere la frase che “humani nihil a me alienum puto”, tanto vasta e profonda era la gamma dei suoi interessi, come altrettanto profonda era la gioia delle relazioni umane. Notevoli sono i segni che ha lasciato nella professione e in tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarla.

Sul palchetto della libreria del mio studio, vicino al tavolo di lavoro, tengo esposta da 24 anni la foto-cartolina che ritrae Seymour Lubetzky seduto sul divano della sua casa di Los Angeles, con accanto Agnese Galeffi, sorridente come suo solito. Agnese me la inviò da Los Angeles il 25 agosto 2001, con queste parole: “La foto è sfocata, ma la mia emozione si vede comunque. Un caro saluto, Agnese”. Famoso l’aneddoto che Agnese ha raccontato agli amici: suonò il campanello di casa Lubetzky. “Buongiorno professore”. “No, sono suo figlio”, un uomo ultraottantenne, fisicamente molto somigliante al padre, che di anni ne aveva 102 e morirà il 5 aprile 2003.

Giusto per contestualizzare questo periodo di Agnese, il 18 aprile 1998, all’University of California, Los Angeles (UCLA), Michael Gorman aveva pronunciato il famoso discorso Seymour Lubetzky, man of principles, che ricostruiva magistralmente la Great Tradition (che, secondo il relatore, parte da Antonio Panizzi e arriva a Lubetzky) ed esaltava l’apporto fondamentale del Maestro alla teoria e alla pratica catalografica. Chiesi proprio ad Agnese di tradurre il testo del discorso tenuto al Seymour Lubetzky 100th Birthday Symposium, poi pubblicato in italiano sul n. 6 del 2000 di Biblioteche oggi. Sempre in quel periodo, le chiesi di tradurre anche Our enduring values. Librarianship in 21th century di Michael Gorman edito dall’American Library Association nel 2000.

Agnese Galeffi con Seymour Lubetzky (Los Angeles, 2001)

Nel 1999-2000 l’avevo incontrata alla Scuola speciale per archivisti e bibliotecari (SSAB) della Sapienza di Roma, in cui insegnavo Biblioteconomia. Aveva un curriculum eccellente, con laurea in Lettere (Storia della critica letteraria) conseguita sempre presso la Sapienza nel 1997, e il diploma di Biblioteconomia della Scuola Vaticana nel medesimo anno. Pertanto, al momento della tesi alla SSAB, data la sua solida formazione accademica e la conoscenza di Lubetzky tramite Gorman, trovai naturale proporle di studiare il pensiero e l’opera del grande studioso di catalogazione americano di origine bielorussa. Agnese prese un aereo e andò a incontrarlo a Los Angeles. Nell’occasione del viaggio fece una scoperta sensazionale: individuò 15 fogli manoscritti inediti (insieme ad altra documentazione) lasciati dal Maestro all’UCLA, con commenti circa le posizioni di Eva Verona sui principi di catalogazione presentate all’ICCP, International Conference on Cataloguing Principles, di Parigi del 1961, tappa miliare della storia della catalogazione.

Dopo la specializzazione, Agnese proseguì gli studi all’Università di Udine: superò la prova di ammissione al dottorato in Biblioteconomia diretto da Attilio Mauro Caproni e continuò a studiare Lubetzky. Terminò nel 2007, discutendo la tesi dal titolo L’eredità di Lubetzky nei sistemi bibliografici del XXI secolo, io suo tutor e Maria Teresa Biagetti co-tutor. Lo studio su Lubetzky l’aveva portata a indagare sulle ragioni dell’interesse del Maestro per Panizzi, di cui Agnese aveva compreso il nucleo di fondo meglio di altri, come ha esposto nel saggio Biographical and cataloguing common ground: Panizzi and Lubetzky, kindred spirits separated by a century, del 2009. Le proposi di pubblicare un contributo su Lubetzky in CCQ, ma ha scritto un documentato saggio, Do we catalog title pages or works contained under the t.p.? Alcuni appunti inediti di Lubetzky su Verona durante l’ICCP, nel volume La trasmissione della conoscenza registrata, curato da Carlo Bianchini e Lucia Sardo, pubblicato da Editrice Bibliografica nel 2021. All’ICCP – scrive Agnese – un problema centrale

era il ruolo dell’intestazione principale, argomento sul quale si contrappongono le visioni di due dei più importanti teorici della catalogazione dell’epoca: Seymour Lubetzky ed Eva Verona. Le loro opposte idee sono rimarcate dai titoli dei due interventi, identici a eccezione di una qualificazione one approach e second approach […]. Adesso è possibile conoscere quali siano state le impressioni “a caldo” di Lubetzky sul paper della Verona grazie ad alcuni appunti trovati dall’autrice tra i materiali lasciati dallo studioso alla University of California Los Angeles, costituiti da corrispondenza, appunti, bozze e copie di articoli, report interni ecc. Si tratta di 15 fogli manoscritti vergati sulla tipica carta gialla usata negli Stati Uniti per prendere appunti e recanti come titolo Comments on Verona. La scrittura appare frettolosa, se paragonata ad altre serie di annotazioni esistenti nel fondo; la presenza di citazioni del testo di Verona racchiuse tra virgolette fanno supporre che Lubetzky avesse comunque davanti a sé copia della relazione. Gran parte delle osservazioni inizia infatti proprio con la citazione esatta di una espressione o breve frase contenuta nel testo della studiosa croata, seguite dal commento del teorico di origine bielorussa. Lungi dal riportare qui l’intero contenuto di questi fogli, se ne evidenziano alcuni passi più interessanti. È possibile individuare tre argomenti sui quali si concentra maggiormente l’attenzione critica dello studioso e che corrispondono ai temi che gli erano maggiormente cari: l’approccio dell’utente al catalogo, le intestazioni (ossia entries, main entry e added entries) e la disputa sugli obiettivi del catalogo.

Un saggio straordinario. Almeno due di questi temi ricorrono costantemente nei contributi di Agnese. Magistrale, a questo proposito, la relazione presentata al XVIII Workshop di Teche del Mediterraneo, promosso a Bari da Maria Abenante Se il catalogo parlasse, lo capiremmo? Cinque assiomi della comunicazione catalografica poi pubblicato in AIB studi del 2017. È possibile godere il video del suo intervento su YouTube che ci restituisce appieno la figura di Agnese, dal forte timbro vocale e dal tipico accento romano, indagatrice acuta di questioni spesso (o sempre) sottovalutate dai teorici della catalogazione. Agnese utilizza naturalmente apporti da altre discipline (psicologia cognitiva, scienze dell’educazione). Parte, infatti, dalle considerazioni dello psicologo e filosofo austriaco naturalizzato statunitense Paul Watzlawick per parlare della comunicazione catalografica, ossia del “dialogo” consapevole e inconsapevole tra un catalogo e un utente nella ricerca di informazioni. L’utente è obbligato a conoscere le regole del catalogo? Molti nuovi OPAC o discovery tool di prestigio continuano a proporre criteri d’interrogazione desunti troppo direttamente dagli standard e poco comprensibili se non all’utente molto esperto.

Sulla stessa linea d’indagine è l’eccellente saggio Cataloguing, a necessary evil: critical aspects of RDA, edito sul fascicolo speciale di JLIS.It del 2016 dedicato a RDA, firmato con Lucia Sardo. Le due autrici focalizzano l’attenzione sull’apprendimento dello standard ed evidenziano la necessità dell’interconnessione fra lettura, apprendimento e memorizzazione e ciò dovrebbe rendere queste attività più rapide e facili da eseguire. Il testo RDA non è chiaro e sembra essere stato concepito per esigenze catalografiche temporanee e non per una lettura organica. Propongono un miglioramento della visualizzazione e dell’organizzazione logica del Toolkit, con alcuni suggerimenti. Ancora una volta si ha una lettura concreta di un codice, ovvero di linee guida. Agnese e Lucia avevano colto nel segno, tant’è che di lì a poco RDA rivoluziona la sua struttura. Il tema della chiarezza e coerenza esplicativa di uno standard è un elemento fondante per favorire un approccio e una comprensione critica dell’insieme del testo, dimensione opposta a quella di una sua conoscenza limitata alla ricerca di una norma (per RDA istruzione) specifica. Ritorna la lezione di Seymour Lubetzky in un contesto radicalmente diverso. Quel nucleo problematico, che Agnese e Lucia riproponevano con grande intelligenza e senza l’arroganza di dare la soluzione definitiva, è un problema centrale e irrisolto.

Prima che alla SSAB, l’avevo incontrata al concorso per assistente bibliotecario all’Università di Firenze del 1998; risultò vincitrice con altre bibliotecarie e altri bibliotecari poi divenuti bravissimi anche sul campo e non solo alla prova scritta e orale. Dal 2000 al 2007 lavora alla biblioteca di Scienze sociali da cui si dimette per problemi di organizzazione personale, dato che il suo riferimento è Roma. Nel 2018 entra di nuovo in ruolo come bibliotecaria all’Università La Sapienza, con l’attribuzione della responsabilità del catalogo e del Polo RMS-SBN; la sua competenza tecnica è riconosciuta dall’ICCU che un anno fa la chiama a far parte della Commissione Reicat; sarebbe stata un elemento fondamentale per il suo background internazionale e la sua conoscenza di RDA.

È stata tra le poche bibliotecarie e tra i pochi bibliotecari italiani protagonisti sulla scena internazionale, in particolare nei congressi e negli incontri IFLA. Trovava sempre i posti giusti dove trascorrere le serate: caffè e ristoranti in luoghi tipici. Non partecipò al congresso IFLA 2009 di Milano e sentì l’assenza come una colpa, tant’è che promise di non perderne neppure uno in futuro. Agnese, fluent English (lingua che curava meticolosamente), negli anni ha creato una rete di relazioni con bibliotecari europei, americani e di altri paesi. Ha lavorato con Dorothy McGarry all’aggiornamento di ICP, International cataloguing principles, del 2016 (e con una precisazione del 2017) e con Elena Escolano Rodríguez e Massimo Gentili Tedeschi alla nuova versione di ISBD. Ricordo la partecipazione comune al Symposium on Managing the Cultural Heritage and Libraries in Local Governments di Bursa, in Turchia, nel 2017, selezionata tra le migliori professioniste e ricercatrici europee.

In Italia il suo nome è legato anche alla docenza presso la Scuola Vaticana di Biblioteconomia (2007-2017), istituto di prestigio internazionale, in cui ha insegnato Teoria e tecnica della Catalogazione e Classificazione, formando generazioni di professionisti, con un costante riferimento scientifico al prof. Paul Gabriele Weston, suo “Maestro professionale e umano”, come ha riconosciuto più volte, con cui ha collaborato anche all’Università di Pavia e a una ricerca condotta per conto della Regione Toscana, e con cui ha firmato vari contributi. Chi l’ha avuta come docente alla Vaticana o nei numerosi corsi tenuti in tutta Italia ne ha conservato un ricordo intenso, di una competenza assoluta e di una pari gentilezza e tratto umano. Sono esempi significativi i messaggi di cordoglio arrivati dal mondo dell’associazionismo bibliotecario internazionale e italiano (AIB, ABEI, OCLC, …), delle biblioteche (in particolare la Vaticana), della Fondazione San Bonaventura: “Riconosciamo in lei una delle presenze “fondanti” il nostro percorso, ispiratrice preziosa, motivatrice instancabile, punto di riferimento professionale per tanti di noi”. Si muoveva con estrema facilità in settori diversi: corsi su MARC, ISBD, AACR2, RDA, ICP, IFLA LRM, ... per l’AIB, Regioni e altri enti, alcuni con l’amica Lucia Sardo, co-autrice di libri e saggi, fra cui uno su FRBR per la serie ET dell’AIB.

Nel febbraio 2014 è stata componente del comitato scientifico e organizzatore del convegno internazionale FSR - Faster, smarter and richer. Reshaping the library catalogue, promosso dall’AIB e dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, coordinato da Paul Gabriele Weston e Giuseppina Vullo, che ha riunito a Roma, presso la Scuola Vaticana di Biblioteconomia e altre sedi, circa duecento studiosi di ambito LIS (Library and Information Science), provenienti da trenta paesi diversi; sul tavolo i temi più innovativi della catalogazione e delle tecnologie connesse, come i linked open data.

Agnese è stata consulente della BEIC, Biblioteca europea di informazione e cultura, di Milano, per il controllo bibliografico e la biblioteca digitale, con progetti dedicati alla divulgazione culturale e alla didattica: mostre virtuali, percorsi culturali e strumenti didattici, come si può leggere nell’articolo La Biblioteca digitale BEIC del 2013, redatto con Chiara Consonni, Danilo Deana, Marcella Medici, Francesco Tissoni, tutti della Fondazione BEIC. È stata referente e docente per i bibliotecari di URBE, Unione romana biblioteche ecclesiastiche, una collaborazione fondamentale, proprio nel passaggio da AACR2 a RDA. L’11 maggio 2023, non casualmente, Agnese ha moderato e coordinato gli interventi presentati al convegno per l’inaugurazione del Catalogo Parsifal, alla cui redazione aveva collaborato, con gli atti editi a cura di Silvano Danieli da Firenze University Press nel 2024.

È stata componente del Comitato scientifico di AIB studi e membro dell’International Scientific Committee di JLIS.it fin dall’inizio delle pubblicazioni nel 2009; ad agosto aveva dato ancora una volta la sua disponibilità come revisore di un saggio, segno evidente della sua forza d’animo nel combattere il suo male che la inseguiva da anni; e, ancora, membro del Board della Open Library Foundation, in rappresentanza del sistema bibliotecario della Sapienza, membro del Gruppo di studio AIB Catalogazione, indicizzazione, linked open data e web semantico (CILW) e del Gruppo di studio AIB sull’inclusione, dal 2013 Responsabile editoriale per la traduzione della Classificazione decimale Dewey 23 per conto dell’AIB (incarico che forse è rimasto in penombra); membro del Gruppo di lavoro per l’Authority file di SBN Nomi. È stata delegata italiana nella Cataloguing Section dell’IFLA per due mandati (2011-2015 e 2015-2019), membro dell’ISBD Review Group e del Bibliographic Conceptual Models Review Group, nonché membro della Commissione per il mantenimento, l’aggiornamento e la diffusione delle REICAT presso l’ICCU. Ha seguito la traduzione per conto dell’ICCU e l’adattamento di RDA in Italia, membro del Gruppo di lavoro IFLA Accessibility Metadata Network dalla istituzione nel 2024, membro del Comitato esecutivo regionale della sezione Lazio dell’AIB dal 2011 al 2014.

Impossibile elencare tutti i suoi incarichi. La sua memoria e la sua eredità scientifica e professionale resteranno vive. Agnese sta avendo riconoscimenti anche in ambito internazionale. Ha avvicinato tanti alla professione in modo consapevole, critico e gioioso. Ci sarà modo di riflettere sulla poliedricità dei suoi interessi. Ne ricordo uno molto caro sul piano personale. In un invito a casa sua cucinò le mitiche polpette in vendita allo spaccio del Vaticano, accompagnate da un vino altrettanto eccellente.

Lascia il marito, il fratello e il padre che ha ringraziato le centinaia di partecipanti al funerale alla chiesa di San Saturnino martire a Roma.

Gli allievi sono figli intellettuali e la loro scomparsa colpisce così profondamente da provocare un dolore immenso.