RDA: Resource Description and Access
Università degli studi di Pavia; carlo.bianchini@unipv.it
Università degli studi di Firenze; mauro.guerrini@unifi.it
Il nuovo standard per la metadatazione e la scoperta delle risorse nell’era digitale
Abstract
Questo lavoro è pensato per quattro tipologie di lettori: gli studenti catalogatori, gli aspiranti bibliotecari, i bibliotecari che desiderano tenersi aggiornati e chiunque desideri descrivere e dare accesso a qualsiasi tipo di risorsa presente sul web. Quest'ultimo tipo è originale ma importante, perché espressivo del grande cambiamento che RDA (Resource Description and Access) promuoverà. Sono, infatti, linee guida – più che regole – rivolte a chiunque voglia descrivere e rendere fruibile una collezione di beni culturali o tout court una collezione: bibliotecari, archivisti, curatori e professionisti di ogni altra branca del sapere. Il lavoro è organizzato in due parti: la prima contiene i fondamenti teorici della catalogazione (FRBR, ICP, web semantico e linked data), la seconda una presentazione critica delle linee guida RDA. RDA mira a rendere possibile la creazione di metadati ben strutturati per qualsiasi tipo di risorsa, riutilizzabili in qualsiasi contesto e ambiente tecnologico. RDA offre una “serie di linee guida e istruzioni per creare dati per la scoperta di risorse”. Le linee guida sottolineano quattro azioni – identificare, mettere in relazione (dai compiti dell'utente FRBR/FRAD e ICP), rappresentare e scoprire – e un sostantivo: risorsa. Individuare le entità del Gruppo 1 e Gruppo 2 di FRBR (Opera, Espressione, Manifestazione, Oggetto, Persona, Famiglia, Ente); mettere in relazione entità del Gruppo 1 e del Gruppo 2 di FRBR, mediante relazioni. Consentire agli utenti di rappresentare e scoprire entità del Gruppo 1 e del Gruppo 2 attraverso i loro attributi e relazioni. Queste ultime due azioni sono il motivo delle ricerche degli utenti e gli utenti sono il fulcro del processo. RDA consente la scoperta della conoscenza registrata, ovvero qualsiasi risorsa che trasmetta informazioni, qualsiasi risorsa che trasmetta contenuto intellettuale o artistico mediante qualsiasi tipo di supporto e media. RDA è uno standard di contenuto, non uno standard di visualizzazione né uno standard di codifica: fornisce istruzioni per identificare i dati e non si preoccupa di come visualizzare o codificare i dati prodotti dalle linee guida. RDA richiede un approccio originale, una metanoia, un cambiamento profondo nel modo in cui pensiamo alla catalogazione. Le innovazioni in RDA sono molteplici: promuove l'interoperabilità tra cataloghi e altri strumenti di ricerca, adotta terminologia e concetti del Web Semantico, è uno standard globale, può essere applicato da diverse agenzie per creare dati. Si prevede che RDA si arricchirà di un'ampia comunità di professionisti, provenienti da tutto il mondo, in una prospettiva collaborativa, consapevole, riconosciuta e globale. Con RDA la grande tradizione della catalogazione fa un ulteriore passo avanti ed entra definitivamente nell'era digitale.
English abstract
This work is designed for four kind of readers: cataloguing students, aspirant librarians, librarians who wish to keep up-to-date and anyone who wishes to describe and give access to any kind of resource on the web. Last kind is original but important, because it is expressive of the great change that RDA (Resource Description and Access) is going to promote. In fact, guidelines – rather than rules – are addressed to anyone wishes to describe and make accessible a cultural heritage collection or tout court a collection: librarians, archivists, curators and professionals in any other branch of knowledge. The work is organized in two parts: the former contains theoretical foundations of cataloguing (FRBR, ICP, semantic web and linked data), the latter a critical presentation of RDA guidelines. RDA aims to make possible creation of well-structured metadata for any kind of resources, reusable in any context and technological environment. RDA offers a “set of guidelines and instructions to create data for discovery of resources”. Guidelines stress four actions – to identify, to relate (from FRBR/FRAD user tasks and ICP), to represent and to discover – and a noun: resource. To identify entities of Group 1 and Group 2 of FRBR (Work, Expression, Manifestation, Item, Person, Family, Corporate Body); to relate entities of Group 1 and Group 2 of FRBR, by means of relationships. To enable users to represent and discover entities of Group 1 and Group 2 by means of their attributes and relationships. These last two actions are the reason of users’ searches, and users are the pinpoint of the process. RDA enables the discovery of recorded knowledge, that is any resource conveying information, any resources transmitting intellectual or artistic content by means of any kind of carrier and media. RDA is a content standard, not a display standard nor an encoding standard: it gives instructions to identify data and does not care about how display or encode data produced by guidelines. RDA requires an original approach, a metanoia, a deep change in the way we think about cataloguing. Innovations in RDA are many: it promotes interoperability between catalogs and other search tools, it adopts terminology and concepts of the Semantic Web, it is a global standard, it can be applied by different agencies to create data. RDA is expected to be enriched by wide community of professional, from all the world, in a collaborative, well-aware, recognized and global perspective. By RDA, the great tradition of cataloguing goes one step further and enters in the digital age definitively.
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