Il Rapporto Bes – Benessere equo e sostenibile in Italia
Sapienza - Università di Roma, chiara.faggiolani@gmail.com
Abstract
L'articolo presenta la terza edizione del Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES 2015), un'iniziativa congiunta del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL) e dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), che analizza le dimensioni fondamentali del benessere e del progresso in Italia e nei suoi territori, fornendo una visione complessiva dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali che caratterizzano il nostro Paese. Dopo aver descritto il quadro teorico e la struttura del progetto, l'articolo si sofferma su alcuni aspetti particolarmente interessanti per i bibliotecari. Infine, l'articolo propone alcune riflessioni sulla necessità di nuovi tipi di indagini in biblioteca che possano far emergere il ruolo delle biblioteche nelle politiche di welfare, secondo la logica che "ciò che misuriamo influisce su ciò che facciamo e se le nostre misurazioni sono errate, le decisioni possono essere distorte" e come questo si inserisca nella riflessione aperta sulla biblioteconomia sociale.
English abstract
The article presents the third edition of the Report on Equitable and Sustainable Wellbeing (BES 2015), a joint initiative of The Italian National Council for Economics and Labour (CNEL) and the Italian National Institute of Statistics(ISTAT).ItanalysesthefundamentaldimensionsofwellbeingandprogressinItalyanditsterritories,providing an overall view of the main social, economic and environmental phenomena which characterizes our country. After describing the theoretical framework and the structure of the project, the article focuses on some aspects particularly interesting for librarians. Finally the article proposes some reflections about the need for new kind of surveys in library that can bring out the role of libraries in welfare policies, according to the logic that «What we measure affects what we do and if our measurements are flawed, decisions may be distorted» and how this fits into the open reflection about social librarianship.
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