N.7 2012 - Biblioteche oggi | Settembre 2012

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Circuiti commerciali e non commerciali del sapere - 2

Giuseppe Vitiello

Nato Defense College, Roma; vitiello@fastwebnet.it

Distorsioni e ambiguità nelle correnti “contaminazioni”: JSTOR, Google Books / OCLC, Springer Verlag

Abstract

L'articolo – il secondo di una serie di tre articoli dedicati alle catene di comunicazione accademica – esplora alcune delle integrazioni tra i settori commerciale e non commerciale. Esamina come e perché Google Libri "si avventura" insieme a OCLC e il paradosso di includere risorse ad accesso aperto nei siti web di editoria commerciale. La “Freeconomics” capovolge l’economia tradizionale ma spiega anche perché i beni digitali, per quanto costosi, possano essere distribuiti gratuitamente per i consumatori. Regalando i propri servizi e prodotti, Google e gli editori commerciali acquisiscono un vantaggio competitivo duraturo rispetto ai concorrenti, poiché i loro mercati non sono più basati sulla scarsità di risorse. Se questa è una buona notizia per i clienti, non lo è certo per le biblioteche. Cominciano a perdere la logica per essere riconosciuti come l’unica catena di comunicazione accademica non commerciale. Questa tendenza mostra anche il potere delle agenzie cooperative delle biblioteche, i cui sviluppi funzionano secondo un modello di business che non dipende più dalle biblioteche come istituzioni.

English abstract

The article – the second of a three-article series devoted to scholarly communication chains – explores some of the integrations between the commercial and non-commercial sectors. It examines how, and why, Google Books “ventures” together with OCLC and the paradox of including open access resources in commercial publishing websites. “Freeconomics” turns upside down traditional economics but also explains why digital goods, costly though they are, may be distributed at no cost for consumers. By giving away their services and products, Google and commercial publishers acquire a long-lasting competitive advantage over their competitors, as their markets are no longer based on resource scarcity. If this is good news for customers, it is not for libraries. They start losing the rationale for being acknowledged as the only non-commercial scholarly communication chain. This trend also shows the power of library cooperative agencies, whose developments work along a business model that is no longer dependent on libraries as institutions.

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