N.7 2010 - Biblioteche oggi | Settembre 2010

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Ai bibliotecari io chiedo…

Giuseppe Vitiello

NATO Defense College, Roma; g.vitiello@ndc.nato.int

Mario Guaraldi

Editore, Rimini; mario@guaraldi.it

Un intervento di Mario Guaraldi su rivoluzione digitale e mondo del libro, con una introduzione di Giuseppe Vitiello

Abstract

L'articolo Ai bibliotecari io chiedo… è diviso in due parti: un'introduzione di Giuseppe Vitiello e un testo di Mario Guaraldi. Nella sua introduzione Vitiello descrive come la nuova economia dell’abbondanza stia ora diventando (di nuovo) protetta. I contenuti intellettuali, una volta distribuiti gratuitamente sulle reti, stanno tornando ad essere una merce costosa quando sono disponibili esclusivamente sugli strumenti creati dalle “grandi imprese” (Google e/o le grandi case editrici). L'autore esorta le biblioteche italiane a sviluppare ulteriormente PLEIADI, il portale italiano ad accesso aperto. Secondo lui ciò potrebbe essere fatto in collaborazione con case editrici indipendenti. Lo scopo dell’operazione è costruire un canale di contenuti ad accesso aperto che sia alternativo e in competizione con i motori di ricerca egemonici e altri importanti attori che detengono una posizione dominante nel commercio di e-book. Guaraldi descrive il quadro attuale dell'editoria elettronica. Contrariamente a qualsiasi logica produttiva, gli e-book in Italia potrebbero rivelarsi ancora più costosi dei loro equivalenti “hard”. Reti esclusive e chiuse, come Google, stanno creando i presupposti per una domanda largamente dominata dall'offerta distributiva. In altre parole, il commercio del libro non è più il mezzo libero per eccellenza, ma dipende in larga misura dalla rete che lo distribuisce. Ciò è accaduto anche in passato ma la tecnologia ha facilitato questa tendenza e i formati sono le “killer application”, il mezzo attraverso il quale i contenuti verranno resi dipendenti dall’apparato tecnologico. Guaraldi “chiede” ai bibliotecari di avviare reti parallele a Google e a quelle degli altri grandi attori. Le biblioteche hanno ragione; dopo tutto, sono radicati nel loro territorio, mantengono un approccio cooperativo e dispongono del know-how tecnologico adeguato per sostenere tale iniziativa. Sostiene la necessità di un'alleanza basata sui contenuti tra biblioteche ed editori (soprattutto piccoli e medi editori) come un modo per garantire la libertà di accesso e la pubblicazione di contenuti ben diversificati.

English abstract

The article Ai bibliotecari io chiedo… (What am I asking Librarians…) is divided in two parts: an introduction by Giuseppe Vitiello and a text by Mario Guaraldi. In his introduction Vitiello describes how the new economics of abundance is now becoming (again) protected. Intellectual content, once delivered free of charge on networks, is becoming again an expensive ware when it is exclusively available on the tools created by the “big business” (Google and/or major publishing houses). The author urges Italian libraries to further develop PLEIADI, the Italian open access portal. According to him, this could be done in conjunction with independent publishing houses. The aim of the exercise is to build up an open access content channel that is alternative to, and competing with, hegemonic search engines and other major players that hold a dominant position in the e-book trade. Guaraldi describes the current picture of electronic publishing. Contrary to any logics of production, e-books in Italy may prove to be even more expensive than their “hard” equivalents. Exclusive and closed networks, such as Google, are creating the requirements for a demand largely dominated by the distributive offer. In other words, the book trade is no longer the free medium par excellence, but is largely dependent on the network that distributes it. This also happened in the past but technology has facilitated this trend and formats are the “killer application”, the means through which content will be made dependent on the technological devise. Guaraldi “asks” librarians to initiate networks in parallel to Google and to those of other major players. Libraries do have a point; after all, they are rooted to their territory, they maintain a cooperative approach and have the appropriate technological know-how to sustain such initiative. He makes the case for a content-based alliance between libraries and publishers (especially, small and medium publishers) as a way of guaranteeing freedom of access and the publication of well diversified content.

DOI:

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