N.4 2019 - Biblioteche oggi | Maggio 2019

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La memoria dei tag

Alberto Cevolini

Dipartimento di Comunicazione ed economia; Università di Modena e Reggio Emilia; alberto.cevolini@unimore.it

Abstract

Da circa vent'anni assistiamo ad una trasformazione dei sistemi di indicizzazione che va sotto il nome di social tagging o folksonomia. Lo scopo di questo articolo non è quello di fornire istruzioni sul modo più corretto di etichettare le risorse della biblioteca. Lo scopo è piuttosto quello di considerare il social tagging da un punto di vista più astratto, cioè come un modo in cui la società struttura la propria memoria sociale. Vengono prese in considerazione tre questioni fondamentali: 1) la funzione svolta dal tagging; 2) il “ciclo di feedback” che viene innescato dall'interazione tra gli utenti e la macchina; 3) infine, i tag non informano sul contenuto delle risorse della biblioteca, piuttosto informano su ciò che gli utenti pensano che siano i contenuti delle risorse della biblioteca.

English abstract

For about twenty years, we witness a transformation of indexing systems that goes by the name of social tagging or folksonomy. The purpose of this article is not to give instructions on the most correct way of labeling library resources. Rather, the purpose is to consider social tagging from a more abstract standpoint, i.e. as a way in which society structures its social memory. Three core issues are taken into consideration: 1) the function performed by tagging; 2) the “feedback cycle” which is triggered by the interplay between users and the machine; 3) eventually, tags do not inform about the contents of library resources, rather they inform about what users think the contents of library resources are.

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