N.4 2020 - Biblioteche oggi | Maggio 2020

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Oltre i prestiti tradizionali: la nuova frontiera della “biblioteca delle cose”

Maria Stella Rasetti

Direttrice della Biblioteca San Giorgio di Pistoia, m.rasetti@comune.pistoia.it

Abstract

L'articolo illustra le numerose esperienze di diffusione del prestito non convenzionale nelle biblioteche pubbliche e universitarie degli Stati Uniti, dove da molti anni - accanto al prestito di libri, film e altro materiale bibliografico - si pratica il prestito non librario. Gli oggetti che possono essere presi in prestito appartengono alla vita quotidiana e sono almeno apparentemente lontani dagli obiettivi che le biblioteche si propongono di perseguire. La scelta adottata dall'autore è quella di presentare questi casi innovativi secondo una sorta di classifica di complessità, che va dal caso più ordinario del prestito di cortesia (come nel caso di occhiali, ombrelli o caricabatterie per cellulari), al prestito di strumenti tecnologici a supporto della didattica nelle biblioteche universitarie; al prestito di cravatte per chi deve partecipare a un colloquio di lavoro, fino - attraverso vari passaggi intermedi - alla più grande "biblioteca delle cose", che comprende trapani, stampi per dolci, strumenti musicali, mazze da golf, bastoni da sci e molti altri oggetti che non hanno un uso corrente e che non è necessario acquistare. L'articolo si propone di analizzare il legame tra queste scelte innovative, i valori ambientalisti della sharing economy e una più ampia declinazione del concetto di "alfabetizzazione" estesa a diversi aspetti della vita delle persone servite dalla biblioteca.

English abstract

The article illustrates the many experiences of the spread of unconventional lending in public and university libraries in the United States, where for many years now – alongside the lending of books, films and other bibliographic material – non-book lending has been carried out. Items that can be borrowed belong to everyday life and are at least apparently far from the objectives that libraries aim to pursue. The choice adopted by the author is to present these innovative cases according to a sort of ranking of complexity, ranging from the more ordinary case of courtesy loans (as in the case of glasses, umbrellas or mobile phone chargers), to the lending of technological tools to support teaching in university libraries; the loan of ties for those who have to participate in a job interview, up to ‒ through various intermediate steps ‒ the largest “library of things”, which includes drills, cake molds, musical instruments, golf clubs, ski poles and many other objects that do not have a current use and that you do not need to buy. The article aims to analyze the link between these innovative choices, the environmentalist values of the sharing economy and a broader declination of the concept of “literacy” extended to different aspects of the lives of the people served by the library.

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